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Abusivismo di Stato alla Foce del Simeto: Il WWF plaudeall'intervento dei Carabinieri



Abusivismo di Stato alla Foce del Simeto
Il WWF plaude all'intervento dei Carabinieri


Di Pino Finocchiaro
Referente Territorio WWF Sicilia

I Carabinieri del Nucleo Operativo di Catania, sezione specializzata nei
reati contro la pubblica amministrazione, sono intervenuti sui cantieri che
stanno devastando l'habitat naturale del Paradiso degli Aranci e lungo
l'argine del canale Buttaceto.

Bene, i carabinieri stanno raccogliendo tutta la documentazione che
consentirà alla Magistratura, al Servizio di Conservazione della Natura del
Ministero dell'Ambiente e se necessario alla Corte di Giustizia Europea di
valutare la fondatezza della denuncia portata avanti con un atto di formale
diffida dal WWF Italia.

Abbiamo pienamente espresso il nostro parere e lo ribadiamo, spendere soldi
della Regione Siciliana e della Comunità Europea per offendere l'ambiente
naturale di una riserva sottoposta a vincolo regionale e per buona parte a
vincolo comunitario ZPS (Zona a protezione speciale) non solo è un paradosso
intollerabile costituisce abusivismo di stato.

Avevamo chiesto le ruspe alla Foce del Simeto per abbattere edifici abusivi.
Invece, quelli restano intatti, a migliaia; le ruspe scavano in profondità
una ferita, asportano sabbia, uccidono esseri viventi di un raffinato e
delicato biotopo, cancellano ulivi in barba al D.L.475 del 1945, rendono
legna da ardere agrumeti ancora vivi, vegeti e produttivi. Nessun rispetto
per questi alberi, nessun tentativo di salvarli e delocalizzarli: solo ruspe
e motoseghe.

Il canale scolmatore è un'opera inutile, restiamo fermi nella nostra
opinione, perché:  o porta acqua depurata utilizzabile per l'irrigazione e
non ha senso buttarla in mare visto la sete che attanaglia la Sicilia;
oppure porta liquami e questo non possiamo consentire che accada proprio
nello specchio di mare che lambisce una riserva naturale di quasi 1.800
ettari, una preziosa zona umida, un singolare biotopo dove incontriamo
specie a rischio come il falco di palude.

E' evidente che le alternative esistono, casse di espansione, laghetti
creati con criteri di ingegneria naturalistica. Se proprio i progettisti
avessero sofferto di cementofilia e non fossero riusciti a staccarsi dal
loro tubo, quantomeno avrebbero potuto far correre l'inutile condotta lungo
la SS 114 penetrando poi solo per un breve tratto nella zona del Paradiso
degli Aranci: intervento che comunque non condividiamo ma che sarebbe valso
a salvare gli ulivi e a non intaccare l'argine del Buttaceto.

L'intervento sull'argine del Buttaceto ha prodotto la distruzione della
flora e delle sue radici che rendevano solido il terrapieno su quale
poggiava l'argine. E' stato asportato terreno sedimentato nei lustri con
materiale che richiederà decenni affinché si ricompatti nuovamente. Inoltre
è stato introdotto un corpo estraneo, vuoto al suo interno, che certo non
agevola la resistenza ai fenomeni alluvionali. Adesso, l'argine è più
debole.

Le nostre opinioni sono confortate da una lettera che il dott. Aldo
Cosentino, direttore generale del Servizio Conservazione Natura del
Ministero dell'Ambiente ha inviato pochi giorni fa, il 3 ottobre 2000,
all'assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana in merito ad
una vicenda di sbancamenti avviati in territorio di Trapani per un'opera
destinata alla Difesa nazionale.

Aldo Cosentino ha ricordato tra l'altro che: ".l'articolo 1, comma 4 del
D.P.R. 12 aprile 1998 prevede che siano assoggettati alla procedura di
Valutazione di Impatto Ambientale tutti i progetti di cui all'allegato B del
D.P.R. medesimo che ricadano, anche parzialmente, all'interno di aree
naturali protette".

Inoltre, ha spiegato  il direttore generale del SCN del Ministero
dell'Ambiente: "la valutazione di incidenza ambientale deve essere
effettuata per l'individuazione e valutazione dei principali effetti che il
progetto può avere sulla ZPS, (articolo 5, comma 2 del DPR 357/97); tale
disposizione implica che un progetto può avere ripercussioni su una ZPS
anche se lo stesso ricade all'esterno del perimetro della ZPS medesima".

Il dott. Aldo Cosentino infine ha precisato che "in caso di inosservanza
della normativa comunitaria, la Comunità Europea ha facoltà di aprire una
procedura di infrazione nei confronti dello Stato Italiano".

Lasciamo agli altri commenti e polemiche, noi del WWF ITALIA citiamo atti e
dati di fatto.


- Pino Finocchiaro -
pinofinocchiaro@iol.it

 tel. Cell. 0368 77 40 788

Catania, lunedì 9 ottobre 2000