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Re: radioattività ed lavori alla base dela maddalena e altre news dallae zone militari sarde
- Subject: Re: radioattività ed lavori alla base dela maddalena e altre news dallae zone militari sarde
- From: "giancarlo nonis" <gianonis at tin.it>
- Date: Wed, 31 Mar 2004 13:32:38 +0200
Grazie a B.C. per aver unuco a mettere in risalto che nella giornata del 20 marzo a Roma, la carovana sarda ha letto il documento unitario (come si diceva un tempo) su: Solidarietà ai pescatori di Teulada, che non possono lavorare a cuasa dell'inquinamento marino da proiettili inesplosi. Sospensione di tutte le attività militari nel Poligono del Salto di Quirra e Capo S.Lorenzo frazione di Quirra fino a quando non sia stato individuato l'agente patogeno responsabile dell'enormwe aumento di patologie nell'area circostante i poligoni citati.Istuzione di una commissione d'inchiesta per l'accertamento delle responsabilità. Applicazione della risoluzione del Consiglio regionale sardo sullo smantellamento in tempi brevi e certi della base atomica della U.S.Navy alla Maddalena-Santo Stefano. Oltre a questo ho letto una poesia scritta dia bambini di Burgos paese dove le istutzioni e gli uomini sono particolarmente presi di mira da vili attentatori, perchè il tema della Carovana sarda era contro tutte le guerre e tutte le violenze per una società più equa e solidale. a si biri in paris Giancarlo Nonis ----- Original Message ----- From: "giuseppe scano" <useppescano at virgilio.it> To: <disarmo at peacelink.it> Cc: <caomar at tiscali.it>; <antonella at censurati.it> Sent: Sunday, March 28, 2004 3:16 PM Subject: radioattività ed lavori alla base dela maddalena e altre news dallae zone militari sarde > > La nuova sardegna cronaca Olbia Gallura del 25\3\2004 > > Un'associazione di donne, multilaterale > La Maddalena, il volontariato supera le divisioni con gli americani > > > > > LA MADDALENA. Anna Maria Nieddu, presidente dell'Associazione "Donna Oggi", > prende spunto dalla recente intervista a Mariella Cao per precisare gli > obiettivi del gemellaggio tra le donne maddalenine e le americane che > ruotano attorno alla base US Navy. > «Questo incontro, avvenuto il 27 febbraio scorso, in un momento così > difficile per tutta la problematica sollevata intorno alla base americana, > ha avuto il valore di trovare un accordo nell'ambito del volontariato, al di > fuori delle strumentalizzazioni dei partiti. Vogliamo soprattutto - continua > la Nieddu - aiutare le persone in difficoltà, colpite da problemi di salute. > Le donne americane per molti anni hanno svolto questo compito, esattamente > come l'associazione che rappresento ha operato in tal senso nel territorio > isolano. Per questo ci siamo ritrovate e abbiamo deciso di gemellarci > creando un "Gruppo di Supporto" che aiuti le donne in generale anche a > livello finanziario, nel momento in cui si trovano ad affrontare un problema > grave quale la malattia da tumore». > In particolare, spiega Anna Maria Nieddu, «pensiamo di poter far fronte ai > disagi che si affrontano per i viaggi nei centri specializzati. Abbiamo > anche proposto di acquistare un carrello per trasportare i bambini da un > reparto all'altro dell'Ospedale civile». > Il primo approccio è così raccontato da Anna Maria Nieddu: «Sono stata > contattata da questa delegazione di donne americane che volevano conoscere > personalmente il presidente di "Donna Oggi" e capire se c'era la possibilità > di unire le forze di fronte a problematiche comuni. Si è trattato di un > incontro molto bello, abbiamo organizzato una festa con un concerto, cui > hanno partecipato anche molte donne maddalenine. C'è sembrato un segnale per > dimostrare l'affetto e l'alleanza possibile tra due mondi solo > apparentemente diversi. C'erano donne statunitensi ufficiali, infermiere, > tutte sensibili ed impegnate nel sociale. Non vogliamo essere etichettate, > né coinvolte nella querelle sulla radioattività. Siamo solo un gruppo di > volontariato». > La prossima iniziativa congiunta è prevista per il 31 marzo, giorno in cui > è previsto un conviviale dove maddalenine e americane s'incontreranno di > nuovo per stringere ancora di più rapporti d'amicizia e reciproca conoscenza > e, soprattutto, per mettere in programma nuove iniziative comuni per dare > alla Maddalena una forma nuova di associazionismo, multilaterale. > Barbara Calanca > > > > LA MADDALENA > Alla manifestazione della pace del 20\3\2004 il caso della base della Us > Navy > > > > > LA MADDALENA. La manifestazione per la pace di Roma ha assunto un > significato particolare per la