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Informazioni 7.12.2001
Appuntamenti locali
Venerdì 7 dicembre 2001
Movimento Studentesco
Giornata regionale di disobbedienza scolastica
Sabato 8 dicembre 2001
Bergamo Social Forum Area Tematica Migranti e Rom
Volantinaggio in via Quarenghi e limitrofi.
Ritrovo presso la sede dell'Arci via Quarenghi 43 ore 15.30
A seguire breve riunione organizzativa per l'assemblea di giovedì 13 dicembre
Lunedì 10 dicembre 2001
Ore 17.30, incontro promosso da Fondazione Serughetti - La Porta, CGIL
Scuola, CISL Scuola, Proteo, Irfed sul tema "l'Islam oggi": "Verso un Islam
europeo?"
interviene STEFANO ALLIEVI, docente di Sociologia, Università di Padova
Presso La porta viale Papa Giovanni XXIII, 30
Bergamo Social Forum Area Tematica Migranti e Rom
Ore 18.00 presidio davanti al Comune di Bergamo per protestare contro il
negato permesso alla Festa del 1° dicembre e per sentire dalla viva voce
del sindaco le motivazioni.
Collegamento in diretta con Radio Popolare
Bergamo Social Forum Area Tematica Guerra e Pace Gruppo percorsi di
approfondimento
Presso la sede della Acli via san Bernardino 18, ore 18
martedì 11 dicembre ore 20,45
"I silenzi afghani immagini dall'Afghanistan di oggi"
con Piergiorgio Pescali
fotoreporter free lance inviato in estremo Oriente e Centro Asia
Ingresso libero
Organizza Fondazione Serughetti La Porta Rete Lilliput
Gazzaniga Biblioteca Comunale ore 20.45
Assemblea pubblica
"Ragioni economiche e politiche del conflitto"
Riccardo Bellofiore "docente facoltà economia università di bergamo"
Massimiliano Lepratti "Mani Tese"
Comitato promotore forum sociale Val Seriana
Aderiscono all'iniziativa i circoli ACLI Valle Seriana
Mercoledì 12 dicembre 2001
Bergamo Social Forum
Assemblea Generale c/o Fiom via Garibaldi 3 ore 21.00
aperta ai singoli e alle associazioni aderenti al Social Forum.
Il programma nei prossimi giorni
Giovedì 13 dicembre 2001
Bergamo Social Forum Area Tematica Migranti e Rom
Incontro con i residenti di via Quarenghi ore 21.00
Presso Arci, via Quarenghi 43
Venerdì 14 dicembre 2001
La rete Lilliput ha deciso di aderire alla giornata di digiuno per la pace
proposta dal Papa per il 14 dicembre dalle 10 di mattina alle 20 di sera.
Una tenda sarà presente in Porta Nuova per tutta la giornata e al suo
interno verranno esposte delle foto sull'Afghanistan di Giorgio Pescali.
Nel corso della giornata verranno proposti dei gesti simbolici (origami a
forma di cicogne, stracci bianchi appesi intorno alla tenda...) e verso
sera ci sarà un momento di riflessione comune insieme alla comunità
islamica.
Propone: la Rete Lilliput e aderiscono: Legambiente, Fondazione Serughetti
La Porta, Tutti diversi tutti uguali, Cooperativa Il Seme, Cooperativa
Amandla, Gruppo Boycott, Emergency, Carta, Chiama l'Africa, Comunità Ruah,
Museo Africano, Libreria Terzo Mondo, Associazione per il rinnovamento
della sinistra, Infanzia e Città, ACLI, Centro Eirene, Associazione
Obiettori Nonviolenti, Ass. El Amal, Oratori cittadini (S. Caterina, Santa
Croce in Malpensata, Monterosso, S.Tommaso, S. Paolo, S.Antonio, S. Anna,
Longuelo, Celadina, Seminarino) Gruppo Obiettori Caritas, Gruppo
Ori-bgi-gami, Sinistra Giovanile, Caritas Diocesana Bergamasca, Comunita'
di San Fermo, NORD SUD di CGIL CISL UIL, CNGEI, AGESCI Zona di Bergamo,
FIOM CGIL.
Sabato 15 dicembre 2001
Movimento studentesco
Festa in piazza "più buoni a Natale? Col cavolo..."
Dalle 15.30 alle 18.00 in Piazza Matteotti, musica, spettacoli di strada e
torneo di calcio
Domenica 16 dicembre 2001
Bergamo Social Forum
Giornata cittadina contro la guerra. Tavoli della pace in tre piazze di
Bergamo.
Durante l'assemblea di mercoledì 12 si presenterà il programma.
Appuntamenti nazionali
Lunedì 10 dicembre 2001
Anniversario della promulgazione della Carta dei Diritti Universali dell'Uomo
Dalla guerra non nasce giustizia
Ogni vittima è una parte di noi che muore. Ogni vita strappata all'odio
della guerra è il nostro futuro che sorge. Siamo uomini e donne che hanno
un sogno in comune: un mondo più giusto.
