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Flounders e Catalinotto (Trib. Clark) da Belgrado, 11/10/2000



Date sent:      	Wed, 25 Oct 2000 22:57:53 +0200
Subject:        	Sara Flounders e John Catalinotto, 11/10/00
From:           	"jugocoord@libero.it"<jugocoord@libero.it>


    La lotta continua nonostante la sconfitta a Belgrado

    11 ottobre

    di Sara Flounders e John Catalinotto (Tribunale 
Internazionale Clark) 

    Di fronte all'enorme pressione degli Stati Uniti e dei loro 
alleati della NATO, a una manifestazione di 200.000 persone che 
chiedevano che si ritirasse e agli attacchi violenti di unità 
paramilitari organizzate, il presidente jugoslavo Slobodan 
Milosevic si è dimesso il 6 ottobre.

    Gli avvenimenti pongono due interrogativi di importanza 
vitale per la classe operaia e i movimenti contro la guerra e 
progressisti in tutto il mondo.

    Il primo è: da che parte state? E' stata una  vittoria del 
popolo, come proclamano i grandi mezzi di comunicazione di massa, 
o una sconfitta per la classe operaia in Jugoslavia e in tutto il 
mondo?

    Il secondo interrogativo riguarda l'esito dello scontro in 
atto: quale classe avrà il controllo dello stato, cioè 
dell'esercito, la polizia, le leggi e i tribunali? La classe 
capitalistica internazionale, che controlla la Banca Mondiale, il 
Fondo Monretario Internazionale, le grandi banche di investimento 
e le società multinazionali avrà ora il controllo di tutte le 
leve della vita economica e politica anche in Jugoslavia? 

    Le manifestazioni di massa hanno dato agli avvenimenti le 
sembianze di una insurrezione rivoluzionaria. Ma si tratta di 
un'apparenza ingannevole, perchè abbiamo in realtà assistito a un 
golpe controrivoluzionario sostenuto dalla NATO, un golpe ancora 
incompleto contro il quale è possibile resistere.

    I dirigenti della NATO acclamano Kostunica

    L'indicazione più ovvia sul carattere degli avvenimenti è 
venuta dai dirigenti dei paesi NATO che l'anno scorso hanno 
condotto per 11 settimane la brutale campagna di bombardamento 
della Jugoslavia. L'entusiasmo sfrenato del presidente americano 
Bill Clinton, del segretario di stato Madeleine Albright, del 
primo ministro britannico Tony Blair, del cancelliere tedesco 
Gerhard Schroeder e del suo ministro degli esteri, il verde 
Joshka Fischer, dovrebbe essere sufficiente a chiarire il 
significato degli avvenimenti della settimana scorsa per chi 
avesse pensato che il voto per Kostunica o la sommossa a Belgrado 
fosse una vittoria della democrazia.

    Ebbri del loro apparente successo e ansiosi di attribuirsene 
il merito, i politici da Washington a Berlino vantano ora i loro 
sforzi organizzati per rovesciare il governo Milosevic.

    Ecco qualche esempio:

    7 ottobre (Reuters) La Germania ha fatto sapere sabato di 
aver sostenuto l'opposizione jugoslava con finanziamenti di 
milioni di marchi.

    Anche la Norvegia ha affermato di aver contribuito a 
finanziare la campagna elettorale che ha portato alla vittoria 
del candidato dell'opposizione Vojislav Kostunica e subito dopo 
al rovesciamento dell'uomo forte presidente Slobodan Milosevic.

    Il settimanale Der Spiegel parla di circa 30 milioni di 
dollari quasi tutti di provenienza statunitense fatti passare 
tramite un ufficio a Budapest.

    Altri 45 milioni di marchi dalla Germania e da altri paesi 
occidentali sono stati pagati alle amministrazioni locali 
controllate dall'opposizione.
    Lo Spiegel scrive che il ministero degli esteri ha mandato 
circa 17 milioni di marchi tramite 16 città tedesche che vi hanno 
aggiunto il loro contributo.

    9 ottobre (Agence France Presse) "Il capo di stato maggiore 
USA, generale Henry Shelton, ha lodato lunedì la Bulgaria per il 
contributo dato al rovesciamento del presidente jugoslavo 
Milosevic"

    La loro tattica comprendeva il pompaggio di decine di milioni 
di dollari ai partiti di opposizione, in un'economia ridotta alla 
fame e distorta da otto anni di sanzioni.  C'erano poi le minacce 
militari di utilizzare, in caso di vittoria di Milosevic, le 
bombe NATO e le truppe di stanza nei paesi confinanti e le 
promesse ben pubblicizzate di por fine alle sanzioni e dare 
inizio a un'era di pace e prosperità se fosse stato eletto 
Kostunica.

    Kostunica è un politico anticomunista di basso profilo e 
professore di diritto costituzionale, sostenuto da 18 piccoli 
partiti divisi su tutto messi insieme da Washington con 
finanziamenti e pressioni brutali per formare la "Opposizione 
Democratica Serba" (DOS). Kostunica si è presentato sulla base 
del programma economico del Gruppo dei 17, redatto da economisti 
jugoslavi che lavorano per il Fondo Monetario e la Banca 
Mondiale. Le "soluzioni" che prospettano per la Jugoslavia 
comprendono la fine del sistema sanitario gratuito e di ogni 
sussidio per gli affitti, l'alimentazione e il trasporto. 