Sardegna che ospita il 60 per cento delle > installazioni militari presenti sul territorio italiano. A Roma, la Sardegna > è stata rappresentata da diverse sigle e numerosi cittadini che hanno > portato all'attenzione del popolo pacifista i pericoli e i vincoli economici > connessi alla presenza dei numerosi poligoni e della base nucleare > statunitense di Santo Stefano. L'arcipelago della Maddalena ha fatto sentire > la propria voce di pace grazie al Cocis (Comitato cittadino spontaneo) che > ha sfilato per la Capitale ricordando che sull'isola di Santo Stefano, > vicinissimo ai centri abitati della Maddalena e Palau, esiste dal 1972 una > base statunitense (non Nato) per l'assistenza ai sommergibili a propulsione > nucleare e che tale base, per volere dell'attuale Governo, è in fase di > ampliamento. L'emozionante marcia pacifista si è conclusa nella splendida > cornice del Circo Massimo, dove è stato dato largo spazio alle carovane > della pace che hanno attraversato tutta l'Italia nell'ultimo. Il > rappresentante della carovana che, giovedì 18 marzo è stata accolta alla > Maddalena da centinaia di maddalenini e palaesi, ha avuto l'onore di leggere > il primo comunicato, totalmente incentrato sul poligono di Quirra e sulla > base Usa di Santo Stefano. Il portavoce della carovana sarda, con cui il > Cocis ha concordato il testo dell'intervento, ha avanzato dal palco del > Circo Massimo la seguente richiesta: smantellamento graduale e prestabilito > della base nucleare di Santo Stefano nel rispetto dei livelli occupazionali > esistenti, così come stabilito dal consiglio regionale il 28 gennaio 2004. > B.C. > > > -------------- > > dalla stessa sezione dela nuopva del 28\03\2004 > > Radioattività, servono nuovi controlli» > Parla un radiochimico della Maddalena. Timori sull'uranio impoverito > > > > > > LA MADDALENA. Gian Carlo Fastame è un radiochimico, è maddalenino, conosce > il problema della radioattività, ne vuole parlare, contribuendo al dibattito > sulla presenza americana nell'isola, sugli eventuali rischi. > - Esiste il problema dell'inquinamento radioattivo a La Maddalena? > «No, secondo le relazioni mensili del presidio multizonale di prevenzione > della Asl nº 1, riferite alla base dal 1979» > - Ma il Criirad francese ha rilevato problemi di radioattività... > «Per la base o per i sottomarini no; ha rilevato livelli elevati di > Thorio-234 radioisotopo naturale nelle alghe rosse». > - Che relazione c'è tra i dati del Pmp e quelli della Criirad? > «Nessuna relazione, sono due cose diverse. Il Pmp ricerca radioisotopi > artificiali di possibile rilascio dai sottomarini della base e la Criirad > non ha rilevato radioisotopi artificiali». > - Quindi non dobbiamo preoccuparci per la base di S. Stefano? > «Il lavoro del Pmp è solo una parte del controllo richiesto dalle leggi e a > noi non possono bastare dati statistici postumi. Penso che il piano > analitico sia lacunoso, da rivedere per i punti di prelievo e di controllo > e, soprattutto, che la gestione in loco sia assente e non trasparente. E' > certo che il rischio zero non esiste in nessun'attività umana. Se in questo > momento c'è un rilascio radioattivo, il Pmp lo rileva e suona un preallarme > come conseguenza. Fra due mesi il sindaco leggerà il dato analitico diluito > nella media giornaliera. Questo è il vero problema, il sistema dei controlli > nella normalità, non le relazioni mensili». > - Il Criirad ha lavorato bene? > «Sì, il laboratorio è qualificato, ho invece serie perplessità sui metodi > di campionamento che ha accettato, alla fine prevale il lato positivo: la > discussione. Invece l'allarme Criirad sull'uranio impoverito non è stato > raccolto. Il Criirad dice: "il Thorio-234 è naturale oppure proviene dai > proiettili d'uranio". Qualcuno si è preoccupato di assicurarci che a > Caprera, a Punta Rossa, non sono usati?» > - Qual è la sua conclusione? > «La conclusione soltanto apparentemente è confortante: non sono rilevati > problemi di radioattività dalla base ed è infondata l'equazione thorio > uguale radioattività uguale base Usa. Paradossalmente, stiamo parlando di > radioattività della base soltanto per merito dell'Hartford, ma questa > occasione è stata gestita in maniera fuorviante. Il problema principale è il > sistema dei controlli in condizione di normale operatività d'un sottomarino > e non necessariamente in conseguenza di un incidente. In pratica, la > gestione dei dati in tempo reale, esponendoli su un monitor in piazza del > Comune: tutto il contrario delle relazioni mensili e tutte cose che non si > decidono a Roma ma in consiglio comunale. Basterebbe, tra