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LA GUERRA DELL'INFORMAZIONE! - Un'intervista a Peppe Grillo
LA GUERRA DELL'INFORMAZIONE!
Un'intervista a Peppe Grillo
Un'intervista di Marco D'Auria a Bebbe Grillo comparsa su "Avvenimenti":
"No, non me la sento di cantare l'inno nazionale, di sventolare la
bandiera. Con i grassi che fanno la guerra contro i magri? No, della
bandiera, ora, stanno facendo un uso improprio".
Bebbe Grillo sulla guerra. E sull'informazione. Sono passati 20 anni dal
"Te la do io l'America" che lo ha reso popolare. E ben otto anni dal suo
ultimo, storico, spetacolo in Rai. Un monologo di quattro ore, diviso in
due puntate, andato in diretta in prima serata. Da allora per lui porte
chiuse in tv, a parte qualche apparizione in chiaro su Telepiù. Eppure
Grillo incolla allo schermo più spettatori di una normale della nazionale.
E mentre alla Rai nega perfino un'intervista, sceglie di parlare a lungo
con "Avvenimenti".
A: Grillo, dica lei..
G: "La guerra, vorrei parlare della guerra. E dell'informazione. C'è una
manipolazione invisibile fatta con le cose più visibili".
A: Cioè?
G: "La manipolazione avviene con le immagini. Cioè le cose più visibili
rendono invisibile l'informazione. L'immagine la vedi, la manipolazione no.
La manifestazione del 10 Novembre, per esempio. Ai centomila contro la
guerra viene dedicata la quinta pagina del Corriere della Sera, con toni
irridenti, citazioni critiche. A quelli pro USA, erano quarantamila, la
prima, la seconda e terza pagina. Ma la cosa che mi ha colpito è la foto a
colori del bambino, paffutello, biondo, con la bandiera.Non hanno messo
l'immagine del bambino morto afgano, ma il bambino grasso americano. Quel
bambino e una foto di una bandiera americana bruciata da quattro stronzi.
Erano le uniche due foto. Ecco come si fa la manipolazione".
A:Non le piace manifestare solidarietà con gli USA?
G:"Ma che c'entra! Una manifestazione di governo mandata da tutte le
televisioni la fa solo Fidel Castro o la Corea. Il caudillo quando
manifesta in piazza viene ripreso dalle televisioni. Abbiamo davvero
toccato il fondo. I Feltri, questa gente, titola:"Chi è contro la guerra
sta con il nemico", capito?.
A:Tra l'informazione della Rai servizio pubblico e Mediaset privato, che
differenza trova?
G:"Non c'è grande differenza ormai...Ci sono giornalisti che non sai cosa
fanno. O se lo sai ti chiedi perchè lo stanno facendo".
A:Facciamo un esempio
G:"Prendi Vespa: Vespa è uno che striscia e non inciampa mai. Non riesco a
reggerlo. Dopo un po' spengo, mi viene qualcosa alla bocca dello stomaco".
A:Perchè?
G:"La loro tesi è di far sembrare chi è contro la guerra a favore del
terrorismo. E' incredibile. E' la tesi di questo Antonione, il
sottosegretario. Uno che dice una cosa così è uno squilibrato. Questa tesi
da squilibrati è la posizione ufficiale del governo".
A:Una volta lei ha detto: "Io devo avere come mito e come sogno dei miei
figli l'America? Ma allora? Che diciamo della libertà negli Stati Uniti?
Sei libero e stai bene se sei miliardario, non sei negro e vivi a
Manhattan. Per il resto è per lo più un casino". Ripeterebbe questa frase
oggi, dopo gli attentati?
G:"Un momento. Gli attentati non sono stati fatti contro il popolo
americano ma contro la politica estera americana. Sono convinto che la
stragrande maggioranza degli americani non sa cosa hanno combinato negli
ultimi 50 anni. Proprio là dove c'è democrazia, la libertà di informazione,
il popolo americano è meno informato di tutti. Credo che la CNN sia come
era la Pravda per i russi. Davvero cadono dalle nuvole, gli americani,
quando gli parli delle scuole militari di Panama, di cosa hanno fatto in
Cile, del Guatemala, della Cia. Ti guardano sbigottiti. Non sanno nemmeno
dov'è. E non sanno nulla dell'islam, di Maometto, del Corano. E' il popolo
meno informato del mondo. E' un popolo talmente specializzato nel nulla..."
A:Si chiama "Enduring freedom", libertà duratura. Lei una volta ha detto
anche, a proposito della libertà negli USA: "La libertà? Ci sono 5 milioni
di persone in galera. Come, sono un paese libero? Hanno il 2% della
popolazione in galera. Hanno 10 volte la popolazione carceraria pro capite
rispetto all'Europa, dieci volte".
