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elettrosmog e mistificazioni



Salve, allego qui sotto un articolo da oggi in Nonluoghi con il quale

un'esperta, Iole Pinto, attacca l'allarmismo sull'elettrosmog
ritenendolo
frutto di una strategia manipolatoria con cui evitare che l'attenzione
sociale si concentri su altre forme di inquinamento che provocano
malattia e
morte; forme ben più gravi ed empiricamente già dimostrate, legate a
business giganteschi. E intanto cresce il business
dell'"anti-elettrosmog"...
A presto,
Zenone Sovilla
(www.nonluoghi.it - www.nonluoghi.org)

P. S. Per contattare l'autrice dell'articolo: iopinto@tin.it

Elettrosmog: mistificazioni e business...
Si semina il terrore per distogliere l'attenzione da vecchie e nuove
nocività reali che nel silenzio
generale distruggono le vite di milioni di esseri umani: nelle strade,
nelle
case, nei luoghi di lavoro


                          di IOLE PINTO

   Di lavoro faccio il  fisico e mi occupo di igiene industriale  e di
inquinamento  ambientale in una USL.
    In questi ultimi anni ho visto crescere a dismisura la
preoccupazione
della gente  per l'inquinamento elettromagnetico: di pari passo con
l'attenzione e
l'allarmismo  suscitato dai media in materia.
 Ho visto organizzare da enti locali, istituzioni nazionali (Università
Ispesl, ANPA) associazioni ambientali, associazioni di consumatori,
partiti
politici etc.
decine di manifestazioni pubbliche e convegni su questo argomento. E'
questa
per me
anche occasione di viaggio, perché come fisico sono invitata spesso  a
parlare da
 'esperto'.
    So che ormai in qualsiasi occasione si parli di ambiente tra i
problemi
rilevanti è d'uopo citare quello dell'inquinamento elettromagnetico.
 So anche che oggi le società di telecomunicazioni pagano fior di
milioni
alle neonate agenzie per i controlli ambientali (ARPA) per l'acquisto di

sofisticate strumentazioni di misura  per il controllo dei campi
elettromagnetici in
prossimità di ripetitori e tralicci.
    E ho visto fiorire aziende di consulenza, pronte ad effettuare a
pagamento (salato) le loro prestazioni da 'ghost buster' su richiesta di

cittadini preoccupati
per l'inquinamento elettromagnetico, così subdolo perché, come diceva
Totò a
proposito della nebbia, non si vede e non si tocca.
    Ho  visto tra questi anche grandi truffatori passare finora
impuniti.
Per esempio l'inventore delle palline (o farfalline) contro le
radiazioni:
si vendono
persino in farmacia. Il geniale produttore spiega che servono ad
'assorbire'
i campi
nocivi irradiati dai computer. Calcoli alla mano (in questo campo i
calcoli
si
possono fare risolvendo le equazioni di Maxwell, note in fisica fin
dall'800) abbiamo
dimostrato che sarebbero necessarie tonnellate di quella sostanza di cui

sono riempite
le palline  per poter schermare realmente le radiazioni dei monitor. Ma
nessuno di noi poi è riuscito a far impedire che quegli oggetti
venissero
venduti, persino
in farmacia.

    Ho visto anche 'esperti' fomentare il terrore nella gente, per poi
ricevere finanziamenti pubblici per fare misure, organizzare conferenze
e
gestire
rapporti e convenzioni  con i gestori della telefonia.
 Continuo con rammarico e frustrazione ad assistere a questo enorme
spreco
di risorse umane, economiche, emotive, mentre  lo smog vero, quello che
ammala
e uccide per davvero è sistematicamente passato sotto silenzio, ignorato

da
stampa e media, politici ed ecologisti.
    A fronte degli oltre cinquanta comitati che ho contato in Toscana
contro
 l'elettrosmog, rare ed isolate voci contro  le vere 'nuvole di smog'
quotidiane, che respiriamo ogni giorno nelle strade, nelle case, nei
luoghi
di lavoro, che
ingeriamo con i cibi, che assorbiamo nella pelle e nelle ossa.

