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Pace per il Congo



A tutti coloro cui sta a cuore la pace in Congo ex-Zaire

Cari Amici,

Aiutiamoci a ricordare

Un milione e settecentomila morti in ventidue mesi di guerra
Settantasettemila morti al mese
Duemilaseicento morti al giorno

il prezzo del ritardo in attesa della pace

E' questa la denuncia che fa l'organizzazione non governativa statunitense
International Rescue Committee (I.R.C.), in un comunicato dello scorso
maggio, dopo indagini, valutando i morti per violenza e quelli per fame e
assenza di cure conseguenti alla guerra . (...) Le donne e i bambini
costituiscono il 47% delle morti violente che sono riferite. (...).
L'I.R.C. richiama l'urgenza di aumentare l'assistenza umanitaria (...);
dell'appoggio internazionale a una forza di pace dell'ONU nella R.D. del
Congo; dell'immediato cessate il fuoco di tutte le parti in guerra e di un
rinnovato impegno per risolvere il conflitto. Nel frattempo è bene ancora
ricordarlo, 2600 morti  al giorno segneranno il tempo speso in attesa della
pace".

Il Calvario di Kishangani

       Il bilancio delle vittime dei combattimenti tra ugandesi e rwandesi
a Kisangani nella seconda settimana di giugno "è difficile saperlo, ma
probabilmente va al di là delle seicento unità" afferma MISNA il 26 giugno.
E sono quasi tutti civili.
Diverse ragioni sembrano giustificare la presenza ugandese e rwandese in
territorio congolese!

-    La protezione e sicurezza delle frontiere
- Ambizioni espansionistiche e la creazione dell'impero Hima!

- Parlando al Parlamento ugandese, il presidente Museveni ha dichiarato che
è falso dire che la presenza dell'Uganda in Congo è "in un modo o
nell'altro associata al saccheggio delle risorse congolesi". A Kisangani,
ha detto il Presidente, il principale interesse dell'Uganda è l'aspetto
politico e non l'estrazione dell'oro, con - come cavallo di battaglia - la
tenuta di elezioni a Kisangani e, in generale, nella Provincia orientale,
affinché i Congolesi possano eleggere i loro capi e stabilire la
democrazia". Chissà come voteranno i morti.
Una cosa è certa: c'è in atto una violazione del diritto internazionale del
rispetto della sovranità dello stato e all'integrità territoriale e noi
denunciamo l'agressione e l'occupazione di stati del territorio congolese.
 Intanto i Vescovi ugandesi hanno chiesto all'Uganda e al Rwanda di
ritirare le loro truppe dal Congo.

Insicurezza intrattenuta
La sicurezza delle frontiere del Rwanda e dell'Uganda ha giustificato
l'occupazione e il saccheggio del Congo, provocando massacri e crimini
contro l'umanità .Abbiamo le testimonianze dalla Società Civile congolese
sull'ultimo attacco, al villaggio e all'ospedale di Kabare, il 17 giugno,
sono andati all'assalto cantando: "Kabare brucia, è in fiamme...". Sono
entrati nelle case, prendendo tutto ciò che volevano. Fin dove si vuole
spingere l'annientamento del popolo congolese?
Una lettera di risposta della Commissione Europea di sviluppo, alla nostra
protesta contro i ripetuti fondi destinati al regime rwandese, tra le
giustificazioni conclude: "Pur riconoscendo la legittimità a) delle
proteste congolesi circa la violazione delle frontiere e b) delle
aspirazioni alla pace e alla sicurezza delle popolazioni del Kivu, è
indispensabile tener conto delle questioni concernenti il genocidio che
hanno i paesi vicini al Congo e in particolare il Rwanda minacciato dalle
bande armate degli Interahamwe". Il milione e settecentomila morti di
questa seconda guerra (senza contare quelli, hutu e congolesi, della guerra
del '96-97), li mettiamo sul conto di chi? Non possono aver la dignità di
essere chiamati "genocidio"?