G:"Si. Poi tra i paesi industrializzati sono al 15° posto come mortalità
infantile, al 18° posto come aspetativa di vita. Perchè non posso dirlo
adesso? Io rispetto il popolo americano. Soffro, mi dispiace per quello che
è successo. Ma è stato un attentato alla loro sporca, vergognosa politica
estera negli ultimi 50 anni".
A:Secondo lei, Grillo, c'è uno scontro di civiltà?
G:"C'è. Sotto sotto, non lo ammette nessuno, ma c'è. C'è questa
presunzione, questo modo di vederli inferiori. Ma se parliamo di civiltà,
noi europei dovremmo chiedere scusa a tutto il mondo. C'erano cinquemila
lingue al mondo, se ne parlano sette o otto, lingue europee. Non le hanno
mica imparate al Berlitz School. Li abbiamo sterminati, abbiamo fatto fuori
lingue e culture, etnie. Ci siamo passati sopra. In quattrocento anni ne
abbiamo fatte di cotte e di crude. Gli inglesi è la quarta volta che vanno
in Afghanistan. Dal punto di vista storico dovremmo essere in ginocchio a
chiedere: "Per favore, perdonateci per quello che abbiamo fatto". Non posso
essere convinto di fare la guerra a un paese che è distante migliaia di
chilometri ed è il paese più magro del mondo.
Sono i grassi che fanno la guerra contro i magri. Non me la sento di
cantarla come la mia guerra, di cantare l'inno nazionale".
A:Come giudica l'attività del governo, al di là della guerra?
G:"Adesso la guerra è il pretesto per fare o non fare qualsiasi cosa.
Innanzitutto faccio ancora una fatica bestiale a pensare che siamo
governati così. Poi penso che la politica sia andata. Ormai la politica la
fanno i grandi gruppi, la fanno con le regole del Wto. Puoi fare tutte le
leggi che vuoi, ma se sei contro il Wto o contro i parametri di Maastricht
devi cambiare immediatamente. Non c'è più speranza politica, per come è
fatta oggi. Quando un ministro dei trasporti dice che bisogna aumentare la
velocità per ottimizzare le autostrade, dice esattamente il contrario di
quello che ti direbbe qualsiasi ingegnere. La velocità è inversamente
proporzionale al flusso: quindi più aumenti la velocità, più aumenti lo
spazio tra una macchina e l'altra, e meno spazio hai su strada. Quando un
ministro dice che bisognerebbe convivere con la mafia e non parla della
convivenza che abbiamo con diecimila morti sulle strade ogni anno...E' un
modo di fare politica che non ha più senso".
A:Senza parlare delle stragi del sabato sera, che ogni tanto riappaiono sui
giornali...
G:"Ma la strage è di tutto l'anno. Abbiamo ventimila disabili ogni anno che
pesano su ventimila famiglie. E' pazzasco. Ci stupiamo che un traforo
progettato per due milioni di passaggi crolli. Mentre ne ha nove milioni,
di passaggi. Adesso crollano gli aerei. Tra un pò, quando crolleranno gli
aerei da ottocento posti? Per utilizzarli devi raddoppiare gli aereoporti,
triplicare le strade che vanno al centro, quintuplicare gli alberghi e
decuplicare i taxi. Tutto ciò che aumenta esponenszialmente è destinato ad
una catastrofe. Noi abbiamo già le code in Liguria di centocinquanta
chilometri. Sono i primi segnali. Ma nessuno parla di mobilità. Chi
costruisce le automobili continua a fare spot per venderne di più, chi fa
autostrade vuole farne altri, così i posteggi. E' un modo di ragionare che
non può che portare a disastri".
A: Che pessimista. Ma la politica, diceva, le fanno le multinazionali, il
Fondo Monetario Internazionale, il Wto. In Italia però stiamo approvando
leggi che vanno contro gli orientamenti dettati dagli organismi
sovranazionali. Vedi la legge sulle successioni, oppure sulle rogatorie
internazionali.
G: "Ci sono alcune cose che non interferiscono sul commercio. La legge
sulle successioni prima era trecento milioni, ora protegge i grandi
patrimoni. Si tutelano. Va benissimo. La legge sulle rogatorie è
entusiasmante. Dire agli svizzeri di essere più precisi nella
documentazione. Sono svenuti tutti. C'erano dei giudici che correvano,
gridando per le strade: "Gli italiani vogliono che noi siamo più precisi".
Ci facciamo prendere per il culo da mezzo mondo".
A: E il conflitto d'interessi?
G: "Non è neanche più conflitto. E' solo interessi. Quando un ministro dice
davanti a tutti: "Ho un'azienda di progettazione e faccio il ministro dei
lavori e la mia azienda l'ho ceduta, quindi non ho più conflitto". E gli
chiedono: "A chi l'hai venduta?". "Ai miei figli e a mia moglie". E tutti
dicono: "Ah, va bè", allora io non dico più niente.
