sindrome di quirra e altre basi



 prima pagina della nuova sardegna del 21\3\2004

La misteriosa sindrome continua a colpire, si attendono i risultati degli
accertamenti sull'uranio impoverito
Quirra, altre vite in pericolo
Denunciati nuovi casi di malattie ritenute sospette
I sintomi che finora hanno provocato 15 morti nella frazione si manifestano
in altri centri del Sarrabus


 QUIRRA. La "sindrome di Quirra" continua a colpire. Un nuovo caso di
leucemia è stato diagnosticato nelle scorse settimane nella piccola frazione
di Villaputzu. E' il terzo caso di tumore del sistema emolinfatico nella
stessa famiglia.
 Ma la sindrome ora sembra colpire anche fuori da Quirra. Sono stati
segnalati, infatti, tre casi di linfoma a San Vito. Qui, nel giugno scorso,
una giovane madre era stata stroncata da una leucemia, mentre il figlio di
14 anni è fortunatamente riuscito a sopravvivere.
 L'ex sindaco di Villaputzu: «Crescita esponenziale dei tumori in tutto il
Sarrabus».

continua

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dal nostro inviato Piero Mannironi

Ritorna la «sindrome di Quirra»: tre nuovi casi di linfoma a San Vito



Nella piccola frazione di Villaputzu terzo caso di leucemia in una famiglia.
Cresce l'incidenza dei tumori nel Sarrabus