Il Consiglio di Sicurezza decide
 Finalmente il Segretario Generale dell'ONU Kofi Annan ha parlato chiaro,
chiedendo il 14 giugno alle parti belligeranti "il ritiro immediato da
Kisangani e in seguito da tutto il territorio della RDC", invitando il
Consiglio di Sicurezza che si stava per riunire sul Congo ex-Zaire a
minacciare il ricorso a sanzioni.
Il Rwanda reagisce rinfacciando all'ONU la sua inefficienza nel genocidio
del '94: "Non partiremo finché la sicurezza delle nostre frontiere non è
garantita Una commissione è stata istituita dall'ONU per indagare sul
saccheggio delle risorse in atto in Congo. Fonti informate parlano di
Uganda e Rwanda divenuti grandi mercati di oro e diamanti Il 16 giugno,
all'unanimità, il Consiglio di Sicurezza approva la risoluzione 1304:
ritiro immediato degli eserciti ugandese e rwandese da Kisangani; anche dal
Congo, ma secondo il calendario fissato a Lusaka e poi a Kampala l'8
aprile.  . Le maglie si sono allargate, il linguaggio qua e là più sfumato.
Quanto basta perché la situazione continui a incancrenire. Ricordiamo i
temporeggiamenti sull'invio della forza ONU nel '96. Finché la storia fece
il suo corso, le fosse furono riempite e distrutti anche i segni dei morti.

Prendere di mira la chiesa per colpire il popolo
In un documento del 1° giugno, il Collegio dei Consultori della Diocesi di
Bukavu, che regge la diocesi durante l'esilio forzato dell'arcivescovo,
dopo aver elencato la serie dei saccheggi, scrive:

"Visibilmente, la Chiesa cattolica di Bukavu continua a essere presa di
mira, ma questa volta a due titoli:
- nella sua gerarchia, essa è perseguitata dall'RCD e dai suoi alleati, che
hanno esiliato mons. Kataliko fino ad oggi ;
- nelle sue opere sociali e sanitarie dagli Interahamwe. In tal caso, i due
nemici stranieri non s'intendono che su una cosa: bisogna distruggere la
Chiesa cattolica ed il minimo di opere sociali che sostengono la
popolazione.
Forse dopo se ne torneranno a casa loro. Chissà!"

Malgrado ciò, una raccolta di fondi per la popolazione di Kisangani è stata
promossa nella diocesi di Bukavu, dal 12 al 18 giugno.


Come ci muoviamo

Il gruppo ha in questo tempo scritto a Giovanni Paolo II, chiedendo che
venga denunciata con chiarezza l'aggressione al paese, e a Kofi Annan, per
sostenere il suo intervento deciso a favore del ritiro delle truppe di
aggressione. Don Albino Bizzotto e tre collaboratori di "Beati i
costruttori di Pace" sono partiti il 26 giugno per Bukavu per meglio
individuare forme di solidarietà per la pace.
In questo mese ci sono giunte diverse adesioni al digiuno di un pasto al
venerdì, in solidarietà con il popolo del Congo. Serve per fare qualche
passo verso la sofferenza di un popolo, per usare tempo ed energie per
chiedere la pace. Serve per far sempre cominciare le nostre azioni da noi
stessi. Chi ancora intende aderire, ce lo comunichi. Il digiuno è uno
strumento debole come il sasso di Davide, di fronte al mostro a  sette
teste della guerra. Una situazione con radici così intricate e spesso
sommerse, che vien la tentazione di pensare: "L'impresa è impossibile". Non
potremmo però guardare negli occhi chi in Congo continua malgrado tutto a
sperare che insieme sia possibile fermare la guerra. Ci scrive da Lusaka il
p. Juan Manuel, che tra i primi ha aderito al digiuno: "Che cosa bisogna
fare di fronte alla demolizione in atto del Continente africano? Gesti o
azioni che ci soddisfino in breve tempo non ne conosco nessuno, ma va fatto
tutto, anche quel poco che possiamo, anzi, credo che questa è la risposta o
una delle risposte: mettere a disposizione i nostri cinque panini e le
nostre due scatolette di sardine...".
Invitiamo tutti ad esprimere solidarietà con la popolazione di Kisangani:
grande o piccolo, il nostro gesto porterà loro il messaggio che siamo con
loro. L'intenzione che diamo a questo aiuto è "per soccorrere i colpiti
dalla guerra". Lo affidiamo a mons. Monsengwo, vescovo della città. Il
conto bancario su cui versare è: 436-0401281-51 (Kredietbank - Bruxelles)
intestato: ARCHIDIOCESI di KISANGANI
E' bene indicare in modo chiaro l'obbiettivo e il vostro indirizzo per
rendere fisicamente presente il vostro gesto di solidarietà in mezzo a
tanta desolazione e abbandono.
Noi, della segreteria, non abbiamo bisogno di sapere dei soldi ma sapere se
hai risposto a questo appello! (Puoi tenerci informati con un fax o una
e-mail)
Tra pochi giorni, il 30 giugno, sarà il quarantesimo anniversario
dell'indipendenza della Repubblica Democratica del Congo. Un'impresa ancora
da realizzare. Il 2 agosto ricorrerà il secondo anniversario dall'inizio
della seconda guerra, tuttora in corso. Ciascuno veda come celebrare questo
anniversario di morte. Suggeriamo di contattare da ora i giornali, riviste,
radio, tv che ci sono accessibili per proporre di dedicare spazio a questa
guerra, vigilando però anche che non venga presentato, come spesso accade
come guerra civile o tribale.
Vi salutiamo fraternamente e... alla prossima, attendendo però prima le
vostre risposte.


