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il pericolo della base usa delal maddalena interessa anche i comuni vicini
- Subject: il pericolo della base usa delal maddalena interessa anche i comuni vicini
- From: "giuseppe scano" <useppescano at virgilio.it>
- Date: Mon, 22 Mar 2004 15:53:40 +0100
dalla nuova sardegna del 22\3\2004 Il consiglio comunale: via il nucleare Usa Convocati per un grande raduno tutti i sindaci della Gallura PALAU. Il nucleare non è affare dei maddalenini, non solo. Incombe un pericolo per tutti, non solo se la radiottività c'è già (è la tesi del sindaco della Maddalena: se non c'è radoattività gli americani stiano qui), ma solo perché è possibile. L'amministrazione comunale di Palau si è occupata del tema l'altro giorno in una riunione del consiglio. Al termine è stato votato un documento che parla della sicurezza della comunità e dei territori interessati e e della compatibilità della presenza del nucleare con il futuro turistico del territorio e in particolare con un parco nazionale. L'allarme di Palau è accresciuto dal fatto che ci potrebbe essere la concreta possibilità che le gallerie dell'isola di Santo Stefano possano diventare deposito di scorie e di materiale radioattivo. Il consiglio comunale consiglio chiede il coinvolgimento dei sindaci e dei consiglieri comunali dell'intera provincia di Olbia e Tempio che, unitamente ai parlamentari nazionali e europei, ai consiglieri provinciali e regionali, «si attivino affinché vengano resi pubblici tutti gli accordi stipulati tra lo stato italiano e quello americano in merito alla presenza della base Usa a Santo Stefano e anche perché la fine dell'esistenza stessa della guerra fredda e i mutati rapporti internazionali rendono ormai anacronistico il criterio della segretezza militare». Poi: «Il progressivo e definitivo allontanamento dei sommergibili che bruciano nucleare, così da eliminare completamente il rischio di incidente da inquinamento nucleare. A trent'anni dal 1972 sono venuti meno i criteri che avevano indotto gli Usa e l'Italia a optare per l'isola di Santo Stefano come sede della base Usa, primo fra tutti quello relativo alla scarsa antropizzazione e al limitato traffico marittimo. Poi il rispetto delle norme dettate dalla Aiea (Agenzia italiana per l'energia atomica) sull' utilizzo dei porti da parte delle navi a propulsione nucleare e in particolare il rispetto della norma che impedisce a queste ultime a sostare nelle vicinanze di depositi esplodenti e/o infiammabili come invece avviene nella base Usa di Santo Stefano. Infine la predisposizione di un adeguato e specifico programma di monitoraggio, affidando ad autorevoli istituti di ricerca indipendenti il rilevamento dell'effettivo inquinamento». Il documento conclude invitando le autorità competenti «a rendere pubblici i risultati dell'inchiesta denominata "Punto zero" per conoscere i dati relativi alla radioattività nelle Bocche di Bonifacio, prima dell' insediamento della base Usa a Santo Stefano e dopo 32 anni di permanenza». Andrea Nieddu
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