Re: Obiezione fiscale al canone RAI




Condivido la protesta, come potremmo coordinarci per divulgare la tua proposta?>



> LETTERA APERTA: IL DIRITTO AD ESSERE INFORMATI / DICHIARAZIONE DI OBIEZIONE
> FISCALE AL CANONE DELLA RAI
>
> Caro Professore,
> nel ricalcare la lettera rivoltale lo scorso anno dall'On. Codrignani -con
> qualche mia aggiunta- Le scrivo come cittadino danneggiato nel suo diritto a
> ricevere dal sistema radiotelevisivo pubblico un'informazione qualificata e
> caratterizzata -come sostiene la Corte Costituzionale nella sentenza 112 del
> 24 marzo 1993 - "dal pluralismo delle fonti, dall'obiettività e imparzialità
> dei dati forniti, dalla completezza, dalla correttezza e dalla continuità
> dell'informazione erogata, dal rispetto della dignità umana".
> Chiunque abbia occasione, anche solo saltuariamente, di vedere le
> programmazioni televisive si rende conto di quanto esse contraddicano - e da
> troppo lungo tempo - i principi sopra rappresentati e, in particolare,
> quanto offendano l'intelligenza degli utenti.
> Non è il caso di elencare i documenti molte volte menzionati in questi anni
> recenti che convalidano come diritti i principi di una corretta
> informazione:
> dall'art.21 della Costituzione italiana, all'art.19 della Dichiarazione dei
> diritti umani, dalla Convenzione di Roma al Patto di New York, dalle
> sentenze della Corte costituzionale (con particolare sottolineatura la n.466
> del 20 novembre 2002, che si appella anche ai principi europei) alla Carta
> dei diritti fondamentali dell'Unione europea, alle deliberazioni dell'Ordine
> dei giornalisti e dei relativi Consigli regionali, le indicazioni sono
> molteplici e inequivoche.
>
> Con la presente chiedo a lei che cosa può fare un cittadino per difendere i
> suoi diritti. Con l'approvazione della legge Gasparri il Governo detentore
> delle azioni Rai ha nominato il Consiglio di amministrazione ottenendo così
> il controllo totale sull'informazione pubblica e ponendo la Mediaset in
> condizione di aumentare la raccolta pubblicitaria (già nel 2003 passò dal
> 1,9 % al 2,5 %, nonostante il calo dell'audience): è ciò che il prof.
> Leopoldo Elia definisce il premierato assoluto e comporta per la pubblica
> opinione la perdita del diritto ad essere informata correttamente.
> Anche accettando che il canone riguardi la detenzione di un elettrodomestico
> che non è necessario usare, siccome non si tratta di uno strumento
> qualsiasi, ma del mezzo con cui io posso realizzare il mio diritto a essere
> informato, chiedo come sia possibile far rispettare nel nostro Paese - anche
> a partire da una denuncia individuale - i principi elencati nei documenti
> formali sopra citati.
> Mi inquieta leggere che Reporters sans frontières ha collocato l'Italia al
> 53° posto nella scala mondiale del rispetto dell'informazione e vedere le
> accuse -che debbo riconoscere perfettamente fondate- di incompletezza, di
> subordinazione a diktat governativi o di autolimitazioni degli operatori, di
> connivenza con le imprese del presedente del consiglio, di colonizzazione
> delle coscienze del popolo che dovrebbe essere sovrano. In tempi in cui
> torniamo a parlare di patria non posso vantarmi del fatto che nella mia
> Italia l'intelligenza venga ritenuta eversiva.
> Finché la RAI è pagata dal canone versato dai cittadini, mi dica che c'è un
> rimedio per ottenere il rispetto del diritto ad essere informati. Oppure
> dovrà smettere anche lei di pagare le tasse (reato peraltro condonabile a
> termini di legge)?
