[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
(Fwd) N.E. Balcani #545 - Serbia/Montenegro
------- Forwarded message follows -------
From: "Notizie Est" <est@ecn.org>
To: "Notizie Est - Balcani" <balcani@notizie-est.com>
Date sent: Sun, 21 Apr 2002 23:30:17 +0200
Subject: N.E. Balcani #545 - Serbia/Montenegro
Send reply to: balcani@notizie-est.com
Priority: normal
"Notizie Est" - http://www.ecn.org/est/balcani
=========================================
N.E. BALCANI #545 - SERBIA/MONTENEGRO
21 aprile 2002
=========================================
SUICIDIO DAVANTI AL PARLAMENTO
di Filip Svarm - (AIM Belgrado, 17 aprile 2002)
Davanti al Parlamento della Federazione jugoslava, l'11
aprile. alle 19.07, e' echeggiato uno sparo. Il
deputato del Partito socialista della Serbia (SPS) nel
Consiglio delle repubbliche ed ex ministro degli
interni nel Governo della Serbia dal 1997 al 2000 -
Vlajko Stojiljkovic - e' stramazzato accanto
all'ingresso del Parlamento; nella pozzanghera di
sangue c'era una "Beretta 92". Quello stesso giorno,
alcune ore prima, entrambe le camere parlamentari
avevano adottato la Legge sulla collaborazione con il
Tribunale de L'Aja. Questo documento si riferiva anche
allo stesso Stojiljkovic: era ogetto della cosiddetta
Accusa del Kosovo e in modo evidente veniva visto come
un uomo che in qualche giorno avrebbe raggiunto
Scheveningen.
La notizia del suicidio di uno dei piu' stretti
collaboratori di Slobodan Milosevic si e' diffusa in
modo fulmineo. Davanti al palazzo del Parlamento si e'
radunato immediatamente un centinaio di seguaci dei
socialisti e dei radicali. Quando hanno cessato di
udirsi le grida "Ustascia, ustascia" e "assassini,
assassini" il deputato del Partito Radicale Serbo (SRS)
ed ex collega di Stojiljkovic al Parlamento della
Repubblica, Aleksandar Vucic, ha letto la lettera di
addio che lo stesso Stojiljkovic qualche minuto prima
di premere il grilletto aveva consegnato anche al
deputato radicale Stojanovic.
"Con questo atto compiuto in qualita' di deputato del
Consiglio della Repubblica nel Parlamento Federale
esprimo la protesta contro gli esponenti dell'attuale
potere-marionetta della DOS e della Coalizione
montenegrina per la Jugoslavia, per la frantumazione
della SRJ in combutta con il piu' grande nemico del
nostro popolo, Javier Solana, per l'arrogante
calpestamento della costituzione e delle leggi di
questo paese, per la conduzione di una politica di
tradimento e di capitolazione, per la perdita della
dignita' nazionale, per la distruzione dell'economia
nazionale e per aver portato i cittadini alla miseria
sociale", ha scritto di proprio pugno Stojiljkovic.
"Per la mia morte ritengo responsabile e accuso
direttamente: Zoran Djindjic, Vojislav Kostunica, Dusan
Mhajlovic, Vladan Batic, Miroljub Labus, Dragoljub
Micunovic, Predrag Bulatovic, Srdja Bozovic e Dragisa
Pesic. I cittadini patrioti di questo paese sapranno
come vendicarmi". Si trattava solo dell'inizio di
quello che sarebbe successo.
I socialisti e i radicali hanno iniziato immediatamente
una campagna di accusa contro il potere attuale per
traffico di persone e tradimento ed hanno definito il
gesto di Stojiljkovic un atto patriottico ed eroico.
Contemporaneamente hanno ammesso che l'ex ministro
degi interni gia' da un po' di tempo diceva cosa
intendesse fare, mandava lettere di addio e, in
generale, metteva in chiaro che "non si sarebbe
consegnato vivo al Tribunale dell'Aia". Non lo avevano
tuttavia preso sul serio, ma hanno comunque
sottolineato che quando esiste la ferma determinazione
di commettere un suicidio come un atto politico, non
c'e' modo di impedirlo.
