[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Notizie Est #260 - Albania



"I Balcani" - http://www.ecn.org/est/balcani

==============================
NOTIZIE EST #260 - ALBANIA
21 settembre 1999
==============================

ALBANIA: TRISTEZZA POST FESTUM
di Remzi Lani - (AIM, 29 luglio 1999)

[Questo articolo e' stato scritto alla fine 
dello scorso mese di luglio, ma l'analisi che fa 
della situazione politica in Albania rimane 
attuale ancora oggi. Nelle prossime settimane si 
svolgeranno i congressi delle due maggiori forze 
politiche del paese, il Partito Socialista e il 
Partito Democratico. I preparativi per i due 
congressi si stanno trasformando in una mini-
campagna elettorale: in campo socialista, il 
premier Majko e il suo vice Meta hanno serrato 
le fila contro l'avversario Nano, mentre in 
campo democratico il giovane moderato Genc Pollo 
ha ufficializzato nei giorni scorsi la propria 
candidatura alternativa a Berisha come nuovo 
leader del partito. Pollo e' stato 
immediatamente invitato a Washington, cosa che 
ha scatenato le ire degli uomini di Berisha, 
mentre quest'ultimo ha preferito usare toni 
moderati, in consonanza con la nuova immagine 
che cerca di crearsi. Rimane comunque confermata 
la tesi dell'articolo riportato qui sotto, 
secondo cui i principali paesi occidentali 
favoriscono la creazione di un "asse 
trasversale" moderato che attraversi il Partito 
Socialista e il Partito Democratico - a.f.]

Il ritorno a casa di circa mezzo milione di 
kosovari rifugiatisi in Albania ha creato un 
vuoto non solo nei campi profughi ormai deserti, 
ma anche sulla scena politica del paese. Dopo un 
armistizio forzatamente concluso a causa della 
crisi in Kosovo, la politica albanese sta 
riprendendo il suo normale corso e i suoi 
conflitti interni. Nel frattempo, nelle strade 
del paese stanno tornando le scene di violenza 
criminale, mentre le pagine dei giornali sono 
zeppe di storie di corruzione.

Nel paese sta tornando l'incertezza, nonostante 
alcune spettacolari azioni delle forze di 
polizia, che sono riuscite ad arrestare 
all'aeroporto di Rinas uno dei capi della mafia 
siciliana nascostosi in Albania per un lungo 
periodo, o a espellere dal paese due estremisti 
islamici collegati a Ossama Bin Laden, 
sospettati di preparare un attacco contro 
l'Ambasciata USA a Tirana. I cittadini albanesi, 
pur contenti di queste notizie relative alla 
detenzione di criminali internazionali, si 
sentono tuttavia depressi nel sentire che il 
loro paese si e' ormai trasformato in un 
santuario per i criminali. E nessuno sa se 
saranno gli ultimi oppure no.

La temporanea distensione del clima politico 
dovuta alla crisi in Kosovo ha avuto come 
conseguenza uno spostamento dei conflitti 
all'interno delle maggiori forze politiche; la 
bizzarra stabilita' del paese, che e' riuscita a 
fare fronte a un flusso di profughi pari al 15 
per cento della sua popolazione, viene ora 
sostituita da una nuova fase di instabilita', 
mentre il clima ottimista conseguente allo 
spiegamento di truppe NATO nel Kosovo sta 
gradualmente dissolvendosi a favore di una nuova 
era di pessimismo.

La prolungata crisi albanese rimane innanzitutto 
la crisi della sua classe politica e della sua 
scena politica. Figli della Guerra fredda, i 
politici albanesi continuano rimanere piu' 
legati al passato del piu' povero paese dei 
Balcani, che al suo futuro. Il pluralismo 
concepito come un conflitto politico e non come 
un dialogo politico ha reso la transizione 
albanese lunga e travagliata.

I due grandi dinosauri della "plaza de torreros" 
sono ancora il Partito Socialista al governo e 
il Partito Democratico all'opposizione che, 
oltre ai conflitti reciproci, sono presi da 
conflitti interni che potrebbero portare a 
inattesi cambiamenti sulla scena politica.

I socialisti al governo stanno probabilmente 
vivendo la piu' grande crisi da quando sono 
riemersi sulla scena politica otto anni fa. Le 
meritate lodi per avere fatto fronte alla crisi 
dei profughi sembrano non essere abbastanza per 
guadagnarsi il supporto di un'opinione pubblica 
che sta dando sempre maggiori segni di 
insoddisfazione e disillusione.

Il governo del trentunenne Majko ha il merito di 
rendere in qualche modo piu' agevoli le 
relazioni con l'opposizione guidata dall'ex 
presidente Berisha, ma non e' riuscito a 
ripristinare l'ordine pubblico ne' a mettere 
freno alla corruzione galoppante.

