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"consumo di carne"
- Subject: "consumo di carne"
- From: Osvaldo Pieroni <o.pieroni at unical.it>
- Date: Fri, 4 Feb 2005 17:08:56 +0100
Bene, Nicoletta, mi sembra una ottima gestione della comunicazione. Ho già inviato diversi contributi che riguardano la discussione sul consumo di carne e mi sembra che sia importante, oltre che interessante, tenere aperto questo dibattito. La riduzione o, meglio, l’eliminazione della carne dalla dieta è senza dubbio un fattore che qualifica il consumo critico ed il consumo sostenibile. Certo, ci sono tanti modi di esprimere il proprio “voto” contrario alla società dello spreco, dell’inquinamento e dell’ingiustizia e non è certo detto che chi vuol darsi da fare debba per forza adottare tutte le “regole” o le modalità di consumo critico ed alternativo che sono possibili. Dunque non mi sembra che sia il caso di veder contrapposti “vegetariani” e “carnivori”, quando sia gli uni che gli altri intervengono, avendo comunque in comune la volontà di adottare buone pratiche. Tuttavia dalla discussione emergono posizioni che rivelano come il consumo di carne sia profondamente radicato nella nostra cultura, ancor prima che essere una esigenza alimentare. Credo allora che una certa considerazione autoriflessiva, supportata magari da studi e conoscenze di ricerca, sia salutare. E’ pur vero che in fin dei conti la scelta di mangiare o non mangiare carne è soggettiva, ma è anche vero che tanti soggetti insieme – coscienti di essere insieme – fanno un movimento. Ora non si può negare che la scelta vegetariana non sia soltanto una scelta soggettiva, quanto piuttosto una scelta collettiva per uno stile di vita critico ed alternativo. Ma anche in questo caso il movimento – se così possiamo chiamarlo – ha diversi aspetti e tante “anime”: su di una pratica, più o meno radicale, convergono motivazioni a volte etiche (i diritti degli animali oppure l’ingiustizia nella distribuzione delle risorse), a volte ecologiche, a volte economiche, a volte salutiste, ecc. Credo che ogni motivazione abbia la sua validità, che tutte insieme compongano una costellazione virtuosa e che, però, spesso è difficile che una persona riesca a tenerle insieme tutte. Da questo punto di vista, pur essendo un vegetariano “leggero”(bevo latte e mangio formaggi), stimo i vegan puri ed apprezzo anche chi si limita a ridurre il proprio consumo di carne o, magari, consuma soltanto carni e pollame allevati in proprio o da zootecnia “biologica”. Certo, resta il problema dell’uccisione e dello sfruttamento degli animali, che è certo importante ai fini di una visione del mondo pacifica, conviviale ed ecologica. Ma qui non si tratta tanto di fare crociate, quanto piuttosto di cercar di convincersi – l’un l’altro – attraverso la discussione, l’informazione, lo studio. Quando una decina di anni fa iniziai a metter da parte la carne, fu mia moglie a convincermi. E le sue ragioni erano di tipo prettamente animalista. Come molte donne, soffriva di carenza di ferro ed i medici le consigliavano di mangiare carne. Bistecche al sangue!!! Mia moglie ha anche avuto due bambini ed alle analisi del sangue i suoi valori sono nettamente migliorati a seguito di una maggiore diversificazione della dieta vegetariana (più legumi, più verde, più vitamina C) e tali da essere sensibilmente superiori a quelli che registrava quando, molto più giovane, mangiava anche carne. Accolsi le motivazioni di mia moglie per amore degli altri animali viventi ed ad esse aggiunsi quelle relative ad una logica ambientalista, ritenendo insostenibile da un punto di vista ecologico e sociale il consumo di carne. Ma non tutti siamo coerenti, anzi la coerenza assoluta non credo sia un pregio (a me fa un po’ paura). Altra cosa è cercare di essere coerenti. Un po’ per timore, un po’ per non imporre una scelta a persone che ancora non erano in grado di decidere autonomamente, decidemmo di allevare i nostri figli cibandoli anche di carne e latte. Ora la bimba più grande, che ha sei anni, è un po’ soprappeso, spesso rifiuta le verdure ed il pediatra – che sin dall’inizio sconsigliava drasticamente la dieta vegetariana – vedendo il suo seno un po’ ingrossato ci ha consigliato di eliminare il pollo dalla sua dieta e di limitare la carne bovina a causa del rischio di ormoni… Ma guarda un po’!!!! Allora, qui di seguito, vi riporto alcune considerazioni di tipo salutista, ancor prima che da “consumo critico”, rivolte al benessere dei bambini. D’altro canto una società sostenibile, giusta e almeno un po’ felice, non dovrebbe essere – in primo