----- Original Message -----
Sent: Saturday, February 05, 2005 9:54
PM
Subject: Obiezione fiscale al canone
RAI
Di seguito è riportata la lettera che ho inviato
alla RAI, sportello
abbonamenti e al Prof. Cheli, Garante delle
comunicazioni per dichiarare la
volontà e le motivazioni della mia
obiezione fiscale al canone rai.
marco milozzi
MARCO
MILOZZI
Via dei Mille, 1
Fermo
Spett.le Prof. ENZO
CHELI
Autorità per le garanzie delle comunicazioni
Palazzo Torre
Francesco -Napoli Centro Direzionale - Isola B5
80100 NAPOLI
Via delle
Muratte, 25 - 00187 R O M A
Spett.le S.A.T.
SPORTELLO ABBONAMENTI
TV
CASELLA POSTALE 22
10121 TORINO
PER E MAIL: Spett.le
redazione Rai Marche
All'On. Giancarla Codrignani
Ai destinatari
dell'obiezione fiscale:
Rivista Carta, Rivista CEM Mondialità, Redazione
Altreconomia, Centro Nuovo
Modello di Sviluppo di Vicchiano, Trimestrale
"La Stella del Mattino" per il
dialogo interreligioso,
e, per
conoscenza, agli organi di stampa:
redazione Avvenimenti, redazione
Avvenire; Redazione Carta; redazione
Famiglia Cristiana; redazione
L'Osservatore romano; Giorgio Santelli di
articolo21liberidi.org;
Carlo Gubitosa di peacelink.it; Norma Rangeri de Il
Manifesto, redazione
Liberazione, redazione e direttore L'Unità, redazione
La Stampa; redazione
La Repubblica; redazione Il Manifesto; redazione Prima
Pagina RAI;
Teleporto50 di Ancona
E, p.c., edizioni locali: redazione Radio Fermo
Uno; redazione il
quotidiano; Corriere News; Viti (Corriere adriatico);
cronaca fermo il resto
del carlino; redazione locale il messaggero;
redazione radiolinea; diretta
radiofermouno; redazione itv; redazione
teleadriatica; redazione la gazza
ladra; colibazzi (il resto del carlino);
Cassetta (il messaggero); Ceteroni
(corriere Adriatico); redazione
marchedomani; Ansa Ancona; redazione fermo
del corriere
adriatico.
e, per conoscenza, a: Coordinamento Sceglipace di Fermo,
mailing list di
Mondo Solidale delle Marche, cartello Ascoli In Movimento,
Meic di Fermo;
Circolo Africa di Ancona
LETTERA APERTA: IL
DIRITTO AD ESSERE INFORMATI / DICHIARAZIONE DI OBIEZIONE
FISCALE AL CANONE
DELLA RAI
Caro Professore,
nel ricalcare la lettera rivoltale lo
scorso anno dall'On. Codrignani -con
qualche mia aggiunta- Le scrivo come
cittadino danneggiato nel suo diritto a
ricevere dal sistema
radiotelevisivo pubblico un'informazione qualificata e
caratterizzata -come
sostiene la Corte Costituzionale nella sentenza 112 del
24 marzo 1993 -
"dal pluralismo delle fonti, dall'obiettività e imparzialità
dei dati
forniti, dalla completezza, dalla correttezza e dalla
continuità
dell'informazione erogata, dal rispetto della dignità
umana".
Chiunque abbia occasione, anche solo saltuariamente, di vedere
le
programmazioni televisive si rende conto di quanto esse contraddicano -
e da
troppo lungo tempo - i principi sopra rappresentati e, in
particolare,
quanto offendano l'intelligenza degli utenti.
Non è il caso
di elencare i documenti molte volte menzionati in questi anni
recenti che
convalidano come diritti i principi di una
corretta
informazione:
dall'art.21 della Costituzione italiana,
all'art.19 della Dichiarazione dei
diritti umani, dalla Convenzione di Roma
al Patto di New York, dalle
sentenze della Corte costituzionale (con
particolare sottolineatura la n.466
del 20 novembre 2002, che si appella
anche ai principi europei) alla Carta
dei diritti fondamentali dell'Unione
europea, alle deliberazioni dell'Ordine
dei giornalisti e dei relativi
Consigli regionali, le indicazioni sono
molteplici e
inequivoche.
Con la presente chiedo a lei che cosa può fare un
cittadino per difendere i
suoi diritti. Con l'approvazione della legge
Gasparri il Governo detentore
delle azioni Rai ha nominato il Consiglio di
amministrazione ottenendo così
il controllo totale sull'informazione
pubblica e ponendo la Mediaset in
condizione di aumentare la raccolta
pubblicitaria (già nel 2003 passò dal
1,9 % al 2,5 %, nonostante il calo
dell'audience): è ciò che il prof.
Leopoldo Elia definisce il premierato
assoluto e comporta per la pubblica
opinione la perdita del diritto ad
essere informata correttamente.
