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Re: emergenza Jugoslavia
- Subject: Re: emergenza Jugoslavia
- From: Francesco <franxe at katamail.com>
- Date: Fri, 30 Mar 2001 00:39:40 +0200
Scusate se intervengo, accedo spesso alla lista Jugoslavia in "sola lettura". Non per fare polemica, anzi personalmente mi piacerebbe capire meglio, tento di dare il mio contributo (ancorche' sporadico). Un saluto Francesco Paola Lucchesi wrote: [...] > ci sono dei portavoce ufficiali che non hanno mai parlato di Grande > Albania, e neppure di indipendenza della Macedonia occidentale, anzi, si > sono sgolati a negare di voler disfare la Macedonia. [...] > Trovami dove questi hanno detto che vogliono la grande Albania. > Pescami una dichiarazione, una sola, di qualche portavoce di NLA, UCK o > come diavolo vuoi chiamarlo, che sostenga di volere la Grande Albania [...] A questo proposito il manifesto - 23 marzo: " Ieri notte l'ambasciatore presso l'Onu Naste Calovski, ha dichiarato che l'obiettivo delle milizie albanesi è quello di occupare una parte della Macedonia e di annetterla al Kosovo se la provincia jugoslava otterrà l'indipendenza. "E' però una causa persa - ha detto Calovski - non c'è possibilità di cambiare i confini". Quasi in contraltare ha avuto larga eco a Skopje l'intervista rilasciata al quotidiano viennese Die Presse da un portavoce delle milizie dell'Uck che ha dichiarato che il loro obiettivo è "conquistare la capitale macedone Skopje perché diventi parte di un territorio a maggioranza albanese". " Non ho controllato se Die Presse ha un sito internet e se riporti l'intervista a tale "portavoce delle milizie dell'Uck". Comunque Tommaso Di Francesco, per quanto si possa non esser d'accordo con lui (cfr. Jugoinfo et al.) su certe prese di posizione, fatti come questi non se li inventa di certo. Allego l'articolo intero per lettura nel contesto ---------------------------- Il Manifesto 23 Marzo 2001 L'esercito macedone all'attacco Finita la tregua, si combatte. Nato e Ue si mostrano solidali con Skopje: pressioni sui kosovaro-albanesi T. D. F. - SKOPJE La tregua è finita, si combatte su tutto il fronte. Anche se fino a ieri mattina presto la città di Tetovo (per diversi giorni epicentro dello scontro armato fra polizia macedone e guerriglieri albanesi) sembrava calma, la ripresa dei combattimenti era nell'aria fin dalla sera prima, a dispetto dell'offerta di un cessate-il-fuoco in cambio di trattative avanzata dall'Uck. Mercoledì il segnale negativo era stato l'uccisione di un poliziotto a Skopje; ieri il segnale è venuto da due attacchi contro poliziotti nel villaggio di Kuceviste e in quello di Tabnovski, a pochi chilometri dalla capitale. A quel punto l'esercito macedone è entrato in azione, sferrando un attacco contro le postazioni delle milizie armate albanesi con uso di artiglieria pesante e mortai. Almeno tre colpi avrebbero centrato un gruppo di costruzioni sulla collina di Beltepe che sovrasta Tetovo. Richiesto di commentare l'offerta di tregua fatta il giorno prima dall'Uck, un portavoce del governo lasciave intendere che ormai la questione era in mano allo stato maggiore, dunque che la decisione di attaccare e distruggere i guerriglieri era stata presa. Si contano le prime vittime, due civili albanesi sono infatti rimasti uccisi presso lo stadio di Tetovo. Secondo testimoni oculari erano stati fermati su un'auto ad un posto di blocco della polizia; uno di essi - è la versione del comandante di polizia Rauf Ramadani, albanese - sarebbe sceso nell'atto di lanciare una granata contro gli agenti, che hanno reagito sparando e uccidendo entrambi. Ieri notte l'ambasciatore presso l'Onu Naste Calovski, ha dichiarato che l'obiettivo delle milizie albanesi è quello di occupare una parte della Macedonia e di annetterla al Kosovo se la provincia jugoslava otterrà l'indipendenza. "E' però una causa persa - ha detto Calovski - non c'è possibilità di cambiare i confini". Quasi in contraltare ha avuto larga eco a Skopje l'intervista rilasciata al quotidiano viennese Die Presse da un portavoce delle milizie dell'Uck che ha dichiarato che il loro obiettivo è "conquistare la capitale macedone Skopje perché diventi parte di un territorio a maggioranza albanese". In serata la notizia dell'offensiva contro le milizie albanesi è stata confermata dal portavoce del governo macedone, Antonin Milosovski. Una decina di granate "sono state lanciate contro la collina di Kale, presso Tetovo - ha detto il portavoce - le nostre forze armate ricorreranno a ogni mezzo a loro disposizione per neutralizzare ed eliminare i terroristi". Insomma, il governo fa sapere che la decisione politica di attaccare con l'esercito le milizie dell'Uck è stata presa e va considerata come "una risposta ai ripetuti attacchi contro le forze di sicurezza in queste ultime 24 ore". La Comunità internazionale corre intanto agli estremi ripari. Ieri la trojka europea era a Skopje, di ritorno anche - con chissà quale coda di paglia - Javier Solana che annuncia il suo "moderato ottimismo, perché la situazione sta migliorando e c'è la possibilità di risolvere il conflitto". Non è la prima volta che Solana venendo in Kosovo e in questa area e dichiara che la violenza sta terminando, deve avere problemi alla vista o troppa falsa coscienza per le gravi colpe quando era segretario della Nato. Più decisa la presa di posizione di Chris Patten, commissario europeo agli affari esteri, e rivolto esplicitamente a Pristina ha ricordato ai leader kosovaro-albanesi che se non prenderanno le distanze chiaramente dalle iniziative armate dell'Uck in Macedonia "non riceveranno più aiuti". Inoltre da ieri formalmente i generali della Nato hanno autorizzato le truppe ex nemiche di Belgrado ad entrare nella fascia di sicurezza che, non controllata mai dai militari dell'Alleanza atlantica, aveva finora permesso il libero accesso delle milizie armate albanesi.
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