Re: Giovani musulmani in cerca di guide



la formazione degli Imam va fatta da enti riconosciuti, non è quindi lo stato a decidere come vengono formati, ma lo stato deve certificare che il loro insegnamento venga fatto pubblicamente in luoghi dove non vi siano zone di ombra.
Questo accade già in Germania e in molte altre nazioni europee.
Ovviamente lo stato non può interferire sugli insegnamenti religiosi ma può aprire dei luoghi pubblici (quindi in cui ci possa essere un controllo minimo) in cui chiedere standard di insegnamento di base che possano portare ad un islam aperto favorendo gli islamici moderati che sono la maggioranza ma che non hanno in proporzione spazio maggioritario nelle comunità e nelle moschee.
 
Ad esempio le scuole non statali cattoliche, o di enti privati, devono sottostare ai programmi di base dello stato integrando con materie ed approfondimenti che si ispirino ai valori di loro riferimento. Così potrebbe accadere nelle scuole di formazione per imam,
il problema dell'islam infatti è che non vi è una autorità suprema come fosse il Papa o il Dalai Lama e rispettive gerarchie, ma spesso in occidente le singole comunità si autgesticono . Nei paesi di origine invece le scuole coraniche sono pubbliche e controllate dagli stati.
 
Certo il limite tra libertà religiosa e diritto degli stati a prevenire abusi e molto labile.
 
Credo che lo stato non possa impedire ai predicatori islamici che la donna è inferiore all'uomo (libertà di parola), ma possa vietare di dire che è lecito picchiarla (apologia di reato: lesioni-percosse). Lo stato non può impedire a un predicatore islamico di dire che Israele è uno stato orribile o che gli Usa sono imperialisti (libertà di parola), ma può sanzionare chi dice che è lecito uccidere israeliani o picchiare un infedele (apologia di reato). Ovviamente si tratta di esempi: a scanso di equivoci: non tutti i musulmani pensano o fanno queste cose, ma ce ne sono e con un po' di buon senso e di controllo gli eccessi possono essere evitati.