luogo – una società in cui i bambini stanno bene? Benjamin Spock è stato uno dei più celebri pediatri statunitensi. “Per molti anni il dottor Benjamin Spock, pediatra di reputazione mondiale, è stato considerato una guida infallibile per chi aveva dei figli da allevare” (L’Espresso). Morto all’età di 94 anni, nel 1998, aveva appena concluso la settima edizione (rivista ed ampliata) del suo “Baby and Child Care”, pubblicato per la prima volta nel 1946. In italiano (Il bambino.Come si cura, come si alleva, Longanesi) venne pubblicato nel 1987. Si tratta del manuale per la cura dei bambini – dalla nascita all’adolescenza – più diffuso nel mondo, tradotto in 39 lingue e venduto in 50 milioni di copie. L’ultima edizione, al pari delle precedenti, registrava alcuni cambiamenti a seguito delle più recenti ricerche scientifiche e delle esperienze pediatriche. A proposito dell’alimentazione sentite cosa consigliava il Dr. Spock. Riporto qui di seguito, traducendoli dall’edizione americana (Dr.Spock’s Baby and Child Care, Pocket Books, New York, 19987ed), alcuni brani: “Per i bambini una dieta a base di vegetali è generalmente più salutare di una dieta che contenga colesterolo, grassi animali ed eccessive proteine che si trovano nella carne e nei latticini. Tuttavia una dieta vegetariana non deve essere povera di calorie. Le calorie debbono provenire da un’ampia varietà di vegetali a foglia verde, frutta, cereali integrali, fagioli e altri legumi. Gli studi hanno mostrato che una dieta vegetariana ben bilanciata offre molti vantaggi e non interferisce con la crescita e lo sviluppo del bambino.” (.: pag. 342). Il testo prosegue con specifiche indicazioni dietetiche relative alle fonti vegetali di vitamine, proteine, calcio, minerali (in particolare ferro), fibre, ecc. e riguarda sia i neonati che i bambini da un anno in poi. Anche a proposito del latte, generalmente considerato indispensabile, il Dr. Spock scrive: “Eravamo abituati pensare che il latte vaccino fosse un alimento quasi perfetto. Tuttavia, ormai da molti anni, i ricercatori hanno fornito informazioni che hanno indotto molti di noi a cambiare opinione. Questo ha provocato un sacco di comprensibili controversie, ma io sono giunto a ritenere che il latte non è necessario per i bambini. In primo luogo ciò deriva dal fatto che il grasso del latte vaccino non è il tipo di grasso (“acidi grassi essenziali”) di cui c’è bisogno per lo sviluppo del cervello. Al contrario, il grasso del latte è troppo ricco di grassi saturi che provocano il blocco delle arterie. Ancora, il latte vaccino può rendere più difficile per un bambino il mantenimento di un equilibrio del ferro. Il latte infatti è estremamente povero di ferro ed abbassa la capacità di assorbire ferro. Può anche causare piccole perdite di sangue nel tratto digestivo che danno luogo a perdita di ferro. Le proteine nel latte vaccino sono causa occasionale di coliche negli infanti. Attualmente i ricercatori stanno studiando il legame tra proteine del latte e predisposizione al diabete dei bambini, anche se attualmente questa relazione appare incerta (…) Il latte presenta inoltre tracce di antibiotici, estrogeni ed altre sostanze di cui certamente il bambino non ha bisogno” (p.346). “Eravamo abituati a raccomandare carne, pollame e pesce per i bambini perché sono ricchi in proteine e ferro. Tuttavia adesso sappiamo che vi sono effetti dannosi nella dieta di carne, in particolare mutamenti nelle arterie e problemi di peso, e che questi cambiamenti iniziano dall’infanzia. Quando i bambini sviluppano un gusto per la carne e davvero difficile poi interrompere questa abitudine. Emerge che i bambini possono assumere una gran quantità di proteine e ferro da vegetali, legumi ed altre piante in modo da evitare i grassi ed il colesterolo che sono nei prodotti animali. I bambini piccoli effettivamente hanno bisogno di qualche grasso in più nella dieta di quanto ne avranno bisogno in seguito, ma questo non dovrebbe comunque essere grasso animale. I grassi essenziali utilizzati per la crescita e lo sviluppo cerebrale vengono da oli vegetali. I pasti a base di vegetali sono inoltre più esenti da batteri, come la salmonella e l’E. coli, che sono invece comuni nella carne e nel pollame…” (p.347) Un abbraccio a tutti Osvaldo Osvaldo Pieroni Presidente corsi di Laurea in DES Scienze Sociali per lo sviluppo la Cooperazione e la Pace Università della Calabria 87036 Arcavacata di Rende 0984 492565 ------------------------------------------------- This mail sent through IMP: http://horde.org/imp/
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