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Notizie Est #263 - Bulgaria



"I Balcani" - http://www.ecn.org/est/balcani

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NOTIZIE EST #263 - BULGARIA
24 settembre 1999
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IRE "MACEDONI"
("Balkanite+", n. 5-6, agosto 1999; "Sega", 9 
agosto 1999)

[Seguono due pezzi che danno un eloquente 
spaccato del clima che regna oggi in Bulgaria 
riguardo alla questione macedone. Il primo, 
tratto dal mensile "Balkanite+", riporta i 
commenti di alcuni politologi e storici bulgari 
di orientamento "liberal" (secondo gli standard 
bulgari) riguardo a una recente inchiesta della 
filiale bulgara della Gallup, secondo la quale 
il 20% dei macedoni della Repubblica di 
Macedonia si autoidentificherebbe come di 
nazionalita' bulgara. Va subito precisato che 
non siamo riusciti a reperire informazioni 
dirette sull'inchiesta e il dato va preso con 
estrema cautela, tanto piu' che mancano le 
dovute precisazioni (modalita' delle interviste, 
eta' media di chi si considera come tale, zona 
d'origine ecc.). Ai commenti dei politologi fa 
seguito la reazione dell'Istituto Scientifico 
Macedone, un'istituzione bulgara revanscista 
controllata dalla VMRO, una piccola, ma 
agguerrita e e sempre piu' forte, formazione 
politica di destra, che fa parte della 
coalizione di governo a Sofia. La reazione 
scomposta e irata dell'Istituto, e' dovuta al 
fatto che secondo quest'ultimo e' un dogma che 
TUTTI i macedoni siano in realta' di 
nazionalita' bulgara. Abbiamo cercato di 
conservare il farraginoso linguaggio 
dell'Istituto, che costituisce un bell'esempio 
di retorica sciovinista e revanscista, mischiata 
ai classici armamentari stalinisti. Per alcune 
delucidazioni sul ruolo della questione macedone 
nella storia della Bulgaria e sulla VMRO, si 
vedano rispettivamente "Notizie Est" #110, 16 
novembre 1998 e #175, 22 febbraio 1999. 
Il secondo pezzo riporta alcuni brani di 
un'intervista a Ivan Tatarcev, che nella sua 
qualita' di procuratore generale della Bulgaria 
ha goduto di enormi poteri tra il 1992 e il 1999 
(il suo mandato e' appena scaduto). Tatarcev e' 
anche presidente onorario della VMRO, pur 
essendo in dissidio con la sua attuale direzione 
politica a causa della scelta di quest'ultima di 
entrare nella coalizione di governo. Tatarcev e' 
anche noto per i suoi intensi legami con 
businessman arricchitisi alle spalle delle ex 
aziende statali e noti mafiosi - a.f.]

(I risultati di un'indagine sociologica condotta 
nella Repubblica di Macedonia dall'agenzia 
bulgaro-britannica Gallup hanno scatenato un 
acceso dibattito tra i politologi bulgari e gli 
studiosi dell'Istituto Scientifico Macedone di 
Sofia)

I MACEDONI SONO GLI ULTIMI JUGOSLAVI

IVAN KRASTEV, politologo:

La questione non e' tanto a chi competa il 
problema della Macedonia, vale a dire alla 
Macedonia stessa piuttosto che alla Bulgaria. 
Macedonia e' il nome del domino balcanico. Se 
vogliamo rispondere alla domanda di quale 
aspetto avranno i Balcani fra 10 anni, dobbiamo 
potere rispondere a quella di quale aspetto 
avra' la Macedonia tra 5 anni.

ANDREJ PANTEV, storico:

La Macedonia ormai non e' piu' tanto un 
territorio, quanto piuttosto un'idea. Non vi e' 
da meravigliarsi che i macedoni abbiano parenti 
soprattutto in Serbia e nelle altre parti della 
ex Jugoslavia. In fin dei conti, nessun abitante 
della Macedonia vera e propria ha mai vissuto in 
uno stato bulgaro, per quanto siano notevoli le 
leggende, i ricordi, i nomi, le mentalita', le 
analogie e le similitudini comuni ai due popoli. 
Oggi vi e' una questione fondamentale, che non 
e' ancora stata chiarita. Quando diciamo che i 
macedoni sono nostri fratelli, cosa intendiamo 
nei fatti dire? Se guardiamo la cosa da un punto 
di vista etnoculturale, e' scontato che essi 
siano molto piu' fratelli nostri che dei serbi, 
su un piano puramente storico. Ma non possiamo 
essere fratelli di noi stessi. Se ho un 
fratello, si tratta di qualcuno che comunque e' 
pur sempre un po' diverso da me. E' necessario 
dire infine la verita' - continuiamo a 
identificare la Macedonia come parte della 
nostra eredita' storica e culturale, oppure 
timidamente, a tappe, discretamente, accettiamo 
che si tratta di un altro stato, per quanto 
fraterno?

