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Re: economia di guerra
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>Questa analisi non mi para molto accurata, infatti non è speigato quale
>sarebbe il legame tra la supposta ripresa dell'economia civile e
>l'incremento delle spese militari. Conoscendo l'indistria bellica posso dire
>che dal momento in cui viene presa la decisione di spendere a quello in cui
>gli investimenti si trasformano in produzione ne passa del tempo. Inoltre si
>impiegano sempre le categorie assolutamente inadeguate del Pil e degli altri
>indicatori che ci propinano a loro piacimento per sostenere delle tesi
>azzardate. Si è quindi succubi del loro sistema di analisi mendace,
>personalmente faccio fatica a credere che l'aumento delle spese militari si
>sia trasformato immediatamente in una 'ripresa economica'. Questa è una tesi
>cara anche ai neoconservatori Usa!
>achille
io ho postato un articolo che presenta dei dati: l'economia si sa è fatta
di teorie discordanti fra loro, da Keynes a Lange, da Rostow a Friedman....
ultimamente si parla di keynesismo militare...ma
"parlare dell'economista del new deal significa rimandare ad altri
economisti e allo studio dei cosiddetti cicli, ad oggi tieni presente
quanto si dice circa la riduzione dei tassi e gli investimenti immobiliari:
La critica di Mattick a Keynes è però una critica sul "lungo periodo",
quello che appunto John Maynard rifiutava dicendo "che nel lungo periodo
saremmo tutti morti". Il keynesismo nella versione di sostegno alla domanda
attraverso la spesa pubblica è ovviamente una politica "congiunturale". Vi
è una tesi che dice che che con la seconda guerra mondiale si passa a un
"keynesismo militare.Cioè la spesa pubblica militare sostituisce la spesa
pubblica civile. Dalle elaborazioni risulta esservi una correlazione fra
spesa militare e andamento del PIL americano dal 1945 ad oggi. E d'altra
parte molti economisti hanno già studiato il "caso coreano" cioè l'effetto
positivo della guerra di Corea sul primo rallentamento del PIL USA
nell'immediato dopoguerra.
Sono invece interessanti i risultati sul moltiplicatore del PIL che essi
trovano: investimenti militare e investimenti in Welfare hanno un
moltiplicatore quasi uguale, intorno al 2,5 ma la spesa militare risulta
più incisiva in quanto non ha bisogno di essere ripetuta come le politiche
di Welfare. Poi ci sono le ricadute tecnologiche, poi c'è il fatto che la
spesa militare si ripartisce fra i soliti amici...guarda caso
sovvenzionatori del Presidente"...ecc. ecc..
tratto da discorsi informali