Gli Usa denunciano il riarmo cinese



Gli investimenti sarebbero il doppio o il triplo di quelli dichiarati

MIRKO MOLTENI

L’amministrazione Bush non sembra avere solo l’Iran nel mirino. Ieri infatti il governo americano ha denunciato la Cina perché starebbe procedendo a un forte riarmo spendendo in realtà molto più di quanto dichiarato. Il bilancio ufficiale del ministero della difesa di Pechino si aggira sui 30 miliardi di dollari all’anno, ma secondo gli americani la vera cifra ammonterebbe al doppio o al triplo. In particolare, il sottosegretario alla difesa americano Ryan Henry, parlando al Centro di studi strategici e internazionali di Washington, ha dichiarato che l’America si dovrà presto impegnare in una serie di iniziative diplomatiche per indurre la Cina a desistere dalla strada del riarmo. Henry ha specificato che bisognerà convincere i Cinesi a non spendere in armi oltre ciò che è necessario «per assicurare le loro reali necesità di sicurezza, senza andare oltre».
La nuova politica verso Pechino sarà poi messa a punto e presentata lunedì prossimo al Congresso tramite un rapporto incluso nella Quadriennal Defence Review. È difficile dire se la Cina stia davvero barando sulle cifre oppure no. Certo è che, dato il balletto dei cambi valutari, gli armamenti andrebbero considerati per tipo e numero, anzichè in dollari. Non è comunque un mistero che il Paese più popoloso del mondo stia diventando sempre più forte. Un ruolo centrale è giocato dalla Russia di Putin, che con le sue forniture intende rafforzare l’amico orientale. In tal modo Mosca e Pechino stanno formando insieme un solido contrappeso alla superpotenza americana. L’ultimo grande affare tra russi e cinesi è di un mesetto fa. Il 29 dicembre 2005 i cantieri navali di San Pietroburgo hanno consegnato alla flotta cinese il suo terzo incrociatore classe Sovremenniy, un battello micidiale armato con missili antinave Raduga 3M-82 Moskit, capaci di volare sul pelo delle onde a velocità supersonica (Mach 3) e di affondare con facilità le portaerei USA. Le armi antinave sono le più temute dagli americani, visto che il punto di forza degli Stati Uniti è la capacità di controllare tutto il globo spedendo la loro flotta aeronavale di fronte alle coste di quasi tutti i Paesi. Oltre a comprare sistemi russi, i cinesi si sono anche costruiti un loro missile antinave, lo Yingji YJ-62, anch’esso pericoloso per le portaerei in quanto sfreccia a mille km/h e a soli 10 metri di quota sopra il mare. Poichè il più probabile scenario di uno scontro USA-Cina è quello di una lotta aerea e marittima per il controllo di Taiwan, il governo di Bush ha il forte sospetto che una grossa parte degli investimenti di Pechino nelle forze armate venga spesa proprio in questo settore. E’ facile immaginare l’enorme impatto militare e simbolico che avrebbe l’eventuale affondamento di una portaerei USA, fatto mai accaduto dopo il 1945. In effetti, le pur sofisticate difese della flotta USA potrebbero facilmente essere soverchiate poichè simili missili, volando a bassissima quota, sarebbero rilevati troppo tardi dai radar, oltre al fatto che se ne lancerebbero in gran numero. Se una guerra regionale limitata è possibile, un confronto nucleare appare assai remoto. Ciò non toglie però che agli Stati Uniti suonino minacciose anche le nuove acquisizioni nel campo dei missili atomici intercontinentali, o Icbm. Dal 2003 sono in servizio circa una quindicina di nuovi razzi Dong-Feng 31, con gittata di 10.000 km. In mezzora potrebbero raggiungere l’America direttamente dall’Asia, passando sopra l’Oceano Artico e scaricando sopra gli Stati Uniti tre testate da 150 kilotoni (10 volte Hiroshima) o una singola testata da 1 megatone. Lo scudo spaziale non potrebbe fermarli.
 
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From: "Daniele Dellerba" <ogigia at email.it>
To: "1 Ufologia Libera" <ufologialibera at domeus.it>
Sent: Friday, February 03, 2006 2:38 PM
Subject: Ansu News del 03/02/2006.