    Ad esempio convegni sugli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) si

contano sulle dita di una mano, e sono sempre confinati al mondo degli
addetti ai lavori.
In questi congressi si discute in linguaggio specialistico della loro
tossicità e
nocività, ormai ampiamente accertate: organi bersaglio polmone, vescica
e
cute. Il 4% dei t
umori professionali in Italia sono da IPA. Il riconoscimento
dell'origine
professionale di questi tumori è sempre più difficile.
    La contestazione che viene fatta dall'azienda che non vuole
riconoscere
l'origine professionale del tumore è che l'inquinante è ormai  presente
'normalmente'
anche nell'ambiente. E' prodotto dal traffico automobilistico. Lo
respira
tutta
la popolazione urbana. Ma nessuna associazione ambientalista insorge,
anzi i
comitati
insorgono contro il caro benzina!

    Stessa sorte tocca agli antiparassitari, prodotti da multinazionali
di
armi e di cancro, in paesi del terzo mondo, senza alcuna misura di
sicurezza
per i
lavoratori. Centinaia di migliaia le intossicazioni acute tra i
contadini
che li
impiegano ignari dei pericoli. In Italia numerosi studi hanno
evidenziato
che a causa degli
 antiparassitari gli agricoltori si ammalano di cancro alla cute, ai
reni,
all'intestino, ai polmoni. I limiti dei pesticidi nei cibi sono fissati
per
singolo principio
attivo. Per cui si  possono avere frutti avvelenati da diversi tipi di
pesticidi, tutti nei
valori limite, e quindi regolarmente immessi sul mercato. Inutile dire
che
la sensibilità su
questo tema è relegata ad aspetti meramente igienistici. Convegni tipo
"la
salute
nel piatto" in cui gli esperti della lega tumori ti dicono cosa mangiare

per
combattere
il cancro, ti consigliano di comprare alimenti biologici, e così la
salvezza
individuale almeno è garantita, per chi può permettersi il lusso di
spendere
diecimila lire per
un piatto d'insalata. Che importa poi se milioni di essere umani  si
ammalano di
cancro da multinazionali della chimica.

    Sempre a proposito di antiparassitari, un po' di notizie note alla
comunità scientifica degli addetti ai lavori, e non divulgate alla
massa.
 All'inizio degli anni '90 alcuni studi sui pesci che vivevano nelle
acque
contaminate dagli scarichi di cartiere nella regione statunitense dei
Grandi
Laghi
rivelarono alterazioni nel dosaggio ormonale e si osservò che gli
uccelli
che si
nutrivano di questi pesci sviluppavano alterazioni nei loro embrioni con

frequenze
superiori alla norma. Altre indagini condotte su alligatori della
Florida
rivelarono
alterazioni nel ciclo riproduttivo, correlabili con la presenza nelle
acque
di piccole
quantità di pesticidi; anche la diminuzione di fertilità di alcune
specie
selvatiche è
stata messa in relazione con la presenza nell'ambiente di tracce di
pesticidi. In tutti
i casi le concentrazioni erano molto basse, al disotto dei limiti
massimi
consentiti.
Questi contaminanti chimici sono stati chiamati EDC (Endocrin
Distrupting
Compounds), perché l'organismo umano li confonde con ormoni: alla lunga
dunque sono in
grado di compromettere le funzioni regolate dagli ormoni, quali ad
esempio
quella
 riproduttiva. La gravità di questi rischi ha indotto il parlamento USA
a
richiedere all'EPA (Environmental Protection Agency) l'attuazione di un
programma di
 ricerche teso ad individuare le sostanze che potrebbero causare
disturbi
endocrini.

