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Re: Pace per il Congo
R.D CONGO : QUAND NOTRE DROIT A LA PAIX DEVIENT UN DEVOIR DE CONSTRUIRE LA
PAIX
1.Telle est ma première réaction à ce message. Telle est mon approche à la
situation quesont obligés de subir les populations des pays de l'Afrique
des Grands Lacs, spécialement le peuple congolais. Une prière est efficace
certes : un jeûne la rend plus opérationnelle par la méditation pour
découvrir les racines du mal dans ces Etats. Je m'associe dans la prière à
la souffrance de ces personnes tuées par la violence de la guerre ou qui
sont mortes par manque de médicaments ou de nourriture :1.7000.000 à l'Est
du Congo; ces millions de "personnes inoffensives" selon les rebelles
congolais du RCD et leurs alliés du Burundi, Ouganda et Rwanda.
Je présente mes CONDOLEANCES ATTRISTEES. Dans ce contexte, nous souhaitons
que les Evêques du Burundi et du Rwanda ait aussi le courage de demander à
leurs responsables politiques de se rétirer de la R.D. Congo.
2.Les rwandais, burundais et Ougandais ont droit à la paix comme les
Congolais. Mais comme l'a répété plusieurs fois les Organisations de la
Société Civile et les Eglises de la RD Congo, "nous rejettons l'usage des
armes comme moyens d'accéder au pouvoir." On ne pourra jamais résoudre les
conflits par les armes et contre la volonté manifestée d'un peuple. Nous
proposons la Non Violence Active pour la Réconciliation des personnes et des
peuples.
3. Les survivants du PEUPLE congolais doivent GAGNER la guerre en
construisant la Paix tout en exigeant que JUSTICE soit rendue et que
réparations des dommamges causés à toutes les populations congolaises soient
faites.
4. Pour une SOLIDARITE nationale et internationale : penser aux urgences
comme lessoins médicaux et la nourriture en faveur despopulations dans les
territoires occupés et détruits comme la ville de Kisangani ; informer
objectivement sur la situation au Congo et initier une pétition dans tous
les pays du monde entier pour demander la paix au Congo ; exiger le retait
immédiat et sans conditions préalables de toutes les troupes militaires
étrangères en commençant par les armées ou "forces non invitées" sur base
des Résolutions pertinentes du Conseil de Sécurité de l'ONU.
5. Respectons la dignité humaine par la "DEMOCRATIE" dans le domaine
politique, social, jurididique et économique en tant qu'une des aspirations
profondes clairement exprimées par la majorité des populations congolaises
qui veulent le retrait des troupes étrangères comme pouvant constituer la
base de la paix et du dévloppement de la R.D.Congo. Construire la paix,
c'est entre autre dire la VERITE. Heureux les artisans de paix, car
l'injuste guillotine les attend : cas de Feu Monseigneur Christophe
Munzihirwa de Bukavu. Nous en sommes en conscients, mais nous sommes
déterminés déterminés à agir. Agissons ensemble, dès maintenant.
----- Original Message -----
From: Coordinamento Pace per il Congo <africa.parma@libero.it>
To: <pck-africa@peacelink.it>
Sent: Thursday, June 29, 2000 11:14 AM
Subject: Pace per il Congo
> A tutti coloro cui sta a cuore la pace in Congo ex-Zaire
>
> Cari Amici,
>
> Aiutiamoci a ricordare
>
> Un milione e settecentomila morti in ventidue mesi di guerra
> Settantasettemila morti al mese
> Duemilaseicento morti al giorno
>
> il prezzo del ritardo in attesa della pace
>
> E' questa la denuncia che fa l'organizzazione non governativa statunitense
> International Rescue Committee (I.R.C.), in un comunicato dello scorso
> maggio, dopo indagini, valutando i morti per violenza e quelli per fame e
> assenza di cure conseguenti alla guerra . (...) Le donne e i bambini
> costituiscono il 47% delle morti violente che sono riferite. (...).
> L'I.R.C. richiama l'urgenza di aumentare l'assistenza umanitaria (...);
> dell'appoggio internazionale a una forza di pace dell'ONU nella R.D. del
> Congo; dell'immediato cessate il fuoco di tutte le parti in guerra e di un
> rinnovato impegno per risolvere il conflitto. Nel frattempo è bene ancora
> ricordarlo, 2600 morti al giorno segneranno il tempo speso in attesa
della
> pace".
