R: R: quali princìpi?



Caro Giorgio, cari tutti, 

Il fatto che esistono animali che hanno elaborato tecniche di "preparazione"
del cibo non vuole dire nulla di per se, non hanno alternative.

L'uomo, in special modo l'uomo occidentale, l'uomo del XXI secolo le
alternative le ha, e questa è una bella differenza.

Non so perché ma il dibattito si sposta sempre, come sempre succede, sul
"siamo carnivori oppure no?" 

Ma qui, per quello che mi interessava qui discutere, l'accento che ho sempre
cercato di porre era quello relativo al consumo critico (e responsabile).

E come sempre mi trovo a rispondere sull'essere o meno carnivori, sul karma
della lattuga, sulla sofferenza delle carote ecc ecc...

L'industria della carne ha creato squilibri di portata tale che persino la
stessa industria del petrolio gli è seconda, questo è il punto.

Gli allevamenti intensivi e l'agricoltura intensiva ad essi destinata
consumano più acqua di quanta non ne consumi tutta l'indistria siderurgica.

Le terre attualmente coltivate sarebbero sufficienti per sfamare tutta la
popolazione mondiale e ne avanzerebbe, senza doverne rubare altre
(deforestazione).

In occidente si muore di malattie della civilizzazione (cancro al colo e
alla mammella, colesterolemia, ictus, malattie cardiache) direttamente
legate al consumo della carne mentre oltre un miliardo di persone sul
pianeta sta morendo di fame.

E in più c'e' il risvolto etico e morale... 

Poco importa, almeno in questa chiave di lettura, che l'uomo sia o meno
carnivoro, siamo riusciti ad arrivare sulla luna e su marte e non siamo
capaci di risolvere questo "piccolo problema"?

Se poi a non volerlo risolvere siano i business man, le multinazionali, i
guerrafondai, le lobbyes dei cacciatori ecc ecc mi sembra normale, ma se la
"lotta" debba esserci anche tra i consumatori critici la cosa mi sembra
quanto meno strana, o perlomeno mi da molto da pensare.

Insomma, saper rinunciare a quell'arrosto cosi' buono, a quel salamino
sfizioso, a quella costata succulenta per salvare GAIA ed i suoi abitanti,
umani e non umani mi sembra un traguardo di enorme valore, specie se
accoppiato al cambiare detersivo, al non usare l'automobile, al comprare in
una bottega solidale piuttosto che da Auchan e quant'altro...

Su questo volevo porre l'accento qui, non ho bisogno di farlo certamente
sulle liste vegan o vegetariane, mi sembra logico.

Qui perché raramente mi è successo di sentire anche solo un minimo accenno a
queste problematiche nelle conferenze, sulle pubblicazioni, sui libri in cui
si parla di consumo critico, e posso contare sulle dita di una mano le volte
in cui è successo, e questa mi sembra una mancanza davvero molto molto
grave.

Probabilmente passo per sovversivo o estremista, e forse lo sono, me ne
rendo conto, ma come diceva Marguerite Yourcenar:

"Gli animali hanno propri diritti e dignità come te stesso. 
E' un ammonimento che suona quasi sovversivo. 
Facciamoci allora sovversivi: contro ignoranza, indifferenza, crudeltà." 


Saluti 


Gianluca 


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