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Gettiamo le Basi contro/oltre il G8
- Subject: Gettiamo le Basi contro/oltre il G8
- From: "Marcao" <caomar at tiscalinet.it>
- Date: Fri, 13 Jul 2001 13:26:55 +0200
CONTRO E OLTRE IL G8 Si sòlo vemos muy cerca, entonces nomàs por ahì nos vamos a quedar. Si sòlo vemos muy lejos, entonces vamos a tropezarnos mucho y a perder el camino ( el Viejo Antonio/SubMarcos). ************ Senza l'apporto della Sardegna, dato suo malgrado e, spesso, a sua insaputa, come base di servizi e attività essenziali per la guerra e l'esercizio della deterrenza convenzionale e nucleare, potenti sostegni della penetrazione economica, appare improbabile che i G1+7, autoproclamatisi Signori del pianeta, possano, credibilmente, arrogare alla Nato la funzione di gendarme del neoliberismo e usurpare l'Onu del ruolo di risoluzione dei conflitti. Dagli anni '50 Nato e Usa adibiscono l'isola a grande area strategica di servizi bellici essenziali: esercitazioni, addestramento, sperimentazioni di nuovi sistemi d'arma, guerre simulate, depositi di carburanti, armi e munizioni, rete di spionaggio e telecomunicazioni. Al tradizionale ruolo di caserma-scuola di guerra, oggi si sovrappongono compiti direttamente operativi e funzioni di postazione-chiave per il controllo dell'intera area mediterranea, funzioni che potenziano l'importanza strategica dell'isola come perno del sistema politico-militare dell'alleanza nord-atlantica. Sulla terra sarda grava il 66% delle installazioni militari italiane-Nato. La vastità degli spazi aerei e marittimi militarmente asserviti non ha termini di paragone con nessun altra regione. Solo il tratto di mare annesso al poligono Salto di Quirra supera in estensione la superficie dell'intera isola. Ma ancora non basta. La fabbrica di guerra, l'unica industria che non conosce crisi e produce disoccupazione e sottosviluppo, è in espansione: nuovo centro logistico e nuovo molo Nato a Cagliari, cospicui investimenti a Capo Teulada e Quirra. Nel mare del Parco Naturale Sinis-Malu Bentu, "incredibilmente" inglobato in zona militarmente asservita(R.54) e a ridosso delle zone "Danger 40, R59, T822", spunta una nuova installazione, la gigantesca torre-spia statunitense. La maschera di "paradiso turistico" nasconde, maldestramente, il rafforzamento della realtà di sinistra fortezza militare. La base atomica Usa, operativa fuori dal quadro Nato e fuori da qualsiasi controllo dell'Italia, è diventata, per decreto governativo, fulcro del Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena. Inquieta constatare come i parchi naturali imposti dal Governo siano tutti, con una sola eccezione, interessati da importanti installazioni e intense attività militari e, viceversa, siano paralizzati quelli fortemente voluti dalla popolazione (Parco Geominerario, Molentargius..) ma esenti dalla devastante presenza delle FF.AA. Un omertoso silenzio copre il costante, osceno binomio: parchi nazionali/installazioni militari La Sardegna, finora appannaggio delle grandi ditte produttrici di sistemi d'arma (Fiat, Alenia, Thomson, Aerospatiale...) che operano nel poligono di Quirra, si apre al mercato globale e a nuovi investimenti. A Domusnovas, la SEI converte l'impianto di esplosivi civili in fabbrica di ordigni bellici. Il mercato è ghiotto: dal luogo di produzione ai poligoni-luoghi di consumo e di stoccaggio, senza costi aggiuntivi di trasporto e con la certezza di accaparrare una buona fetta della quota di forniture riservata alle imprese "ubicate nelle Regioni maggiormente oberate dai vincoli e dalle attività militari" (art.4,5 l.104/90). La Sardegna assume il doppio ruolo di complice e vittima al tempo stesso delle politiche Nato, <insostituibile meccanismo per l'esercizio della leadership Usa (..) e per la proiezione della potenza e della influenza americana attraverso l'Atlantico e oltre >, come afferma il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti nel suo rapporto al Congresso del 1998. Isola aggressiva e minacciosa, perno strategico per il controllo armato dell'area mediterranea, base