>
> Il Calvario di Kishangani
>
> Il bilancio delle vittime dei combattimenti tra ugandesi e rwandesi
> a Kisangani nella seconda settimana di giugno "è difficile saperlo, ma
> probabilmente va al di là delle seicento unità" afferma MISNA il 26
giugno.
> E sono quasi tutti civili.
> Diverse ragioni sembrano giustificare la presenza ugandese e rwandese in
> territorio congolese!
>
> - La protezione e sicurezza delle frontiere
> - Ambizioni espansionistiche e la creazione dell'impero Hima!
>
> - Parlando al Parlamento ugandese, il presidente Museveni ha dichiarato
che
> è falso dire che la presenza dell'Uganda in Congo è "in un modo o
> nell'altro associata al saccheggio delle risorse congolesi". A Kisangani,
> ha detto il Presidente, il principale interesse dell'Uganda è l'aspetto
> politico e non l'estrazione dell'oro, con - come cavallo di battaglia - la
> tenuta di elezioni a Kisangani e, in generale, nella Provincia orientale,
> affinché i Congolesi possano eleggere i loro capi e stabilire la
> democrazia". Chissà come voteranno i morti.
> Una cosa è certa: c'è in atto una violazione del diritto internazionale
del
> rispetto della sovranità dello stato e all'integrità territoriale e noi
> denunciamo l'agressione e l'occupazione di stati del territorio congolese.
> Intanto i Vescovi ugandesi hanno chiesto all'Uganda e al Rwanda di
> ritirare le loro truppe dal Congo.
>
> Insicurezza intrattenuta
> La sicurezza delle frontiere del Rwanda e dell'Uganda ha giustificato
> l'occupazione e il saccheggio del Congo, provocando massacri e crimini
> contro l'umanità .Abbiamo le testimonianze dalla Società Civile congolese
> sull'ultimo attacco, al villaggio e all'ospedale di Kabare, il 17 giugno,
> sono andati all'assalto cantando: "Kabare brucia, è in fiamme...". Sono
> entrati nelle case, prendendo tutto ciò che volevano. Fin dove si vuole
> spingere l'annientamento del popolo congolese?
> Una lettera di risposta della Commissione Europea di sviluppo, alla nostra
> protesta contro i ripetuti fondi destinati al regime rwandese, tra le
> giustificazioni conclude: "Pur riconoscendo la legittimità a) delle
> proteste congolesi circa la violazione delle frontiere e b) delle
> aspirazioni alla pace e alla sicurezza delle popolazioni del Kivu, è
> indispensabile tener conto delle questioni concernenti il genocidio che
> hanno i paesi vicini al Congo e in particolare il Rwanda minacciato dalle
> bande armate degli Interahamwe". Il milione e settecentomila morti di
> questa seconda guerra (senza contare quelli, hutu e congolesi, della
guerra
> del '96-97), li mettiamo sul conto di chi? Non possono aver la dignità di
> essere chiamati "genocidio"?
>
> Il Consiglio di Sicurezza decide
> Finalmente il Segretario Generale dell'ONU Kofi Annan ha parlato chiaro,
> chiedendo il 14 giugno alle parti belligeranti "il ritiro immediato da
> Kisangani e in seguito da tutto il territorio della RDC", invitando il
> Consiglio di Sicurezza che si stava per riunire sul Congo ex-Zaire a
> minacciare il ricorso a sanzioni.
> Il Rwanda reagisce rinfacciando all'ONU la sua inefficienza nel genocidio
> del '94: "Non partiremo finché la sicurezza delle nostre frontiere non è
> garantita Una commissione è stata istituita dall'ONU per indagare sul
> saccheggio delle risorse in atto in Congo. Fonti informate parlano di
> Uganda e Rwanda divenuti grandi mercati di oro e diamanti Il 16 giugno,
> all'unanimità, il Consiglio di Sicurezza approva la risoluzione 1304:
> ritiro immediato degli eserciti ugandese e rwandese da Kisangani; anche
dal
> Congo, ma secondo il calendario fissato a Lusaka e poi a Kampala l'8
> aprile. . Le maglie si sono allargate, il linguaggio qua e là più
sfumato.
> Quanto basta perché la situazione continui a incancrenire. Ricordiamo i
> temporeggiamenti sull'invio della forza ONU nel '96. Finché la storia fece
> il suo corso, le fosse furono riempite e distrutti anche i segni dei
morti.
