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R: R: quali princìpi?
- Subject: R: R: quali princìpi?
- From: "Gianluca Miano" <gianluca.miano at piccolopopolo.org>
- Date: Thu, 3 Feb 2005 22:17:54 +0100
- Organization: Ass.ne "Il Piccolo Popolo"
Caro Giorgio, cari tutti, Il fatto che esistono animali che hanno elaborato tecniche di "preparazione" del cibo non vuole dire nulla di per se, non hanno alternative. L'uomo, in special modo l'uomo occidentale, l'uomo del XXI secolo le alternative le ha, e questa è una bella differenza. Non so perché ma il dibattito si sposta sempre, come sempre succede, sul "siamo carnivori oppure no?" Ma qui, per quello che mi interessava qui discutere, l'accento che ho sempre cercato di porre era quello relativo al consumo critico (e responsabile). E come sempre mi trovo a rispondere sull'essere o meno carnivori, sul karma della lattuga, sulla sofferenza delle carote ecc ecc... L'industria della carne ha creato squilibri di portata tale che persino la stessa industria del petrolio gli è seconda, questo è il punto. Gli allevamenti intensivi e l'agricoltura intensiva ad essi destinata consumano più acqua di quanta non ne consumi tutta l'indistria siderurgica. Le terre attualmente coltivate sarebbero sufficienti per sfamare tutta la popolazione mondiale e ne avanzerebbe, senza doverne rubare altre (deforestazione). In occidente si muore di malattie della civilizzazione (cancro al colo e alla mammella, colesterolemia, ictus, malattie cardiache) direttamente legate al consumo della carne mentre oltre un miliardo di persone sul pianeta sta morendo di fame. E in più c'e' il risvolto etico e morale... Poco importa, almeno in questa chiave di lettura, che l'uomo sia o meno carnivoro, siamo riusciti ad arrivare sulla luna e su marte e non siamo capaci di risolvere questo "piccolo problema"? Se poi a non volerlo risolvere siano i business man, le multinazionali, i guerrafondai, le lobbyes dei cacciatori ecc ecc mi sembra normale, ma se la "lotta" debba esserci anche tra i consumatori critici la cosa mi sembra quanto meno strana, o perlomeno mi da molto da pensare. Insomma, saper rinunciare a quell'arrosto cosi' buono, a quel salamino sfizioso, a quella costata succulenta per salvare GAIA ed i suoi abitanti, umani e non umani mi sembra un traguardo di enorme valore, specie se accoppiato al cambiare detersivo, al non usare l'automobile, al comprare in una bottega solidale piuttosto che da Auchan e quant'altro... Su questo volevo porre l'accento qui, non ho bisogno di farlo certamente sulle liste vegan o vegetariane, mi sembra logico. Qui perché raramente mi è successo di sentire anche solo un minimo accenno a queste problematiche nelle conferenze, sulle pubblicazioni, sui libri in cui si parla di consumo critico, e posso contare sulle dita di una mano le volte in cui è successo, e questa mi sembra una mancanza davvero molto molto grave. Probabilmente passo per sovversivo o estremista, e forse lo sono, me ne rendo conto, ma come diceva Marguerite Yourcenar: "Gli animali hanno propri diritti e dignità come te stesso. E' un ammonimento che suona quasi sovversivo. Facciamoci allora sovversivi: contro ignoranza, indifferenza, crudeltà." Saluti Gianluca ********************** "Il Piccolo Popolo" Associazione Culturale Non-Profit Per un mondo CRUELTY-FREE www.piccolopopolo.org info at piccolopopolo.org ********************** _____ avast! Antivirus <http://www.avast.com> : In partenza messaggio pulito. Virus Database (VPS): 0505-1, 02/02/2005 Controllato il: 03/02/2005 22.17.53 avast! is copyright (c) 2000-2003 ALWIL Software.
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- Re: R: quali princìpi?
- From: Giorgio <gioyann at aruba.it>
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