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Re: quali princìpi?
- Subject: Re: quali princìpi?
- From: Giorgio <gioyann at aruba.it>
- Date: Thu, 03 Feb 2005 12:04:21 +0100
- Organization: Facolta' di Medicina Veterinaria - Universita' di Pisa - AGG.2003 - Toscana - Italy
Riprendo, e faccio mie, le ultime parole di Luca Bigolin riguardo la "difficoltà di discussione": discutere porta fatica e "spreco" (ma io non lo chiamerei così) di energie e sinceramente mi sembra uno scotto necessario da pagare, a meno che non si prediligano esclusivamente sermoni fatti dall'altare e senza contraddittorio. Sono stato soprattutto ferito dalle parole amare di Gianluca riguardo le "persone che deridono" e mi sono sentito chiamato in causa: sono convinto che nessuno potrà mai notare derisione nelle parole che ho scritto in questi giorni. Rispondo alle parole di Antonella, citando una sua risposta alle mie parole: " Non trovo quindi spregevole uccidere un animale per cibarmi di esso, fosse anche perchè trovo gustosa la sua carne. Rispetto la tua scelta ma la motivazione mi sembra un pò... inconsistente!!! E le donne che non ci stanno, le violenti?" Ragazzi, non prendiamo alla lettere le parole !! Il mio era un esempio per evidenziare che non trovo mancanza di eticità nell'uccidere animali per cibarsene, proprio perchè sono io stesso un animale e seguo istinti e passioni. Se una donna non ci stà NON la violento, ovvio, perchè il possederla non ne và della mia vita (a meno che non rimanga solo con lei sulla faccia della terra: forse in quel caso la voglia di conservare il mio DNA prevarrebbe sul rifiuto, negli altri casi c'è sempre la mano che può dare una mano :P ) e non mi darebbe soddisfazione. La morte di un animale spesso invece "và della mia vita". D'altra parte uccideremmo lo stesso gli animali se fossimo tutti vegetariani: abbiamo bisogno di spazi e di difendere il nostro territorio: se degli uccelli venissero a mangiarci il grano appena seminato e non si terrorizzassero per gli spaventapasseri li uccideremmo, se mandrie di buoi lasciati liberi di pascolare si moltiplicassero indefinitamente e facessero tabula rasa dei prati o delle nostre coltivazioni dovremmo ucciderli (oppure morirebbero di fame e stenti una volta finite le risorse: anche quelle non sarebbero proteine "sprecate", per riprendere i concetti di Gianluca ??), se mandrie di cinghiali ci sterminassero il raccolto di patate o radici perchè liberi di moltiplicarsi li faremmo fuori. Perchè questo ?? Perchè noi siamo vittima dello stesso equilibrio che regola TUTTI gli animali: o noi, o loro. L'equilibrio naturale prevede la competizione fra animali per il cibo e questa competizione sfocia INEVITABILMENTE con la morte di un individuo, prima o poi, perchè non sarebbe possibile dividere sempre tutto (sempre parlando di risorse in un territorio). C'è differenza fra quelle morti e quelle provocate dal macello ?? Alla fine l'animale muore e soffrendo, quindi cambia solo la mano di chi lo uccide. E' il solito concetto delle volpi e delle lepri: - le lepri aumentano perchè la stagione è favorevole. - le volpi mangiano le lepri, e aumentano a loro volta di numero. - cominciano a diminuire le lepri a causa delle volpi troppo numerose. - le volpi diminuiscono per mancanza di cibo...... e così via. Quando l'allevamento intensivo non era ancora esistente si viveva in un equilibrio che prevedeva la morte di svariati animali. Come gli indiani d'America, che si cibavano di carne (e non credo che la principale causa delle loro morti fosse il tumore) vivendo in perfetta armonia tra i bisonti uccisi e la natura circostante. Ne avevano bisogno, era il loro alimento principale nonchè fonte di strumenti e vestiti. Come le tosature di una volta, che prevedevano la tosatura d'estate e i pastori tenevano al fatto che gli animali non morissero (soprattutto perchè era un danno economico). Il latte veniva munto e le vacche o le pecore o le capre non soffrivano. Niente di a-morale in tutto questo. L'amoralità sta