R: R: storia naturale....e poi silenzio



> Tengo a precisare ancora una volta che lo sfacelo di questo 
> mondo, come perennemente e drasticamente lo chiamate, non può 
> ed è molto limitante dire che sia causato da chi nella 
> propria dieta mangia anche la carne. 

Ovviamente nessuno si sognerebbe mai di dire una cosa del genere! 
L'industria della carne, ed ancora peggio tutto l'indotto (dall'agricoltura
alla farmaceutica) sono una bomba innescata  di tale potenza che forse
nemmeno ce lo immaginiamo. I dati che esistono sono tutte stime per difetto
e non per eccesso, e del resto ci vuole poco a fare i conti, per quanto
possano essere conti della serva...

> Ma 
> cerchiamo di non cadere in tesi atte solo a portare favori 
> alla propria idea. 

L'unica idea che io faccio mia è cercare di fare tutto quanto è nelle mie
possibilità per non essere responsabile della morte di GAIA e dei suoi
abitanti, umani e non. Cadrei in una pesante contraddizione se, ad esempio,
avendo deciso di non mangiare carne e sostanze animali, me ne fregassi
dell'impatto che ha la mia produzione di rifiuti piuttosto che il mio
consumo di detersivo o di benzine...

Quindi le tesi atte a portare favori al salvataggio di GAIA sono quelle in
cui cado molto volentieri:-) 



> Siamo onesti, e lo ripeto di nuovo, non è certo semplicemente 
> diventanto vegetariani o vegani che si risolvono i problemi 
> mondiali di fame e sfruttamento. La discussione altrimenti 
> rischia di cadere troppo nel non realistico. Sono molti anni 
> che lavoro in progetti internazionali e partecipo a 
> conferenze, seminari e tutt'altro in merito a questi argoment 
> i e mai ho sentito da parte di nessun esponente, che come 
> priorità, o anche semplicemente come allegato, che sarebbe 
> opportuno sensibilizzare l'essere vegetariani per affrontare 
> i problemi di disparità nel mondo. 

Questa cosa non mi stupisce ed anzi mi preoccupa... 

Recentemente la FAO (dico la fao mica bruscolini) ha detto che per risolvere
il problema della fame nel mondo sarebbe opportuno prendere in
considerazione l'idea di allevare alcune specie di insetti e di bruchi
commestibili ed altamente proteici...(sigh)

Il fatto che non se ne parli "ad alto livello" non fa altro che farmi
dubitare sempre di più degli alti livelli... 

Ad alto livello ad esempio non si è mai detto che per risolvere il problema
di approvvigionamento di combustibili per uso domestico (per cucinare)
basterebbe insegnare alle persone la costruzione e l'uso di cucine solari,
che costano poco e non fanno arricchire nessuno, tranne le popolazioni che
cosi' si eviterebbero decine e decine di km a piedi per raccogliere legna,
proprio in quei paesi dove la risorsa "SOLE" è gratis e a disposizione di
chiunque...

Ad altro livello (e qui lo dico e qui lo nego) si è più facilmente
corruttibili, e visti i capitali che orbitano attorno all'industria
farmaceutica, alimentare ecc ecc non mi stupisce che non se ne parli, i
problemi comunque restano sempre ai livelli più bassi...

Sempre ad alto livello i debiti dei paesi del sud del mondo non vengono
azzerati, il problema dei faramci antiretrovirali per combattere l'AIDS non
viene risolto, la Monsanto brevetta tutto ciò che è brevettabile (vedi la
recente vicenda del pane indiano) etc ect...

Le rivoluzioni cominciano dal basso, è questo lo spirito dei consumatori
critici (e responsabili), siamo noi il mercato! 

E questo è un'enorme potere che abbiamo, siamo noi che facciamo la
richiesta, il resto viene di conseguenza. Se una bistecca costa, in termini
di consumo di acqua ad esempio, quanto l'acqua che consumiamo per le docce
di tutti i giorni in un anno, quanta acqua farebbe risparmiare al pianeta
una massa di consumatori che decidesse di ridurre solo della metà il proprio
consumo di carne?


> Capisco che l'indutria alimentare del mondo spenda più dell' 
> industria petrolifera per soddisfare i consumi e vizi di solo 
> il 20% della popolazione, ma se tutti fossimo vegeratariani 
> non sarebbe forse lo stesso con la cultura consumistica che esiste? 

Ma certo, ed infatti il consumo critico (e responsabile) deve viaggiare di
pari passo con la cultura. 
Ci vuole una nuova cultura ed una nuova educazione... 

E comunque non sarebbe lo stesso, con i dati attuali alla mano, consumare
meno carne vuole dire *da subito* ridurre il consumo dell'acqua, ridurre il
problema della deforestazione, riconvertire l'agricoltura in modo da
produrre maggiori quantità di alimenti destinati all'uomo e non agli animali
(ricordi le tabelle di conversione 10.000 kg di patate contro 66kg di carne
per ettaro?).

> Alle popolazioni Africane, Indiane, SudAmericane, poco 
> importa se noi mangiamo bistecche o insalata, interessa solo 
> che anche a loro sia data la possibilità di mangiare o una o 
> l'altra. E non è l'industria alimentare della carne che causa 
> la povertà dei paesi del terzo mondo, probabilmente è più 
> facile che sia l'egoismo di un mondo consumista, inteso in 
> senso culturale e politico. 

No scusami luca, è proprio a quelle popolazioni che importa, importa eccome!

Se noi mangiamo bistecche loro non mangiano (prendi quello che dico con
ovvia ealsticità), se anche loro cominciano a mangiare carne la terra da
coltivare disponibile sul pianeta non basta, il pianeta non potrebbe
assolutamente reggere nemmeno un 10% in più di popolazione carnivora...

Certo che l'egoismo del mondo consumista è il vero problema, in senso
culturale e politico, e questo egoismo comincia proprio a tavola...


> Qualcuno potrebbe dire che tali risorse sono usate per la 
> zootecnia e sono d'accordo, ma presupponendo che non ci sia, 
> siamo sicuri che l'economia mondiale smetta di lavorare in 
> questo senso? Io personalmente non ci credo e sono convinto 
> che continuerà a papparsi tutto quell' 80% delle risorse 
> agricole mondiali. 

Certo Luca, anche io ho questa terribile paura, e proprio per questo ci
vuole una nuova educazione ed una nuova cultura.

E l'educazione, per come la intendo io comincia proprio dal nostro personale
comportamento. 

Gandhi diceva: sii il cambiamento che vorresti vedere nel mondo, io questo
cambiamento lo voglio essere da subito, lo voglio essere in tutto, lo voglio
essere nel cuore, nell'anima, nel cervello ed anche nello stomaco, e con
questo cambiamento "pratico" voglio insegnare agli altri, non solo con
libri, tabelle, ricerche o dati che senza l'applicazione pratica nel
quotidiano sono sterili ed inutili...

Io perlomeno la vedo cosi:-) 


Saluti di pace 

Gianluca 

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