    L'obiettivo è la trasformazione di tutta l'economia con la 
rapida privatizzazione della maggior parte delle industrie e la 
vendita a basso prezzo a investitori stranieri di quelle che 
garantiscono maggiori profitti. Anche in economie assai più 
prospere, questo tipo di terapia choc è sfociato in licenziamenti 
di massa. 

    Basta vedere come sono precipitati i tenori di vita dei 
lavoratori dei paesi confinanti, come la Romania e la Bulgaria, 
quando hanno aperto le loro economie alle banche imperialiste e 
adottato le ricette del FMI.

    Ma è proprio questo l'obiettivo che la coalizione di 
Kostunica sembra perseguire. 
    L'agenzia Reuters riferiva il 10 ottobre le parole 
dell'economista della DOS Miroljub Labus, secondo il quale il FMI 
avrebbe accolto entro il 14 dicembre la Jugoslavia nel suo ovile 
se l'opposizione avesse formato in tempi brevi il suo governo.

    Il ruolo del Partito Socialista

    Nonostante le molte concessioni e i compromessi, il Partito 
Socialista Serbo di Milosevic ha lottato per mantenere 
l'indipendenza della Jugoslavia. Ciò gli ha guadagnato l'ostilità 
della reazione imperialista mondiale. Per 10 anni gli 
imperialisti USA e dell'Unione Europea hanno fatto di tutto per 
smembrare la Federazione Socialista Jugoslava e spazzar via 
persino la memoria di questo stato multietnico, mentre il PSS e 
il partito alleato della Sinistra Jugoslava resistevano.

    I mezzi di comunicazione di massa dell'imperialismo hanno 
demonizzato Milosevic chiamandolo dittatore. Ma Milosevic e il 
suo partito erano stati eletti per governare la Jugoslavia, 
avevano guadagnato stima e rispetto per aver guidato l'eroico 
popolo jugoslavo nelle 11 settimane di combattimento contro 
l'aggressione NATO e avevano difeso l'economia jugoslava dalla 
penetrazione imperialista.

    E' vero che il PSS ha perso il sostegno attivo della classe 
operaia che era stata la sua base. 
    Il partito non è riuscito finora a mobilitare le masse per 
difendersi dagli attacchi. Tuttavia Milosevic ha avuto due 
milioni di voti e il Partito Socialista ha la maggioranza legale 
in organismi importanti, compresi il Parlamento Federale 
Jugoslavo e quello della Serbia.

    Ma sarebbe sciocco pensare che Washington e i suoi alleati 
limitino le loro tattiche al terreno della legalità parlamentare.

    Lotta per il potere

    In un periodo di competizione pacifica e di discussione, i 18 
partiti della DOS che sostengono Kostunica si dividerebbero 
subito. 
    Kostunica è un monarchico e nazionalista serbo, mentre altre 
formazioni della coalizione sono antimonarchiche e si battono per 
l'indipendenza delle province della Voivodina e del Sangiaccato 
dalla Serbia.

    Inoltre un congruo periodo di pacifica dialettica politica 
dimostrerebbe che il programma economico di Kostunica rappresenta 
per i lavoratori jugoslavi un disastro peggiore delle sanzioni e 
l'inevitabile svendita della sovranità jugoslava e serba 
offenderebbe molti dei suoi attuali sostenitori.

    Ecco perchè Washington e i suoi agenti sono passati subito a 
metodi extralegali per impadronirsi di tutto l'apparato dello 
stato e hanno preso di mira i ministeri chiave e in particolare 
gli apparati di sicurezza, la polizia, il sistema bancario e 
tutto l'apparato mediatico e attaccato violentemente il PS e gli 
altri partiti di sinistra.

     Nelle elezioni il Partito Socialista e la Sinistra Jugoslava 
hanno conquistato la maggioranza in tutte e due le Camere del 
Parlamento Federale. Secondo la costituzione jugoslava, il 
Parlamento è più importante giuridicamente della presidenza, che 
ha compiti di rappresentanza. Ancora maggiore è l'influenza del 
Parlamento Serbo dove la sinistra è in posizione dominante e che 
su pressione del DOS ha convocato per dicembre nuove elezioni.

     Gli strateghi imperialisti spingono in direzione del rapido 
controllo dell'intero apparato statale, il che significa epurare 
i dirigenti della polizia e distruggere l'esercito jugoslavo che 
ha le sue radici nella rivoluzione socialista del 1945 e nella 
lotta partigiana contro i nazisti.

     Privato di un apparato armato che lo difenda, il popolo e in 
particolare la classe operaia jugoslava sarà alla mercè dei 
banchieri e degli imprenditori imperialisti che hanno le forze 
NATO nel Kosovo e nei paesi limitrofi e i loro agenti a Belgrado.

