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lettera aperta sulla tortura
Come lettrice offro questo mio contributo alla stampa affinché si superino
le prese di posizione unilaterali.
Grazie
Luciana Vita
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Pornografia e guerra
Ci siamo abituati allo svilimento dell'Uomo, aiutati da frivole e innocenti
trasmissioni televisive nelle quali nessuno si vergogna di svendersi o di
esibirsi per trasformare le proprie qualità o i propri difetti nella
preziosa merce chiamata denaro. Ci siamo abituati allo spettacolo delle
parole, alle promesse illusorie, che ci mantengono quieti
e silenziosi nella sopportazione delle nostre costrizioni. Ci siamo
abituati ai grandi premi, alla "fortuna" intesa come dono senza scambio,
una tantum caduta a pioggia sugli eletti, coloro che hanno creduto e
partecipano attivamente al grande gioco.
In tutto il mondo gli stessi registi hanno cominciato a far girare lo
stesso film, invitando popolazioni di diverse culture ad aderire a questo
fantastico gioco a premi in grado di trasformare la vita di chiunque . in
desiderio realizzato. Gli sforzi di tutti sono convogliati verso l'ambito
premio mentre si sono moltiplicate le trasmissioni in cui insegnanti,
intellettuali, uomini di cultura fanno scempio di sé per trasformare le
qualità in profitto e l'attrattiva personale in accattivanti e
utili "consigli per gli acquisti". Al pudore è subentrato il senso di
protagonismo, giustificato dal sacro fine della ricompensa.e così madri e
figlie competono in contorsioni civettuole, casalinghe fanno lo
strip-tease, rispettabili coppie si accapigliano sullo schermo sputandosi
in faccia il proprio rancore, affinché le pentole vendute durante il
programma contribuiscano alla causa comune del guadagno. Anche i militari,
i presidenti degli stati, non si vergognano di esibire le parti più
delicate ...e la guerra è diventata pornografia.
I corpi dei prigionieri iracheni nudi ammassati con donna soldato ridens,
oppure il prigioniero miseramente legato alle sbarre, accovacciato
nell'inutile tentativo di protegge i genitali dall'assalto di un mastino
aizzatogli contro, fanno bella mostra nel sadico campionario della guerra.
Emozionante evento, complimenti al regista! L'Uomo fa scempio di se.e se ne
rallegra, convinto di portare a casa il premio..Forse i pozzi di petrolio
valevano questo spettacolo?
La pietà si mischia al disgusto, non per i poveri corpi nudi, vilipesi e
torturati, ma per il fallimento e l'evanescenza delle parole democrazia,
diritti umani, libertà , per le quali Loro, i protagonisti dell'orrendo
spettacolo di oggi erano stati eroici interpreti solo poco tempo fa di
fronte a un pubblico ingenuo e fiducioso.
E' possibile uscire da questo brutto spettacolo?
Ci viene persino il dubbio che si vogliano manipolare le nostre autentiche
emozioni , lo sgomento, il nostro senso di rivolta. Non crediamo alla buona
fede di chi ha diffuso queste immagini, non crediamo che voglia suscitare
nessuna nostra reazione. In questo carnevale di fiere e di spettacoli, in
questo monopolio delle emittenze radiotelevisive, siamo ancora così ingenui
da credere nella libertà del cronista di informare? Crediamo davvero che
dei militari abbiano potuto permettere a chiunque di fotografare ciò che
stavano compiendo se non per guadagnarsi qualche premio?
Perché gli statunitensi stanno facendo questo terribile scempio di se
stesi? Per aumentare l'audience internazionale? Per trasformare le loro
miserie e i loro fallimenti in merce buona da riportare a casa? Che i pozzi
di petrolio, siano il premio in palio?
Trovate così improbabile che simili scene facciano aumentare la popolarità
del vincitore? Riusciranno a resistere, gli oppressi, i frustrati, al
fascino di questa fallica e maschia dimostrazione di prevaricazione, senza
provare l'ebbrezza di salire sul cavallo del dominatore?
Abbiamo compreso.abbiamo compreso e non ne possiamo più.Che tutti ritornino
ai loro posti.Raccolgano i propri stracci e la smettano con queste idiozie.
Acquietino la loro fame di grandezza.Fermino le illusorie ruote della
fortuna.( premio di uno, ma illusione di molti).
Il mondo e la vita non hanno bisogno né di sconvolgenti drammi, né di
buffonate.
Facciamo piuttosto largo a mille medici senza frontiere, affinché curino le
piaghe che si nascondono dietro alle nostre mascherate.
Luciana Vita