Majko, che attualmente e' il numero uno tra i 
socialisti, e' costretto a manovrare tra Scilla 
e Cariddi.  Da una parte, si trova a essere 
attaccato dall'opposizione guidata da Berisha, 
mentre dall'altra dall'ex Primo ministro ed ex 
leader del partito Fatos Nano.

Nano, che ha dato le dimissioni da leader del 
partito nello scorso gennaio, ha avviato una 
campagna di manifestazioni mirata a 
riconquistare la leadership del partito 
nell'imminente congresso che si svolgera' a 
ottobre. La campagna di Nano e le sue critiche 
nei confronti del premier Majko e del suo vice 
Meta, ha aggravato di molto le relazioni tra i 
vari raggruppamenti all'interno della formazione 
socialista. L'imminente congresso potrebbe 
rivelarsi il punto di rottura per i socialisti, 
che durante gli ultimi otto anni sono riusciti a 
evitare ogni seria frattura interna e hanno dato 
prova di una tolleranza notevole per un partito 
albanese.

In passato stretti alleati, oggi Nano e Majko 
stanno lottando per assicurarsi sostegno 
all'interno del partito e dell'ampio gruppo 
parlamentare, composto da 101 membri. Nano sta 
ancora giocando la carta anti-Berisha e ha 
accusato Majko di flirtare con quest'ultimo, 
incontrandolo nel dicembre dell'anno scorso.

Se nel prossimo congresso Nano vincera', la 
conseguenza potrebbe essere la fine del governo 
Majko. Se sara' Majko a vincere, e' possibile 
che Nano decida di uscire dal partito e di 
creare una nuova forza politica.

Anche se e' difficile prevedere chi godera' di 
maggiore supporto tra la base del partito, e' 
evidente che Majko abbia due vantaggi. In primo 
luogo, gode del supporto incondizionato della 
comunita' internazionale e, in secondo luogo, e' 
maggiormente accettato dall'opposizione, un 
fattore che non puo' essere ignorato in un paese 
lacerato dai conflitti politici.

Sembra che Nano trovi la sua base soprattutto 
nell'elettorato anti-Berisha, che non puo' certo 
essere considerato trascurabile. Ma gli manca il 
sostegno estero e, soprattutto, non e' popolare 
in Kosovo. Nano viene considerato responsabile 
dell'esplosione di corruzione nel paese, piu' di 
quanto lo sia il nuovo governo.

Oltre ai problemi interni al partito e alla 
costante offensiva dell'opposizione, Majko 
dovra' tenere conto delle gravi fratture 
all'interno della coalizione governativa. 
L'Alleanza Democratica, che riunisce i liberali 
fuoriusciti dal Partito Democratico, ha chiesto 
un rimpasto di governo. La stessa richiesta a' 
stata avanzata dall'Unione per i Diritti Umani, 
un partito della minoranza greca. I 
socialdemocratici sembrano rimanere piu' vicini 
ai socialisti, ma le loro relazioni con gli 
altri piccoli "fratelli", come i liberali e il 
partito della minoranza greca, sono 
surriscaldate.

Nei fatti, una rottura della coalizione di 
governo non causerebbe una crisi parlamentare, 
perche' i socialisti godono di una netta 
maggioranza, ma si tratterebbe comunque di un 
altro elemento di tensione nell'incerto clima 
politico del paese. Sembra che siano stati 
soprattutto i ribelli all'interno della 
coalizione, piu' che l'attuale governo, a 
cominciare a pensare alle prossime elezioni, 
sperando di ottenere piu' voti stando fuori 
dall'esecutivo.

Nel campo dell'opposizione, Berisha ha 
interrotto il prolungato boicottaggio 
parlamentare, tornando in Parlamento dopo un 
anno di assenza. L'ambasciatore temporaneo degli 
Stati Uniti a Tirana, Frowick, e' riuscito a 
fare cambiare idea all'ostinato leader 
dell'opposizione, promettendo in cambio che il 
governo degli USA inviera' degli esperti per 
indagare sull'assassinio del popolare ex leader 
dell'opposizione Azem Hajdari, avvenuto lo 
scorso settembre, un assassinio che rimane 
ancora oscuro. Lo stesso Berisha non gode piu' 
dell'immunita' parlamentare dopo la decisione 
del parlamento di indagare sul suo ruolo in 
quello che il governo considera come il "colpo 
di stato del 14 settembre 1998", ma egli ha 
rifiutato di rispondere alle domande poste dai 
magistrati.

