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21 Settembre 1999
BALCANI/EUROPA
Ricostruiamo insieme una cultura di pace
SILVANA AMATI (Presidente Consiglio regionale delle Marche)
Verso una Conferenza della società civile, per la Pace, la Democrazia, la
Cooperazione nei Balcani" è il titolo dell'incontro, che si svolgerà presso
l'università di Ancona il 21 e 22 settembre, nell'ambito delle iniziative
che si concluderanno con la terza Assemblea dell'Onu dei Popoli e la Marcia
Perugia-Assisi. Il convegno è stato organizzato dal Consiglio regionale
delle Marche, dal Consorzio italiano di solidarietà, con la collaborazione
della Tavola della pace, della Conferenza nazionale dei presidenti delle
regioni e delle province autonome, dell'Associazione nazionale enti locali
per la pace.
La partecipazione di rappresentanti di varie associazioni, di studiosi,
amministratori, parlamentari, uomini di governo di tantissime aree, la
presenza di qualificata rappresentanza della società civile e politica del
nostro paese, indicano già un punto all'attivo dell'iniziativa. Infatti,
dopo dieci anni di guerre atroci, di pulizie etniche e di violazione dei
diritti umani, di separazioni nazionalistiche, di ricostruzioni forzose di
stati monoetnici, si dimostra che è ancora possibile rilanciare e tentare il
dialogo.
Integrazione
Un dialogo che punti a progettare concretamente una prospettiva di pace e di
sicurezza comune per tutti i popoli balcanici, che ricerchi nuove forme di
integrazione, che sia promotore di un'azione forte di difesa e di espansione
dei diritti umani e democratici, di riconoscimento dei diritti delle
minoranze in tutti gli stati.
Un dialogo, poi, che punti a progettare uno sviluppo economico e sociale,
per tutta l'area: uno sviluppo che per essere duraturo, stabile, non
eterodiretto, ha bisogno di una nuova coesione sociale, della comunicazione,
collaborazione, integrazione dei popoli dell'area Balcanica, della presenza
e della crescita della società civile e delle sue organizzazioni, del
rafforzamento delle comunità locali, dei municipi, dei sindacati, delle
organizzazioni degli interessi e della presenza di media liberi ed indipendenti.
Fuori dai nazionalismi
Una reale ricostruzione ha bisogno, insomma di tutto ciò che prefiguri una
vera e propria strategia di uscita democratica dalla crisi che ha devastato
i Balcani in questi anni, superando progressivamente, nello sviluppo dei
diritti umani, nell'espansione democratica, nello sviluppo economico e
sociale, il buco nero del nazionalismo, dell'odio razziale, che ha
sprofondato gran parte dei Balcani nell'attuale stato di cose.
Una strategia, quindi, fondata sulla sicurezza collettiva, la pace, la
democrazia, la cooperazione, lo sviluppo. Di ciò hanno bisogno i Balcani, di
ciò ha bisogno l'Europa se vuole giocare un ruolo forte, univoco, coerente
dal punto di vista degli interventi.
Certo sono indispensabili quanto mai aiuti e investimenti, indispensabili
per l'immediato, per l'oggi, dato che l'inverno è alle porte, indispensabili
per il futuro.
I nostri compiti
Occorre però costruire una reale leadership euro-balcanica, rafforzare il
ruolo delle Nazioni unite e dell'Osce, monitorare le situazioni di crisi,
spingere sul disarmo, combattere l'economia criminale, promuovere una forte
cooperazione decentrata, favorire programmi di intervento transfrontalieri,
rafforzare l'economia sociale, puntare sullo sviluppo delle risorse umane,
ricostruire le infrastrutture, specie quelle di collegamento delle varie aree.
Occorre dunque un governo consapevole della ricostruzione, un quadro di
riferimento e di obiettivi condivisi, entro il quale c'è spazio per tutti,
per le organizzazioni sociali, per i vari tipi di impresa, per le comunità
locali, nazionali e globali. Il convegno di Ancona vuole essere un momento
di preparazione di una più ampia conferenza della società civile, si propone
alcune raccomandazioni da offrire ai soggetti che interverranno nella
ricostruzione e si propone di avviare una dialettica e un confronto più
ampio di quello, in verità assai ristretto, che fino ad ora si è registrato.
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