Questa necessità per l'umanità si allontana ogni volta che la comunità
internazionale si illude di risolvere i problemi di pace e di sicurezza
mettendo in campo la guerra e gli armamenti.
La metà dei soldi usati per questo primo mese di guerra sull'Afghanistan
avrebbero consentito a 20 milioni di esseri umani di quel paese di vivere
in prosperità e ricchezza per tutto il resto della loro vita. Con il 3 per
cento dei fondi destinati alla militarizzazione dei soli e delle stelle, il
cosiddetto scudo spaziale, potremmo dare acqua potabile a chi oggi vede
preclusa questa vitale possibilità. La guerra non è solo ciò che distrugge
od uccide con le armi: è tanta intelligenza, tanta cultura scientifica,
tante risorse finanziarie bruciate per la morte anziché per la vita. Il
terrorismo è nostro nemico. Solo la pace può sconfiggerlo.
Il terrorismo è nostro nemico. Esso si annida e si nutre nelle tante aree
di sofferenza prodotte da un sistema ingiusto. Esso è protetto nei paradisi
fiscali, nel riciclaggio di denaro sporco, dai trafficanti di armi, dai
rialzi e dai crolli delle borse. Esso si è istruito nelle principali scuole
militari dei paesi che contano, ha imparato a colpire con ferocia nelle
tante guerre per procura combattute per impedire la libertà e la dignità
dei popoli.
Esso non teme la guerra; che ne è il brodo di coltura. Teme l'edificazione
di un sistema di pace, dove la ricchezza del mondo sia distribuita più
equamente, dove la convivenza sia non solo possibile ma divenga l'essenza
stessa della comunità umana. All'orrore dell'11 settembre non si può
rispondere con la sospensione dei diritti civili, con la restrizione delle
libertà democratiche, con la riabilitazione della tortura e l'istituzione
di tribunali speciali senza diritto di difesa. La democrazia che snatura se
stessa per combattere i propri nemici, finisce per negare se stessa.
Fermiamo la fabbrica dell'odio, mobilitiamoci per la pace. Talebani ed
Alleanza del Nord, il rischio di cadere dalla padella alla brace è
altissimo. In mezzo vi è un popolo di profughi che viaggia senza meta, tra
campi pieni di mine e bande di armati e di sciacalli.
È a loro, che hanno conosciuto venticinque anni di guerra, che va il nostro
pensiero. È alle donne afghane, sepolte nel burqa e dall'oscurantismo, alle
donne afghane che resistono e si battono per la pace, i diritti, la
democrazia che va il nostro sostegno e solidarietà. E' alle organizzazioni
umanitarie, alle Ong, ai tanti e alle tante che in condizioni difficili
difendono la dignità dell'umanità che va tutto il nostro appoggio.
Di loro c'è bisogno. Non di portaerei, truppe e di altre armi. Contro ogni
guerra di civiltà, difendiamo il valore della convivenza, i diritti dei
migranti e dei rifugiati, battiamoci perché le nostre comunità siano
accoglienti e libere da ogni forma di razzismo. Perché il frutto della pace
sarà la giustizia. Quello della guerra, ancora altra guerra.
Mobilitiamoci per la pace. Il 10 dicembre, 53° anniversario della
Dichiarazione dei diritti umani, saremo a fianco di tutti quelli che ogni
giorno - e ovunque - si impegnano per i diritti umani. Come in Palestina e
in Israele, dove andremo a fine anno a sostenere chi si impegna per la
pace. E ricordiamo, inoltre, la scelta di chi il 14 dicembre, rispondendo
all'appello del Papa, farà una giornata di digiuno per sostenere i valori
della pace.
Invitiamo tutti coloro che condividono questo appello a incontrarsi il
prossimo 17 dicembre a Roma, alla Facoltà di Lettere dell'Università La
Sapienza, per discutere come portare avanti il nostro impegno per la pace e
la giustizia.
Alex Zanotelli, Pietro Ingrao, Vittorio Agnoletto, Fulvia Bandoli, Riccardo
Barenghi, Tom Benetollo, Marco Bersani, Fausto Bertinotti, Luigi Bettazzi,
Luca Casarini, Luigi Ciotti, Alessandro Curzi, Tonio Dell'olio, Nicoletta
Dentico, Domenico Gallo, Maurizio Gubbiotti, Fabio Lucchesi, Francesco
Martone, Giulio Marcon, Alessandra Mecozzi, Luisa Morgantini, Giorgio
Nebbia,Sabina Siniscalchi, Pierluigi Sullo.
Per informazioni e adesioni: tel. 0685355081, e-mail: icsuffroma@tin.it
Cari amici,
dopo aver lanciato l'appello "Dalla guerra non nasce giustizia" [che
trovate sulla rivista e sul sito di Carta:
http://www.carta.org/editoriali/dic101.htm], vi facciamo un'altra proposta:
alcuni lettori ci hanno chiesto come sottrarre una quota delle loro tasse
al finanziamento degli armamenti. Per questo, nel nuovo numero Carta in
edicola da oggi vi suggeriamo un percorso per fare l'obiezione fiscale alla
guerra dirottando un contributo di lire 20 mila dal finanziamento degli
armamenti al finanziamento di Emergency, l'associazione fondata da Gino
Strada per sostenere le vittime delle guerre.