La segreteria del coordinamento "Pace per il Congo"



Ecco dei siti web dove attingere notizie sulla Repubblica Democratica del
Congo:
MISNA: http://www.misna.org
PEACELINK: http://www.peacelink.it
AMNESTY INTERNATIONAL : (Rapporto 2000 sui diritti umani) http://www.amnesty.it
D.I.A: http://www.peacelink.it/dia/index.html
ANB-BIA: http://www.peacelink.it/anb-bia/anb.html
AFRICA NEWS online: http://homer.span.ch/~spaw3754/
GREAT LAKES FORUM: http://www.unimondo.org/glf/glf_frames.html
CONGOSOL: http://www.peacelink.it/users/bukavu/csol/
NIGRIZIA: http://www.nigrizia.it

Segreteria operativa del coordinamento "Pace per il Congo":
Fraternità Missionaria, Strada Cavestro, 14/A - 43030 VICOMERO (Parma),
tel. 0521.31.42.63; fax: 0521.31.42.69; e.mail (attenzione, è nuovo):
africa.parma@libero.it






A tous ceux qui veulent la paix au Congo (ex-Zaire)

Chers amis,

Aidons-nous à nous souvenir

Un million et sept cents mille morts en vingt-deux mois de guerre
Soixante dix-sept mille morts par mois
Deux mille six cents morts par jour, le prix du retard de la paix

C'est  la dénonciation contenue dans un communiqué de l'Organisation
non-gouvernementale américaine "International Rescue Commitee (I.R.C.),
diffusé  au mois de mai dernier, après enquêtes relatives aux  morts de
violence, de faim  et du manque de soins médicaux  imputables à la guerre
qui ravage l'est de la République  Démocratique du Congo. (...) Les femmes
et les enfants constituent 47% de ces morts violentes(...). L'I.R.C.
rappelle l'urgence  d'augmenter l'assistance humanitaire (...), d'accroître
l'appui international à une force de paix de l'ONU en R.D. du Congo,
d'exercer par tous les moyens à disposition des pressions constantes sur
tous les belligérants en vue du cessez-le-feu immédiat  et  de renouveler
l'engagement en vue de mettre fin au conflit. Entre temps, faut-il le
rappeler, le temps perdu pour imposer la paix est marqué  par deux mille
six cents morts  par jour.

Le Calvaire de Kisangani
Le bilan des victimes des combats entre les troupes rwandaises et
ougandaises à  Kisangani dans la deuxième semaine de juin est difficile à
estimer avec exactitude , mais, selon toute probabilité, il va au de là des
600 morts " affirme MISNA le 26 juin.  Et  ce sont presque tous des civils
sans armes.
Plusieurs raisons semblent justifier la présence des troupes rwandaises et
ougandaises sur le territoire congolais!
- La protection et  la sécurité des frontières
- Les ambitions expansionnistes el la création de l'empire Hima !
- S'adressant au Parlement ougandais, le président   Museveni a déclaré que
qu'il serait faux de dire que la présence de l'Ouganda au Congo est en
quelque sorte  associée au pillage des ressources congolaises".  A
Kisangani, a-t-il ajouté, le pricipal intérêt de l'Ouganda est l'aspect
politique et pas l'extraction de l'or, avec - comme cheval de bataile - la
tenue d'éléctions à Kisangani et, en général, dans la Province orientale,
afin que les Congolais puissent élire leurs chefs et établir la démocratie.
Qui sait comment voteront les morts.
Une chose est certaine: c'est  un acte de violation du droit international
relatif au respect de la souveraineté de l'Etat et de l'intégrité
territoriale; pour cela nous dénonçons avec force l'agression et
l'occupation   d'une partie du territoire congolais.
Entre temps, les Evêques ougandais ont demandé aux Gouvernemets de
l'Ouganda et du Rwanda de retirer leurs troupes du Congo.