Tuttavia, anche se lo volevano, non sono riusciti a
nascondere una sorta di libidine necrofila. Il suo
partito e i radicali trattano il suicidio di
Stojiljkovic come fino ad ora hanno trattato tutti gli
incidenti e le tragedie alla base delle quali c'e' la
loro politica del sacrificio volontario altrui.
Attraverso la piu' squallida demagogia, dunque,
mediante il commercio della difficolta' altrui e il
furto delle posizioni, qualsiasi esse siano. Che nel
vocabolario del SPS non esistono le parole
responsabilita' e compassione lo testimonia anche il
fatto che il giorno dopo che Stojiljkovic si e'
sparato, non e' stato rinviato l'incontro del Comitato
esecutivo durante il quale e' stata presa la decisione
di sostituire il capogruppo parlamentare dei socialisti
nel parlamento della Serbia, Branislav Ivkovic. Per
questo partito, la morte Stojiljkovic non rappresenta
nulla piu' che un altro tentativo di mostrare il potere
attuale come "traditore" e acquistare un punto in piu'
presso gli elettori.
L'Opposizione democratica della Serbia (DOS) ha
ribadito con una sua valutazione che si tratta
dell'atteggiamento di un uomo che non ha potuto reggere
il peso della propria responsabilita' e l'ipocrisia dei
suoi compagni politici. Il suicidio di Vlajko
Stojiljkovic ha comunque suscitato nell'opinione
pubblica un certo sapore amaro.
L'insistenza sul fatto che le consegne al tribunale
sono inevitabili per evitare che il paese sia
nuovamente oggetto di sanzioni, nonche' il cavillare e
il prolungare i tempi per non rovinare l'immagine
"patriottica", entrambi senza un confronto reale ed
aperto con i fatti per i quali tali persone sono
accusate, hanno creato in buona parte dell'opinione
pubblica l'impressione che alla base di tutto ci sia
una resa dei conti interpolitica e un battibecco tra i
partiti.
Il discorso pubblico del presidente della SRJ e del
partito democratico della Serbia (DSS), Vojislav
Kostunica, non ha diminuito l'imbarazzo. Kostunica ha
detto che la responsabilita' e' generale - del potere
attuale perche' non ha regolato in tempo legalmente il
rapporto con il Tribunale, del precedente potere
perche' la sua politica ha portato lo stato alla
situazione in cui si trova, ma anche della comunita'
internazionale perche' pone continuamente delle
condizioni ed esercita pressioni - e quindi ha invitato
alla cessazione delle reciproche accuse fra i partiti e
alla definizione di un minimo di interesse nazionale.
Ancora un paio di parole su Vlajko Stojiljkovic, che ha
trascorso sotto le apparecchiature del centro clinico
ospedaliero le ultime ore dalle 19.20 dell'11 aprile
alle 21.30 del 13 aprile, momento in cui e' stata
dichiarata la sua morte. Cinque anni fa, nella stessa
data in cui Stojiljkovic si e' puntato la pistola alla
tempia, era stato ucciso il capo della pubblica
sicurezza e svolgente le funzioni di ministro degli
interni, il colonnello e generale di polizia Radovan
Stojicic Badza. Stojicic ha ricoperto questo incarico
per alcuni mesi prima della morte, perche' il SPS e la
Sinistra Jugoslava (JUL) non riuscivano a mettersi
d'accordo riguardo a questo ministero estremamente
importante e delicato. Sojiljkovic allora e' diventato
ministro: si diceva che la cosa determinante fosse la
sua vicinanza alla coppia dei coniugi Slobodan
Milosevic e Mirjana Markovic e che, come loro, era
originario di Pozarevac; piu' esattamente e' nato nel
vicino villaggio di Mala Krsna nel 1937. Con
Sojiljkovic a capo, il ministero degli interni della
Serbia ha continuato come fino ad ora: la criminalita'
organizzata fioriva, i poliziotti combattevano in
Kosovo e picchiavano i dimostranti pacifici a Belgrado,
mentre gli omicidi professionali e su commissione sono
rimasti pane quotidiano.