Berisha, che rimane un acerrimo nemico dell'ex 
premier Nano, fa uso di un vocabolario moderato 
nei confronti del suo successore Majko. Berisha 
e Majko si sono incontrati per la prima volta a 
dicembre, una mossa che ha avuto un impatto 
sulla distensione della situazione politica del 
paese. Berisha ha appoggiato la politica del 
governo rispetto al Kosovo, soprattutto per 
quanto riguarda i rifugiati. Ma ha preso le 
distanze da Majko rispetto alle sue posizioni 
nei confronti dei fattori politici kosovari. 
Berisha ha per lungo tempo sostenuto Rugova e il 
governo in esilio di Bukoshi, mentre Majko 
vantava stretti legami con l'UCK e il governo di 
Thaci.

Berisha e Rugova si sono incontrati a Crans 
Montana. Successivamente, il ritardo della 
visita di Rugova in Kosovo ha fatto si' che 
Berisha ritirasse l'energico supporto che aveva 
sempre dato al leader kosovaro. Alcuni giorni 
fa, in un discorso di due ore pronunciato di 
fronte al Consiglio Nazionale del suo partito e 
incentrato sul Kosovo, Berisha non ha mai 
menzionato il nome di Rugova, mentre non ha 
risparmiato lodi per l'UCK.

Anche i democratici terranno il loro Congresso 
ordinario all'inizio dell'autunno. Un gruppo 
all'interno della leadership del partito, 
guidato dal suo ex presidente Tritan Shehu, ha 
cominciato gia' da tempo a criticare 
energicamente Berisha per il boicottaggio del 
Parlamento e accusandolo di soffocare le regole 
democratiche all'interno del partito. Anche l'ex 
premier Aleksander Meksi ha unito la sua voce a 
queste critiche, ma ora e' stato messo da parte 
e si occupa solo delle sue attivita' d'affari 
personali.

A differenza del passato, quando ogni critica 
nei confronti dello spietato leader provocava 
l'immediata rimozione dalle fila del partito, 
Berisha questa volta ha tollerato le critiche 
nei suoi confronti, almeno fino al Congresso. 
Egli continua comunque a dominare il partito con 
un pugno di ferro e vi sono scarse possibilita' 
che la frazione moderata guidata da Shehu possa 
ottenere una vittoria.

Nei discorsi piu' recenti il vocabolario di 
Berisha si e' fatto piu' moderato. Mentre nel 
luglio 1998 chiamava i cittadini alla 
"disobbedienza civile nei confronti dello 
stato", nel luglio 1999 ha invitato i cittadini 
a "rispettare il loro stato".

La stampa albanese ha aumentato le speculazioni 
in merito quello che viene considerato come il 
riciclaggio di Berisha, o alla possibilita' che 
egli possa nuovamente conquistare il potere. E' 
chiaro che l'ex presidente gode di un costante 
supporto personale di circa il 20-25 per cento, 
ma e' altrettanto chiaro che piu' o meno la 
stessa percentuale di persone gli e' avversa. E' 
noto che in certi circoli politici stranieri 
Berisha viene considerato un uomo forte capace 
di ristabilire la legge e l'ordine, ma e' anche 
noto che in alcune cancellerie occidentali egli 
viene considerato come il principale colpevole 
dello sprofondamento del paese nell'anarchia 
dopo il crollo delle piramidi finanziarie. Nel 
frattempo, le sue credenziali democratiche 
continuano a essere considerate sospette.

Probabilmente in questo momento il punto 
maggiormente critico della fragile democrazia 
albanese e' rappresentato dal fatto che nessuno 
sa "chi verra'". In un paese in cui non vi sono 
indagini d'opinione, e' difficile poterlo 
prevedere. L'insoddisfazione dell'opinione 
pubblica nei confronti delle due maggiori forze 
politiche e' nota, ma manca una terza forza. 
Cosi', gli albanesi continueranno a scegliere il 
meno peggio tra due cose cattive.

In alcuni circoli diplomatici di Tirana si e' 
sempre continuato a parlare della necessita' di 
una "Grande Coalizione" tra il Partito 
Socialista e quello Democratico, per 
stabilizzare il paese e creare le condizioni per 
la sua integrazione nei progetti regionali del 
Patto di Stabilita'. Sembra che a causa della 
pressione internazionale, e non per la loro 
libera volonta', i socialisti e i democratici 
dovranno dire di si'.



________________________________________________________

"Notizie Est" e' una mailing list di notizie sui Balcani
e l'Europa Orientale, pubblicata dal sito web "I Balcani" e 
archiviata su web all'indirizzo:

http://www.ecn.org/est/balcani

Se desiderate abbonarvi (gratuitamente) o essere rimossi
da questa lista e' sufficiente che lo comunichiate a:
est@ecn.org