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Re: Stili di vita - cosa e per chi?
- Subject: Re: Stili di vita - cosa e per chi?
- From: "daniele" <danscapo at email.it>
- Date: Tue, 17 Jan 2006 00:23:13 +0100
> > ho gia' ascoltato troppi convegni, fatto troppe marce, letto e scritto > siti web, campagne, distribuzione di volantini, ecc ecc. > > e' praticabile cio' in cui credo o no? > La domanda, quella alla quale cerco risposte da tempo è esattamente questa. Di risposte teoriche ne conosco diverse. Ma la teoria deve sempre essere verificata: spesso mettendola in pratica se ne scoprono limiti ed errori. Ecco allora che mi interrogo con dubbi quando sento parlare di autoproduzione come soluzione alla crisi globale. Di quale e quanta autoproduzione stiamo parlando? Stiamo parlando di integrare con alcuni beni di consumo autoprodotti la nostra spesa o stiamo parlando di autosufficienza? L'autoproduzione di cui parleremo riguarda il 2%, il 10% o l'80% della nostra spesa? E se troviamo alcuni autoproduttori che riescono ad essere autosufficienti al 90% e ci diranno come fanno, questo sarà una dimostrazione che quella soluzione (praticata da 10-20 -100 individui) può essere la soluzione alla crisi globale? Mi sembra di continuare a fare il bastian contrario, ma davvero io voglio capire bene. E vorrei capire se vogliamo raccogliere pratiche e stili di vita a fini informativi o se questa raccolta è indirizzata a sostenere una qualche teoria. Un esempio: Teoria: il commercio equo e solidale può aiutare decisamente a cambiare le condizioni di vita del sud del mondo. E' una realtà che agisce "praticamente" nella direzione che vogliamo? risposta 1) Sì sempre. risposta 2) Sì se non entrano in gioco multinazionali boicottate a trarne profitto. risposta 3) Sì se non entrano in gioco multinazionali a trarne profitto. risposta 4) Sì se non entrano in gioco i supermercati che non rispettano i propri lavoratori. risposta 5) Sì se non entrano in gioco i supermercati 6) Sì solo se acquistiamo tali prodotti nelle botteghe del mondo. A seconda della risposta che diamo cambia lo stile di vita di consumo critico adottato, ma cambia anche la sua "facilità ad essere esteso" e cambia allora poi l'effetto che la teoria potrebbe attendersi dalla pratica. Mi spiego meglio: scegliamo la risposta 6. Il commercio equo rimarrà sempre e solo una pratica di testimonianza, sporadicamente attuata (magari a natale) anche da qualche consumatore non critico = non cambieranno le condizioni di vita del sud del mondo.(un dato al 2004: il cacao equo e solidale rappresenta meno dello 0,1% del totale del cacao commercializzato nel mondo). Risposta 1) il commercio equo e solidale si estenderà nettamente, ma sarà controllato dai soliti potenti che potranno facilmente trasformarlo in qualche altra cosa. Risposta 3) il commercio equo si estenderà, grazie alla distribuzione nei supermercati, ma perderà forse il messaggio di economia alternativa. Allora in questa banca dati stili di vita, che secondo me (continuo a pensare) dovrebbe essere una guida a quello che possiamo fare, ci mettiamo di fare la spesa alla bottega del mondo, o ci mettiamo che va bene anche comprare i prodotti solidal della Coop? Tornando alla domanda di Nicoletta "è praticabile ciò in cui credo?" io ne affianco sempre un'altra "ciò in cui credo è ragionevole pensare che possa essere realizzato nell'arco dei prossimi 40 anni?". Perchè una teoria che risponde alla crisi attuale proponendo soluzioni che avranno bisogno di secoli, fallisce, secondo me, prima di tutto sul piano dei tempi. Largo dunque alle pratiche, ma nella visione più ampia possibile, perchè di esse c'è assoluto bisogno, e alla svelta.... salutoni daniele
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- La decrescita felice - secondo Maurizio Pallante
- From: Nicoletta Landi <nicoletta at peacelink.org>
- Re: La decrescita felice - secondo Maurizio Pallante
- From: "daniele" <danscapo at email.it>
- Stili di vita - cosa e per chi?
- From: Nicoletta Landi <nicoletta at peacelink.org>
- La decrescita felice - secondo Maurizio Pallante
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