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Re: [Disarmo] Tank e cacciabombardieri fanno la guerra al clima
- Subject: Re: [Disarmo] Tank e cacciabombardieri fanno la guerra al clima
- From: Antonio Bontempi <antonio at bontempi.net>
- Date: Sun, 29 Sep 2019 11:55:28 +0200
Ok. Cosa è il “Sistema” ? Non è un orco che viene da Marte. È un intreccio (molto esteso e monopolista, omogeneo dal punto di vista culturale e con un sistema immunitario molto attivo - si parla infatti di “egemonia”) di processi economico e sociali a cui corrispondono gruppi di interesse (strettamente intrecciati come i rami di un glicine) e altre moltitudini ad essi intrinsecamente dipendenti e/o collaterali (figurativo: un comparto industriale) Ognuno di noi fa parte, almeno, di quelli collaterali e/o dipendenti (se non a più alti livelli). Questo intreccio esteso e chi coinvolge tutti (e la forte “egemonia” che impedisce lo svilupparsi e soprattuto il diffondersi di prospettive organizzative / sociali differenti) mi rendono la vecchia prospettiva rivoluzionaria di classe assolutamente obsoleta, impraticabile e antistorica. Ne parlo perché oggi c’è chi l’attende …. come alcune “sette” fanno con i propri messia. Anche se, ad esempio, vi dovesse essere un forte scossone globale derivante dal precipitare, in pochi anni, della vivibilità ambientale - non vi sarebbero le condizioni per tale repentina “riorganizzazione” a cura di pochi avanguardisti che si sono preparati al “diluvio universale”. Unica strada che vedo, senza attendere il messia o il crollo dell'impalcatura, (a parte il lavoro culturale e praticare la ricerca della "riduzione del danno” nella situazione attuale) è quella di lavorare sulle contraddizioni più forti. In primis la guerra e il militarismo (anch’esse antistoriche ed obsolete). Poi le questioni ambientali (evidenti dagli anni ’60 e che non si limitano alla co2) che mettono in evidenza la contraddizione di una umanità che si scava la fossa e fa di tutto per “pisciare nel piatto in cui mangia”. In parallelo le questioni sociali: gli evidenti squilibri, ecc ecc. Il sistema sopra descritto può essere modificato agendo su due livelli: scardinandone dei pezzi (isolandoli e poi contrapponendoli) e parallelamente facendo nascere dei “germogli” come quelle piante che nascono nel cemento e crescendo si conquistano lo spazio sgretolandolo. Il “disarmo” è un tema non solo necessario nell’immediato quale “riduzione e prevenzione del danno”, ma per cambiare, scardinandone un pezzo, il nostro “sistema”. L’Italia ha le caratteristiche per dare il buon esempio. Un disarmo unilaterale totale in un paese che si fa neutro (ma non sordo), nel centro dell’Europa, vuol dire aprire una crepa molto profonda. Vuol dire proporsi agli occhi del mondo come riferimento: un paese che vuole mostrarsi per quanto può offrire e non per quanto può pretendere o imporre. A beneficio di grande parte economica (leva sugli interessi divergenti interni al sistema che pure esistono) e sociale. Pensate solo alle risorse economiche che si liberano (alle risorse umane e strumentali) Nel frattempo ci siamo liberati di un settore che io ritengo sia parassitario sia “gendarme”. L’alleanza atlantica, l’esercito europeo, la presenza di altri militari e di produttori di sistemi d’arma sul territorio, ecc … perdono legittimazione e senso in modo evidente. Altri paesi seguirebbero. È un percorso che non è fine a se stesso. (… porta con se parte del DNA utile a formare quel germoglio di cui parlavo.) Ma sarebbe già un ottimo risultato. …. e lo credo alla portata, se solo ci si concentrasse su un obiettivo comune. Antonio PS: Ottimo il lavoro su TPWN contro le armi nucleari. Ma se passa credete che chi ha i sistemi li smantelli ? Si eviteranno i nuovi sistemi di sterminio che da anni si studiano ? È un passaggio molto utile, storico! Non servirà a nulla se dal basso non si prepara una spinta MOLTO decisa verso un disarmo generalizzato. Partiamo da noi. On 29 Sep 2019, at 00:32, jure LT (via disarmo Mailing List) <disarmo at peacelink.it> wrote:
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