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caro benzina



A proposito del caro benzina, ovvero come spendere meglio i soldi di tutti


Si fa un gran parlare del caro benzina perché mai come di questi tempi il
suo prezzo è stato così ballerino e, purtroppo, sempre verso l'alto.
Ora, poiché il caro benzina incide sull'inflazione, in più di un'occasione
il governo ha pensato di contenerne il costo effettuando uno sconto fiscale.
Tale manovra, se in sé dimostra la buona volontà del governo, forse
tuttavia ne evidenzia anche la scarsa fantasia politica.
Mi spiego meglio.
L'approccio del governo considera il problema della mobilità non in maniera
globale ma parziale, evidenziando solo l'aspetto dei conti economici e
dell'inflazione.
Tuttavia, la mobilità individuale, come ben sappiamo, ha anche dei costi
sociali notevoli che si esprimono in  inquinamento delle città, incremento
dei tumori polmonari e delle malattie respiratorie, allergie, ecc...
Il mio caso. Personalmente appartengo a quella categoria di persone che
ogni mattina è costretta a prendere l'auto per recarsi al lavoro in uno
sperduto paesino dove non arrivano né treni né corriere. Premesso dunque
che una rete più efficiente di trasporto pubblico mi consentirebbe un
notevole risparmio mensile rispetto all'uso della macchina, ma considerato
anche che non credo che una rete pubblica efficiente potrà mai diminuire
oltre una certa soglia l'uso individuale dell'autovettura, visto che
trattasi di un  problema essenzialmente culturale e una nuova nuova cultura
civica collettiva richiede tempi lunghi, mi limiterò qui a fare alcune
considerazioni a prescindere dall'opzione trasporti pubblici.
Poiché l'economia oggi purtroppo sembra guidare in maniera quasi esclusiva
le scelte politico-sociali, per provare a essere chiaro userò un po' di
numeri a casaccio, senza alcuna pretesa che siano attendibili, ma solo per
chiarire il mio punto di vista.
Ipotizziamo che, per comodità di calcolo, il prezzo della benzina verde
(magari!) sia di £. 2000 al litro e che la mia auto faccia mediamente 18 km
con un litro.
Dovendo fare 50 km al giorno per andare a lavorare e altri 50 per tornare a
casa, ne consegue che ogni giorno ho un consumo medio di 5,5 litri di
benzina, pari a circa 11000 lire giornaliere e 253000 lire mensili, vale a
dire più di 3000000 annui.
È chiaro dunque come ogni aumento del prezzo dei carburanti riduca ciò che
dal salario mi rimane, detratte le spese per recarmi la lavoro, e come
anche le 50 lire al litro in capo a un anno diventino un problema serio.
Ora, fino a quanto io potrei essere disposto a spendere per la benzina?
Dipende.
Ipotizziamo infatti, per puro assurdo, che la mia macchina possa avere un
consumo medio di 72 km per litro e che la benzina, in virtù del caro
petrolio, costi £. 8000 al litro. Quale sarebbe il mio costo annuo? Facile,
sempre 3000000 perché a una quadruplicazione del costo è corrisposta anche
una quadruplicazione dell'efficienza dell'automezzo. Ma se, ancora più
assurdo, ferme restando le 8000 lire al litro, la mia macchina con un litro
facesse 80 km, a fine anno io risparmierei circa 250000 lire.
In pratica, se parallelamente all'aumentare del prezzo della benzina
aumenta il rendimento dell'auto, la spesa rimane invariata. Se poi
l'aumento del rendimento è superiore all'aumento del costo del carburante,
pur spendendo di più per litro, in realtà risparmio.
Non solo, consumando meno, io:
- consumo meno risorse (e noi sappiamo che non sono illimitate),
- inquino meno, dunque contribuisco a ridurre l'effetto serra e
l'insorgenza delle malattie respiratorie,
- sono più indipendente dal caro petrolio, poiché diminuisce il mio
fabbisogno.
Vediamo ora la cosa dalla parte del governo. Lo sconto fiscale sulla
benzina ha un costo complessivo annuo considerevole e risolve solo un
problema strettamente economico e contingente.
Immaginiamo ora che gli stessi soldi possano venire invece "distribuiti",
fino ad esaurimento del plafond stabilito, ai cittadini che comprano auto
meno inquinanti. L'impatto economico del costo dell'iniziativa sarebbe lo
stesso, ma gli effetti di risparmio ben più duraturi, perché ammortizzabili
durante l'intera vita dell'auto, con in più quelli di un miglioramento
della qualità dell'aria (cosa questa non da poco).
Mi si obietterà che tutto ciò è pura fantasia perché autovetture che
percorrono 72 km con un litro non ce ne sono. Non è vero. L'attuale
tecnologia consente di fare questo e anche di più e i prototipi
dell'iperauto sono già stati sperimentati da tutte le maggiori case
automobilistiche. 
Alcuni esempi. Un'azienda svizzera, la Esoro, nel 1994 ha presentato un
modello di auto che consuma poco più di 2 litri/100 km. Nell'aprile dello
stesso anno un'équipe di studenti  dell'Università di Western Washington,
sotto la supervisione del Ministero dell'Energia, ha sottoposto a prove su
strada un'auto che consuma 1,16 litri/100 km.  Sempre a metà degli anni 90,
i ricercatori del Rocky Mountain Institute (Colorado), hanno realizzato un
progetto di auto familiare con un consumo variabile da 0,4 a 1,6 litri/100 km.
Dunque la tecnologia c'è, si tratta solo di rendere economicamente
conveniente da un punto di vista produttivo ciò che fino a oggi lo è solo
in termini di valori e di qualità della vita. Ecco perché la leva giusta
non è quella di agire sul prezzo della benzina, ma anzi di sfruttare il
caro benzina per incentivare la produzione di auto più efficienti,
economiche ed ecologiche. 

Marco Mari



P.S. Per chi volesse saperne di più consiglio la lettura di "Fattore 4 -
Raddoppiare il benessere, riducendo l'uso delle risorse" di Ernst Von
Weizsaecker, Amory e Hunter Lovins - Edizioni ambiente - Milano 1998.

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