Gettiamo le Basi contro/oltre il G8



CONTRO E OLTRE IL G8

Si sòlo vemos muy cerca, entonces nomàs por ahì nos vamos a quedar. Si sòlo
vemos muy lejos, entonces vamos a tropezarnos mucho y a perder el camino (
el Viejo Antonio/SubMarcos).


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Senza l'apporto della Sardegna, dato suo malgrado e, spesso, a sua
insaputa, come base di servizi e attività  essenziali per la guerra e
l'esercizio della deterrenza convenzionale e nucleare, potenti sostegni
della penetrazione economica, appare improbabile che i G1+7,
autoproclamatisi Signori del pianeta, possano, credibilmente, arrogare alla
Nato la funzione di gendarme del neoliberismo e usurpare l'Onu del ruolo di
risoluzione dei conflitti.

Dagli anni '50 Nato e Usa adibiscono l'isola a grande area strategica di
servizi bellici essenziali: esercitazioni, addestramento, sperimentazioni
di nuovi sistemi d'arma, guerre simulate, depositi di carburanti, armi e
munizioni, rete di spionaggio e telecomunicazioni. Al tradizionale ruolo di
caserma-scuola di guerra, oggi si sovrappongono compiti direttamente
operativi e funzioni di postazione-chiave per il controllo dell'intera area
mediterranea, funzioni che potenziano l'importanza strategica dell'isola
come perno del sistema politico-militare dell'alleanza nord-atlantica.

Sulla terra sarda grava il 66% delle installazioni militari italiane-Nato.
La vastità degli spazi aerei e marittimi militarmente asserviti non ha
termini di paragone con nessun altra regione. Solo il tratto di mare
annesso al poligono Salto di Quirra supera in estensione la superficie
dell'intera isola.

Ma ancora non basta. La fabbrica di guerra, l'unica industria che non
conosce crisi e produce disoccupazione e sottosviluppo, è in espansione:
nuovo centro logistico e nuovo molo Nato a Cagliari, cospicui investimenti
a Capo Teulada e Quirra. Nel mare del Parco Naturale Sinis-Malu Bentu,
"incredibilmente" inglobato in zona militarmente asservita(R.54) e a
ridosso delle zone "Danger 40, R59, T822", spunta una nuova installazione,
la gigantesca torre-spia statunitense.

La maschera di "paradiso turistico" nasconde, maldestramente, il
rafforzamento della realtà di sinistra fortezza militare. La base atomica
Usa, operativa fuori dal quadro Nato e fuori da qualsiasi controllo
dell'Italia, è diventata, per decreto governativo, fulcro del Parco
Nazionale Arcipelago di La Maddalena. Inquieta constatare come i parchi
naturali imposti dal Governo siano tutti, con una sola eccezione,
interessati da importanti installazioni e intense attività militari e,
viceversa, siano paralizzati quelli fortemente voluti dalla popolazione
(Parco Geominerario, Molentargius..) ma esenti dalla devastante presenza
delle FF.AA. Un omertoso silenzio copre il costante, osceno binomio: parchi
nazionali/installazioni militari

La Sardegna, finora appannaggio delle grandi ditte produttrici di sistemi
d'arma (Fiat, Alenia, Thomson, Aerospatiale...) che operano nel poligono di
Quirra, si apre al mercato globale e a nuovi investimenti. A Domusnovas, la
SEI converte l'impianto di esplosivi civili in fabbrica di ordigni bellici.
Il mercato è ghiotto: dal luogo di produzione ai poligoni-luoghi di consumo
e di stoccaggio, senza costi aggiuntivi di trasporto e con la certezza di
accaparrare una buona fetta della quota di forniture riservata alle imprese
"ubicate nelle Regioni maggiormente oberate dai vincoli e dalle attività
militari" (art.4,5 l.104/90).

 La Sardegna assume il doppio ruolo di complice e vittima al tempo stesso
delle politiche Nato, <insostituibile meccanismo per l'esercizio della
leadership Usa (..) e per la proiezione della potenza e della influenza
americana attraverso l'Atlantico e oltre >, come afferma il Dipartimento
della difesa degli Stati Uniti nel suo rapporto al Congresso del 1998.
Isola aggressiva e minacciosa, perno strategico per il controllo armato
dell'area mediterranea, base indispensabile da cui partono tutte le
incursioni. Isola rassegnata e sofferente, espropriata delle sue aree più
belle, pesantemente asservita alle esigenze della "monocoltura di guerra"
che strangola le possibilità di uso alternativo delle risorse, condannata a
subire crimini ininterrotti contro il suo ambiente e attentati continui
alla sicurezza del suo popolo, perpetrati allo scopo di esportare guerre e
tenere a bada i Sud del mondo, il retrobottega degli orrori del
neoliberismo reale.