nel come gli animali vengono trattati negli allevamenti, nel come vengono fatti soffrire sull'altare della "produzione massiccia", sul fatto che non ci sia rispetto per le loro sofferenze. L'autoproduzione potrebbe essere una soluzione, ma difficilmente attuabile dati i ritmi della vita moderna: si dovrebbe rivoluzionare tutto, a partire dal concetto del lavoro e del commercio. Ma a livello globale credo che sia più auspicabile l'introduzione del concetto di eticità sia negli allevamenti che nelle grandi produzioni di vegetali, soprattutto far si che non esistano "grandi produzioni" (indissolubilmente legati alla trascuratezza dell'eco-sostenibilità) ma "molte piccole produzioni", cosa che distribuirebbe anche meglio la ricchezza. Molti progetti sono in atto a livello europeo riguardo il benessere animale negli allevamenti, e molto è stato letteralmente rivoluzionato rispetto a come erano gli allevamenti negli anni '80 o primi '90. Soprattutto molti consumatori stanno finalmente prendendo a cuore l'argomento e sempre più allevamenti cercano di abbandonare la stabulazione fissa per una più "ruspante", metodi di trasporto più regolamentati rispetto lo spazio destinato a ciasun animale, nutrimenti ecc. ecc. C'è ancora moltissimo da cambiare, ancora tutto da rivoluzionare, ma penso che qualcosa si muova e spero di far carriera esattamente in questo campo. Un'ultima parola sulla natura onnivora/carnivora dell'uomo: uno degli argomenti portati avanti dai vegetariani è che l'uomo non è programmato per mangiare carne perchè non è in grado di mangiarne cruda. Non è esatto che non possiamo mangiarla cruda, bensì la digeriamo meglio se trattata e ci siamo evoluti in questo senso dato che era facile trattarla e cuocerla. L'organismo si adatta, tanto che chi beve latte regolarmente può digerirlo ogni volta che lo assume, chi smette per dei mesi poi non è più in grado di digerirlo perchè l'organismo smette di produrre gli enzimi necessari al metabolismo del lattosio e galattosio. D'altra parte quanti di noi mangiano verdura solo dopo averla cotta ?? In base a questo allora dovremmo dire che non siamo programmati per essere vegetariani ?? Non mi sognerei mai di dirlo !! Io non ho mai visto mangiare fagioli crudi o patate crude: chi riesce a digerirle ?? Le proteine si digeriscono e metabolizzano meglio cotte (o denaturate per i biologi), questo è un dato di fatto !! Ho provato a nutrirmi soprattutto di legumi per l'apporto proteico (faccio molto sport e faticoso...), ma, nonostante abbia uno stomaco in grado di digerire anche il ferro e un'ottima attività intestinale, la quantità di cibo vegetale che mi serve per non svenire mi rende pesante e gonfio tanto da farmi sentire a disagio in ogni situazione. Probabilmente è questione di abitudine, però come ho già esposto non credo che l'impatto dell'agricoltura faccia meno morti della zootecnia. Quindi ammetto di non essere sufficientemente motivato per una dieta vegetariana o vegana. Il fatto è che la popolazione consuma TROPPO cibo. Questo porta a produzioni intensive e sofferenze per la terra. Consumare criticamente, secondo me, è soprattutto consumare poco, usare l'acqua solo quando strettamente necessario (ci laviamo tutti i giorni: se ci pensate bene anche quello è un uso criminoso di una risorsa, dato che a lavarci ogni 3 giorni nessuno di noi morirebbe !!!), energia elettrica solo se strettamente necessario (invece sono qui al Pc a scrivere una lunghissima mail che non mi farà vivere di più), carburanti il minimo indispensabile e preferibilmente puliti (quanti di voi hanno un impianto a metano sulla propria auto, che inquina il 90% in meno di benzina e gasolio ?? Se volete un consiglio su come fare scrivetemi su gioyann at yahoo.it) ecc. ecc. ecc. Scusate la lunghezza di questa ennesima, noiosa e forse inutile mail........ Giorgio Luca Bigolin wrote: Rispondo solo alla prima parte visto che riguarda una mia frase che non pensavo destasse molti problemi. |
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