>
> Prendere di mira la chiesa per colpire il popolo
> In un documento del 1° giugno, il Collegio dei Consultori della Diocesi di
> Bukavu, che regge la diocesi durante l'esilio forzato dell'arcivescovo,
> dopo aver elencato la serie dei saccheggi, scrive:
>
> "Visibilmente, la Chiesa cattolica di Bukavu continua a essere presa di
> mira, ma questa volta a due titoli:
> - nella sua gerarchia, essa è perseguitata dall'RCD e dai suoi alleati,
che
> hanno esiliato mons. Kataliko fino ad oggi ;
> - nelle sue opere sociali e sanitarie dagli Interahamwe. In tal caso, i
due
> nemici stranieri non s'intendono che su una cosa: bisogna distruggere la
> Chiesa cattolica ed il minimo di opere sociali che sostengono la
> popolazione.
> Forse dopo se ne torneranno a casa loro. Chissà!"
>
> Malgrado ciò, una raccolta di fondi per la popolazione di Kisangani è
stata
> promossa nella diocesi di Bukavu, dal 12 al 18 giugno.
>
>
> Come ci muoviamo
>
> Il gruppo ha in questo tempo scritto a Giovanni Paolo II, chiedendo che
> venga denunciata con chiarezza l'aggressione al paese, e a Kofi Annan, per
> sostenere il suo intervento deciso a favore del ritiro delle truppe di
> aggressione. Don Albino Bizzotto e tre collaboratori di "Beati i
> costruttori di Pace" sono partiti il 26 giugno per Bukavu per meglio
> individuare forme di solidarietà per la pace.
> In questo mese ci sono giunte diverse adesioni al digiuno di un pasto al
> venerdì, in solidarietà con il popolo del Congo. Serve per fare qualche
> passo verso la sofferenza di un popolo, per usare tempo ed energie per
> chiedere la pace. Serve per far sempre cominciare le nostre azioni da noi
> stessi. Chi ancora intende aderire, ce lo comunichi. Il digiuno è uno
> strumento debole come il sasso di Davide, di fronte al mostro a sette
> teste della guerra. Una situazione con radici così intricate e spesso
> sommerse, che vien la tentazione di pensare: "L'impresa è impossibile".
Non
> potremmo però guardare negli occhi chi in Congo continua malgrado tutto a
> sperare che insieme sia possibile fermare la guerra. Ci scrive da Lusaka
il
> p. Juan Manuel, che tra i primi ha aderito al digiuno: "Che cosa bisogna
> fare di fronte alla demolizione in atto del Continente africano? Gesti o
> azioni che ci soddisfino in breve tempo non ne conosco nessuno, ma va
fatto
> tutto, anche quel poco che possiamo, anzi, credo che questa è la risposta
o
> una delle risposte: mettere a disposizione i nostri cinque panini e le
> nostre due scatolette di sardine...".
> Invitiamo tutti ad esprimere solidarietà con la popolazione di Kisangani:
> grande o piccolo, il nostro gesto porterà loro il messaggio che siamo con
> loro. L'intenzione che diamo a questo aiuto è "per soccorrere i colpiti
> dalla guerra". Lo affidiamo a mons. Monsengwo, vescovo della città. Il
> conto bancario su cui versare è: 436-0401281-51 (Kredietbank - Bruxelles)
> intestato: ARCHIDIOCESI di KISANGANI
> E' bene indicare in modo chiaro l'obbiettivo e il vostro indirizzo per
> rendere fisicamente presente il vostro gesto di solidarietà in mezzo a
> tanta desolazione e abbandono.
> Noi, della segreteria, non abbiamo bisogno di sapere dei soldi ma sapere
se
> hai risposto a questo appello! (Puoi tenerci informati con un fax o una
> e-mail)
> Tra pochi giorni, il 30 giugno, sarà il quarantesimo anniversario
> dell'indipendenza della Repubblica Democratica del Congo. Un'impresa
ancora
> da realizzare. Il 2 agosto ricorrerà il secondo anniversario dall'inizio
> della seconda guerra, tuttora in corso. Ciascuno veda come celebrare
questo
> anniversario di morte. Suggeriamo di contattare da ora i giornali,
riviste,
> radio, tv che ci sono accessibili per proporre di dedicare spazio a questa
> guerra, vigilando però anche che non venga presentato, come spesso accade
> come guerra civile o tribale.
