riflessioni sul film "I cento passi"



Sono uno studente della 4 BM dell'Istituto Righi di Taranto.
Qualche giorno fa abbiamo visto il film "I cento passi", alla presenza di Giovanni Impastato, fratello di Peppino. Ecco le mie riflessioni sul film che narra la storia di Peppino Impastato, giovane siciliano ucciso dalla mafia nel 1978.

Il film "I cento passi" descrive la lotta contro la mafia intrapresa da un giovane. Questo film è vero ed interessante perchè il giovane che diede inizio a questa lotta apparteneva ad una famiglia mafiosa. E' propio questo l'incredibile. Un ragazzo che avrebbe potuto usufruire di benevolenze, vivere agiato, invece non si accontenta vuole la libertà e la giustizia e quindi lotta, da tutta la sua vita per una
causa che tutti consideravano persa.
Durante la visione del film non mi sono limitato a provare emozioni ma mi sono posto delle domande perchè io voglio capire i motivi di alcune scelte perchè solo così posso comprendere veramente i fatti descritti nel film. La domanda che più mi sono ripetuto durante la visione del film era sul perchè quel ragazzo si è spinto all'estremo contro la mafia. Perchè vuole lottare contro la mafia. Un uomo si può definire tale quando è capace di andare fino in fondo nelle sue scelte. Lui si è dimostrato uomo fino all'ultimo. Ma cosa è nato in lui tale da spingerlo ad andare contro la massa e contro la sua famiglia? Un uomo che capisce che per vivere non bisogna accettare quello che la natura storica ci propone. Ma bisogna lottare per il vero. Bisogna credere in valori, non si può darla vinta sempre al più forte. Dalla figura di Peppino Impastato traspare un ragazzo che lotta seriamente in quello che crede. Che non molla davanti alla paura della morte. Lui è stato un giovane esemplare non come noi. I ragazzi di oggi si nascondono dietro a maschere e dietro a convinzioni e sicurezze dateli dai mass-media. Noi siamo giovani che non lottano, che saremmo capaci di accettare tutto ciò che ci propinano che sia giusto o che sia falso. Giovani che si impressionano davanti al terrore di guerre ma che non lottano per la pace. Queste sono le mie considerazioni, che uomo sarò se accetterò sempre le imposizioni ingiuste di un altro?
Tutto può cambiare, dipende da noi la sorte del mondo.
Noi dobbiamo essere i primi a lottare per il giusto perchè un domani il mondo sarà nostro e dovremo ragionare da soli e non possiamo commettere sempre i soliti errori.

                                                 Emilio Bracelli
                                                 4°Bm ITIS Righi
Taranto 23/10/01