news dalla sardegna ( poligoni e radio atività alla maddalena ) dalla nuova sardegna 24\3\2004



Ripescati 3 booster di missili
Arbatax, sono finiti dentro le reti a strascico



 ARBATAX. Lunedì 15 un radiobersaglio - dalla forma di missile, lungo circa
1,80 metri - era stato trovato, spiaggiato, nella baia di San Gemiliano a
Tortolì. Quattro giorni più tardi, per la precisione nella nottata fra
venerdì e sabato, un peschereccio di Arbatax, nella zona dell'Isolotto di
Quirra, nel salpare le reti, in un fondale di circa 45 metri, vi ha trovato
tre grandi booster (la parte terminale di un missile, pare utilizzato per le
esercitazioni nel Poligono interforze del Salto di Quirra), ognuno della
lunghezza di quasi due metri.
 I pescatori arbataxini, rimasti sorpresi per la strana pescata, hanno
finito di salpare tutte le reti e hanno fatto rientro in porto. Sabato
mattina, hanno scaricato tutto in banchina e hanno subito avvertito il
comandante dell'Uffficio circodnariale marittimo di Arbatax, il tenente di
vascello Giovanni Sechi, che ha verificato che si trattava di booster, con
tanto di alette (con i razzi già sparati).
 La Guardia costiera ha chiesto l'intervento dei tecnici del Poligono
interforze di Perdasdefogu, che sono giunti sul posto e dopo avere esaminato
il "pescato", lo hanno caricato su un furgone militare e riportato alla
base.
 Sembra che missili per le esercitazioni di questo tipo, non vengano più
utilizzati - perché oramai superati da altri con tencologia più avanzata -
da circa un anno e mezzo.
 Sempre a proposito di ritrovamenti bellici, all'inizio dell'estate 2003, un
missili "impazzito" finì in una vigna di Tertenia, causando un grande buco,
mentre un'ogiva venne ritrovata, poche settimane dopo, spiaggiata nella zona
di Cea.

Lamberto Cugudda



I Ds contro la svolta della Giudice: «Tutte bugie»
La Maddalena, pesanti accuse al sindaco ma anche un'apertura dal segretario
regionale



DAL NOSTRO INVIATO

 LA MADDALENA. I Ds fanno la staffetta, alla Maddalena. Pierfranco Zanchetta
attacca la "sindachessa" Giudice, la smentisce, la accusa, la sfida, solleva
il conflitto d'interessi («pesantissimo») della sua amministrazione e,
subito dopo Renato Cugini, «dopo questi mesi di urla», chiede pacatezza, «e
la convocazione di un consiglio comunale straordinario, perché ora è il
momento del dialogo».
 Se la Giudice ha fatto la tesi - sulla radioattività, sugli americani,
sullo sviluppo turistico (intervista alla "Nuova", 17 marzo) - i Ds
replicano con un'antitesi e, ecco la novità, con una mediazione: dialogo,
non scontro. «In nome della Maddalena, della Gallura», dice Cugini. La
posizione della Quercia emerge in una saletta angusta del palazzo
municipale, l'unica che la giunta di centrodestra mette a disposizione delle
opposizioni. Ci sono tutti, i diessini: il segretario cittadino Vincenzo
Belli, il capogruppo consiliare Pierfranco Zanchetta, il segretario federale
Natale Tedde, quello regionale Renato Cugini.
 Comincia Zanchetta che, carte alla mano, smentisce la svolta del sindaco
sugli americani: «La Giudice mente sei volte: sugli uffici, sull'arsenale,
sulla base, sui licenziamenti, sugli appalti e sui beni demaniali. E lo fa
perché - spiega il capogruppo - lei prende ordini dagli americani e perché
la sua amministrazione è in conflitto d'interessi». Dalla cartella,
Zanchetta tira fuori degli fogli: «La Giudice ha detto: "mando via gli
americani dal centro della Maddalenea". Bugia. Sono gli americani che
chiedono di andare in periferia, in terreni che, poi, bisognerebbe
verificare se adatti, se insospettabili...». Ancora Zanchetta: «La Giudice
dice "mai l'Arsenale agli Usa". Bugia. Sono gli Usa che non vogliono l'
Arsenale, perché, scrivono, "non è sicuro". Lei avrebbe dovuto, piuttosto,
pensare a dare risposte a società che lo volevano, come una monegasca di
livello internazionale». Terzo punto: il potenziamento della base di Santo
Stefano: «Lei dice: "non potenziano, ho verificato io". Bugia. Il sindaco ha
camufatto i dati, ha taroccato un cd del piano Usa. Quello che era un punto
d'appoggio, diventerà una base - dice Zanchetta -: passerà da 16 a 52 mila
metri cubi, ci saranno più sottomarini, più pericoli». «Saremo ancora di più
un obbiettivo a rischio, con una base che ora, finita la Guerra Fredda, non
ha più ragione d'essere» precisa Tedde.
 Licenziamenti e appalti: «Sul primo punto, la Giudice è stata smentita dal
presidente della Regione, di An come lei: lei ha usato i lavoratori come
arma di ricatto per far passare la linea Usa, e questo è gravissimo. Nessuno
ha mai parlato di licenziamenti degli italiani. Sugli appalti persi dalle
imprese maddalenine, o sarde, poi, perché protestare solo ora? Vorremmo
sapere chi li ha persi ultimamente... E che c'è un conflitto d'interessi
pesantissimo, per la sua amministrazione, e pericolosissimo per la città.
Questo conflitto pesa sui beni demaniali dismessi dallo Stato - attacca
Zanchetta -: li tiene la Regione, per ora, perché c'è la spaccatura tra
Comune e Parco. E' una lotta interna ad An, tra il presidente Masala, il
presidente dell'ente Cualbu, il sindaco Giudice, che poi è vicepresidente
anche del Parco...». Infine, la radioattività: «La Giudice sta facendo fare
le analisi, non sappiamo da chi, su quali campioni. Non vorremmo sorprese
dell'ultima ora. Chiederemo verifiche super partes, un confronto, perché il
pericolo della base Usa c'è, aumenterà negli anni, radioattività a parte».
 Confronto, sì. Ecco la parola d'ordine. E' quello che vuole Cugini, dopo
mesi di «liti»: «Sulla salute, sul lavoro, sullo sviluppo non si specula a
fini elettorali, come sta facendo il centrodestra. Noi siamo perché La
Maddalena abbia certezze, perché ci siano toni miti di discussione, di
confronto. Basta urlare, basta polemizzare: chiediamo l'immediata
convocazione di un consiglio comunale aperto a tutti, partiti, parlamentari,
consiglieri regionali, operatori economici, cittadini, a tutti i sindaci
della Gallura». Obbiettivo: rasserenare, trovare un'intesa per La Maddalena.
(g.pi.)