l' altro, > applicare anche il decreto legislativo 230 del 17 marzo 1995 per il capo X > relativo a "navi a propulsione nucleare in aree portuali", art.115 e > art.129. Finché c'è la base mi comporterei come se ci fosse la possibilità > di rilascio e mi organizzerei secondo la legge, per la tutela dei cittadini > e dell'ambiente». > B.C. > > > > LA LETTERA > La Uiltrasporti sugli Usa alla Maddalena «Il sindaco la pensa come noi, > brava» > Riceviamo e pubblichiamo. > > Le dichiarazioni del sindaco Rosanna Giudice riportate a grandi titoli dalla > stampa qualche giorno fa non hanno potuto che far piacere alla sacrivente > che in passato si è adoperata a favore dei lavoratori maddalenini > allorquando, non più tardi di due anni fa, si dovette assistere alla venuta > delle imbarcazioni targate Lauro che diedero inizio al trasporto di > personale verso la base di Santo Stefano. > La Uiltrasporti denunciò la mancanza di attenzione verso l'imprenditoria > locale da parte delle autorità Usa e avviò trattative con l'armatore Lauro > allo scopo di iniziare l'assunzione di marittimi locali per ridurre i danni > fatti all'economia isolana. Assunzioni che ebbero decorrenza immediata. > La Uiltrasporti non si stupisce delle parole del sindaco Rosanna Giudice > che chiede rispetto per i propri concittadini e occhio di riguardo verso le > maestranze presenti nel territorio per le quali esige una congrua ricaduta > economica a tutte le attività Usa in atto. > Uiiltrasporti approva in pieno l'atteggiamento del sindaco che senza mezzi > termini chiede prima di ogni altra cosa chiarezza nell'informazione alla > popolazione in merito ai sospetti di radioattività e rivela la > determinazione di procedere verso la conoscenza esatta della situazione. > Uiltrasporti condivide il coinvolgimento, auspicato dal sindaco, di tutto > il territorio nord est Sardegna comprendente l'intera Costa Smeralda poiché > da tempo il nostro intervento nel campo lavorativo abbraccia effettivamente > tale territorio nella consapevolezza che l'unione fa la forza. > Dove a molti le dichiarazioni del sindaco Rosanna Giudice sembrano utopia, > alla scrivente segreteria suonano come un segnale di riconoscimento sulle > nostre recenti attività, a condivisione dei problemi del territorio al quale > apparteniamo e per i quali, da più di vent'anni, ci battiamo affinché venga > garantita, a tutti, la dovuta dignità di cittadini e di lavoratori. > > Gaetano Selva Segretario Uiltrasporti > > > unione sarda cronaca olbia gallura del 27\32004 > > Centraline di rilevamento su nave e sommergibili: «Mai un valore anomalo» > Welcome in Santo Stefano baraccopoli nel paradiso > Caserma inagibile, container e rottami ovunque e gli americani spiegano: > «Ecco cosa vogliamo fare» > > > Dal nostro inviato > Vito Fiori > > Santo Stefano Poveri soldatini americani, costretti a vivere in > prefabbricati manco fossero terremotati italiani. O a dormire nelle chiatte > attraccate al pontile di Santo Stefano, a fianco alla Emory Land e ai > sommergibili a propulsione nucleare. Tutti i loro sforzi per migliorare la > base messa a disposizione dal Ministero della Difesa italiana non hanno > prodotto grandi risultati. «Casino abominevole», è la gentile definizione > del capitano di vascello Francesco Palopoli, comandante delle scuole > sottufficiali della Marina e delegato ai rapporti con l'Us Navy. Che sorride > dopo averla pronunciata, e si scusa con il senatore Pino Mulas per l' > esagerazione verbale. Ma non è un'esagerazione la sua. Basta avvicinarsi > alla "zona Alfa", quella parte dell'isola dove sventola sì il tricolore > nazionale ma che è sotto il controllo totale dei militari americani. Nella > garitta manca solo lo spray dei wrighters metropolitani per farne un piccolo > monumento al degrado. È giusto un assaggio. Il resto è all'interno. Con il > primo capannone dall'aspetto molto più che precario dove una dozzina di > marcantoni giocano a pallacanestro e altri a fare esercizi di ginnastica. > «Vede Ñ dice alzando lo sguardo il lieutenant Jennifer Cheswick, elegante a > dispetto della mimetica Ñ quando piove, qui si allaga tutto. È un problema». > Uno dei tanti che vengono lamentati da tempo per spingere sul progetto di > ristrutturazione della base. Non perché non ce ne sia bisogno, sia chiaro. A > leggerlo in chiave filoamericana sarebbe una normale dimostrazione (l' > ennesima) di ospitalità. Già, perché loro qui sono ospiti e gli ospiti non > si possono trattare male. Fosse così semplice nessuno farebbe obiezioni. > Però sorprende davvero questo casino abominevole, con rottami rugginosi > ovunque, container vecchi