Re: [Disarmo] Rwm in Sardegna.Gli operai della fabbrica di bombe: «No alla riconversione»




Argomento complesso, e reale, molto reale.
Tanto per dire: sto usando googlegroups mentre sto sostenendo la denuncia per la sistematica censura di google dei siti 'socialisi e no war' (vedi messaggi precedenti).
Scrive Rossana: anche noi facciamo parte del sistema. Certo, ne facciamo parte pure alzandoci la mattina per andare a lavorare e quindi sostenere il sistema economico contro cui vogliamo, o meglio dobbiamo, lottare. O lo sosteniamo semplicemente accendendo la luce o usando il frigorifero.
Il problema è a monte, come sempre: sta nella proprietà dei mezzi di produzione, ieri l'aratro e il bue, oggi le linee telematiche e le leve della finanza speculativa, con tutto ciò che sta nel mezzo.
Gli operai sono il penultimo anello, sotto ci stanno i bombardati. Sopra, la catena si allunga fino al FMI e ai suoi bracci armati che ad esso forniscono le materie prime per sostenersi e sostenere il sistema speculativo, dalle guerre umanitarie, a quelle geopolitiche, al traffico migranti, alla devastazione ambientale. Se tutto questo è in mano ad aziende 'private' senza nessun controllo democratico o in genere politico, tutto è possibile. Dobbiamo agire con intelligenza e metodo appropriato su ciascun anello della catena. E ovviamente, sopra tutto, riappropriarci del potere politico per decidere il nostro destino e sbagliare da soli, perchè le buone intenzioni e l'indignazione non bastano di certo. Altrimenti, per chi ci crede, non rimane che il convento.

Jure

Il 05/08/2017 17:25, rossana123 ha scritto:

non vorrei che qualcuno volesse esprimere in questo modo una presunta superiorità morale...sarebbe pericoloso. Questi lavoratori sono solo l'ultima articolazione di un sistema ben più complesso. E chi costruisce le autostrade informatiche che mettono in rete tutta l'architettura dell'apparato militare come li chiameresti? Che poi sono le stesse società che usi tu per connetterti, cioè anche tu fai parte del sistema. Mi interessa sapere invece qual è il progetto di riconversione presentato dai pacifisti. Se si rifanno alla 185/90 allora diciamocelo: non si è capito niente visto che è una legge che l'Italia stessa si fuma, figuramoci una società che fa parte di una holding tedesca.


Il 05/08/2017 15:14, Antonio Bontempi ha scritto:
Una presa di posizione, questa degli operai, veramente triste.
Da bresciano conosco i metodi persuasivi dell’industria “padronale” nei confronti dei propri dipendenti.
Non serve dirgli le cose in modo diretto, basta una mezza frase, uno sguardo, una battuta ….. e poi lo stesso personale fa il resto.
…. da buon operaio che è stato baciato dall’onore di poter lavorare per cotanta illustre imprenditorialità, senza la quale ci sarebbe solo fame e miseria.

Siamo ancora all’800.

Detto questo dichiaro il mio sdegno più assoluto.
Agli operai direi: non state facendo alcun lavoro onesto e non dovreste permettervi di dire che lo fate serenamente.
Il vostro lavoro permette di uccidere in modo diretto altre persone.
Voi producete “prodotti” che servono solo a quello: uccidere altre persone e quindi ne siete corresponsabili.
Questo è quanto.
Almeno ammettetelo e vergognatevi per questo.


Antonio


On 05/ago/2017, at 11:00, Elio Pagani (via disarmo Mailing List) <disarmo at peacelink.it> wrote:

«Nessuno di noi è interessato ad alcuna “riconversione”. Non vogliamo essere trascinati in vertenze che, anche in questo territorio, evocano solo scenari negativi, ma vogliamo solo continuare a lavorare onestamente e serenamente». 


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