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Re: INTERNET GRATIS CON LILLIPUT
> questo di seguiro e' il msg che ho inviato direttamente a lillinet.
> attendo risposta
>paolo trezzi
ciao paolo, non so se lorenzo ti ha risposto gia'.
pero' mi preme dirti a che punto siamo arrivati con l'analisi di queste tue
domande.
premetto che quasi tutto cio' che segue l'ho gia' scritto abbondantemente
nella lista dei Bilanci di Giustizia, sperando anche in quell'ambito di
raccogliere dubbi e domande per proseguire al meglio.
Ti scrivo il mio punto di vista che Lorenzo, ideatore e promotore di Lillinet,
correggera' se incompleto.
Lillinet fu proposta con lo scopo di fare autofinanziamento per la Rete di
Lilliput. Poi si allargo' alla consapevolezza del gruppo di acquisto,
relativo anche alla connessione telefonica, della buchetta di posta, e poi
via via di molti servizi informatici.
La speranza era ed e' la seguente: raccogliere un gruppo di acquisto tale da
potersi redirigere verso altri provider telefonici, e chiedere alcune
condizioni, al fine di diventare gruppo di acquisto solidale: quali?
questo e' un dibattito che si e' appena aperto e che vede gia' altri ambienti
come alcatraz in italia porsi domande analoghe.
noi non siamo ancora giunti ad avere una risposta ne' siamo riusciti ad
indagare il mercato telefonico, al punto gia' da poter dire: "cari 450 utenti
che vi siete finora iscritti, a gennaio migreremo su XXX perche' lo riteniamo
valido sotto alcuni punti di vista, con l'intenzione di chiedergli
trasparenza di contratti, conoscenza del suo ramo d'impresa e delle sue
banche di riferimento, ecc."
pero' le domande stanno cominciando a girare. abbiamo solo bisogno di tempo e
risorse.
poiche' il primo passo era quello di fare finanziamento ed il secondo era
quello di sensibilizzare sull'idea del gruppo di acquisto, siamo ancora fermi
ai primi due passi.
naturalmente, dato che internet come tutti i servizi e' un bene e non puo'
vivere a lungo gratis, la cosa cade a fagiolo mentre Libero sta tirando i
remi in barca (obbligando ad essere pagato per la casella mail).
In questi casi, come tutte le situazioni in cui si dipende dai fornitori
monopolisti, perche' si e' soli, si dovrebbe accettare le condizioni che il
mercato ti impone.
Ma forse se siamo un gruppo, potremo chiedere almeno trasparenza per cio' che
paghiamo.
il nostro fine e' mirare ad un punto appartenente al commercio equo, in cui
non c'e' nulla di gratis (Il titolo della mail e dell'articolo di
AltrEconomia ci disturba fortemente, perche' e deviante, e indesiderato):
nel comercio equo e' (o dovrebbe essere) pero' chiaro come viene ripartito il
prezzo dal produttore al consumatore, con tutto cio' che ci sta in mezzo.
Siamo alla fine di ottobre e siamo in 3: dobbiamo stabilizzare un procedimento
ancora manuale che porta oramai 50 iscrizioni al giorno, e numerosi problemi
tecnici e domande a cui rispondere.
a breve, anche la segreteria e l'ufficio stampa della rete di lilliput, ci
aiuteranno per quanto riguarda il rapporto con coloro che scrivono e
chiedono, e per un lancio come si deve.
l'obbiettivo e' di raggiungere il 10 novembre con un meccanismo assestato tale
da consentirci di avere quasi tutto automatico.
solo successivamente potremo permetterci di ragionare bene cosa potra' fare
questo gruppo di acquisto, e a quali provider potra' rivolgersi.
a tal fine servira', come forse in molte ricerche del genere:
1- la definizione di quali parametri andiamo a cercare e cosa potremo andare
ad imporre ad un provider, quando saremo 5000
2- una ricerca accurata sui provider attualmente disponibili
3- un punto di coordinamento di tali informazioni
caro paolo, visto che hai un buon centro di documentazione e che sei ben
informato, hai voglia di unirti?
infine, la mia visione di speranza.
ho la sensazione che qui si stia muovendo un'altra onda, non dico come quella
delle bandiere di pace, ma simile: vi sono alcuni segnali che mi ricordano
l'inizio di quella campagna che parti' proprio un anno fa.
se il movimento su alcune cose si muove unito, i numeri sono tanti.
a firenze, il 9 novembre dell'anno scorso, vi era un milione di persone.
il consumo critico e' la biscia che si sta infilando sempre di piu', e la
coscienza sul modo di consumare sta passando, sta penetrando.
e finalmente, passaggio importante, sta uscendo dalla sfera del commercio
equo, per entrare nei servizi.
siamo un popolo industrializzato e tecnologico. non possiamo prescinderne.
infine, il movimento poggia molte sue basi su internet, deve riappropriarsi
dei server di mail, delle linee, e costituire anche sul digitale una
modalita' di riappropriazione. indymedia fa scuola da tempo.
sento l'onda che sale perche' scorro rapidamente i nomi di chi si iscrive, e
vedo persone che ho conosciuto in tutt'italia, in ambiti diversi, ma di varia
sensibilita'.
e di nuovo, come fu per le bandiere, mi colpisce e mi emoziona vedere la gente
che si raduna, inconsapevole, insieme a tante altre.
sono, siamo vicini, e la corrente ci sta portando tutti verso scelte analoghe.
forse, sempre come fu per le bandiere, potremo fare su peacelink un database
dove la gente scrive due righe, e segnala perche' sta passando a lillinet,
cosa spera, cosa teme.
un database in cui raccogliere le adesioni per coloro che Vogliono essere
tenuti al corrente di iniziative di consumo critico.
perche' non basta sapere.
non basta sapere di essere in tanti.
non basta sapere che il numero cresce.
conoscere qualcosa degli uomini e delle donne che stanno Cambiando e' una
musica.
e' la musica che alimenta il movimento per trasformarlo in danza
un abbraccio
nicoletta