indispensabile da cui partono tutte le incursioni. Isola rassegnata e sofferente, espropriata delle sue aree più belle, pesantemente asservita alle esigenze della "monocoltura di guerra" che strangola le possibilità di uso alternativo delle risorse, condannata a subire crimini ininterrotti contro il suo ambiente e attentati continui alla sicurezza del suo popolo, perpetrati allo scopo di esportare guerre e tenere a bada i Sud del mondo, il retrobottega degli orrori del neoliberismo reale. La Sardegna, che ha avuto la forza di infrangere il potente muro di silenzio sul criminale uso dell'uranio impoverito nelle guerre "umanitarie" e nelle "normali" esercitazioni, che ha imposto il dibattito a livello nazionale e internazionale, oggi, da segni della volontà di dare voce all'atavica insofferenza, aggregare le lotte frammentate per scrollarsi del pesante fardello Nato ed esprimere la sua vocazione di isola-ponte tra i popoli. Saremo a Genova per dire che non vogliamo essere il sinistro baluardo armato e nuclearizzato, cardine principale di un irrazionale modello di "difesa" costruito a sostegno di politiche economiche funzionali ad interessi che non ci appartengono e ci penalizzano. Respingiamo il ruolo di base strategica di un'alleanza militare <essenziale alla proiezione della potenza e della influenza americana all'interno di aree dove gli interessi Usa sono in gioco >(cit. Dip . Difesa Usa). Vogliamo andare oltre Genova e percorrere con i tanti il cammino verso un altro mondo possibile. ************ ********* Pensiamo che la strada sia da percorrere esigendo dai Potenti il rispetto delle norme che loro stessi hanno posto. E pensiamo che la strada passi PER - l'abolizione dell'uranio impoverito, - la denuclearizzazione del Mediterraneo - lo smantellamento della base atomica USA di La Maddalena, in rispetto A) degli art.11,80,87 della Costituzione, B) delle norme internazionali di sicurezza stabilite dall'AIEA, - lo smantellamento delle basi navali nucleari Nato diCagliari, Augusta, Brindisi, Gaeta, La Spezia, Livorno, Napoli, Taranto, Trieste, Venezia, in rispetto della volontà popolare, espressa nel referendum del 1987 per la messa al bando del nucleare. - la pubblica informazione su: A)quali siano le specifiche misure di sicurezza adottate in ordine alla presenza di navi a propulsione nucleare, al trasporto, allo stoccaggio e alla manutenzione delle testate nucleari, B) tutti i dati sul rilevamento della radioattività specificandone l'attendibilità, C) i piani di emergenza e di evacuazione in caso di incidente nucleare, su come siano organizzati e per quali ragioni, in violazione del DL 230/95, non siano stati comunicati alle popolazioni interessate - il monitoraggio permanente delle aree militarizzate gestito e controllato dai civili - un'indagine epidemiologica, indipendente dal ministero della Difesa, al fine di accertare le cause delle percentuali anomale per eccesso di neoplasie e patologie, derivanti verosimilmente da uranio impoverito/arricchito al plutonio e da alterazioni genetiche,sia tra la popolazione residente nei pressi delle aree militarizzate sia tra le popolazioni aggredite/"aiutate" da Nato e Usa (Irak, Somalia, Bosnia, Serbia, Kosovo) - il ritiro di tutti i progetti di rafforzamento della presenza militare - la cessazione dei "giochi di guerra" che pongono a rischio la popolazione e l'ambiente. E pensiamo che, per chi parte dalla Sardegna, la strada passi PER 1 l'eliminazione dei vincoli sugli immensi spazi aerei e marittimiche ostacolano la libera circolazione, compromettono il sistema dei trasporti e menomano le possibilità economiche, 2 l'eliminazione dell'enorme surplus di presenza militareche penalizza l'isola in misura iniqua, l'equiparazione della Sardegna alle altre regioni italianein termini di gravami militari in rispetto delle conclusioni della Conferenza Nazionale sulle Servitù militari del 1981, 3 la dismissione immediata degli impianti abusivi e illegalmente operativi (es. M. Urpinu) Comitato Sardo GETTIAMO le BASI Tel 070 823498;338 6132753
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