    cronaca Olbia -Gallura
LA LETTERA

«Tutto il chiasso sulla base Usa è legato alle elezioni regionali»



Riceviamo e pubblichiamo
  Ormai non passa giorno che sulla stampa locale non ci sia almeno un
articolo contro la Base Usa ma ma devo riconoscere che quello sulla Nuova
del 18 marzo con titolo «A rischio i 180 italiani della base: il sindaco si
rivolge alla Regione» ha catturato in modo particolare la mia attenzione.
Alla riunione a cui si fa riferimento, io c'ero e non ricordo di aver
sentito il capitano Gardiner dire: «È in atto un piano di regionalizzazione
in tutta Europa che non dovrebbe riguardare il personale italiano della base
di La Maddalena».
 Perciò alla luce di quanto sopra esposto, invito i colleghi che si sono
presi la briga di divulgare queste informazioni a stare più attenti in
futuro, perché se a loro lavorare in questa Base non gli interessa più
perché possono contare su altre entrate, perché vicini alla pensione o
perché stanchi della monotonia di un lavoro sedentario, al resto dei
lavoratori questa occupazione interessa ancora moltissimo. Come responsabile
locale del sindacato Uiltucs-Uil non ho mai confermato notizie come questa.
 Ma il motivo per il quale, soprattutto in questi ultimi mesi, si sono
intensificati in modo così massiccio gli attacchi contro questa base è un
altro e si chiama: elezioni regionali. Ormai sia a sinistra che a destra si
è capito che la parte più ampia dell'elettorato sardo non vede di buon
occhio la presenza Usa in Sardegna e perciò i nostri ambiziosi politici
stanno indirizzando la propria campagna elettorale in quella direzione. Non
abbiate paura «carissimi amici, smaniosi di arrivare a Cagliari», alle
consultazioni regionali verrete premiati dai maddalenini come meritate.
 Una considerazione a parte la meritano i promotori del neonato Comitato
cittadino spontaneo (CoCiS) i quali, animati dal desiderio di cacciare l'
invasore dalla Patria natia, hanno organizzato una serie di manifestazioni
clamorose che hanno raggiunto un successo straordinario. L'invito fatto alla
cittadinanza a esporre alla finestra un lenzuolo bianco-celeste, in segno di
dissenso contro la ristrutturazione della Base di Santo Stefano, è stato
accolto da quattro famiglie.
 La stragrande maggioranza dei maddalenini è favorevole alla presenza
americana perché la giudica una fonte «insostituibile» di benessere
economico. La vostra proposta di allontanare la base da La Maddalena, per
essere credibile, deve essere accompagnata da una contro-proposta
altrettanto valida e soprattutto deve essere supportata da dati certi sulla
radioattività. L'unica cosa da chiedere al Governo è l'abolizione del Parco
nazionale di La Maddalena, poiché si tratta di un inutile carrozzone
politico, zeppo di vincoli che sta uccidendo il turismo.
 Mi consola il fatto che fra qualche mese tutto sarà dimenticato per poi
riprendere con la stessa veemenza in occasione delle comunali.
Marco Terrazzoni Uil-Tucs La Maddalena