 La Sardegna, che ha avuto la forza di infrangere il potente muro di
silenzio sul criminale uso dell'uranio impoverito nelle guerre "umanitarie"
e nelle "normali" esercitazioni, che ha imposto il dibattito a livello
nazionale e internazionale, oggi, da segni della volontà di dare voce
all'atavica insofferenza, aggregare le lotte frammentate per scrollarsi del
pesante fardello Nato ed esprimere la sua vocazione  di isola-ponte tra i
popoli.

 Saremo a Genova per dire che non vogliamo essere il sinistro baluardo
armato e nuclearizzato,  cardine principale di un irrazionale modello di
"difesa" costruito a sostegno di politiche economiche funzionali ad
interessi che non ci appartengono e ci penalizzano. Respingiamo il ruolo di
base strategica di un'alleanza militare <essenziale alla proiezione della
potenza e della influenza americana all'interno di aree dove gli interessi
Usa sono in gioco >(cit. Dip . Difesa Usa).

Vogliamo andare oltre Genova e percorrere con i tanti il cammino verso un
altro mondo possibile.

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Pensiamo che la strada sia da percorrere esigendo dai Potenti il rispetto
delle norme che loro stessi hanno posto. E pensiamo che la strada passi

PER
- l'abolizione dell'uranio impoverito,
- la denuclearizzazione del Mediterraneo
- lo smantellamento della base atomica USA di La Maddalena, in rispetto A)
degli art.11,80,87  della Costituzione, B) delle norme internazionali di
sicurezza stabilite dall'AIEA,
- lo smantellamento delle basi navali nucleari Nato diCagliari, Augusta,
Brindisi, Gaeta, La Spezia, Livorno, Napoli, Taranto, Trieste, Venezia, in
rispetto della volontà popolare, espressa nel referendum del 1987 per la
messa al bando del nucleare.
- la pubblica informazione su: A)quali siano le specifiche misure di
sicurezza adottate in ordine alla presenza di navi a propulsione nucleare,
al trasporto, allo stoccaggio e alla manutenzione delle testate nucleari,
B) tutti i dati sul rilevamento della radioattività specificandone
l'attendibilità, C) i piani di emergenza e di evacuazione in caso di
incidente nucleare, su come siano organizzati e per quali ragioni, in
violazione del DL 230/95, non siano stati comunicati alle popolazioni
interessate
- il monitoraggio permanente delle aree militarizzate gestito e controllato
dai civili
- un'indagine epidemiologica, indipendente dal ministero della Difesa, al
fine di accertare le cause delle percentuali anomale per eccesso di
neoplasie e patologie, derivanti verosimilmente da uranio
impoverito/arricchito al plutonio e da alterazioni genetiche,sia tra la
popolazione residente nei pressi delle aree militarizzate sia tra le
popolazioni aggredite/"aiutate" da Nato e Usa (Irak, Somalia, Bosnia,
Serbia, Kosovo)
- il ritiro di tutti i progetti di rafforzamento della presenza militare
- la cessazione dei "giochi di guerra" che pongono a rischio la popolazione
e l'ambiente.

E pensiamo che, per chi parte dalla Sardegna, la strada passi

PER

1  l'eliminazione dei vincoli sugli immensi spazi aerei e marittimiche
ostacolano la libera circolazione, compromettono il sistema dei trasporti e
menomano le possibilità economiche,

2  l'eliminazione dell'enorme surplus di presenza militareche penalizza
l'isola in misura iniqua, l'equiparazione della Sardegna alle altre regioni
italianein termini di gravami militari in rispetto delle conclusioni della
Conferenza Nazionale sulle Servitù militari del 1981,

3  la dismissione immediata degli impianti abusivi e illegalmente operativi
(es. M. Urpinu)

Comitato Sardo GETTIAMO le BASI
Tel 070 823498;338 6132753