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Re: prezzo della benzina e cartelli



Vedo con piacere che Luca Bresciani risponde alla nostra piccola
provocazione sulla quetsione prezzo della benzina.
L'idea che si voleva comunicare era che un grande impegno (comunque
utopico perché impraticabile nella realtà odierna di milioni di persone)
per far abbassare il prezzo della benzina non ha niente a che vedere con
le azioni civili per contrastare il paradigma economico consumistico in
cui ci troviamo, né ha contenuti "ecologici" in sè non proponendosi
nemmeno una riduzione dei consumi di carburante (e così forse anche dei
prezzi...) e dunque dell'inquinamento atmosferico e delle morti stradali
nel "quotidiano" che, come dice Luca e come scrive in Nonluoghi.it  il
nostro amico Tvil, è probabilmente l'unico obiettivo realistico che ci
si possa dare, lavorando alla crescita di altri mezzi di trasporto (e
già questo, tuttavia, potrebbe avere dei riflessi nel resto dell'attuale
organizzazione della convivenza).
Rispondere ai guasti del paradigma dell'automobile (che è in generale
quello della società della monetarizzazione di tutto e di tutti, della
sottrazione del tempo, del pensiero e delle identità) con un
boicottaggio per far abbassare i prezzi della benzina mi sembra
semplicemente fuori tema. E' una libera iniziativa ma riguarda altro,
non è rilevante come momento di resistenza civile, adotta gli stessi
meccanismi che dovremmo contestare e alla fine non fa che rumore di
fondo allontanando la percezione dei guasti sistemici che limitano la
libertà delle nostre scelte (anche come consumatori).
E può risultare un po' inquietante che ci siano anche ecologisti che
magari si entusiasmano (mentre, paradossalmente, dovrebbero semmai
propugnare un aumento del prezzo della benzina per favorire un processo
di crescita dei trasporti alternativi...) a iniziative di questo tipo:
utopiche e irrilevanti.
Allora, se scegliamo l'utopia per far riflettere o discutere, che sia
almeno un'utopia rilevante rispetto all'obiettivo di resistere al
pensiero unico. Altrimenti, come dice bene Luca, se la teoria ci può
consentire grandi voli analitici,  limitiamoci nella pratica - come per
fortuna molti stanno facendo - a isolare via via i singoli problemi e ad
azioni concrete (individuali o di gruppo) per ottenere in quegli ambiti
risultati reali di testimonianza, denuncia, informazione, forse anche
riforma per ridurre la sofferenza (in attesa di tempi migliori).
Ciao,
Zenone Sovilla
(coordinatore di Nonluoghi.it)

LUCA BRESCIANI wrote:

> in merito alla provocazione che riceviamo da Nonluoghi... la proposta
> è in effetti un poco utopistica. sono convinto però che alcune scelte
> si possano fare anche nel quotidiano senza compromettere più di tanto
> i rapporti con il lavoro.* Scegliere mezzi alternativi quando
> realmente l'auto è un capriccio* limitare i propri consumi: non in
> modo acritico o radicale, ma anche dandosi degli obiettivi
> raggiungibili e realizzabili (che peraltro danno coraggio e il cui
> successo spinge verso nuovi impegni) Sosentere e promuovere un
> movimento di massa, credo, troverà molte persone subito entusiaste per
> la novità (e bontà ovviamente) dell'idea, ma poche di esse saranno
> veramente motivate, e saranno in grado di continuare anche dopo
> diverso tempo. Lavorando sul quotidiano, invece, magari in piccoli
> gruppi, è più semplice il confronto, il reciproco aiuto.Il vero anello
> di forza saranno le eventuali relazioni che questi gruppi dovranno
> tenere tra loro: utilizzando mailing list come quelle di peacelink,
> organizzando incontri (o anche solo occasioni per stare insieme),
> etc.Penso che non si debba mai perdere la dimensione del quotidiano,
> perchè è nella vita di tutti i giorni che noi acquisiamo le nostre
> abitudini e rafforziamo i nostri valori. Non posso però negare a
> Nonluoghi che sono importanti anche le utopie, anzi
> fondamentali...sono sempre necessarie provocazioni come queste! Luca
> BrescianiPorto Mantovano (MN)