     Le bande extralegali dell'imperialismo

     Le bande anti-Milosevic hano attaccato i partiti di sinistra 
e i centri del governo. Velimir Ilic, sindaco di Cacac, nonchè un 
disertore che aveva rifiutato di cooperare con l'esercito 
jugoslavo durante la resistenza contro la NATO dell'anno
scorso, si è vantato sul New York Times di aver organizzato 
commandos anti-Milosevic.
Dice Ilic: "Abbiamo organizzato una squadra di giovani 
professionisti, parà dell'esercito jugoslavo e giovani poliziotti 
e ci siamo coordinati con le unità di elite
della polizia del ministero degli interni a Belgrado. A noi si 
sono uniti esperti di arti marziali e boxeurs professionisti. 
Avevamo anche poliziotti in abiti cvili per il coordinamento con 
le città vicine".

     Ilic ha dichiarato alla Agence France Presse che disponeva 
di 2000 uomini e che una parte era armata. "Un certo numero dei 
nostri aveva giubbotti antiproiettile e armi: Il nostro obiettivo 
era molto chiaro: assumere il controllo delle istituzioni chiave 
del regime, compreso il Parlamento e la televisione". 
     Non ha detto se fossero pagati e da chi, ma si è vantato che 
le sue forze, con divise della polizia, avevano aperto il 
Parlamento e seminato confusione tra i ranghi dei poliziotti. 
     Dentro, aveva presentato la banda a Zoran Djindjic, 
l'organizzatore della campagna di Kostunica.

     Secondo Michel Collon, corrispondente del settimanale belga 
Solidaire da Belgrado, Djindjic aveva coordinato gli attacchi al 
Parlamento e alla Televisione serba e aveva fatto uso di 
pressioni e minacce contro i giornalisti per prender possesso 
della più importante televisione pubblica, della radio e della 
stampa, compreso il quotidiano Politika.

     Gli squadristi di Djindjic, subito dopo la presa del 
Parlamento, avevano messo a soqquadro anche la sede del PS di 
Belgrado e quella del piccolo Nuovo Partito Comunista Jugoslavo. 
A Belgrado e dintorni sono state incendiate inoltre le case di 
attivisti del Partito Socialista e fatti anche più gravi sono 
accaduti in provincia.

     La lotta continua

     Il 10 ottobre i dirigenti della DOS hannno raggiunto un 
accordo con il Partito Popolare Socialista del Montenegro per 
nominare il dirigente di quel partito, Pedrag Bulatovic, nuovo 
primo ministro nel Parlamento Federale Jugoslavo. Bulatovic ha 
dichiarato che il suo partito, che era allineato con il Partito 
Socialista di Milosevic, intendeva formare un governo con la DOS 
"per bilanciare le forze politiche nel Parlamento Federale".

     Ci vorrebbe molto più spazio per spiegare tutte le possibili 
manovre parlamentari. Ma questo è davvero secondario. Washington 
e i suoi agenti impiegheranno pressioni di ogni tipo contro gli 
individui, i partiti politici e la popolazione nel suo complesso 
per impedire che la dialettica politica pacifica sbarri la strada 
alla controrivoluzione.

    Collon e altri corrispondenti da Belgrado hanno notato che la 
popolazione era disgustata dall'incendio del Parlamento e dalle 
altre violenze. Anche i sostenitori di Kostunica dicono di aver 
votato per una vita migliore, non per le vendette. Ma se la 
polizia e l'esercito evitano di impegnarsi a mantenere l'ordine, 
solo l'organizzazione attiva della sinistra potrà difendere le 
sue posizioni.

    Il ministro della difesa jugoslavo generale Dragoljub Ojdanic 
ha rivolto un appello pressante al Partito Socialista perchè 
mobiliti le sue forze. In una lettera aperta, Ojdanic mette in 
guardia i Serbi dal pericolo di estinguersi come popolo. "La 
divisione tra i Serbi, dice il generale, favorisce i piani dei 
nostri nemici dichiarati" per occupare il paese. Il generale fa 
riferimento ai legami della DOS con la NATO.

    Qui negli Stati Uniti è importante in primo luogo che la 
sinistra comprenda che gli avvenimenti del 5-6 ottobre 
rappresentano un duro colpo per i lavoratori e per la sovranità 
della Jugoslavia. Serve la solidarietà attiva con coloro che in 
Jugoslavia continuano a resistere allo sviluppo della 
controrivoluzione, siano essi nel Partito Socialista, negli altri 
partiti di sinistra, nei sindacati, o nella polizia e 
nell'esercito.

    L'imperialismo è riuscito a strappare con le sue grinfie una 
posizione di considerevole potere in Jugoslavia oggi. Ma la lotta 
continua.



  Gli autori di questo articolo hanno organizzato il 10 giugno 
scorso a New York il Tribunale Internazionale che ha condannato i 
crimini commessi dalla NATO nei 78 giorni di bombardamento della 
Jugoslavia.


              (Traduzione italiana a cura del
              TRIBUNALE ITALIANO CONTRO I CRIMINI DELLA NATO
              e-mail: tribunaleclark@mclink.it
              fax. 068174010
              tel : 0338-7963539)


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Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"

> http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra

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