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Tornando su Altragricotura e per rimanere in tema di consumo
- Subject: Tornando su Altragricotura e per rimanere in tema di consumo
- From: Marco Trotta <matro at bbs.olografix.org>
- Date: Wed, 26 Jan 2005 17:18:22 +0100
Salve a tutt*, viviana, Mercoledì, 26 gennaio 2005 ore 09:29:13 +0100 ha scritto a tutt* in "Re: vi chiedo un parere su Altragricotura" >Ma non ho mai capito la regola per cui, iscrivendosi a un sito, si deve >ricevere forzosamente posta da un altro. >Ognuno dovrebbe essere libero di scegliere cosa ricevere, no? altrimenti >diventa posta indesiderata, cioe' spamming. >Non si puo' regolare meglio questa questione? Pensavo di essere stato chiaro, ma evidentemente serve qualche altra considerazione. Proviamo con una FAQ (una serie di domande e risposte) 1) Altragrioltura è iscritta in lista? Altragricoltura non è iscritta in questa lista. Altragricoltura manda una newslettere a cadenza periodica (mediamente un messaggio al giorno) ad una serie di contatti via mail 2) E allora perché passa in questa lista? Perché i messaggi vengono girati in lista dal sottoscritto. E' vero, questo non si vede perché il mittente è quello di Altragricoltura e c'è un accorgimento tecnico dietro, ma questo spiega perché - ad esempio - scrivendo ad Altragricoltura chiedendo di cancellarsi loro non sapevano che fare ed ovviamente non succedeva nulla, non si veniva disiscritti. 3) Sì, ma così si intasa la lista e poi quelle mail passano anche su altre liste. A parte il fatto che stiamo parlando di messaggi in tema con questa lista. E' sicuramente vero che aumenta il traffico, ma tutto sommato in termini accettabili essendo in media un messaggio al giorno. E' anche probabile che passano su altre liste, ma nella lista consumo critico c'è un vantaggio 4) Ok, il vantaggio qual'è? Che la lista consumo critico di Peacelink ha un archivio aperto e consultabile dal web (http://lists.peacelink.it/consumocritico/maillist.html) che viene indicizzato dai motori di ricerca. Cosa significa? Significa che i motori di ricerca possono accedere, trovare i testi e farli risultare nelle ricerche. Insomma tutto quello che passa qui può essere trovato con un sito tipo google e non è una cosa da poco se stiamo parlando di notizie poco diffuse. Questo con le altre liste non succede perché - ad esempio - se sono quelle gratuite di Yahoo o Domeus, ecc. - per una serie di motivi bieacemente commerciali - queste cose sono tecnicamente impedite. A Peacelink no. 5) Va bene, ma non si potrebbe fare un sunto e spedire solo gli indirizzi dove andarsi a leggere il resto? Certo e qui c'è un ragionamento di consumo etico da fare che forse fa rientrare tutta questa discussione nell'argomento della lista. Perché è evidente che dal punto di vista del consumo - e il consumo di servizi e prodotti tecnologici è uno dei temi centrali e poco esplorati per il cambiamento di questa società - è meglio avere degli indici di ricerca piuttosto che ricevere tutte le mail moltiplicando le risorse per l'invio (del server di peacelink che veicola più mail da questa lista) e quelle per la ricezione (di chi scarica la posta, le persone iscritte). Uno spreso, tecnicamente, al quale aggiungere quello del tempo di selezione dei messaggi desiderati. Ma è anche vero che: 1) a questo servono le policy, per indicare ciò che è in tema con la lista e ciò che non è (una mediazione tra la libertà d'espressione ed il diritto a ricevere sulla posta solo ciò che è in tema). E le mail di Altragricoltuza sono evidentemente in tema 2) per avere un servizio organizzato con degli indici serve materialmente un gruppo di persone che prende queste notizie e le mette sul web. L'appello qui è stato fatto da Nicoletta (http://lists.peacelink.it/consumocritico/msg02244.html) In più inviterei anche a valutare un altro aspetto, sempre di consumo critico. Poter leggere le notizie sul web, scegliendole, invece che riceverle dalla lista tutte, ha un costo molto differente a seconda di quale tipo di accesso si ha a internet (connessione col telefono o ADSL, piuttosto che utilizzo dall'ufficio) o di quale grado di confidenza col mezzo si ha. Tutto questo è stato speigato nell'ultima ricerca del Censis che spiega perché la maggioranza degli italiani ha un utilizzo della rete che riguarda soprattutto (e spesso solamente) la posta elettronica. Per una serie di ragioni che vanno dal gap tecnologico ai costi di connessione. Ne consegue che - verosimilmente - per la maggioranza delle persone iscritte qui è un assetto tutto sommato accettabile. Vi va bene se affrontiamo una possibile soluzione a partire da questi punti? MT -- "C'è soltanto una guerra che può permettersi il genere umano: la guerra contro la propria estinzione" (Isac Asimov)
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- From: Nicoletta Landi <nicoletta at peacelink.org>
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