nel 2025 tre miliardi di persone senz'acqua

[Andrea Agostini <lonanoda@tin.it>]

da econews di giovedi 27 settembre 2001

Ambiente: nel 2025 tre miliardi di persone senza acqua

Nel 2025 le persone senza accesso all'acqua potabile arriveranno a tre 
miliardi. Mentre gia' oggi il 70% delle risorse idriche viene consumato 
dall'agricoltura che da 260 milioni di ettari - il 17% del totale - riesce 
pero' a produrre il 40% del cibo necessario. Sono invece centinaia di 
milioni le persone che si ammalano ogni anno per aver consumato acqua 
inquinata. Sono i dati preoccupanti emersi nel corso della seconda giornata 
del Convegno Internazionale 'Acqua e Irrigazione' in corso a Cremona dove 
oltre 200 scienziati provenienti da tutto il mondo stanno facendo il punto 
sulla situazione di una risorsa che da scarsa sta diventando sempre piu' 
rara. ''Appena il 2,5% dell'acqua - ha sottolineato Palmiro Villa, al 
vertice dell'unione Regionale delle Bonifiche che con la Regione Lombardia 
ha organizzato il convegno - e' acqua dolce, ma la percentuale di quella 
che puo' essere effettivamente utilizzata dall'uomo e' molto meno ed e' 
distribuita in modo ineguale''. E addirittura, ''l'Italia - ha spiegato 
Daniele De Wrachien dell'universita' di Milano a capo del Comitato 
Scientifico del seminario - e' ai primi posti in Europa in quanto a 
disponibilita' di acqua, ma il 15% della sua popolazione, quasi tutto posto 
nel Mezzogiorno, si trova al di sotto della soglia minima di fabbisogno 
idrico. Intanto, dai primi anni '80 ad oggi gli investimenti nelle risorse 
idriche sono diminuiti del 70%''. Ma l'acqua ha ormai assunto i connotati 
di un problema a livello mondiale dalle dimensioni esplosive. ''La 
produzione di raccolti irrigati - ha spiegato Martin Smith della FAO - 
dovrebbe aumentare nel 2030 per far fronte all'aumento di popolazione e 
combattere la fame nel mondo dell'80%, ma la scorta di acqua destinata 
all'irrigazione crescera' solamente del 12%''. Occorre quindi accrescere 
l'efficienza degli usi dell'acqua con forti azioni politiche e con un 
maggior dialogo fra i settori economici interessati a questa risorsa.