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Re: INTERNET GRATIS CON LILLIPUT



Cara Nicoletta,
ho avuto modo di apprezzare il tuo lavoro e la tua bontà nel cogliere gli
aspetti positivi di un percorso durante il corso di fine agosto
al CNMS, doti che ti invidio.

Il mio msg a lillinet sul suo percorso putroppo non partivano da questa
positività
il tuo msg di illustrazione del progetto mi è sembrato chiaro e, almeno in
parte condivisibile,
trovo difficoltoso, ma questo lo sai, considerare queste scelte di "rottura"
coem reali cambiamenti.

mi spiego, o almeno ci provo.
se è un modo per raccogliere denaro per lilliput, va bene ma non va bene.
io credo che debbano essere trovate risorse dai nodi con coinvolgimento
della base.
Prendere soldi da aziende che non si conosce cosa fanno o se si conosce
tanto peggio, non va bene. a presciendere.

L'esempio dei fondi etici della banca etica l'ho già fatto in più di un
occasione e quando vedo telecom come società scelta per le azioni resto
perplesso.
a questo punto però al posto di atlanet era più logico aderire ad offerte
telecom tim per i provider, si aveva il vialibera da Ethibel e BE

credo che forse fosse più logico valutare quali fossero le adesioni ad un
possibile futuro provider "etico" con una preadesione a tutti i lillipuziani
e poi
con questi 5000 o 10000 andare da uno di questi e dire quello che si voleva.

le domande che tu poni
1) quali parametri chiedere
2) quali provider ci sono?

sono importanti
io posso rispondere coem tanti alla prima
credo pochi possano rispondere alla seconda se si sceglie provider
socialmente sostenibili.

un gruppo di acquisto è importante condivido con te
trovare un provider equo e solidale mi sembra improbaile ed io credo che non
ci possa essere un provider
un po' equo e solidale. o lo si è o non lo si è.

ma sai Nicoletta alla fine io sono bravo a criticare a proporre valgo poco
quindi scusami
se continuo a  capire poco questa scelta di lillinet

un abbraccio

paolo
centro Khorakhané



----- Original Message -----
From: "Nicoletta Landi" <nicoletta@peacelink.org>
To: <consumocritico@peacelink.it>
Cc: "lore" <lorello@chiodofisso.org>; <sciarab@libero.it>;
<segreteria@retelilliput.org>
Sent: Sunday, October 26, 2003 12:11 AM
Subject: Re: INTERNET GRATIS CON LILLIPUT


