Discussione per l'attuazione del Bioregionalismo in Italia - Comunicazione Aperta -



Cari amici, comincio da dove dovrei finire. Perdonatemi se scompiglio  le vostre  chiome appiccicate dal sudore della fronte e se vi distolgo dalla trepida attesa dei frutti della terra. Volevo parlarvi  di altri frutti e di altre fatiche.... 
Si tratta dell'attuazione bioregionale nelle Istituzioni.
Forse il discorso potrà apparire noioso ma vi prego di pazientare, in primis leggendo questa URL:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2008/10/09/bioragionando%e2%80%a6-comunicazione-aperta-e-sincera-agli-ecologisti-e-bioregionalisti-d%e2%80%99italia/

ed ora leggendo l'intervento conseguente, ricevuto a mezzo lettera postale, da Parigi, che ho provveduto a trascrivere qui per voi.

Intervento di Gianfranco Paris, direttore di  Mondo Sabino, sulla proposta  di riassetto bioregionale del Lazio, e delle altre Regioni d'Italia, applicando le leggi 145 e  142 del 1990.

Testo:
Condivido il Bioregionalismo nella sua sostanza ma l'obbiettivo nell'attuale assetto istituzionale italiano non può che essere raggiunto per gradi.

Nella prima fase bisogna tener conto dell'esistenza delle Regioni così come sono oggi, senza pretendere modifiche di territorio perché queste per essere realizzate necessitano di complicati meccanismi costituzionali e scatenano nel contempo reazioni a catena dovute ad interessi precostituiti che è
difficilissimo scardinare.

Questa situazione rende per i momento utopistica l'istanza bioregionale anche se effettivamente ben motivata. Oggi quindi il bioregionalismo amministrativo può avere, a breve e medio termine, una concreta possibilità di realizzazione solo con accorpamenti e ristrutturazioni  di enti all'interno delle singole Regioni.

Nel nostro caso ci soccorre la Legge 145 del 1990, una buona legge partorita dalla Prima Repubblica, purtroppo ancora disapplicata.

Nel Lazio ci sono tre realtà territoriali e socio economiche diverse. C'è l'area metropolitana romana che comprende gran parte del territorio e degli abitanti laziali, c'è il sud pontino e ciociaro che è riuscito in questi ultimi 60 anni ha guadagnare un parziale progresso, c'è un nord sabino e la
Tuscia che rappresentano l'anello più debole della catena regionale. Pur tuttavia, sia il nord, ovvero la provincia di Rieti e Viterbo, che il sud, cioè Frosinone e Latina, sono legati da una omogeneità socio economica, di tradizione culturali e storiche che possono riconoscersi in un'unica matrice regionale. Tutte e quattro queste province hanno comunque tratti comuni evidenti di condizioni economiche, sociali e culturali che hanno poca attinenza con la realtà della megalopoli romana. La legge del 1990 prevede l'istituzione delle Aree Metropolitane, una sorta di città stato alla maniera tedesca o francese (dove funzionano molto bene), staccate amministrativamente dalle Regioni di cui fanno parte ed il cui territorio non dovrebbe allargarsi più di tanto dagli attuali confini comunali. In questo modo
l'attuale territorio della Provincia di Roma, non necessaria all'Area Metropolitana, dovrebbe essere ceduto alle Province storiche confinanti (in chiave omogenea) rendendole così più solide dal punto di vista politico ed economico.

Ne verrebbe fuori un nuovo Lazio  di due regioni, la prima costituita dall'Area Metropolitana di Roma, la seconda dalle quattro province autonome capaci di amministrarsi e programmare un loro sviluppo adeguato alle proprie esigenze, anche in considerazione delle esigenze metropolitane  ma ad esse non soggette né condizionate.

Per realizzare tutto ciò non occorre una legge costituzionale, basta applicare la Legge 142/1990 sul riordinamento degli enti locali che consente questi aggiustamenti.

In tal modo sarà possibile realizzare a breve una prima graduale applicazione del bioregionalismo, lasciando a tempi più maturi la prospettiva di una riaggregazione su base prettamente bioregionale del territorio dell'Italia centrale.

Avvocato Gianfranco Paris
Direttore di Mondo Sabino
gianfrancoparis at libero.it; 
0746-485732

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Risposta:

Accolgo con grande piacere questa lettera-proposta di Gianfranco Paris, che riporta tutta la discussione bioregionale alla sua origine. Infatti questa descritta da Gianfranco è la prima proposta bioregionale avanzata da un  nostro comitato chiamato "Punto Verde", proprio negli anni '90 del secolo scorso, prima  della fondazione della Rete Bioregionale Italiana e dell'uso del termine 
"bioregionalismo" che -ricordiamolo- è un neologismo
d'importazione  statunitense, oggi entrato nell'uso corrente, in precedenza si usavano i termini "coesione delle aree omogenee" "ecosistema condiviso" "comune ambito socio culturale e geografico" etc..  Già dal  1990 questo
discorso era partito assieme con la VAS (Verdi Ambiente e Società) di Stefano Zuppello e  Guido Pollice,  con il discorso "etnico" di Frontiere di Edoardo Barelli (tra i primi fautori dell'ecologia geografica  in Italia) e con Accademia Europea di Carlo Carli,   poi sono arrivati gli americani.... con la nuova terminologia "bioregionale".

L'intervento di Gianfranco Paris che, essendo direttore della testata locale Mondo Sabino, nonché compartecipe del  Comitato pro Etruria  e  per il riassetto del Centro Italia,  e che ha sempre praticato un "bioregionalismo" ante litteram mi fa molto piacere e rende giustizia storica al nostro
impegno istituzionale.

Paolo D'Arpini
www.circolovegetarianocalcata.it

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Qui di seguito alcune referenze  dei primi interventi "registrati"
sull'opera svolta:


1.                       Diritto & Diritti - rivista giuridica on
line<http://www.diritto.it/rubriche/covalori/contributi/carli12.html>

*Paolo d'Arpini* ed il Punto Verde sono eminente espressione. Tra queste iniziative, quella a me più cara è quella in materia di "trasparenza
amministrativa" *...*


1.                        [PDF]
INDICI DI EUPOLIS PUBBLICATI NUMERO 0,1 - DICEMBRE 1990 Una
...<http://www.see.it/eupolis/indici-eupolis.pdf>

Formato file: PDF/Adobe Acrobat - Versione
HTML<http://74.125.39.104/search?q=cache:WCSCjjDMO7IJ:www.see.it/eupolis/indici-eupolis.pdf+Paolo+D%27Arpini&hl=it&ct=clnk&cd=155>
Una regione di piccole città *Paolo d'Arpini*. Una proposta del Punto Verde di Calcata per il. riassetto regionale dell'Italia Centrale. *...*


1.                        Bioregionalismo e economia
sostenibile<http://www.gondrano.it/agric/lab/bioreg.htm>

PDF]
almanacco di fine millennio<http://www.mondosabino.it/libro/almanacco_di_fine_millennio_integrale.pdf>

 - 19 set

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della Capitale, uno spazio pulito non compromesso da continue fagocitazioni sollecitate da bisogni che partono dal centralismo romano. *Paolo D'Arpini*