Re: R: storia naturale....e poi silenzio



Tengo a precisare ancora una volta che lo sfacelo di questo mondo, come perennemente e drasticamente lo chiamate, non può ed è molto limitante dire che sia causato da chi nella propria dieta mangia anche la carne. Non disquisisco nelle argomentazioni relative alla storia naturale o se è un reato o meno mangiare gli animali, ho il mio pensiero soggettivo in merito e credo dipenda dalla "sensibilità" di ognuno se farlo o meno. E' molto interessante seguire questa discussione per uno come me che non ha grosse conoscenze in materia. Ma cerchiamo di non cadere in tesi atte solo a portare favori alla propria idea.
Siamo onesti, e lo ripeto di nuovo, non è certo semplicemente diventanto vegetariani o vegani che si risolvono i problemi mondiali di fame e sfruttamento. La discussione altrimenti rischia di cadere troppo nel non realistico. Sono molti anni che lavoro in progetti internazionali e partecipo a conferenze, seminari e tutt'altro in merito a questi argoment i e mai ho sentito da parte di nessun esponente, che come priorità, o anche semplicemente come allegato, che sarebbe opportuno sensibilizzare l'essere vegetariani per affrontare i problemi di disparità nel mondo.
Capisco che l'indutria alimentare del mondo spenda più dell' industria petrolifera per soddisfare i consumi e vizi di solo il 20% della popolazione, ma se tutti fossimo vegeratariani non sarebbe forse lo stesso con la cultura consumistica che esiste?
Alle popolazioni Africane, Indiane, SudAmericane, poco importa se noi mangiamo bistecche o insalata, interessa solo che anche a loro sia data la possibilità di mangiare o una o l'altra. E non è l'industria alimentare della carne che causa la povertà dei paesi del terzo mondo, probabilmente è più facile che sia l'egoismo di un mondo consumista, inteso in senso culturale e politico. 

Proviamo a pensare solo in materia agraria, senza considerare la carne, quello che avviene attualmente:
Coltivazioni di riso, mais, frumento, cacao, caffè...... le coltivano anche le popolazioni del terzo mondo, ed in maniera molto più elevata di quella che producono i paesi sviluppati. (credo siano agli occhi di tutti le tenute delle grosse multinazionali in sud america). Ma mentre i paesi ricchi riescono a dare dei contributi ai propri agricoltori per mantenere basso il prezzo della materia prima, i paesi in via di sviluppo non riescono e sono constretti a vendere i propri prodotti al prezzo imposto dall'economia dei paesi ricchi. I quali riescono a papparsi la maggior parte delle risorse agricole della terra. (e trovate tutte le informazioni nelle documtazioni dell'ultimo WTO)
Qualcuno potrebbe dire che tali risorse sono usate per la zootecnia e sono d'accordo, ma presupponendo che non ci sia, siamo sicuri che l'economia mondiale smetta di lavorare in questo senso? Io personalmente non ci credo e sono convinto che continuerà a papparsi tutto quell' 80% delle risorse agricole mondiali. 

Condivido in parte quello che dici Gianluca, riguardo al consumo critico, e sostengo le tue idee di criticità nel consumo nella parte alimentare che posso conoscere solo in parte e sicuramente non dal tuo punto di vista, già ho detto che non sono vegetariano, ma credo che questo non precluda l'interesse all'argomento e alla discussione, però forse è un po' troppo azzardato dire che i problemi internazionali di fame e sfruttamento siano relativi al consumo di carne e che si potrebbero risolvere diventando vegetariani. Credo che ben altre siano le strade per affrontare problemi sociali di questo genere. Tutto il resto lo possiamo discutere da vegetariani e non, problemi di sfruttamento della terra, distruzione di ecosistemi ecc...., ma sui problemi sociali forse bisognrebbe focalizzarsi su altre idee politiche-economiche-culturali.

Buon week-end,
ciao,
Luca









 
--------- Original Message --------
Da: consumocritico at peacelink.it
To: "consumocritico at peacelink.it" <consumocritico at peacelink.it>
Oggetto: R: storia naturale....e poi silenzio
Data: 04/02/05 13:04



Ancora?

dunque sig "qwavem", mi sembrava chiaro che il dibattito sarebbe opportuno
vertesse sull'impronta ecologica che il consumo di un qualsiasi bene ha sul
pianeta, sui suoi abitanti, sull'ecosistema.

Che l'uomo discenda da una mousse di fragole o si fosse cibato di lampadine
allo iodio piuttosto che discenda da un primate e si fosse cibato di carne o
verdure poco importa.

Il dato è che, mentre siete tutti attentissimi ai vostri consumi di petrolio
e di detersivi, non ve ne può fregare di meno del resto (ovviamente non
parlo per chi questa sensibiltà l'ha già acquisita ed in lista mi auguro che
ce ne siano moltissimi).

Che l'industria della carne e dei suoi derivati sia una delle cause dello
sfacelo a cui siamo assistendo, partendo dalla fame nel mondo ed arrivando
fino al cambiamento del clima è dato di fatto, che ci piaccia oppure no.

Essere vegetariani o vegani, come diceva saggiamente Deborah del don
chisciotte prescinde dai numeri e dalle statistiche, è una scelta di vita,
che poi per forza di cose quei numeri e quelle statistiche li modifica in
modo anche pesante con l'aumento di chi fa questa scelta.

Ma, anche non facendola, non ci si può definire consumatori critici (e
responsabili) se ci si dimentica di uno sfacelo di tale portata, se ci si
dimentica che il nostro comportamento a tavola è causa di morte,
sfruttamento, sofferenza, distruzione.

Questo è quanto.

Un saluto di pace

Gianluca


Gli animali sono miei amici...e io non mangio i miei amici.
- George Bernard Shaw

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