Durante i bombardamenti della NATO, l'11 aprile 1999,
assassini tuttora sconosciuti, dopo un linciaggio senza
precedenti sui media dell'allora regime, hanno ucciso
il proprietario del settimanale "Evropljanin" e del
quotidiano "Dnevni Telegraf", Slavko Curuvija.
Stojiljkovic e i suoi subordinati non si sono agitati
troppo: membri del ministero della sicurezza statale
seguivano Curuvija nello stesso giorno dell'omicidio e
sono stati richiamati solo alcuni minuti prima che il
crimine venisse compiuto. Fra l'altro, nell'ultimo anno
del ministero di Stojiljkovic il ministero degli
interni e' diventato uno strumento diretto per la
repressione politica. E' sufficiente ricordarsi
dell'arresto di mille ragazzi e ragazze del movimento
Otpor.
Dopo il 5 ottobre e' iniziato un difficile periodo per
Stojiljkovic. Nel partito gli si rimproverava
l'incapacita' di sventare per tempo il "tradimento"
della polizia e di impedire le dimostrazioni che hanno
segnato la fine del regime di Milosevic. E' stato
notato che anche le guardie di Milosevic, mentre si
preparava l'arresto di quest'ultimo, non volevano
Stojiljkovic tra di loro - dicevano: perche' adesso
vuole proteggerlo mentre quando doveva farlo non lo ha
fatto? Il "caso dei camion frigoriferi" ha
rappresentato un colpo particolare. L'attuale ministro
degli interni Dusan Mihajlovic ha dichiarato che e'
stato trovato un documento intitolato "Dubina II",
secondo il quale la decisione sul fatto che gli
albanesi uccisi in Kosovo venissero trasferiti in
Serbia e sepolti in segreto in fosse comuni, oppure
semplicemente buttati nel Danubio, e' stata presa
durante una riunione alla quale, oltre a Milosevic,
hanno preso parte Stojiljkovic e altri alti funzionari
del ministero degli interni di allora e probabilmente
di oggi. Questo ha cambiato in modo profondo la
partecipazione della polizia in Kosovo di cui l'ex
regime andava cosi' fiero, ed ha aperto una serie di
lunghe domande le cui risposte si cercano proprio
all'Aia.
Finalmente, un intero mondo creato a misura dell'SPS e'
sparito e lo stesso partito si e' trovato nel vortice
della disgregazione, nelle lotte delle fazioni e nella
totale mancanza di idee. Oltre a consigliare: meglio
suicidarsi che andare vivo all'Aia - e a continuare la
guerra verbale contro il mondo intero e il locale
"potere marionetta", i socialisti non hanno saputo
offrire nient'altro, ne' ai propri membri ne' alla
gente. E Stojiljkovic non conosceva nessun altro mondo,
non permetteva che esistesse, ugualmente al suo
predecessore, il ministro degli interni Zoran
Sokolovic, che si e' anch'egli suicidato alcuni mesi
dopo il 5 ottobre.
Con tutta la comprensione umana per la tragedia, questo
suicidio e' un'altra di quelle morti non necessarie e
assurde, cosi' numerose e cosi' caratteristiche del
regime di Milosevic, di cui uno dei reggenti era
proprio Vlajko Stojiljkovic.
(traduzione di Ivana Telebak e Luka Zanoni)
__________________________________________________________
"Notizie Est - Balcani" e' una mailing list di notizie sui
Balcani, pubblicata dal sito web "I Balcani" e archiviata
su web all'indirizzo:
http://www.ecn.org/est/balcani
Se desiderate abbonarvi (gratuitamente) o essere rimossi
da questa lista e' sufficiente che lo comunichiate a:
balcani@notizie-est.com
------- End of forwarded message -------