ANDREJ RAJCEV, sociologo:

La nostra indagine, come minimo, ha portato alla 
luce che il rifugio naturale del popolo macedone 
e' la nazione macedone. Allo stesso tempo, circa 
il 20% dichiara di considerarsi bulgaro o vicino 
ai bulgari fino a esserne indistinguibile. Cosa 
dovrebbe fare la Bulgaria in questa situazione?

IVAN KRASTEV:

Nella nostra letteratura e' stato scritto molto 
della serbizzazione della Macedonia, ma la 
verita' oggi e' che la Macedonia si identifica 
non tanto nella propria "serbita'", quanto 
piuttosto nella propria "jugoslavitudine".A 
Skopje l'identita' jugoslava e' diventata parte 
della nuova identita' della Repubblica di 
Macedonia. Skopje cercava l'indipendenza dalla 
Serbia, ma non dalla Jugoslavia. La cosa piu' 
importante che dimostra l'indagine e' che sulla 
base della storia comune negli ultimi 50 anni 
gran parte dei macedoni continua a sentirsi 
legata alla Jugoslavia ormai scomparsa. La 
tragedia degli ultimi 100 anni emerge nella 
maniera piu' chiara nel fatto che la maggior 
parte di noi bulgari ha "parenti" in Macedonia, 
mentre la maggior parte dei macedoni sono 
convinti di non avere parenti in Bulgaria. 

Ci sono solo due tipi possibili di politica 
della Bulgaria nei confronti della Macedonia. 
Possiamo avere una politica nei confronti dello 
stato Macedonia oppure una politica nello stato 
Macedonia. Questa e' la differenza. Attualmente 
non si prende atto di questa necessita' di 
scelta, perche' la VMRO-DPMNE [il partito del 
premier macedone Georgievski, da non confondersi 
con la VMRO bulgara - N.d.T.] viene vista come 
un partito filobulgaro, mentre la SDSM di 
Crvenkovski era apertamente antibulgara. Ma le 
relazioni bulgaro-macedoni possono subire nel 
giro di 3-4 mesi numerosi capovolgimenti, per 
tutta una serie di motivi.

In primo luogo, nel momento in cui la Bulgaria e 
la Macedonia scoprono in maniera molto simile, 
molto emozionale e quotidiana, di conoscere le 
medesime canzoni, si viene a creare una 
vicinanza emozionale incredibilmente potente. Ma 
negli stessi mesi, l'economia bulgara e i soldi 
bulgari non sono presenti in Macedonia - in 
questo campo domina totalmente la Grecia. 
Bisogna capire che si tratta di una partnership 
incredibilmente fragile, che puo' proseguire 
unicamente se noi rinunciamo a costruire la 
nostra politica sulla base della promozione 
dell'identita' bulgara di questo 20% della 
popolazione. Se non sara' cosi', la Bulgaria 
verra sempre vista come un problema, in 
Macedonia.

E' importante decidere se la Bulgaria vuole 
avere un alleato nella persona dello stato 
Macedonia, oppure vuole avere un alleato etnico 
in Macedonia. La maggior parte della gente dice 
che la Macedonia riuscira' a sfuggire alla 
divisione. Secondo me, la conservazione della 
Macedonia e il piu' grande interesse strategico 
della Bulgaria. La Bulgaria ha bisogno della 
Macedonia come alleato e come partner, e non 
come fratello etnico.