La proposta la trovate sulla rivista e "cliccando" su:
http://www.carta.org/campagne/pace/011206nobile.htm.
Vi chiediamo anche di comunicarci [scrivendo a carta@carta.org] la vostra
adesione e le vostre considerazioni.
La redazione di Carta
Mercoledì 12 dicembre 2001
Anniversario della strage di Piazza Fontana
Milano, mercoledì 12 dicembre 2001 sala delle Acli, via della Signora 3 ore
20,30
Nel 32esimo anniversario della strage di piazza Fontana, le Associazioni
dei familiari delle vittime e "Quelli delle Girandole" organizzano il
dibattito:
LA GIUSTIZIA, LA POLITICA, LA VERITA': 30 ANNI DI GRANDI PROCESSI (piazza
Fontana, Ustica, piazza della Loggia, Maxi processo, Mani pulite,
Petrolchimico).
Ne discutono:
GIANNI BARBACETTO, giornalista di Diario;
DARIA BONFIETTI, Presidente Associazione dei parenti delle vittime della
strage di Ustica;
NANDO DALLA CHIESA, componente della Commissione Antimafia e della
Commissione Giustizia al Senato;
MANLIO MILANI, Presidente Associazione dei familiari delle vittime della
strage di piazza della Loggia;
LUIGI PASSERA, Presidente Associazione dei familiari delle vittime della
strage di piazza Fontana;
ANDREA PURGATORI (in attesa di conferma), inviato del Corriere della Sera
Conclusioni:
GIULIANO PISAPIA, componente della Commissione Giustizia alla Camera.
Modera:
DANIELE BIACCHESSI, giornalista e scrittore.
Nel corso della serata proiezione del cortometraggio "Il filo della
memoria" (2001) di Daniele Biacchessi
Per informazioni: 0289421496
Appello di don Luigi Ciotti
Solidarietà alla ANM e mobilitazione delle coscienze
Per una giustizia che non sia a uso dei potenti
Siamo in un clima di drammatici e sanguinosi conflitti internazionali, dopo
il punto di non ritorno costituito dall'11 settembre, mentre è in corso una
guerra in cui - si cerchi di ricordarlo, per favore - è impegnato anche il
nostro Paese, con tutti i conseguenti rischi: in termini di pericolo fisico
per i nostri militari coinvolti e di responsabilità politica di chi ha
deciso la loro partecipazione nel teatro bellico, ora peraltro destinato a
estendersi.
Di tutto dunque c'era bisogno, tranne che di una vera e propria crisi
istituzionale sui problemi della giustizia qual è quella che si è aperta in
questi giorni. Problemi annosi, agitati strumentalmente, e non da oggi,
come una clava. Usati per dividere e squassare, non per curare e migliorare.
Questo è l'intento evidente che ha portato nei giorni scorsi alle
esternazioni aggressive dell'ex sottosegretario Taormina, il cui testimone
viene ora ripreso direttamente dal ministro Guardasigilli.
È una situazione di emergenza. Anzi di eccellenza. Perché non sfugge a
nessuno che i provvedimenti già presi e le proposte sul tappeto in materia
di giustizia e di processo sono obiettivamente tesi a salvaguardare
posizioni e poteri eccellenti dagli obblighi della legge. Legge che, a
differenza di quanto sta scritto (forse ancora per poco) sulle pareti delle
aule di tribunale, è sempre meno uguale per tutti.
Come nel romanzo di Orwell, ormai in Italia, c'è forse qualcuno più uguale
degli altri. Qualcuno che si ritiene al di sopra delle leggi e vuole
tornare ai tempi delle Procure della Repubblica intese come "Porti delle
nebbie" in cui facilmente insabbiare i procedimenti contro i potenti.
Libera, con tutte le associazioni che in questi anni hanno costruito
cultura della legalità nelle scuole e difesa della legalità sul territorio
dice NO a tutto questo, dice NO all'addomesticamento dei giudici, alle
Procure del Principe. Lo abbiamo sempre detto in passato, senza fare sconti
a nessuno, senza pregiudizi di parte. Lo ribadiamo ora.
Non vogliamo rimanere spettatori passivi in una situazione di gravità senza
precedenti, né limitarci ad esprimere tutta la nostra solidarietà alla
Associazione nazionale magistrati, che pure è doverosa e necessaria.
Facciamo appello a tutta la società civile organizzata e ai cittadini tutti
per una mobilitazione delle coscienze e per rendere visibile in tutti i
modi possibili che esiste un'altra Italia, che vuole un'altra giustizia.
Una giustizia certo migliore e più efficiente dell'attuale, ma che non sia
debole coi forti e prepotente con i poveri.
Don Luigi Ciotti
Presidente di Libera
Vi invitiamo, naturalmente a far circolare il più possibile le informazioni
tra tutti coloro che pensiate possano esserne interessati.
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