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Il carabiniere che parlava troppo
Fonte: Il manifesto - 16 Giugno 2002
Il carabiniere che parlava troppo
Radiato l'appuntato Mattioli: denunciò i fascicoli segreti dei Cc e
l'ordine di sparare al G8
A. MAN.
ROMA
L'arma dei carabinieri non si smentisce. L'appuntato scelto Valerio
Mattioli paga con la radiazione, con la cacciata dalla Benemerita, il suo
impegno civile e le sue coraggiose denunce. Gli rimane solo il ricorso al
Tar, nessuna solidarietà dal Cocer. E' il carabiniere che nel `99 denunciò
le schedature illegali dell'arma. Nelle caserme - disse ai suoi superiori,
poi alla magistratura e infine ai giornali - ci sono 75 milioni di
fascicoli personali, intestati alla quasi totalità della popolazione
(neonati e doppioni compresi), che registrano tutto in violazione della
legge sulla privacy (entrata in vigore da poco), comprese le attività
politiche e le preferenze sessuali. Il Garante appurò che le pratiche P
(pratiche permanenti, ex fascicoli personali) erano almeno 90 milioni.
L'arma venne invitata a mettersi in regola nel gennaio 2001, successive
raccomandazioni del Garante non sono mai state rese pubbliche. Non si sa
cosa sia successo salvo la distruzione dei fascicoli... sui carabinieri
stessi: almeno quella è documentata.
Dopo il G8 di Genova Mattioli, attualmente in servizio alla Scuola
marescialli e brigadieri di Firenze, si è rimesso in conflitto con il
comando. Ad agosto, nel pieno delle polemiche sull'omicidio di Carlo
Giuliani, scrisse una lettera a Liberazione in cui criticava il codice
penale, troppo largo di maniche sull'uso delle armi da fuoco in ordine
pubblico. Poi, rivolgendosi alla procura di Genova e alla procura militare
di Roma, denunciò i manuali e le disposizioni interne che a loro volta
giustificano l'uso delle pistole in misura ancor più ampia. Citò
pubblicazioni della Benemerita in cui il ricorso alle armi da fuoco è
considerato il quarto gradino di una scala di comportamenti da tenere in
piazza. E sostenne che in vista del G8 i carabinieri si erano addestrati
anche a quello.
Nessun pm, a quanto pare, l'ha preso sul serio, come era già accaduto con i
fascicoli. E siccome questa volta non c'è un'authorityche possa
intervenire, l'arma l'ha licenziato su due piedi: a 40 anni andrà a cercare
lavoro. Ha già avuto in tutto 74 giorni di consegna di rigore (12 per il
G8, ma l'hanno punito anche per il caffè al bar), molti dei quali per
violazione della norma che impone ai militari di informare un superiore
prima di rivolgersi a un magistrato: un bel problema per chi deve
denunciare proprio i superiori... Gli ha dato contro anche il Quirinale
respingendo un suo ricorso straordinario contro l'ennesima punizione.
Il decreto del ministero della difesa è persino infamante. Scrive il
tenente generale Bruno Simeone su proposta dell'ex comandante generale
Sergio Siracusa: «Considerato che dall'attività istruttoria è emerso che il
carabiniere Mattioli negli ultimi anni ha rivelato qualità professionali e
personali negative, venendo più volte e consecutivamente valutato
`insufficiente' e incorrendo altresì in sanzioni disciplinari per
complessivi giorni 74 di consegna di rigore; tenuto conto della
insensibilità del militare ai ripetuti ammonimenti, si dispone la
cessazione dal servizio». Lo licenziano, insomma, per scarso rendimento.