LA BANCAROTTA DELLA POLITOLOGIA BULGARA RISPETTO 
ALLA QUESTIONE MACEDONE
Brani dalla Dichiarazione dell'Istituto 
Scientifico Macedone di Sofia

I politologi bulgari Ivan Krastev e A. Rajcev, 
nonche' lo storico A. Pantev, unitosi a loro, 
hanno cercato di analizzare i dati dell'indagine 
condotta dalla Gallup nella Repubblica di 
Macedonia nello spirito di quella che fino a 
oggi e' stata la visione comunista skopjo-
belgradese dell'Unione Socialdemocratica (SDSM) 
di Branko Crvenkovski, fino a poco tempo fa al 
governo e da alcuni mesi all'opposizione. Tutte 
le simpatie pro-jugoslave e pro-titoiste che 
scopriamo nei giudizi dei tre autori ne sono una 
testimonianza.

I politologi bulgari non sospettano nemmeno che 
oltre alla politologia skopjo-belgradese, che 
hanno appreso molto bene, esiste anche un'altra 
politologia macedone contemporanea che risolve 
in un modo diverso le questioni sollevate.

In quanto ha scritto il trio Rajcev-Krastev-
Pantev non si menziona nemmeno una volta la 
parola macedonismo - il termine fondamentale con 
il quale si indica negativamente la teoria e la 
pratica della cerchia politica Tito-Kolisevski-
Gligorov-Crvenkovski-ana, che lavora da mezzo 
secolo per la debulgarizzazione della Macedonia. 
Per i nostri politologi la linea di questa 
cerchia e' l'unica vera e la mettono in atto, 
senza nemmeno cercare di vedere la seconda, oggi 
divenuta ufficiale, che insiste sulle radici 
bulgare e sull'unita' spirituale bulgara.

I nostri politologi accettano come moneta 
sonante il macedonismo e lo attribuiscono 
all'intera popolazione della repubblica. Ecco 
cosa scrive in merito Mladen Srbinovski [autore 
macedone di un recente libro che rivendica 
l'identita' bulgara della popolazione slava 
della Macedonia - N.d.T.]: "I bulgari di 
Macedonia, in quanto dominanti nelle aree prima 
separate e poi nuovamente restituite all'impero 
ottomano sono gli unici, nella nazionalmente 
variegata Macedonia, che non traggono la loro 
spiritualita' dall'esterno, bensi', al 
contrario, da Cirillo e Metodio fino alla 
Rinascita, e' proprio da qui che da piu' di 
mille anni trova la sua fonte e si diffonde 
verso le altre regioni la bulgarita'. La parte 
liberata e piu' fortunata della Macedonia, 
quella in Bulgaria, non ha avuto bisogno di 
creare suoi adepti in Macedonia, la numerosa 
popolazione omogenea ha di frequente invocato i 
suoi fratelli affinche' accorressero in suo 
soccorso. A differenza di essi, la maggior parte 
degli stati circostanti, con aperte pretese 
territoriali nei confronti della Macedonia, ha 
creato "artificialmente", o ha aumentato, la 
propria popolazione locale, oppure i gruppi che 
li appoggiavano". Piu' avanti Srbinovski parla 
di un'identica popolazione da entrambe le parti 
del confine; del fatto che dietro alla VMRO vi 
fosse l'intero popolo; del macedonismo creato da 
figure e studiosi serbi come Garasanin, 
Novakovic, Cvijc e Belic; del fatto che l'idea 
della Macedonia autonoma di Goce Delcev e Dame 
Gruev [rivoluzionari macedoni che hanno fondato 
la VMRO alla fine del secolo scorso - N.d.T.] e' 
bulgara; della variante  greca del macedonismo; 
del fatto che gli sparuti gruppi di partigiani 
di sinistra e i primi dirigenti della Repubblica 
di Macedonia dopo il 1944 avevano 
un'autocoscienza nazionale bulgara; delle 
incarcerazioni e dei maltrattamenti da parte 
della UDBA [i servizi segreti della jugoslavia 
socialista - N.d.T.], proseguiti addirittura 
fino agli anni novanta del XX secolo; delle due 
correnti nella slavistica (quella effettivamente 
scientifica - la macedone, e quella 
pseudoscientifica - la macedonistica). Nel suo 
ripudio del macedonismo cominternista, l'autore 
sottolinea: "Senza una verita' completa e 
multiforme su noi stessi non saremo in grado di 
cominciare a costruire uno stato rispettando noi 
stessi e facendoci rispettare dagli altri. [...].