Insécurité entretenue
La sécurité des frontières du Rwanda et de l'Ouganda a justifié
l'occupation et le pillage du Congo en commettant des massacres et des
crimes contre l'humanité.
Nous avons les témoignages de la Société Civile congolaise sur la dernière
attaque du village  et de l'hôpital de Kabare le 17 juin dernier: ils sont
allés à l'assaut en chantant: " Kabare brûle; il est en flamme..."
Ils sont entrés dans les maisons en prenant tout ce qu'ils voulaient.
Jusqu'où doit-on pousser l'anéantissement du peuple congolais?

En réponse à notre lettre de protestations contre les fonds alloués au
régime rwandais, le Directeur de l'Afrique Occidentale et Centrale à la
Direction  Générale au Développement de la Commission Européenne  conclut
en ces termes: " tout en reconnaissant la légitimité a) des protestations
congolaises quant à la violation des des frontières et b) des aspirations à
la paix et à la sécurité des populations du Kivu , il est indispensable de
tenir compte des questions génocidaires des pays voisins du Congo et
notamment du Rwanda menacé par les bandes armées des Interahamwe". Le
mllion et sept cents mille morts de cette deuxième guerre ( sans  compter
ceux des réfugiés hutu rwndais et des congolais de la guerre de 1996 -
1997), nous les mettons sur le compte de qui? Ne peuvent-ils pas avoir la
dignité d'être classés sous le vocable" génocide"?

Le Conseil de Sécurité décide
Finalement le Secrétaire Général de l'ONU, Kofi Annan n'a mâché ses mots en
demandant le 14 juin  aux beligérants " le retrait immédiat et de Kisangani
et de la RDC", invitant, par la même occasion, le Conseil de Sécurité qui
allait se réunir pour débattre le problème de la guerre au Congo ex-Zaire à
prévoir le recours à des sanctions au cas où les deux pays ne retireraient
pas leurs troupes de la RDC.
LE Rwanda a réagi vivement  en reprochant à l'ONU son inefficacité à
l'époque du génocide de 1994:" nous ne partirons pas tant que la sécurité
nos frontières n'est pas garantie".
Le 16 juin 2000, le Conseil de Sécurité approuve à l'unanimité la
résolution 1304: retrait immédiat des troupes rwandaises et ougandaises,
d'abord, de Kisangan;  ensuite  de la RCD  conformément au calendrier prévu
dans l'Accord de Lusaka et le Plan de dégagement de Kampala  du 8 avril
2000. Les mailles se sont élargies, le langage est devenu ici et là plus
nuancé. Mais, hélas! La situation continue à  se gangrener. Souvenons-nous
des temporisations sur l'envoi de la force onusienne d'interposition en
1996 jusqu'à ce que l'histoire fasse son cours et que les fosses fussent
remplies et leurs traces même détruites.
Rappelons également pour mémoire qu'une Commission a été instituée par
l'ONU pour enquêter sur le pillage, en cours des ressources du
Congo.Certaines sources informées disent que le Rwanda et l'Ouganda sont
devenus de grands marchés d'or et de diamants.   .

Prendre l'Eglise pour cible afin de frapper le peuple
Dans un document du 1 juin 2000, le collège des Consulteurs de la diocèse
de Bukavu qui gouverne la diocèse pendant l'exil forcé de l'Archevêque ,
apès avoir énuméré une série de pillage, écrit:

"Visiblement, l'Eglise catholique de Bukavu continue à être la cible, mais
cette à deux titres:
- sa hiérarchie est persécutée par le RCD et ses alliés qui ont exilé Mgr.
Kataliko jusqu'à ce jour;
- ses oeuvres sociales sont saccagées et détruites par les Interahamwe.
Dans ce cas, les deux ennemis étrangers ne s'entendent  que sur une chose:
détruire l'Eglise catholique et le minimum d'oeuvres sociales  au service
de la population. Peut-être après ils s'en retourneront chez eux ". On ne
sait jamais!

Malgrè cela , une collecte de fonds en faveur de la population de Kisangani
a été organisée dans la diocèse de Bukavu du 12 au 18 juin 2000.

