"consumo di carne"



Chi si alleva il proprio pollo e la propria capra avrà sicuramente
un'impatto sull'ecosistema minore di chi compera la carne al supermercato,
questo è fuori discussione, così come e fuori discussione che, per quanto
concerne il lato etico della cosa è un suo problema il riuscire a guardare
negli occhi la capra e poi sgozzarla (è un problema soprattutto della capra
a mio parere...)

Ed in questo caso, sta alla sua coscienza il decidere cosa fare o cosa no...


Ma resta il fatto che dal punto di vista del consumo critico il problema
della carne esiste eccome. 

Siamo 6 miliardi e mezzo di umani sul pianeta e forse solo lo
0,000000000000000000 non so quanto per cento alleva il suo pollo.

Dal libro "GUIDA AL CONSUMO CRITICO" del "Centro nuovo modello di sviluppo"
ed. EMI a pag 69 si legge: 

[...] gli allevamenti moderni di tipo intensivo sono una vera sciagura
perché concentrano quantità enormi di liquami organici inquinano le falde
acquifere e alterano l'ecosistema dei fiumi e dei mari.  Del resto il grande
numero di capi d'allevamento presenti sul pianeta comporta anche un grave
problema per l'inquinamento da metano: il loro sterco delibera ogni anno
oltre 100 milioni di tonnellate contribuendo non poco all'effetto serra.

Va anche detto che l'allevamento intensivo e al centro dell'agricoltura
chimica perché, per ottenere tutto il coraggio necessario ad allevare
milioni di capi di bestiame, bisogna forzare la terra a dare e rese
altissime.

In tanto in centro America e in Thailandia l'allevamento di bestiame è
corresponsabile della deforestazione.  In centro America vasti strati di
foresta sono distrutti proprio per allevare bestiame destinato alla
produzione di hamburger, mentre in Thailandia si è foresta per ottenere
terra su cui coltivare manioca destinata all'alimentazione dei bovini
europei.

Per quanto riguarda i pesci è da segnalare che i mari si stanno imponendo a
ritmi vertiginosi anche delle specie non destinata all'alimentazione, perché
i sistemi di pesca industriale hanno razzia di tutto ciò che incontrano
compresi delfini, tartarughe e perfino le foche.

Retroscena sociale 

il nostro alto consumo di carne è ingiusto perché non è estendibile a tutti
gli abitanti del pianeta, semplicemente perché non ci sarebbe abbastanza
terra coltivabile.  Dobbiamo considerare infatti che per produrre utili
carne bovina e su Riina sono necessari rispettivamente 7 e 4 chili di
cereali.  In altre parole consumando carne usiamo molto più terra di quanta
ne useremo se ci sta massimo direttamente con legumi o altri vegetali.

Non a caso solo il 45% di tutti cereali che si producono nel mondo è
destinato all'alimentazione umana mentre l'altro 55% è per gli animali.  In
questo modo il Nord Enrico la sera le risorse alimentari da tutto il mondo e
toglie terra agli affamati perché molti dei cereali e dei mangimi destinati
animali del nord provengono dall'Asia e dall'America Latina.

Un discorso analogo può essere fatto rispetta i pesci.  Dopo aver destinato
i pesci di bacini del nord, i pescherecci industriali si dirigono sempre più
verso le acque del sud e in particolare verso il costo del Senegal, della
Namibia, e dell'Indonesia, dove stanno studiando rapidamente tutte le
riserve di pesce e mandano i fallimenti pescherecci artigianali che non sono
più crescere le basse profondità raggiungibili dalle loro reti.

Gli allevamenti hanno anche un risvolto etico perché spesso bestiame è
costretto a vivere vita naturale durante i spazi miseri che limitano le
capacità di muoversi che stimolano l'aggressività degli animali, così che
alle galline della Dulbecco, a maiali vengono tolti i denti, la coda e le
orecchie per evitare che si feriscano null'altro.[...]

Questo libro, che non è certo un trattato vegetariano o vegano, riassume in
poche righe molti dei perché relativi al consumo di carne. 

Il consumatore critico (e responsabile) deve cominciare a farsi carico del
problema se vuole essere coerente con le proprie scelte di equità, questo è
quanto mi premeva evidenziare.

Poi chi vuole può approfondire i temi legati al vegetarianesimo o al
veganesimo, (che giocoforza allargano l'orizzonte prospettico invadendo
l'area etica, animica, karmica, di pacifica convivenza) almeno fino a che il
pianeta c'è ancora:-(


Gianluca 

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