E' piu' che chiaro che non e' pensabile fare un confronto tra la politologia 
bulgara contemporanea (macedonista, cominternista e vetusta) con quella 
macedone contemporanea, che innalza come postulato per lo sviluppo - la 
verita'. Con la loro mancanza di informazione i politologi bulgari alimentano i 
socialisti serbomacedoni, che attaccano la spiritualita' bulgara in Macedonia e 
aiutano a rafforzare la campagna antibulgara nella repubblica.

(da "Balkanite+", n. 5-6, agosto 1999)


BRANI DA UN'INTERVISTA A IVAN TATARCEV
domande di Ana Klisarska

D: Oggi la VMRO e' un partner di coalizione della SDS e partecipa al governo.

R: Mi dissocio dalla linea attuale dell'organizzazione, perche' coloro che la 
dirigono non hanno nulla in comune con l'autentico movimento rivoluzionario 
macedone. Quest'ultimo deve avere una posizione e dei compiti ben precisi. Oggi 
la VMRO non puo' piu' agire con i metodi del passato, con la forza delle armi, 
ma deve realizzare una rivoluzione nella coscienza dei bulgari di Macedonia 
oppressi da anni. Essi sono stati costretti a ripudiare la propria identita' 
nazionale, sono stati mandati in galera, nei lager, umiliati, picchiati, mentre 
in Bulgaria, in conseguenza del tradimento nazionale compiuto in passato, molte 
persone hanno smesso di essere bulgari autentici.

D: E le mosse successive quali saranno?

R: E' ancora presto per parlare delle mosse successive. Bisogna innanzitutto 
realizzare questo passo e, soprattutto, dire apertamente che sul territorio 
della Repubblica di Macedonia vivono soprattutto bulgari. Perche' la nazione 
macedone non e' mai esistita, e' stata creata in maniera artificiale, cosi' 
come la lingua macedone. Chiunque conosca la storia, sa come e' stata creata 
questa nazione: su ordine del Comintern. E la lingua macedone e' totalmente 
inventata, composta da parole bulgare, termini stranieri, serbismi e parole 
contraffatte. Non posso accettare che esista una tale lingua. E per me e' un 
errore il riconoscimento di questa lingua, un errore che potrebbe essere 
definito anche con parole ben piu' pesanti.

D: Ma i macedoni possono accettare di essere bulgari?

R: Per i giovani e' una lotta un po' piu' difficile, perche' a scuola sono 
stati educati a uno spirito che esclude la bulgarita'. Ma io ritengo che in 
presenza di una corretta politica nazionale della Bulgaria e di una maggiore 
perseveranza, l'autocoscienza bulgara verra' ristabilita nella maggior parte 
della Bulgaria corrispondente alle terre del Vardar [l'attuale Repubblica di 
Macedonia - N.d.T.].

D: Come valuta la politica del premier macedone Ljubco Georgievski?

R: Nonostante abbia una buona opinione di lui, non posso essere categorico 
riguardo alla sua politica, perche' nella VMRO in Macedonia esistono diverse 
correnti. E non si sa ancora quale di esse avra' la meglio.

D: Ljubco Georgievski e il premier bulgaro Ivan Kostov hanno dimostrato di 
intrattenere rapporti decisamente amichevoli. Quali conseguenze potra' avere 
questo fatto per i due paesi?

Dal comportamento del sig. Kostov non posso trarre la conclusione che stia 
agendo conformemente agli interessi nazionali del paese. Ha dichiarato, 
provocando la mia indignazione, di avere seppellito il nazionalismo bulgaro. 
Questo significa che non ha idea di cosa sia il nazionalismo e di quali siano 
gli interessi nazionali, oppure che in conseguenza del fatto che in passato e' 
stato un combattente sul fronte ideologico del passato regime, in qualita' di 
docente di Economia Politica del Socialismo, semplicemente non e' un buon 
bulgaro.

D: Kostov durante la guerra in Jugoslavia ha giocato la carta nazionalistica 
della Macedonia come argomento politico.

R: Con ogni probabilita' e' stato solo per 
mettersi in mostra. Ma dai bombardamenti la 
Repubblica di Macedonia non ha guadagnato nulla. 
Al contrario, nel paese ci saranno presto 
problemi con la popolazione schipetara, che e' 
sensibilmente aumentata di numero. Probabilmente 
parte di quelli che sono fuggiti dalla Serbia 
durante i bombardamenti non ha alcuna intenzione 
di tornare.

(da "Sega", 9 agosto 1999)


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