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R: caro benzina



Permettetemi alcuni commenti al messaggio di Marco Mari:
Dice: "Il mio caso. Personalmente appartengo a quella categoria di persone
che
> ogni mattina è costretta a prendere l'auto per recarsi al lavoro in uno
> sperduto paesino dove non arrivano né treni né corriere."
Io direi: avendo possibilita' di usare l'automobile, ho potuto scegliere il
lavoro che megliosi confa' ai miei personali interessi:
Dice Poi Marco: "Premesso dunque
> che una rete più efficiente di trasporto pubblico mi consentirebbe un
> notevole risparmio mensile rispetto all'uso della macchina, ...."
Certamente! Pagheresti circa un terzo del costo del servizio, lasciando il
resto a carico della collettivita' (nel caso di servizio urbano; per gli
extraurbani la quota scaricata sulla collettivita' puo' essere inferiore).
Anche di piu' a carico della collettivita', se il numero degli utenti di
quella relazione fosse basso.  Andando in auto, scaricheresti sulla
collettivita' un costo alquanto piu' ridotto, se non ricordo male.
Il trasporto pubblico ha tantissimi pregi (minor consumo energetico e minore
inquinamento per passeggero.km, minore ingombro della superficie stradale,
maggiore sicurezza), ma ha un grossissimo difetto: costa moltissimo, dovendo
pagare il conducente. Pertanto, e' espandibile solo al prezzo di consistenti
aumenti delle tasse, oppure di altrettanto consistenti riduzioni della spesa
pubblica in altri settori.
Il veicolo individuale (che puo' avere fino a 9 posti complessivi) e'
la soluzione piu' economica globalmente per gli spostamenti che interessano
numeri limitati di persone.  Naturalmente, auspicando che sia poco
energivoro e poco inquinante, come propone Marco.



Gerardo Orsi
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----- Original Message -----
From: Marco Mari (by way of Alessandro Marescotti
<a.marescotti@peacelink.it>) <m_mari@katamail.com>
To: <pck-ecologia@peacelink.it>
Sent: Monday, September 04, 2000 5:45 PM
Subject: caro benzina


