"La guerra permanente", dibattito a Taranto



Mentre in Parlamento "voglia di guerra" (promossa da vari parlamentari che non hanno fatto ne' il servizio militare ne' il servizio civile) in tutte le citta' cresce l'insofferenza verso i bombardamenti. La maggioranza dell'opinione pubblica non li accetta.
Cresce la mobilitazione contro la guerra.
Ma non e' solo una spinta "emotiva" di fronte alle immagini di bambini e di poveri colpiti dalle bombe. Il NO ALLA GUERRA nasce anche da precisi ragionamenti sul rapporto fra guerra e globalizzazione. Ed e' per questo che venerdi' prossimo a Taranto saremo impegnati ad analizzare - assieme all'associazione Attac, impegnata nella critica alla globalizzazione - i RETROSCENA ECONOMICI DI QUESTA GUERRA. Se in passato la guerra veniva definita la "prosecuzone della politica con altri mezzi" oggi nell'attuale globalizzazione la guerra sta diventando la "prosecuzione degli affari con altri mezzi".

Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink



------------- COMUNICATO STAMPA -----------------

Venerdì 9 novembre, alle ore 17.30 presso l'aula magna dell'Istituto Righi in via Dante a Taranto, si terrà l'incontro dibattito organizzato da Attac Taranto, dal titolo:
"La guerra permanente: quali rischi per Taranto?"
Introduzione: Salvatore De Rosa (Attac Taranto)
Relazioni di: Alessandro Marescotti (PeaceLink) e Tonino Camuso
(Osservatorio Balcani).
Seguirà il dibattito.
L'incontro fa parte di un percorso di riflessione collettiva che Attac Taranto sta realizzado in città sui temi della globalizzazione. La guerra in corso sarà infatti analizzata nel contesto della globalizzazione, dei suoi retroscena economici e dei fattori di rischio connessi. Saranno in
particolare analizzati i seguenti aspetti:
- la militarizzazione dell'economia e l'aumento del rischio nucleare;
- le alleanze con i trafficanti di droga;
- le nuove rotte del petrolio e il controllo dell'Afghanistan;
- gli interessi delle industrie belliche in gioco;
- gli elementi che rendono questa guerra un laboratorio ad alto rischio per il futuro del pianeta e della città di Taranto in particolare.