Initiatives prises
Le groupe a écrit au Saint Père, le Pape Jean Paul II, pour  lui demandant
que l'agression du pays soit clairement dénoncée  et à Kofi Annan pour
soutenir son intervention décisive relativement au retrait des troupes
d'agression.
 Don Albino Bizzotto et trois collaborateurs de"Beati i Costrutori di
Pace"sont partis pour Bukavu dans le but de mieux cerner les formes de
solidarité pour la paix à mettre en oeuvre.
Au cours de ce mois , nous sont parvenues plusieurs adhésions au  jeûne
d'un repas chaque vendredi de la semaine en signe de solidarité avec le
peuple de la RDC. Ce geste sert à faire un pas vres la souffrance d'un
peuple, à utiliser notre temps et nos énergies à implorer la paix.Il sert à
faire toujours commencer par nous mêmes nos actions. Qui veut encore
adhérer, prière de nous le communiquer.
Le jeûne  est un instrument sans poids comme le caillou de David, devant ce
monstre à sept têtes de la guerre. Face à  une situation avec des racines
si enchevêtrées et souvent  submergées, nous sommes tenté de
penser:"L'entreprise est impossible". Nous ne pourrons pas pourtant
garder,hélas, dans les yeux de celui qui, au Congo continue, malgrè tout à
espérer que, ensemble, il nous possible d'arrêter la guerre.
De Lusaka nous écrit le p. Jun Manuel qui est pami les premiers adhérants
au jeûne: " Que faut-il faire contre  la démolition en cours du Continent
africain? Gestes ou actions qui puissent à court terme donner des résultats
satisfaisants,je n'en vois pas; mais tout doit être fait , même ce peu dont
nous sommes capables.Je crois ,d'ailleurs, que c'est  là la réponse ou une
des réponses: mettre à disposition nos cinq pains, nos deux boîtes de
sardine...".
Nous invitons tous à exprimer la solidarité à la populatio de Kisangani:
grand ou petit, notre geste lui apportera le message que nous sommes avec
elle. L'intention que nous donnons à ce geste est "pour secourir  les
personnes  touchées par la guerre." Nous le confions à Mgr.Monsengwo,
évêque de la ville. Pour le versement, nous vous demandons d'utiliser le
compte bancaire de l'Archidiocèse de Kisangani auprès de la Kredlerbank à
Bruxelles: 436-0401281-51.
Il est très recommandé d'indiguer, d'une façon claire, l'objectif ainsi que
votre adresse afin de rendre physiquement présent votre geste de solidarité
au milieu de tant de désolation et abandon.
 Nous, du Secrétariat, nous n'avons pas besoin de connaître le montant
mais nous aimerions savoir si tu as répondu à cet appe!
 Sous peu, exactement le 30 juin, ça fera le quarantième anniversaire de la
République Démocratique du Congo. Une entreprise encore à réaliser. Le  2
août, ce sera le deuxième anniversaire du début de la deuxième guerre
toujours en cours.  Que chacun voie comment célébrer cet anniversaire de
deuil. Nous suggérons  de contacter dès maintenant les journaux,  revues,
radio, tv qui nous sont accessibles pour leur proposer de consacrer
quelques lignes à cette guerre, en veillant toutefois à ce que cette guerre
ne soit présentée, ça arrive souvent, comme une guerre éthnique ou tribale.
En attendant vos réponses, nous vous saluons fraternellement et...à la
prochaine.

Le Secrétariat de  coordination "Paix pour le Congo"


Ecco dei siti web dove attingere notizie sulla Repubblica Democratica del
Congo:
MISNA: http://www.misna.org
PEACELINK: http://www.peacelink.it
AMNESTY INTERNATIONAL : (Rapporto 2000 sui diritti umani) http://www.amnesty.it
D.I.A: http://www.peacelink.it/dia/index.html
ANB-BIA: http://www.peacelink.it/anb-bia/anb.html
AFRICA NEWS online: http://homer.span.ch/~spaw3754/
GREAT LAKES FORUM: http://www.unimondo.org/glf/glf_frames.html
CONGOSOL: http://www.peacelink.it/users/bukavu/csol/
NIGRIZIA: http://www.nigrizia.it


Secrétariat opérationnel de coordination "Paix pour le Congo":
Fraternità Missionaria, Strada Cavestro, 14/A - 43030 VICOMERO (Parma),
tel. 0521.31.42.63; fax: 0521.31.42.69; e.mail (attenzione, è nuovo):
africa.parma@libero.it