> A proposito del caro benzina, ovvero come spendere meglio i soldi di tutti
>
>
> Si fa un gran parlare del caro benzina perché mai come di questi tempi il
> suo prezzo è stato così ballerino e, purtroppo, sempre verso l'alto.
> Ora, poiché il caro benzina incide sull'inflazione, in più di un'occasione
> il governo ha pensato di contenerne il costo effettuando uno sconto
fiscale.
> Tale manovra, se in sé dimostra la buona volontà del governo, forse
> tuttavia ne evidenzia anche la scarsa fantasia politica.
> Mi spiego meglio.
> L'approccio del governo considera il problema della mobilità non in
maniera
> globale ma parziale, evidenziando solo l'aspetto dei conti economici e
> dell'inflazione.
> Tuttavia, la mobilità individuale, come ben sappiamo, ha anche dei costi
> sociali notevoli che si esprimono in  inquinamento delle città, incremento
> dei tumori polmonari e delle malattie respiratorie, allergie, ecc...
> Il mio caso. Personalmente appartengo a quella categoria di persone che
> ogni mattina è costretta a prendere l'auto per recarsi al lavoro in uno
> sperduto paesino dove non arrivano né treni né corriere. Premesso dunque
> che una rete più efficiente di trasporto pubblico mi consentirebbe un
> notevole risparmio mensile rispetto all'uso della macchina, ma considerato
> anche che non credo che una rete pubblica efficiente potrà mai diminuire
> oltre una certa soglia l'uso individuale dell'autovettura, visto che
> trattasi di un  problema essenzialmente culturale e una nuova nuova
cultura
> civica collettiva richiede tempi lunghi, mi limiterò qui a fare alcune
> considerazioni a prescindere dall'opzione trasporti pubblici.
> Poiché l'economia oggi purtroppo sembra guidare in maniera quasi esclusiva
> le scelte politico-sociali, per provare a essere chiaro userò un po' di
> numeri a casaccio, senza alcuna pretesa che siano attendibili, ma solo per
> chiarire il mio punto di vista.
> Ipotizziamo che, per comodità di calcolo, il prezzo della benzina verde
> (magari!) sia di £. 2000 al litro e che la mia auto faccia mediamente 18
km
> con un litro.
> Dovendo fare 50 km al giorno per andare a lavorare e altri 50 per tornare
a
> casa, ne consegue che ogni giorno ho un consumo medio di 5,5 litri di
> benzina, pari a circa 11000 lire giornaliere e 253.000 lire mensili, vale
a
> dire più di 3.000.000 annui.
> È chiaro dunque come ogni aumento del prezzo dei carburanti riduca ciò che
> dal salario mi rimane, detratte le spese per recarmi la lavoro, e come
> anche le 50 lire al litro in capo a un anno diventino un problema serio.
> Ora, fino a quanto io potrei essere disposto a spendere per la benzina?
> Dipende.
> Ipotizziamo infatti, per puro assurdo, che la mia macchina possa avere un
> consumo medio di 72 km per litro e che la benzina, in virtù del caro
> petrolio, costi £. 8000 al litro. Quale sarebbe il mio costo annuo?
Facile,
> sempre 3000000 perché a una quadruplicazione del costo è corrisposta anche
> una quadruplicazione dell'efficienza dell'automezzo. Ma se, ancora più
> assurdo, ferme restando le 8000 lire al litro, la mia macchina con un
litro
> facesse 80 km, a fine anno io risparmierei circa 250000 lire.
> In pratica, se parallelamente all'aumentare del prezzo della benzina
> aumenta il rendimento dell'auto, la spesa rimane invariata. Se poi
> l'aumento del rendimento è superiore all'aumento del costo del carburante,
> pur spendendo di più per litro, in realtà risparmio.
> Non solo, consumando meno, io:
> - consumo meno risorse (e noi sappiamo che non sono illimitate),
> - inquino meno, dunque contribuisco a ridurre l'effetto serra e
> l'insorgenza delle malattie respiratorie,
> - sono più indipendente dal caro petrolio, poiché diminuisce il mio
> fabbisogno.
> Vediamo ora la cosa dalla parte del governo. Lo sconto fiscale sulla
> benzina ha un costo complessivo annuo considerevole e risolve solo un
> problema strettamente economico e contingente.
> Immaginiamo ora che gli stessi soldi possano venire invece "distribuiti",
> fino ad esaurimento del plafond stabilito, ai cittadini che comprano auto
> meno inquinanti. L'impatto economico del costo dell'iniziativa sarebbe lo
> stesso, ma gli effetti di risparmio ben più duraturi, perché
ammortizzabili
> durante l'intera vita dell'auto, con in più quelli di un miglioramento
> della qualità dell'aria (cosa questa non da poco).
> Mi si obietterà che tutto ciò è pura fantasia perché autovetture che
> percorrono 72 km con un litro non ce ne sono. Non è vero. L'attuale
> tecnologia consente di fare questo e anche di più e i prototipi
> dell'iperauto sono già stati sperimentati da tutte le maggiori case
> automobilistiche.
> Alcuni esempi. Un'azienda svizzera, la Esoro, nel 1994 ha presentato un
> modello di auto che consuma poco più di 2 litri/100 km. Nell'aprile dello
> stesso anno un'équipe di studenti  dell'Università di Western Washington,
> sotto la supervisione del Ministero dell'Energia, ha sottoposto a prove su
> strada un'auto che consuma 1,16 litri/100 km.  Sempre a metà degli anni
90,
> i ricercatori del Rocky Mountain Institute (Colorado), hanno realizzato un
> progetto di auto familiare con un consumo variabile da 0,4 a 1,6 litri/100
km.
> Dunque la tecnologia c'è, si tratta solo di rendere economicamente
> conveniente da un punto di vista produttivo ciò che fino a oggi lo è solo
> in termini di valori e di qualità della vita. Ecco perché la leva giusta
> non è quella di agire sul prezzo della benzina, ma anzi di sfruttare il
> caro benzina per incentivare la produzione di auto più efficienti,
> economiche ed ecologiche.
>
> Marco Mari
>
>
>
> P.S. Per chi volesse saperne di più consiglio la lettura di "Fattore 4 -
> Raddoppiare il benessere, riducendo l'uso delle risorse" di Ernst Von
> Weizsaecker, Amory e Hunter Lovins - Edizioni ambiente - Milano 1998.
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