 QUIRRA. Non più solo Quirra. La misteriosa sindrome, che finora ha ucciso
quindici volte nella piccola frazione di Villaputzu, sta colpendo anche
negli altri centri del Sarrabus. La conferma, drammatica, arriva da San
Vito, dove sono stati diagnosticati tre nuovi casi di mieloma. Un cancro del
sistema emolinfatico. E' la spaventosa percentuale di queste patologie
rilevata a Quirra, a un tiro di schioppo dalla base di Capo San Lorenzo, a
far nascere il caso negli ultimi anni. Ora il problema sembra complicarsi
maledettamente. Non più un'area limitata e circoscritta, infatti: la
moltiplicazione dei tumori un po' in tutta la zona fa crescere l'
inquietudine e la paura. Era di San Vito anche Monica U., appena 38 anni,
stroncata da una leucemia lo scorso anno. Il suo caso era stato
contabilizzato tra i morti di Quirra perché trascorreva gran parte delle sue
giornate nell'ovile del suocero, vicino alla frazione di Villaputzu.
 Monica aveva due figli e uno di loro, appena 14 anni, è precipitato nello
stesso inferno della madre. Lui, per fortuna, è riuscito ad attraversarlo e
a uscirne. La "sindrome" ha dunque colpito due volte nella stessa famiglia.
Ma questa non è una novità. Proprio nelle scorse settimane, infatti, è stato
diagnosticato un tumore del sistema emolinfatico a un allevatore di Quirra,
nella cui casa la morte è entrata già due volte negli ultimi anni: il padre
e il fratello sono finiti in camposanto dopo avere combattuto un'inutile e
disperata battaglia con la malattia.
 Non solo Quirra, dunque. Un dato nuovo che sembra portare a una conclusione
inquietante: la zona nella quale un misterioso agente patogeno sta seminando
morte e disperazione, è molto più estesa di quanto si credesse in un primo
momento. Per dire la verità, lo scorso anno l'ex sindaco di Villaputzu,
Antonio Pili, aveva lanciato l'allarme.
 Aveva detto infatti Pili, che è stato anche primario di pneumologia al
Binaghi di Cagliari: «Negli ultimi mesi ho avuto modo di verificare che si
sta verificando un aumento esponenziale dei tumori in tutto il Sarrabus.
Quelli che colpiscono il sistema emolinfatico, ma non solo. C'è anche una
crescita di altre forme di neoplasia».
 C'è chi, da tempo, è convinto che la causa di tutto sia da cercare dentro
il poligono interforze del Salto di Quirra. E' Falco Accame, ex presidente
della commissione Difesa della Camera. Lui ha fatto anche il nome del
"killer silenzioso": l'uranio impoverito. Secondo Accame esistono molti
elementi che portano a concentrare i sospetti sul cosiddetto "metallo del
disonore", utilizzato per i micidiali proiettili perforanti anticarro.
 Un sospetto che anche Antonio Pili non aveva escluso. Anche per lui,
infatti, l'agente patogeno era da cercare dentro il poligono. «Può essere la
radioattività» aveva detto in un'intervista rilasciata alla Nuova.
 Pili è un uomo che ha combattuto in grande solitudine una battaglia per la
verità. «Da sindaco, da medico e da uomo» tiene a chiarire. E' stato lui,
per primo, a denunciare pubblicamente il "caso Quirra". E' stato lui a
pretendere che venisse fatta chiarezza. E sempre lui ha pagato politicamente
questo impegno. Strani giochi della politica, in un pezzo di Sardegna
marginale dove si sente perfino dire: «Meglio un morto di cancro in più che
un posto di lavoro in meno».
 Un atteggiamento che evidentemente nasconde la consapevolezza di un
sospetto taciuto: che l'origine di questa lunga catena di morte sia proprio
dentro il poligono, ma che sia meglio non parlare, per non correre il
rischio di affrontare la disperazione della disoccupazione.
 Ecco perché Antonio Pili ha pagato politicamente il suo coraggio di uomo e
la sua coerenza di medico.
 Ma i tre nuovi casi di tumore del sistema emolinfatico a San Vito fanno
tracimare il problema dai confini di Villaputzu. La paura non è più solo un
problema dei 150 abitanti di Quirra.
 Mauro Cristaldi, docente di anatomia comparata e citologia alla Sapienza di
Roma, non esclude che «la sindrome di Quirra sia provocata da una cattiva
gestione delle scorie delle esercitazioni militari».
 «Materiali residui - dice infatti - vengono raccolti e fatti brillare una
seconda volta, provocando un inquinamento chimico radioattivo. Le particelle
metalliche si diffondono nell'ambiente e vengono assorbite dall'uomo per
inalazione o attraverso la catena alimentare».
 E sta trovando una conferma l'altro dato segnalato dall'ex sindaco di
Villaputzu: stanno aumentando molti altri tipi di tumore in tutto il
Sarrabus. Anche dentro il poligono. E' di questi giorni, infatti, la notizia
che tre dipendenti della Vitrociset (un'azienda che ha uno stabilimento
proprio nella base di Capo San Lorenzo) siano malati di tumore. Vanno ad
aggiungersi ad altri due casi, per uno dei quali è stata riconosciuta una
pensione di invalidità «per causa di servizio». Come dire: esiste un
rapporto stretto di causa ed effetto tra il lavoro e la malattia.
 Intanto, a distanza di due anni, si attendono ancora gli esiti degli
accertamenti promessi dal sottosegretario alla Difesa Cicu. Avrebbero dovuto
dare una risposta sul "caso Quirra". L'orologio della morte e del dolore,
però, continua a girare. Implacabile. Non si ferma certo per attendere che l
'indagine ministeriale si compia. Alcune indiscrezioni fanno capire che si
sta comunque lavorando su un identikit preciso del killer di Quirra: l'
arsenico che si troverebbe nell'antica miniera di Baccu Locci, a monte della
frazione di Quirra.
 Il problema è che la misteriosa sindrome ora colpisce anche altrove. E da
San Vito la miniera abbandonata è lontano. Molto lontano.

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La morte arriva anche a Su Pranu

