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R: elettrosmog e mistificazioni
Tutto giusto, ma secondo te a quanto ho capito l'elettrosmog non fa male?
Non capisco da dove trai la convinzione che gli ecologisti non si occupano
degli altri inquinanti, ti invito a visitare il nostro sito, ma è che in
questo momento siamo spesso chiamati dai cittadini per le migliaia di
antenne che piantano tutti i giorni e quindi è giusto occuparsene, .
Contesto assolutamente che un'antenna emette quanto una televisione, scusami
ma è anche una grave stupidaggine scientifica, resto comunque convinto delle
altre cose che dici, infatti io ad ogni assemblea chiedo chi fuma e un pò
scherzando li invito ad uscire tanto in confronto le antenne sono acqua
fresca, parlo di chiusura dei centri storici, di biologicoe nuova
agricoltura, per noi ogni incontro aiutaa costruire una coscenza ecologista,
c'è chi partì dal puzzo del fiume e c'è chi parte dal maledetto elettrodotto
insomma importante è partire, posso comunque assicurarti che le
multinazionali del settore i soldi li spendono per contrastarci, c'è anche
qualcuno che ci guadagna troppo...i furbi di sempre
Fabio Roggiolani
fabirogg@tin.it
http://www.verdinrete.it/verditoscana
-----Messaggio Originale-----
Da: Nonluoghi <nonluoghi@crosswinds.net>
A: <pck-ecologia@peacelink.it>
Data invio: lunedì 2 ottobre 2000 17.29
Oggetto: elettrosmog e mistificazioni
> Salve, allego qui sotto un articolo da oggi in Nonluoghi con il quale
>
> un'esperta, Iole Pinto, attacca l'allarmismo sull'elettrosmog
> ritenendolo
> frutto di una strategia manipolatoria con cui evitare che l'attenzione
> sociale si concentri su altre forme di inquinamento che provocano
> malattia e
> morte; forme ben più gravi ed empiricamente già dimostrate, legate a
> business giganteschi. E intanto cresce il business
> dell'"anti-elettrosmog"...
> A presto,
> Zenone Sovilla
> (www.nonluoghi.it - www.nonluoghi.org)
>
> P. S. Per contattare l'autrice dell'articolo: iopinto@tin.it
>
> Elettrosmog: mistificazioni e business...
> Si semina il terrore per distogliere l'attenzione da vecchie e nuove
> nocività reali che nel silenzio
> generale distruggono le vite di milioni di esseri umani: nelle strade,
> nelle
> case, nei luoghi di lavoro
>
>
> di IOLE PINTO
>
> Di lavoro faccio il fisico e mi occupo di igiene industriale e di
> inquinamento ambientale in una USL.
> In questi ultimi anni ho visto crescere a dismisura la
> preoccupazione
> della gente per l'inquinamento elettromagnetico: di pari passo con
> l'attenzione e
> l'allarmismo suscitato dai media in materia.
> Ho visto organizzare da enti locali, istituzioni nazionali (Università
> Ispesl, ANPA) associazioni ambientali, associazioni di consumatori,
> partiti
> politici etc.
> decine di manifestazioni pubbliche e convegni su questo argomento. E'
> questa
> per me
> anche occasione di viaggio, perché come fisico sono invitata spesso a
> parlare da
> 'esperto'.
> So che ormai in qualsiasi occasione si parli di ambiente tra i
> problemi
> rilevanti è d'uopo citare quello dell'inquinamento elettromagnetico.
> So anche che oggi le società di telecomunicazioni pagano fior di
> milioni
> alle neonate agenzie per i controlli ambientali (ARPA) per l'acquisto di
>
> sofisticate strumentazioni di misura per il controllo dei campi
> elettromagnetici in
> prossimità di ripetitori e tralicci.
> E ho visto fiorire aziende di consulenza, pronte ad effettuare a
> pagamento (salato) le loro prestazioni da 'ghost buster' su richiesta di
>
> cittadini preoccupati
> per l'inquinamento elettromagnetico, così subdolo perché, come diceva
> Totò a
> proposito della nebbia, non si vede e non si tocca.
> Ho visto tra questi anche grandi truffatori passare finora
> impuniti.
> Per esempio l'inventore delle palline (o farfalline) contro le
> radiazioni:
> si vendono
> persino in farmacia. Il geniale produttore spiega che servono ad
> 'assorbire'
> i campi
> nocivi irradiati dai computer. Calcoli alla mano (in questo campo i
> calcoli
> si
> possono fare risolvendo le equazioni di Maxwell, note in fisica fin
> dall'800) abbiamo
> dimostrato che sarebbero necessarie tonnellate di quella sostanza di cui
>
> sono riempite
> le palline per poter schermare realmente le radiazioni dei monitor. Ma
> nessuno di noi poi è riuscito a far impedire che quegli oggetti
> venissero
> venduti, persino
> in farmacia.