> Vi salutiamo fraternamente e... alla prossima, attendendo però prima le
> vostre risposte.
>
>
> La segreteria del coordinamento "Pace per il Congo"
>
>
>
> Ecco dei siti web dove attingere notizie sulla Repubblica Democratica del
> Congo:
> MISNA: http://www.misna.org
> PEACELINK: http://www.peacelink.it
> AMNESTY INTERNATIONAL : (Rapporto 2000 sui diritti umani)
http://www.amnesty.it
> D.I.A: http://www.peacelink.it/dia/index.html
> ANB-BIA: http://www.peacelink.it/anb-bia/anb.html
> AFRICA NEWS online: http://homer.span.ch/~spaw3754/
> GREAT LAKES FORUM: http://www.unimondo.org/glf/glf_frames.html
> CONGOSOL: http://www.peacelink.it/users/bukavu/csol/
> NIGRIZIA: http://www.nigrizia.it
>
> Segreteria operativa del coordinamento "Pace per il Congo":
> Fraternità Missionaria, Strada Cavestro, 14/A - 43030 VICOMERO (Parma),
> tel. 0521.31.42.63; fax: 0521.31.42.69; e.mail (attenzione, è nuovo):
> africa.parma@libero.it
>
>
>
>
>
>
> A tous ceux qui veulent la paix au Congo (ex-Zaire)
>
> Chers amis,
>
> Aidons-nous à nous souvenir
>
> Un million et sept cents mille morts en vingt-deux mois de guerre
> Soixante dix-sept mille morts par mois
> Deux mille six cents morts par jour, le prix du retard de la paix
>
> C'est la dénonciation contenue dans un communiqué de l'Organisation
> non-gouvernementale américaine "International Rescue Commitee (I.R.C.),
> diffusé au mois de mai dernier, après enquêtes relatives aux morts de
> violence, de faim et du manque de soins médicaux imputables à la guerre
> qui ravage l'est de la République Démocratique du Congo. (...) Les femmes
> et les enfants constituent 47% de ces morts violentes(...). L'I.R.C.
> rappelle l'urgence d'augmenter l'assistance humanitaire (...),
d'accroître
> l'appui international à une force de paix de l'ONU en R.D. du Congo,
> d'exercer par tous les moyens à disposition des pressions constantes sur
> tous les belligérants en vue du cessez-le-feu immédiat et de renouveler
> l'engagement en vue de mettre fin au conflit. Entre temps, faut-il le
> rappeler, le temps perdu pour imposer la paix est marqué par deux mille
> six cents morts par jour.
>
> Le Calvaire de Kisangani
> Le bilan des victimes des combats entre les troupes rwandaises et
> ougandaises à Kisangani dans la deuxième semaine de juin est difficile à
> estimer avec exactitude , mais, selon toute probabilité, il va au de là
des
> 600 morts " affirme MISNA le 26 juin. Et ce sont presque tous des civils
> sans armes.
> Plusieurs raisons semblent justifier la présence des troupes rwandaises et
> ougandaises sur le territoire congolais!
> - La protection et la sécurité des frontières
> - Les ambitions expansionnistes el la création de l'empire Hima !
> - S'adressant au Parlement ougandais, le président Museveni a déclaré
que
> qu'il serait faux de dire que la présence de l'Ouganda au Congo est en
> quelque sorte associée au pillage des ressources congolaises". A
> Kisangani, a-t-il ajouté, le pricipal intérêt de l'Ouganda est l'aspect
> politique et pas l'extraction de l'or, avec - comme cheval de bataile - la
> tenue d'éléctions à Kisangani et, en général, dans la Province orientale,
> afin que les Congolais puissent élire leurs chefs et établir la
démocratie.
> Qui sait comment voteront les morts.
> Une chose est certaine: c'est un acte de violation du droit international
> relatif au respect de la souveraineté de l'Etat et de l'intégrité
> territoriale; pour cela nous dénonçons avec force l'agression et
> l'occupation d'une partie du territoire congolais.
> Entre temps, les Evêques ougandais ont demandé aux Gouvernemets de
> l'Ouganda et du Rwanda de retirer leurs troupes du Congo.
>
> Insécurité entretenue
> La sécurité des frontières du Rwanda et de l'Ouganda a justifié
> l'occupation et le pillage du Congo en commettant des massacres et des
> crimes contre l'humanité.
