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Mio messaggio del 14 ottobre.
- Subject: Mio messaggio del 14 ottobre.
- From: Tiziana Noce e Luigi Piccioni <t.noce@humnet.unipi.it>
- Date: Sun, 26 Oct 2003 18:19:56 +0100
Title: Mio messaggio del 14 ottobre.
Gentilissimo Dottor Bagni,
in data 14 novembre Le ho inviato un messaggio riguardo alla
questione della trasparenza dei prodotti a marchio Coop.
Visto che Lei si era preoccupato di rispondere ad altri messaggi
in argomento, ero certo di ricevere un segno di riscontro e una
risposta alle numerose questioni da me sollevate, credo in modo non
impertinente.
Siccome nulla di tutto ciò è avvenuto, e siccome ciò può
dipendere soltanto da una svista, mi permetto di riproporLe il testo
del mio messaggio nella sua integrità. Ancora una volta certo che
Lei vorrà intavolare un confronto costruttivo sull'argomento, che
tanto a cuore sta a migliaia di persone impegnate e, soprattutto, a
tantissimi soci Coop, con molta probabilità proprio quelli più
motivati eticamente e più sensibili alla "missione" cui
la Coop mostra di dare tanta importanza.
Suo
Luigi Piccioni
Pisa
***************************
Gentile Dottor Bagni,
sto seguendo con estrema attenzione il dibattito
sull'eliminazione da parte vostra di ogni riferimento ai produttori
degli articoli a marchio Coop.
Trovo anch'io, sia nella mia veste di consumatore critico che in
quella di antico socio Coop, che si tratta di un grave passo indietro
rispetto alle buone pratiche di trasparenza invalse sino a questo
momento in Coop.
Trovo pure, e in questo senso consento pienamente con Francesco
Gesualdi, che questo gesto, invece di migliorare la presa di
responsabilità della Coop stessa, priva consumatori e soci di un
importantissimo strumento di giudizio autonomo sulle pratiche
commerciali della Coop.
Utilizzando una terminologia che Lei conoscerà sicuramente
bene direi che "oscurando" i vostri fornitori diminuite
drasticamente la vostra accountability. E di conseguenza il vostro
stesso senso di responsabilità.
Riguardo alla certificazione SA8000 mi permetta di farle notare
che essa è per me e per molti altri misura del tutto insufficiente,
per due motivi.
Il primo motivo è che il fornitore di limita a sottoscrivere
un impegno, quindi ad autocertificarsi. La Coop infatti, stando a
quanto Lei scrive, non effettua alcun tipo di controllo. Lei sa
benissimo come la pratica dell'autocertificazione in campo etico è
largamente osteggiata da tutto l'associazionismo delmondo nel campo i
diritti civili, umani e del lavoro oltre che da quello ambientale e
sa anche che su questo c'è una lunga e tenace battaglia a livello
di organismi internazionali e di opinione pubblica. Un conto è
firmare una dichiarazione di buoni intenti, un conto è sottoporsi a
controlli stringenti.
Il secondo motivo, assai più importante, è che in questi
anni il consumo critico è venuto elaborando a livello
internazionale dei criteri di eticità e delle metodologie di
controllo piuttosto severe. Criteri e metodologie cui Coop ha sempre
tributato grande attenzione, come testimonia l'ampia collaborazione
(che ricordo bene personalmente) nella fase di raccolta dati e
realizzazione della "Guida al consumo critico" del Centro
Nuovo Modello di Sviluppo. Nessuno ha mai chiesto a Coop di togliere
dagli scaffali i prodotti delle imprese "incriminate"
(anche se la cosa sarebbe sicuramente auspicabile a livello di
principio) ma la scelta di dare un buon punteggio ai prodotti a
marchio Coop derivava dalla certezza che essi costituivano
un'alternativa trasparente e pulita (nella grandissima parte dei
casi) ai prodotti di imprese (soprattutto multinazionali) sicuramente
protagoniste di atti e comportamenti non etici. Nel momento in cui la
Coop "oscura" la provenienza dei propri prodotti e mette
tra i propri fornitori imprese non-etiche cade qualsiasi certezza di
eticità del prodotto a marchio Coop. Di qui non si scappa, e bene
ha certamente fatto Francesco Gesualdi scrivendole a ventilare la
possibilità di iniziative concrete per denunciare pubblicamente
l'incipiente perdita di affidabilità etica dei prodotti a marchio
Coop.
Io personalmente sono un grande consumatore di prodotti a
marchio Coop, dai dentifrici alla carta igienica, dai biscotti alla
frutta. Non vorrei perdere anche questo punto di riferimento. Sarebbe
un danno grave, anche a livello materiale.
Mi preoccupa non poco, infine, la chiusura della Sua
lettera:
"Nel caso in oggetto la
nostra intenzione non era quella di nascondere
qualcosa; bensì di chiarire ancora
di più che il prodotto è di Coop e
contiene tutti i valori fondanti la Cooperazione di Consumatori.
Rispetto comunque tutti coloro che, come Lei,
attivano azioni di critica
costruttiva a dimostrazione
della vicinanza ai nostri
valori e
contribuiscono a darci la forza di fare scelte coraggiose".
Un ribadito riconoscimento morale cui non fa tuttavia riscontro
alcuna presa di responsabilità diretta, nessun atto concreto salvo
un derisorio (mi permetta) invito a chiamare il Servizio Ascolto. Una
sorta di "comunque noi tiriamo avanti lo stesso" che sta
diventando uno slogan e una pratica fastidiosi e antidemocratici
sempre più diffusi in politica e che mi addolorerebbe vedere
diffondersi anche all'interno della Coop.
Da consumatore critico e da Socio Coop Le chiedo quindi di
prendere in seria e concreta considerazione le richieste del
Centro Nuovo Modello di Sviluppo e di dare tempestivamente
informazione pubblica dei provvedimenti presi. Credo che anche a
livello commerciale Coop abbia solo da guadagnare, e assolutamente
nulla da perdere, al ritorno alle vecchie pratiche di
trasparenza.
Per quanto mi riguarda, e per dare più precisamente il senso
della coerenza e della determinazione con la quale le sto facendo
questa richiesta, mi sento in dovere di farLe sapere che sto rendendo
pubblica questa mia lettera e ho intenzione di farla ampiamente
circolare nei prossimi giorni.
Suo
Prof. Luigi Piccioni
Pisa
Socio Unicoop Firenze 571782