>
> Ho visto anche 'esperti' fomentare il terrore nella gente, per poi
> ricevere finanziamenti pubblici per fare misure, organizzare conferenze
> e
> gestire
> rapporti e convenzioni con i gestori della telefonia.
> Continuo con rammarico e frustrazione ad assistere a questo enorme
> spreco
> di risorse umane, economiche, emotive, mentre lo smog vero, quello che
> ammala
> e uccide per davvero è sistematicamente passato sotto silenzio, ignorato
>
> da
> stampa e media, politici ed ecologisti.
> A fronte degli oltre cinquanta comitati che ho contato in Toscana
> contro
> l'elettrosmog, rare ed isolate voci contro le vere 'nuvole di smog'
> quotidiane, che respiriamo ogni giorno nelle strade, nelle case, nei
> luoghi
> di lavoro, che
> ingeriamo con i cibi, che assorbiamo nella pelle e nelle ossa.
>
> Ad esempio convegni sugli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) si
>
> contano sulle dita di una mano, e sono sempre confinati al mondo degli
> addetti ai lavori.
> In questi congressi si discute in linguaggio specialistico della loro
> tossicità e
> nocività, ormai ampiamente accertate: organi bersaglio polmone, vescica
> e
> cute. Il 4% dei t
> umori professionali in Italia sono da IPA. Il riconoscimento
> dell'origine
> professionale di questi tumori è sempre più difficile.
> La contestazione che viene fatta dall'azienda che non vuole
> riconoscere
> l'origine professionale del tumore è che l'inquinante è ormai presente
> 'normalmente'
> anche nell'ambiente. E' prodotto dal traffico automobilistico. Lo
> respira
> tutta
> la popolazione urbana. Ma nessuna associazione ambientalista insorge,
> anzi i
> comitati
> insorgono contro il caro benzina!
>
> Stessa sorte tocca agli antiparassitari, prodotti da multinazionali
> di
> armi e di cancro, in paesi del terzo mondo, senza alcuna misura di
> sicurezza
> per i
> lavoratori. Centinaia di migliaia le intossicazioni acute tra i
> contadini
> che li
> impiegano ignari dei pericoli. In Italia numerosi studi hanno
> evidenziato
> che a causa degli
> antiparassitari gli agricoltori si ammalano di cancro alla cute, ai
> reni,
> all'intestino, ai polmoni. I limiti dei pesticidi nei cibi sono fissati
> per
> singolo principio
> attivo. Per cui si possono avere frutti avvelenati da diversi tipi di
> pesticidi, tutti nei
> valori limite, e quindi regolarmente immessi sul mercato. Inutile dire
> che
> la sensibilità su
> questo tema è relegata ad aspetti meramente igienistici. Convegni tipo
> "la
> salute
> nel piatto" in cui gli esperti della lega tumori ti dicono cosa mangiare
>
> per
> combattere
> il cancro, ti consigliano di comprare alimenti biologici, e così la
> salvezza
> individuale almeno è garantita, per chi può permettersi il lusso di
> spendere
> diecimila lire per
> un piatto d'insalata. Che importa poi se milioni di essere umani si
> ammalano di
> cancro da multinazionali della chimica.
>
> Sempre a proposito di antiparassitari, un po' di notizie note alla
> comunità scientifica degli addetti ai lavori, e non divulgate alla
> massa.
> All'inizio degli anni '90 alcuni studi sui pesci che vivevano nelle
> acque
> contaminate dagli scarichi di cartiere nella regione statunitense dei
> Grandi
> Laghi
> rivelarono alterazioni nel dosaggio ormonale e si osservò che gli
> uccelli
> che si
> nutrivano di questi pesci sviluppavano alterazioni nei loro embrioni con
>
> frequenze
> superiori alla norma. Altre indagini condotte su alligatori della
> Florida
> rivelarono
> alterazioni nel ciclo riproduttivo, correlabili con la presenza nelle
> acque
> di piccole
> quantità di pesticidi; anche la diminuzione di fertilità di alcune
> specie
> selvatiche è
> stata messa in relazione con la presenza nell'ambiente di tracce di
> pesticidi. In tutti
> i casi le concentrazioni erano molto basse, al disotto dei limiti
> massimi
> consentiti.
> Questi contaminanti chimici sono stati chiamati EDC (Endocrin
> Distrupting
> Compounds), perché l'organismo umano li confonde con ormoni: alla lunga
> dunque sono in
> grado di compromettere le funzioni regolate dagli ormoni, quali ad
> esempio
> quella
> riproduttiva. La gravità di questi rischi ha indotto il parlamento USA
> a
> richiedere all'EPA (Environmental Protection Agency) l'attuazione di un
> programma di
> ricerche teso ad individuare le sostanze che potrebbero causare
> disturbi
> endocrini.