> Nous avons les témoignages de la Société Civile congolaise sur la dernière
> attaque du village et de l'hôpital de Kabare le 17 juin dernier: ils sont
> allés à l'assaut en chantant: " Kabare brûle; il est en flamme..."
> Ils sont entrés dans les maisons en prenant tout ce qu'ils voulaient.
> Jusqu'où doit-on pousser l'anéantissement du peuple congolais?
>
> En réponse à notre lettre de protestations contre les fonds alloués au
> régime rwandais, le Directeur de l'Afrique Occidentale et Centrale à la
> Direction Générale au Développement de la Commission Européenne conclut
> en ces termes: " tout en reconnaissant la légitimité a) des protestations
> congolaises quant à la violation des des frontières et b) des aspirations
à
> la paix et à la sécurité des populations du Kivu , il est indispensable de
> tenir compte des questions génocidaires des pays voisins du Congo et
> notamment du Rwanda menacé par les bandes armées des Interahamwe". Le
> mllion et sept cents mille morts de cette deuxième guerre ( sans compter
> ceux des réfugiés hutu rwndais et des congolais de la guerre de 1996 -
> 1997), nous les mettons sur le compte de qui? Ne peuvent-ils pas avoir la
> dignité d'être classés sous le vocable" génocide"?
>
> Le Conseil de Sécurité décide
> Finalement le Secrétaire Général de l'ONU, Kofi Annan n'a mâché ses mots
en
> demandant le 14 juin aux beligérants " le retrait immédiat et de
Kisangani
> et de la RDC", invitant, par la même occasion, le Conseil de Sécurité qui
> allait se réunir pour débattre le problème de la guerre au Congo ex-Zaire
à
> prévoir le recours à des sanctions au cas où les deux pays ne retireraient
> pas leurs troupes de la RDC.
> LE Rwanda a réagi vivement en reprochant à l'ONU son inefficacité à
> l'époque du génocide de 1994:" nous ne partirons pas tant que la sécurité
> nos frontières n'est pas garantie".
> Le 16 juin 2000, le Conseil de Sécurité approuve à l'unanimité la
> résolution 1304: retrait immédiat des troupes rwandaises et ougandaises,
> d'abord, de Kisangan; ensuite de la RCD conformément au calendrier
prévu
> dans l'Accord de Lusaka et le Plan de dégagement de Kampala du 8 avril
> 2000. Les mailles se sont élargies, le langage est devenu ici et là plus
> nuancé. Mais, hélas! La situation continue à se gangrener. Souvenons-nous
> des temporisations sur l'envoi de la force onusienne d'interposition en
> 1996 jusqu'à ce que l'histoire fasse son cours et que les fosses fussent
> remplies et leurs traces même détruites.
> Rappelons également pour mémoire qu'une Commission a été instituée par
> l'ONU pour enquêter sur le pillage, en cours des ressources du
> Congo.Certaines sources informées disent que le Rwanda et l'Ouganda sont
> devenus de grands marchés d'or et de diamants. .
>
> Prendre l'Eglise pour cible afin de frapper le peuple
> Dans un document du 1 juin 2000, le collège des Consulteurs de la diocèse
> de Bukavu qui gouverne la diocèse pendant l'exil forcé de l'Archevêque ,
> apès avoir énuméré une série de pillage, écrit:
>
> "Visiblement, l'Eglise catholique de Bukavu continue à être la cible, mais
> cette à deux titres:
> - sa hiérarchie est persécutée par le RCD et ses alliés qui ont exilé Mgr.
> Kataliko jusqu'à ce jour;
> - ses oeuvres sociales sont saccagées et détruites par les Interahamwe.
> Dans ce cas, les deux ennemis étrangers ne s'entendent que sur une chose:
> détruire l'Eglise catholique et le minimum d'oeuvres sociales au service
> de la population. Peut-être après ils s'en retourneront chez eux ". On ne
> sait jamais!
>
> Malgrè cela , une collecte de fonds en faveur de la population de
Kisangani
> a été organisée dans la diocèse de Bukavu du 12 au 18 juin 2000.
>
> Initiatives prises
> Le groupe a écrit au Saint Père, le Pape Jean Paul II, pour lui demandant
> que l'agression du pays soit clairement dénoncée et à Kofi Annan pour
> soutenir son intervention décisive relativement au retrait des troupes
> d'agression.