Anche accettando che il canone riguardi la
detenzione di un elettrodomestico
che non è necessario usare, siccome non
si tratta di uno strumento
qualsiasi, ma del mezzo con cui io posso
realizzare il mio diritto a essere
informato, chiedo come sia possibile far
rispettare nel nostro Paese - anche
a partire da una denuncia individuale -
i principi elencati nei documenti
formali sopra citati.
Mi inquieta
leggere che Reporters sans frontières ha collocato l'Italia al
53° posto
nella scala mondiale del rispetto dell'informazione e vedere le
accuse -che
debbo riconoscere perfettamente fondate- di incompletezza,
di
subordinazione a diktat governativi o di autolimitazioni degli
operatori, di
connivenza con le imprese del presedente del consiglio, di
colonizzazione
delle coscienze del popolo che dovrebbe essere sovrano. In
tempi in cui
torniamo a parlare di patria non posso vantarmi del fatto che
nella mia
Italia l'intelligenza venga ritenuta eversiva.
Finché la RAI è
pagata dal canone versato dai cittadini, mi dica che c'è un
rimedio per
ottenere il rispetto del diritto ad essere informati. Oppure
dovrà smettere
anche lei di pagare le tasse (reato peraltro condonabile a
termini di
legge)?
Per quanto sopra esposto dichiaro formalmente che da ormai tre
anni (2003,
2004 e 2005) ho scelto di non pagare il canone alla RAI TV
scegliendo la
forma dell'Obiezione Fiscale che ha tutt'altra forma e
contenuti rispetto
all'evasione. Infatti per quanto riguarda la forma,
l'obiettore fiscale paga
due volte l'importo (mentre l'evasore intasca alla
faccia dei contribuenti
onesti). Mi spiego: come obiettore ho destinato
l'equivalente degli
abbonamenti del 2003 e 2004, 198 euro, a riviste che si
occupano attivamente
di pace, nonviolenza, dialogo tra culture e religioni,
convivenza civile;
per il 2005 sto individuando a quali riviste o
Organizzazioni non
governative devolvere la stessa somma. Quando
l'ufficiale giudiziario verrà
a casa per prelevare l'importo troverà già
pronto un mucchietto di libri e
videocassette che trattano gli stessi temi.
Pertanto io pagherò due volte il
canone anziché una sola.
Per quanto
riguarda i motivi, non c'è che l'imbarazzo della scelta: la
cacciata dal
servizio pubblico di professionisti come Santoro, Luttazzi,
Biagi, Dario
Fo, Guzzanti (i figli), Dandini ecc. POI: l'occupazione
illegittima
del Consiglio di amministrazione dove siedono esclusivamente
esponenti del
centro destra; la conseguente scelta, sempre più sfacciata ed
evidente, di
programmi, opinionisti e giornalisti asserviti alle istanze di
una sola
parte politica. Questa è una responsabilità gravissima che
portano
Berlusconi, Gasparri e tutti coloro che li sostengono.
Infine,
la privatizzazione della RAI: se non è più un servizio pubblico, se
non
persegue più gli del pubblico, per quale motivo, io pubblico,
dovrei
pagare?
Per opporsi a tanta arroganza basta essere dotati di
buon senso, non è
necessario essere "di sinistra". Infatti qui non siamo
più in presenza delle
lottizzazioni spartitorie della Prima repubblica che
almeno rispondevano ad
un criterio (per così dire) di par condicio: oggi
siamo all'occupazione
totale degli strumenti di comunicazione che orientano
e condizionano le
fasce meno attrezzate culturalmente. Anzi, gli operatori
della comunicazione
si ingegnano e si adoperano a mantenere bassissimo il
livello culturale e ad
aizzare gli istinti più bassi che albergano nella
società.
Finché queste pratiche vengono espletate da Mediaset o da Tele
Padania,
possiamo indignarci ma dobbiamo ammettere che "fanno il loro
mestiere". Ma
quando lo fa i servizio pubblico e, in seguito a ciò, non
abbiamo più un
servizio pubblico, cioè di tutti e di ognuno, allora non
pago.
E NON PAGO PER PROTESTA:
- voglio veder tornare pubblico il
servizio radiotelevisivo,
- voglio rivedere Santoro, Luttazzi e soprattutto
quel comunista di Biagi
- voglio veder tornare sugli schermi il confronto
aperto e corretto
- voglio sentire anche le voci dissenzienti sui grandi
temi: la guerra, la
finanziaria, il lavoro, le privatizzazioni.
- In una
parola: voglio un'informazione corretta
DOPODICHE' (NON CHIEDO DI
MEGLIO) VOGLIO TORNARE AD ESSERE "AZIONISTA" DI
QUELLA CHE E' STATA UNA
GRANDE AZIENDA, DI CUI RIMANGONO SOLO LE SPOGLIE.
HO INOLTRE DECISO DI
NON COMPRARE E DI NON FAR COMPRARE I PRODOTTI
MAGGIORMENTE COMMERCIALIZZATI
SULLE RETI MEDIASET: Algida, Findus, Ferrero,
Mulino Bianco, Barilla,
Roberts, Rio Mare, Motta, Buitoni, Nestlè.
Molto
cordialmente,
Marco Milozzi
operatore sociale
precario
Fermo, li 24 gennaio
2005