>
> Inutile dire che i produttori chimici sono ricorsi subito ai ripari,
>
> stanziando un programma di ricerche che costerà 30 milioni di dollari e
> coinvolgerà le
> industrie chimiche di tutto il mondo.
> Nella lista delle circa 86 mila sostanze chimiche individuate come
> potenziali disturbatori endocrini, ritroviamo composti arcinoti per la
> loro
> tossicità
> e cancerogenicità: DDT, pesticidi organoclorurati, diossine, PCB,
> ftalati
> etc. Non so se in Italia c'è qualcuno che conduce ricerche in questo
> campo
> o che
> semplicemente si occupa di queste cose.Non ho mai avuto notizie di
> convegni
> in materia. So di certo comunque che su questi argomenti non vengono
> spesi
> i
> miliardi che si stanno spendendo per controllare i campi
> elettromagnetici
> in prossimità dei ripetitori per telefonia, i quali, va detto, sono
> estremamente più bassi dei campi irradiati dai telefonini stessi. Ed
> anche
> molto inferiori ai
> campi elettromagnetici irradiati da una normale TV a colori a due metri
> di
> distanza dalla stessa!
> Stesso silenzio sulle sostanze sostitutive dell'amianto, lane di
> vetro
> e di roccia, la cui nocività è ormai ampiamente comprovata: dalle
> patologie
> all'apparato respiratorio, alle allergie, ai tumori. Probabilmente
> questi
> risultati
> saranno resi noti tra una ventina d'anni, quando saranno pronti nuovi
> materiali sostitutivi
> dei materiali sostitutivi dell'amianto...
> Potrei andare avanti con molti altri esempi. Credo sia inutile.
> Vecchie
> e nuove nocività che distruggono le vite di milioni di esseri umani
> nelle
> strade,
> nelle case, nei luoghi di lavoro sono sistematicamente ignorate.
> E sento che oggi più che mai una sorte di indifferenza umana,
> culturale
> e sociale, ancor prima che sindacale e politica, avvolge la sofferenza,
>
> la
> malattia e
> la morte operaia. Salvo rare voci che urlano nel deserto (vedi ad
> esempio
> Medicina
> Democratica) il rilancio di lotte su questo terreno, in fabbrica e sul
> territorio, sembra argomento poco conveniente per i nuovi ambientalisti
>
> e
> per il mondo della
> politica e delle associazioni.
>
> Dai dati ufficiali INAIL (Istituto nazionale infortuni sul lavoro)
> risulta che in Italia ci sono più di un milione di infortuni sul lavoro,
>
> di
> cui più di 1500 mortali
> (cfr.: INAIL Atlante infortuni 1999). Per contro procedimenti attivati
> dalla
> magistratura che arrivano al processo ed alla condanna delle aziende
> sono
> solo poche
> centinaia.
> A fronte di circa 8000 nuovi casi di lavoratori colpiti ogni anno da
> tumori
> professionali (almeno 5000 con esiti mortali) per esposizione ad agenti
>
> cancerogeni, i casi riconosciuti dall'Inail nel '99 sono meno di 400.
> Questi
> i dati
> ufficiali. Sicuramente sottostimati, perché non contengono tutti i casi
> di
> lavoro nero
> o di malattie professionali che non vengono denunciate all'Inail per
> omissione
> da parte dei medici d'azienda.
>
> La morte operaia non costituisce reato. I dati ufficiali riportano
> sistematicamente picchi di infortuni e malattie professionali nelle
> regioni
> dove il sistema
> della prevenzione funziona meglio, e non in quelle a più alta presenza
> industriale. Nuove e vecchie nocività che nei cicli lavorativi
> deregolati,
> flessibilizzati
> precarizzati si sommano causando devastanti sinergie sulla salute
> psicofisica e sulla vita
> di milioni di donne e di uomini sembra non interessino davvero nessuno.
> Ecco perchè all'ennesima telefonata della signora sinceramente
> preoccupata per l'antenna che ha vicino casa, proprio vicino alla stanza
>
> del
> figlio, ed ha
> sentito alla televisione che fa male, mi vado sempre più convincendo
> che
> questa
> dell'elettrosmog sia una gran mistificazione, montata ad hoc da chi ha
> avuto tutti gli interessi per farlo. Della stessa razza di quella sulla
> microcriminalità:
> meglio convogliare ansie ed indignazioni collettive sugli
> extracomunitari
> che ti
> possono derubare, piuttosto che sulle mafie internazionali che stanno
> distruggendo
> le loro vite, insieme alle nostre.
>
>
>