Molti casi di cancro tra i pastori di Arzana e di Villagrande


DAL NOSTRO INVIATO

 QUIRRA. Italo è il testimone di una tragedia della quale si sussurra da
tempo, ma che finora non è riuscita ad emergere. Lui, che fa pascolare le
sue pecore nel cuore del poligono, da anni non beve più acqua di fonte, ma
solo rigorosamente acqua minerale.
 Il perchè di questa prudenza lo spiega con disarmante chiarezza: «Perché
non voglio fare la fine degli altri». Gli altri chi? «Ma quelli che
pascolavano in questa zona! Gente di Arzana e di Villagrande. Sono quasi
tutti morti de cancheru». Cioè: di cancro. Italo non lo dice, ma è del tutto
evidente che teme che in quell'acqua ci possa essere la causa di quel
rosario doloroso fatto di nomi e di volti conosciuti. Tutto qui. Solo poche
parole. Italo, pastore di Arzana, preferisce non dire di più.
 E come non capire la sua prudenza? Lui che da anni porta le bestie sul
Monte Cardiga e a Su Pranu, tra carri armati semidistrutti e tra milioni di
bossoli disseminati sul terreno, sa benissimo che è strano, non è normale,
che tante persone che lavorano negli stessi luoghi siano morte per le stesse
cause. Allora ci deve essere qualcosa che "avvelena" il sangue, qualcosa che
piano piano ti consuma. E quel qualcosa magari è anche nell'acqua...
 Impossibile, almeno per ora, azzardare numeri. C'è chi parla di dieci
pastori stroncati dal cancro, chi addirittura di tredici. Tutti di
Villagrande e di Arzana. E sì, perché nella bizzarra geografia dei terreni
comunali, i due paesi ogliastrini hanno molti ettari anche qui, nel
Sarrabus. Per capire meglio cosa sia accaduto tra queste montagne e su
questi altipiani è comunque necessario non solo sapere quanti pastori siano
morti, ma anche capire quali siano state le forme di cancro più ricorrenti.
E' evidente che, se si dovesse trattare di tumori del sistema emolinfatico
come a Quirra, il problema acquisterebbe una dimensione semplicemente
spaventosa. Diventerebbe sempre più probabile il rapporto tra le attività di
addestramento e di sperimentazione all'interno del poligono e le leucemie e
i linfomi
P.M.


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ESERCITAZIONI

E nel poligono spara anche l'Eurofighter








 PERDASDEFOGU. E nel poligono le esercitazioni vanno avanti. Proprio ieri è
stato infatti comunicato l'esito delle prove di tiro con il cannone di bordo
di uno dei prototipi del nuovo caccia europeo Eurofighter che in Italia
(previsti 120 velivoli) diventerà il nuovo aereo della difesa. Le prove.
giudicate «molto positive» si sono svolte in un tratto di mare ad oltre 30
chilometri dalla costa. Alle prove era presente anche il comandante del
primo Fod (Forze operative di Difesa), il tenente generale Gaetano Romeo,
che ha visitato il Poligono interforze del Salto di Quirra. Assieme all'alto
ufficiale c'era anche il comandante della Divisione "Mantova", generale
Moscatelli, e il capo di stato maggiore delle Fod, generale Cecconi. Dal
comandante del Fod dipendono varie Brigate fra cui l'Ariete, attualmente
impegnata nella missione "Antica Babilonia" in Iraq. La visita è avvenuta
nel corso delle attività addestrative che le componenti del Fod stanno
svolgendo nel Poligono di Capo Teulada in vista degli impegni operativi in
Iraq.
 Il generale Romeo è stato accolto dal comandante della prima divisione del
comando logistico, generale Carlo Landi, e dal comandante del Poligono,
colonnello Federico Ralli. Il poligono del Salto di Quirra è l'unico sul
territorio nazionale dove è possibile svolgere esercitazioni con tutti i
sistemi d'arma aeronautici e missilistici impiegati dalle forze armate
italiane e alleate. Fra le ultime realizzazioni tecniche vi sono i sistemi
per assicurare l'addestramento e le prove con armamento a guida laser per
esigenze di sperimentazione dei sistemi per bombe da 250 libbre
(recentemente acquistate dall'Ami e dai reparti AV-8B della Marina
Militare), la nuova struttura del poligono per l'addestramento alla guerra
elettronica, la realizzazione della striscia tattica polifunzionale con le
varie tipologie d'impiego e l'Autonomus Air Combat Manouvering
Instrumentation per l'addestramento al combattimento aereo.


L'Unione carabinieri: «Chiarezza sull'uranio»








 ROMA. C'era anche una delegazione dell'Unac, Unione Nazionale dell'Arma dei
Carabinieri, alla manifestazione per la pace. Antonio Savino, presidente
dell'associazione, ha spiegato che la delegazione era presente al corteo
«per dare il suo sostegno perchè ci sono cose che non ci quadrano nella
vicenda di Nassirya. Abbiamo perso la fiducia nei nostri dirigenti». Il
presidente dell'Unac chiede spiegazioni sul rischio di contaminazione da
uranio impoverito, sull'età dei carabinieri presenti e sulla firma chiesta
ai militari sul codice penale militare di guerra in contraddizione con le
affermazioni del governo per cui la missione è di pace. «Sono tutte domande
le nostre rimaste senza risposta - ha concluso Antonio Savino - e quindi
siamo solidali con chi chiede il ritiro delle truppe dall'Iraq. Vogliamo
solo manifestare la nostra presenza, senza prestarci a strumentalizzazioni
politiche».