> > questo di seguiro e' il msg che ho inviato direttamente a lillinet.
> > attendo risposta
> >paolo trezzi
>
> ciao paolo, non so se lorenzo ti ha risposto gia'.
> pero' mi preme dirti a che punto siamo arrivati con l'analisi di queste
tue
> domande.
> premetto che quasi tutto cio' che segue l'ho gia' scritto abbondantemente
> nella lista dei Bilanci di Giustizia, sperando anche in quell'ambito di
> raccogliere dubbi e domande per proseguire al meglio.
>
> Ti scrivo il mio punto di vista che Lorenzo, ideatore e promotore di
Lillinet,
> correggera' se incompleto.
>
> Lillinet fu proposta con lo scopo di fare autofinanziamento per la Rete di
> Lilliput. Poi si allargo' alla consapevolezza del gruppo di acquisto,
> relativo anche alla connessione telefonica, della buchetta di posta, e poi
> via via di molti servizi informatici.
> La speranza era ed e' la seguente: raccogliere un gruppo di acquisto tale
da
> potersi redirigere verso altri provider telefonici, e chiedere alcune
> condizioni, al fine di diventare gruppo di acquisto solidale: quali?
>
> questo e' un dibattito che si e' appena aperto e che vede gia' altri
ambienti
> come alcatraz in italia porsi domande analoghe.
>
> noi non siamo ancora giunti ad avere una risposta ne' siamo riusciti ad
> indagare il mercato telefonico, al punto gia' da poter dire: "cari 450
utenti
> che vi siete finora iscritti, a gennaio migreremo su XXX perche' lo
riteniamo
> valido sotto alcuni punti di vista, con l'intenzione di chiedergli
> trasparenza di contratti, conoscenza del suo ramo d'impresa e delle sue
> banche di riferimento, ecc."
>
> pero' le domande stanno cominciando a girare. abbiamo solo bisogno di
tempo e
> risorse.
>
> poiche' il primo passo era quello di fare finanziamento ed il secondo era
> quello di sensibilizzare sull'idea del gruppo di acquisto, siamo ancora
fermi
> ai primi due passi.
>
> naturalmente, dato che internet come tutti i servizi e' un bene e non puo'
> vivere a lungo gratis, la cosa cade a fagiolo mentre Libero sta tirando i
> remi in barca (obbligando ad essere pagato per la casella mail).
>
> In questi casi, come tutte le situazioni in cui si dipende dai fornitori
> monopolisti, perche' si e' soli, si dovrebbe accettare le condizioni che
il
> mercato ti impone.
>
> Ma forse se siamo un gruppo, potremo chiedere almeno trasparenza per cio'
che
> paghiamo.
> il nostro fine e' mirare ad un punto appartenente al commercio equo, in
cui
> non c'e' nulla di gratis (Il titolo della mail e dell'articolo di
> AltrEconomia ci disturba fortemente, perche' e deviante, e indesiderato):
> nel comercio equo e' (o dovrebbe essere) pero' chiaro come viene ripartito
il
> prezzo dal produttore al consumatore, con tutto cio' che ci sta in mezzo.
>
> Siamo alla fine di ottobre e siamo in 3: dobbiamo stabilizzare un
procedimento
> ancora manuale che porta oramai 50 iscrizioni al giorno, e numerosi
problemi
> tecnici e domande a cui rispondere.
>
> a breve, anche la segreteria e l'ufficio stampa della rete di lilliput, ci
> aiuteranno per quanto riguarda il rapporto con coloro che scrivono e
> chiedono, e per un lancio come si deve.
>
> l'obbiettivo e' di raggiungere il 10 novembre con un meccanismo assestato
tale
> da consentirci di avere quasi tutto automatico.
>
> solo successivamente potremo permetterci di ragionare bene cosa potra'
fare
> questo gruppo di acquisto, e a quali provider potra' rivolgersi.
>
> a tal fine servira', come forse in molte ricerche del genere:
> 1- la definizione di quali parametri andiamo a cercare e cosa potremo
andare
> ad imporre ad un provider, quando saremo 5000
> 2- una ricerca accurata sui provider attualmente disponibili
> 3- un punto di coordinamento di tali informazioni
>
> caro paolo, visto che hai un buon centro di documentazione e che sei ben
> informato, hai voglia di unirti?
>
> infine, la mia visione di speranza.
>
> ho la sensazione che qui si stia muovendo un'altra onda, non dico come
quella
> delle bandiere di pace, ma simile: vi sono alcuni segnali che mi ricordano
> l'inizio di quella campagna che parti' proprio un anno fa.
>
> se il movimento su alcune cose si muove unito, i numeri sono tanti.
>
> a firenze, il 9 novembre dell'anno scorso, vi era un milione di persone.
>
> il consumo critico e' la biscia che si sta infilando sempre di piu', e la
> coscienza sul modo di consumare sta passando, sta penetrando.
>
> e finalmente, passaggio importante, sta uscendo dalla sfera del commercio
> equo, per entrare nei servizi.
> siamo un popolo industrializzato e tecnologico. non possiamo prescinderne.
>
> infine, il movimento poggia molte sue basi su internet, deve
riappropriarsi
> dei server di mail, delle linee, e costituire anche sul digitale una
> modalita' di riappropriazione. indymedia fa scuola da tempo.
>
> sento l'onda che sale perche' scorro rapidamente i nomi di chi si iscrive,
e
> vedo persone che ho conosciuto in tutt'italia, in ambiti diversi, ma di
varia
> sensibilita'.
>
> e di nuovo, come fu per le bandiere, mi colpisce e mi emoziona vedere la
gente
> che si raduna, inconsapevole, insieme a tante altre.
> sono, siamo vicini, e la corrente ci sta portando tutti verso scelte
analoghe.
>
> forse, sempre come fu per le bandiere, potremo fare su peacelink un
database
> dove la gente scrive due righe, e segnala perche' sta passando a lillinet,
> cosa spera, cosa teme.
>
> un database in cui raccogliere le adesioni per coloro che Vogliono essere
> tenuti al corrente di iniziative di consumo critico.
>
> perche' non basta sapere.
> non basta sapere di essere in tanti.
> non basta sapere che il numero cresce.
>
> conoscere qualcosa degli uomini e delle donne che stanno Cambiando e' una
> musica.
> e' la musica che alimenta il movimento per trasformarlo in danza
>
> un abbraccio
>
> nicoletta
>
>
>
>