e nuovi ammassati sulla banchina, decine di > pianali e rocchetti in legno sistemati in qualche angolo del cortile. E poi > la caserma, la vecchia caserma della Marina utilizzata per diversi anni dall > 'Us Navy e ora ridotta a rudere pericolante dopo essere stata dichiarata > inagibile. La dolce Jennifer fa da cicerone mostrando gli alloggi dei > soldati. Un corridoio lungo una decina di metri e stanze quattro per tre da > una parte e dall'altra dove dormono una ventina di fortunati (due per ogni > camera), gli altri a infilarsi nelle cuccette dei barconi di servizio. > Captain Eddie Gardiner, l'ufficiale che dirige la baracca anzi le baracche > in assenza del commodoro, non parla italiano ma è gentile e disponibile. > Preoccupato, innanzitutto, di sottolineare che a Santo Stefano funziona > tutto a meraviglia. Dal depuratore che serve anche l'insediamento della > Marina, alle centraline di rilevamento della radioattività. «Le nostre Ñ > dice Gardiner Ñ stanno sulle navi e sui sommergibili. Raccolgono campioni di > acqua e le analizzano». Domanda stupida per una risposta scontata: qualche > anomalia in tutti questi anni? «Assolutamente no». E invita a porre lo > stesso quesito agli operai che stanno controllando i generatori di corrente. > Sono maddalenini e contenti di lavorare per gli Usa. «Io sono > tranquillissimo Ñ afferma sicuro Domenico Ugazzi Ñ se solo avessi il minimo > dubbio sui rischi per la salute, beh, pensa che sarei tanto scemo da > correrli?». Mezzogiorno è passato da un pezzo quando il tenente Cheswick > torna nel gruppo con delle carte in mano. È quasi orgogliosa nel mostrare > una gigantografia realizzata al computer. «Ecco, questo è il progetto che > migliorerà la nostra base». Edifici bassi, massimo due piani, che forse non > stravolgeranno l'attuale vista sull'isola. La sola differenza, che comunque > non è di poco conto come sostengono ambientalisti e quanti si oppongono al > progetto, è che al posto dei prefabbricati ci saranno dei manufatti in > cemento e che di amovibile e di precario non ci sarà più niente. Elettra > Deiana, deputato di Rifondazione comunista, in una sua recente visita a > Santo Stefano si era fatta scappare un'osservazione abbastanza indicativa: > "O si porta avanti la ristrutturazione oppure si cacciano gli americani". > Difficile, almeno per ora, che la seconda ipotesi dell'onorevole Deiana > venga solo presa in considerazione. Per la prima, invece, ormai non ci > sarebbero neanche dubbi. Il benestare dell'assessorato regionale all' > ambiente che ritiene non pregiudizievole la cubatura prevista, è più di un > passo avanti e segue, in ogni caso, gli indirizzi del Governo, più volte > confermati dal Ministro della Difesa nonostante i diversi tentativi di > bloccare la pratica. Per il casino abominevole, per questo magazzino a cielo > aperto (parole di Francesco Paolopoli) è solo una questione di tempo. > > > > > DATI SU RADIOATTIVITÀ > «I controlli > metteteli > su Internet >> > > Il senatore Pino Mulas è > prima di tutto un medico, > e come tale si preoccupa > della salute pubblica. La > sua decisione di visitare la > base di Santo Stefano > nasce infatti da questo > presupposto. «Voglio > sapere come stanno le > cose. Voglio la massima > chiarezza possibile ma ho > anche necessità di capire, > di conoscere la situazione. > Mi sembra che i cittadini > siano poco informati su > quanto accade qui». L'onorevole > prende nota delle > spiegazioni: tre sistemi di > controllo, due con tre > sensori ciascuno (sono > della Asl e della Marina) e > l'altro con un solo sensore > (della Protezione civile), > distribuiti tra Santo > Stefano, Caprera, La Maddalena > e Santa Teresa. > Tengono sotto controllo > l'aria nell'intera zona dell'arcipelago > (l'acqua solo a > Santo Stefano con una > colonnina della Asl). Problemi? > «Mai». In caso di > emergenza? «Siamo operativi > in cinque minuti. > Esiste un sistema di controllo > automatica che ci > avverte sui cellulari. Ma i > monitor sono controllati > dagli uomini 24 ore su 24, > tutti i giorni». Mulas > propone di mandare su > Internet i dati rilevati dalle > centraline così da non > creare apprensione inutile. > «È una buona idea - > risponde Palopoli - ci si > può pensare ». (v. f.) > > > -- > Mailing list Disarmo dell'associazione PeaceLink. > Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/disarmo/maillist.html > Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/disarmo/index.html > Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: > http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html > >
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