> Don Albino Bizzotto et trois collaborateurs de"Beati i Costrutori di
> Pace"sont partis pour Bukavu dans le but de mieux cerner les formes de
> solidarité pour la paix à mettre en oeuvre.
> Au cours de ce mois , nous sont parvenues plusieurs adhésions au jeûne
> d'un repas chaque vendredi de la semaine en signe de solidarité avec le
> peuple de la RDC. Ce geste sert à faire un pas vres la souffrance d'un
> peuple, à utiliser notre temps et nos énergies à implorer la paix.Il sert
à
> faire toujours commencer par nous mêmes nos actions. Qui veut encore
> adhérer, prière de nous le communiquer.
> Le jeûne est un instrument sans poids comme le caillou de David, devant
ce
> monstre à sept têtes de la guerre. Face à une situation avec des racines
> si enchevêtrées et souvent submergées, nous sommes tenté de
> penser:"L'entreprise est impossible". Nous ne pourrons pas pourtant
> garder,hélas, dans les yeux de celui qui, au Congo continue, malgrè tout à
> espérer que, ensemble, il nous possible d'arrêter la guerre.
> De Lusaka nous écrit le p. Jun Manuel qui est pami les premiers adhérants
> au jeûne: " Que faut-il faire contre la démolition en cours du Continent
> africain? Gestes ou actions qui puissent à court terme donner des
résultats
> satisfaisants,je n'en vois pas; mais tout doit être fait , même ce peu
dont
> nous sommes capables.Je crois ,d'ailleurs, que c'est là la réponse ou une
> des réponses: mettre à disposition nos cinq pains, nos deux boîtes de
> sardine...".
> Nous invitons tous à exprimer la solidarité à la populatio de Kisangani:
> grand ou petit, notre geste lui apportera le message que nous sommes avec
> elle. L'intention que nous donnons à ce geste est "pour secourir les
> personnes touchées par la guerre." Nous le confions à Mgr.Monsengwo,
> évêque de la ville. Pour le versement, nous vous demandons d'utiliser le
> compte bancaire de l'Archidiocèse de Kisangani auprès de la Kredlerbank à
> Bruxelles: 436-0401281-51.
> Il est très recommandé d'indiguer, d'une façon claire, l'objectif ainsi
que
> votre adresse afin de rendre physiquement présent votre geste de
solidarité
> au milieu de tant de désolation et abandon.
> Nous, du Secrétariat, nous n'avons pas besoin de connaître le montant
> mais nous aimerions savoir si tu as répondu à cet appe!
> Sous peu, exactement le 30 juin, ça fera le quarantième anniversaire de
la
> République Démocratique du Congo. Une entreprise encore à réaliser. Le 2
> août, ce sera le deuxième anniversaire du début de la deuxième guerre
> toujours en cours. Que chacun voie comment célébrer cet anniversaire de
> deuil. Nous suggérons de contacter dès maintenant les journaux, revues,
> radio, tv qui nous sont accessibles pour leur proposer de consacrer
> quelques lignes à cette guerre, en veillant toutefois à ce que cette
guerre
> ne soit présentée, ça arrive souvent, comme une guerre éthnique ou
tribale.
> En attendant vos réponses, nous vous saluons fraternellement et...à la
> prochaine.
>
> Le Secrétariat de coordination "Paix pour le Congo"
>
>
> Ecco dei siti web dove attingere notizie sulla Repubblica Democratica del
> Congo:
> MISNA: http://www.misna.org
> PEACELINK: http://www.peacelink.it
> AMNESTY INTERNATIONAL : (Rapporto 2000 sui diritti umani)
http://www.amnesty.it
> D.I.A: http://www.peacelink.it/dia/index.html
> ANB-BIA: http://www.peacelink.it/anb-bia/anb.html
> AFRICA NEWS online: http://homer.span.ch/~spaw3754/
> GREAT LAKES FORUM: http://www.unimondo.org/glf/glf_frames.html
> CONGOSOL: http://www.peacelink.it/users/bukavu/csol/
> NIGRIZIA: http://www.nigrizia.it
>
>
> Secrétariat opérationnel de coordination "Paix pour le Congo":
> Fraternità Missionaria, Strada Cavestro, 14/A - 43030 VICOMERO (Parma),
> tel. 0521.31.42.63; fax: 0521.31.42.69; e.mail (attenzione, è nuovo):
> africa.parma@libero.it
>
>