    Inutile dire che i produttori chimici sono ricorsi subito ai ripari,

stanziando un programma di ricerche che costerà 30 milioni di dollari e
coinvolgerà le
industrie chimiche di tutto il mondo.
    Nella lista delle circa 86 mila sostanze chimiche individuate come
potenziali disturbatori endocrini, ritroviamo composti arcinoti per la
loro
tossicità
e cancerogenicità: DDT, pesticidi organoclorurati, diossine, PCB,
ftalati
etc. Non so se in Italia c'è qualcuno che conduce ricerche  in questo
campo
o che
 semplicemente si occupa di queste cose.Non ho mai avuto notizie di
convegni
in materia.  So di certo comunque che su questi argomenti non vengono
spesi
i
 miliardi che si stanno spendendo per controllare i campi
elettromagnetici
in prossimità dei ripetitori per telefonia, i quali, va detto, sono
estremamente più bassi dei campi irradiati dai telefonini stessi. Ed
anche
molto inferiori ai
campi elettromagnetici irradiati da una normale TV a colori a due metri
di
distanza dalla stessa!
    Stesso silenzio sulle sostanze  sostitutive dell'amianto, lane di
vetro
e di roccia, la cui nocività è ormai ampiamente comprovata:  dalle
patologie
all'apparato respiratorio, alle  allergie, ai tumori. Probabilmente
questi
risultati
saranno resi noti tra una ventina d'anni, quando saranno pronti nuovi
materiali sostitutivi
dei materiali sostitutivi dell'amianto...
    Potrei andare avanti con molti altri esempi. Credo sia inutile.
Vecchie
e nuove nocività  che distruggono le vite di milioni di esseri umani
nelle
strade,
nelle case, nei luoghi di lavoro sono sistematicamente ignorate.
    E sento che oggi più che mai una sorte di indifferenza umana,
culturale
e sociale, ancor prima che sindacale e  politica, avvolge la sofferenza,

la
malattia e
la morte operaia. Salvo rare voci che urlano nel deserto (vedi ad
esempio
Medicina
 Democratica) il rilancio di lotte su questo terreno, in fabbrica e sul
territorio, sembra argomento  poco conveniente per i nuovi ambientalisti

e
per il mondo della
politica e delle associazioni.

    Dai dati ufficiali INAIL (Istituto nazionale infortuni sul lavoro)
risulta che in Italia ci sono più di un milione di infortuni sul lavoro,

di
cui più di 1500 mortali
(cfr.: INAIL Atlante infortuni 1999). Per contro procedimenti attivati
dalla
magistratura che arrivano al processo ed alla condanna delle aziende
sono
solo poche
centinaia.
 A fronte di circa 8000 nuovi casi di lavoratori colpiti ogni anno da
tumori
 professionali (almeno 5000 con esiti mortali) per esposizione ad agenti

cancerogeni, i casi riconosciuti dall'Inail nel '99 sono meno di 400.
Questi
i dati
ufficiali. Sicuramente sottostimati, perché non contengono tutti i casi
di
lavoro nero
o di malattie professionali che non vengono denunciate all'Inail per
omissione
da parte dei medici d'azienda.

    La morte operaia non costituisce reato. I dati ufficiali riportano
sistematicamente picchi di infortuni e malattie professionali  nelle
regioni
dove il sistema
della prevenzione funziona meglio, e non in quelle a più alta presenza
industriale. Nuove e vecchie nocività che nei cicli lavorativi
deregolati,
flessibilizzati
precarizzati si sommano causando devastanti sinergie sulla salute
psicofisica e sulla vita
di milioni di donne e di uomini sembra non interessino davvero nessuno.
    Ecco perchè all'ennesima telefonata della signora sinceramente
preoccupata per l'antenna che ha vicino casa, proprio vicino alla stanza

del
figlio, ed ha
sentito alla televisione che fa male,  mi vado sempre più convincendo
che
questa
 dell'elettrosmog sia una gran mistificazione, montata ad hoc da chi ha
avuto tutti gli interessi per farlo. Della stessa razza di quella sulla
microcriminalità:
meglio convogliare ansie ed indignazioni collettive sugli
extracomunitari
che  ti
possono derubare,  piuttosto che sulle mafie internazionali che stanno
distruggendo
le loro vite, insieme alle nostre.