>
> Per quanto sopra esposto dichiaro formalmente che da ormai tre anni (2003,
> 2004 e 2005) ho scelto di non pagare il canone alla RAI TV scegliendo la
> forma dell'Obiezione Fiscale che ha tutt'altra forma e contenuti rispetto
> all'evasione. Infatti per quanto riguarda la forma, l'obiettore fiscale paga
> due volte l'importo (mentre l'evasore intasca alla faccia dei contribuenti
> onesti). Mi spiego: come obiettore ho destinato l'equivalente degli
> abbonamenti del 2003 e 2004, 198 euro, a riviste che si occupano attivamente
> di pace, nonviolenza, dialogo tra culture e religioni, convivenza civile;
> per il 2005 sto individuando a quali riviste o Organizzazioni non
> governative devolvere la stessa somma. Quando l'ufficiale giudiziario verrà
> a casa per prelevare l'importo troverà già pronto un mucchietto di libri e
> videocassette che trattano gli stessi temi. Pertanto io pagherò due volte il
> canone anziché una sola.
>
> Per quanto riguarda i motivi, non c'è che l'imbarazzo della scelta: la
> cacciata dal servizio pubblico di professionisti come Santoro, Luttazzi,
> Biagi, Dario Fo, Guzzanti (i figli),  Dandini ecc. POI: l'occupazione
> illegittima del Consiglio di amministrazione dove siedono esclusivamente
> esponenti del centro destra; la conseguente scelta, sempre più sfacciata ed
> evidente, di programmi, opinionisti e giornalisti asserviti alle istanze di
> una sola parte politica. Questa è una responsabilità gravissima che portano
> Berlusconi, Gasparri e tutti coloro che li sostengono.
> Infine, la privatizzazione della RAI: se non è più un servizio pubblico, se
> non persegue più gli  del pubblico, per quale motivo, io pubblico, dovrei
> pagare?
>
> Per opporsi a tanta arroganza basta essere dotati di buon senso, non è
> necessario essere "di sinistra". Infatti qui non siamo più in presenza delle
> lottizzazioni spartitorie della Prima repubblica che almeno rispondevano ad
> un criterio (per così dire) di par condicio: oggi siamo all'occupazione
> totale degli strumenti di comunicazione che orientano e condizionano le
> fasce meno attrezzate culturalmente. Anzi, gli operatori della comunicazione
> si ingegnano e si adoperano a mantenere bassissimo il livello culturale e ad
> aizzare gli istinti più bassi che albergano nella società.
> Finché queste pratiche vengono espletate da Mediaset o da Tele Padania,
> possiamo indignarci ma dobbiamo ammettere che "fanno il loro mestiere". Ma
> quando lo fa i servizio pubblico e, in seguito a ciò, non abbiamo più un
> servizio pubblico, cioè di tutti e di ognuno, allora non pago.
>
> E NON PAGO PER PROTESTA:
> - voglio veder tornare pubblico il servizio radiotelevisivo,
> - voglio rivedere Santoro, Luttazzi e soprattutto quel comunista di Biagi
> - voglio veder tornare sugli schermi il confronto aperto e corretto
> - voglio sentire anche le voci dissenzienti sui grandi temi: la guerra, la
> finanziaria, il lavoro, le privatizzazioni.
> - In una parola: voglio un'informazione corretta
>
> DOPODICHE' (NON CHIEDO DI MEGLIO) VOGLIO TORNARE AD ESSERE "AZIONISTA" DI
> QUELLA CHE E' STATA UNA GRANDE AZIENDA, DI CUI RIMANGONO SOLO LE SPOGLIE.
>
> HO INOLTRE DECISO DI NON COMPRARE E DI NON FAR COMPRARE I PRODOTTI
> MAGGIORMENTE COMMERCIALIZZATI SULLE RETI MEDIASET: Algida, Findus, Ferrero,
> Mulino Bianco, Barilla, Roberts, Rio Mare, Motta, Buitoni, Nestlè.
>
> Molto cordialmente,
>
> Marco Milozzi
> operatore sociale precario
>
> Fermo, li 24 gennaio 2005
>


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