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Sent: Friday, February 03, 2006 4:22
PM
Subject: Gli Usa denunciano il riarmo
cinese
Gli investimenti sarebbero il doppio o il triplo
di quelli dichiarati
MIRKO MOLTENI
L’amministrazione Bush non
sembra avere solo l’Iran nel mirino. Ieri infatti il governo americano ha
denunciato la Cina perché starebbe procedendo a un forte riarmo spendendo in
realtà molto più di quanto dichiarato. Il bilancio ufficiale del ministero
della difesa di Pechino si aggira sui 30 miliardi di dollari all’anno, ma
secondo gli americani la vera cifra ammonterebbe al doppio o al triplo. In
particolare, il sottosegretario alla difesa americano Ryan Henry, parlando al
Centro di studi strategici e internazionali di Washington, ha dichiarato che
l’America si dovrà presto impegnare in una serie di iniziative diplomatiche
per indurre la Cina a desistere dalla strada del riarmo. Henry ha specificato
che bisognerà convincere i Cinesi a non spendere in armi oltre ciò che è
necessario «per assicurare le loro reali necesità di sicurezza, senza andare
oltre».
La nuova politica verso Pechino sarà poi messa a
punto e presentata lunedì prossimo al Congresso tramite un rapporto incluso
nella Quadriennal Defence Review. È difficile dire se la Cina stia davvero
barando sulle cifre oppure no. Certo è che, dato il balletto dei cambi
valutari, gli armamenti andrebbero considerati per tipo e numero, anzichè in
dollari. Non è comunque un mistero che il Paese più popoloso del mondo stia
diventando sempre più forte. Un ruolo centrale è giocato dalla Russia di
Putin, che con le sue forniture intende rafforzare l’amico orientale. In tal
modo Mosca e Pechino stanno formando insieme un solido contrappeso alla
superpotenza americana. L’ultimo grande affare tra russi e cinesi è di un
mesetto fa. Il 29 dicembre 2005 i cantieri navali di San Pietroburgo hanno
consegnato alla flotta cinese il suo terzo incrociatore classe Sovremenniy, un
battello micidiale armato con missili antinave Raduga 3M-82 Moskit, capaci di
volare sul pelo delle onde a velocità supersonica (Mach 3) e di affondare con
facilità le portaerei USA. Le armi antinave sono le più temute dagli
americani, visto che il punto di forza degli Stati Uniti è la capacità di
controllare tutto il globo spedendo la loro flotta aeronavale di fronte alle
coste di quasi tutti i Paesi. Oltre a comprare sistemi russi, i cinesi si sono
anche costruiti un loro missile antinave, lo Yingji YJ-62, anch’esso
pericoloso per le portaerei in quanto sfreccia a mille km/h e a soli 10 metri
di quota sopra il mare. Poichè il più probabile scenario di uno scontro
USA-Cina è quello di una lotta aerea e marittima per il controllo di Taiwan,
il governo di Bush ha il forte sospetto che una grossa parte degli
investimenti di Pechino nelle forze armate venga spesa proprio in questo
settore. E’ facile immaginare l’enorme impatto militare e simbolico che
avrebbe l’eventuale affondamento di una portaerei USA, fatto mai accaduto dopo
il 1945. In effetti, le pur sofisticate difese della flotta USA potrebbero
facilmente essere soverchiate poichè simili missili, volando a bassissima
quota, sarebbero rilevati troppo tardi dai radar, oltre al fatto che se ne
lancerebbero in gran numero. Se una guerra regionale limitata è possibile, un
confronto nucleare appare assai remoto. Ciò non toglie però che agli Stati
Uniti suonino minacciose anche le nuove acquisizioni nel campo dei missili
atomici intercontinentali, o Icbm. Dal 2003 sono in servizio circa una
quindicina di nuovi razzi Dong-Feng 31, con gittata di 10.000 km. In mezzora
potrebbero raggiungere l’America direttamente dall’Asia, passando sopra
l’Oceano Artico e scaricando sopra gli Stati Uniti tre testate da 150 kilotoni
(10 volte Hiroshima) o una singola testata da 1 megatone. Lo scudo spaziale
non potrebbe fermarli.
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Sent: Friday, February 03, 2006 2:38
PM
Subject: Ansu News del
03/02/2006.