Mi ritiro, mi compro i miei sacchetti di sabbia, mi proteggo. Ho la mia
maschera, la mia tuta di gomma. Continuano a parlare di armi sofisticate,
di puntamenti laser, di missili intelligenti. E poi abbiamo... il vaiolo.
Abbiamo tre telefonini, otto computer... con la lebbra. Siamo nella
barbarie e facciamo finta che siamo una società superiore. La storia non ci
insegna più un cazzo".
A: Che ne pensa del sottosegretario Sgarbi che va in giro a fare spot?
G: "Ma non penso, di quella persona lì. Non penso nulla. Ormai la gente ha
capito che personaggio è..."
A: E di Taormina?
G: "Invece lui è pericoloso. Lui convive. Esattamente come ha detto
Lunardi. Sono anni che convive con la mafia, in quanto avvocato di alcuni
mafiosi. E l'abbiamo come capo della polizia, sottosegretario agli Interni.
Chi meglio di lui può capire la mafia, essendo stato poi l'avvocato di
mafiosi, di Priebke, dei fascisti. Insomma è uno che di mafia se ne
intende".
A: E Bin Laden?
G: "Ma Bin Laden non esiste. Ma tu pensi veramente che esista? Ma dai,
su... Ma non c'è. Sono dei caratteristi. Anche il ministro dei Talebani con
un occhio solo... ma dai...".
A: Con tutto quello che è successo al G8, avrebbe mandato suo figlio in
piazza a Genova a manifestare?
G: "Non lo avrei permesso, nel senso che avevo già purtroppo previsto
quello che sarebbe successo. Infiltrazioni di nazisti. Quelli del Genoa
Social Forum non sono gente attrezzata per fare manifestazioni. Io li
conosco. La maggior parte sono persone per bene. Sono associazioni di
volontari. Sono bravi ragazzi. E poi secondo me le manifestazioni di piazza
non hanno più senso. Se i politici dicono consumate di più, la risposta è
dire no. O comprare altre cose, boicottare prodotti. E' questo che la
sinistra non ha mai capito. Ora le manifestazioni con le bandierine le fa
Berlusconi e un pochino Fidel Castro".
A: Però ha detto che questo movimento ha successo anche grazie
all'informazione...
G: "Grazie a Dio ci sono dei mezzi che girano, nascosti. Attraverso
internet, i computer... una cosa non puoi tenerla proprio segreta...".
A: Ma con i suoi figli che vedono la tv e assorbono anche l'informazione
manipolata, come fa?
G: "Cerco di spiegargli. Bisogna spiegare che l'informazione non rispecchia
più la realtà. Se la tv fosse stata obiettiva avrebbe fatto una
trasmissione dedicando ai centomila per lo meno lo stesso spazio dei
quarantamila. Ci sarebbe stato qualche giornalista che avrebbe detto:
"Guardate, non sono tutti così. La maggioranza degli italiani non vuole la
guerra". Avrebbe spiegato che le personalità come Sordi e Bocelli, non sono
personalità, sono personaggi, che esprimono un loro parere. Addirittura a
Sordi gli hanno fatto registrare una cosa che pensava fosse utilizzata in
un altro modo. C'è una manipolazione che è paurosa. Ma i miei ormai l'hanno
capita. Hanno capito che le scene di guerra sono finte, che sono costruite.
Ormai la televisione è un intrattenimento costruito da giornalisti con due
dita di fard. Sono gente che si trucca prima, si trucca dopo, legge un
gobbo elettronico. Si fingono esperti di armi, di logistica, di strategia
di guerra, di sondaggi.
Ormai la politica è fatta per essere credibile, non per dire la verità".
A: Che cosa consiglierebbe ai no global?
G: "I no global? Vedi, già dire i "No global". Quando tu determini con una
parola così fai già una violenza, una manipolazione dell'informazione. Non
sono "No global". E' gente che propone un'alternativa economica
validissima. Ci sono i Beati i costruttori di pace, il Consumo equo e
solidale, Mani tese, le Ong. C'è chi propone la Tobin Tax. C'è gente con
alle spalle premi Nobel, con economisti in primo piano. E' proprio questa
straordinaria frammentazione. Non è un movimento. Sono decine di movimenti.
Ognuno propone una cosa da poter fare subito, immediatamente. Un modo di
vedere il mondo in un altro modo possibile. Perchè c'è, un altro modo".
A:Sì, ma per farsi ascoltare come si fa?
G:"Bisogna utilizzare certe tecniche di cominicazione, che non sono più
sventolarsi in piazza. C'è da colpire. A volte con ironia, mai con la
violenza, a volte con intelligenza. Ma bisogna colpire innanzitutto i
fatturati, i dividendi, le assemblee degli azionisti. Ma cosa succede oggi?
Che non si protesta più perchè tu diventi uno e tutti. Tu non sei più
consumatore, o produttore, o azionista, o salariato. Sei tutto insieme.
Quindi tu con i tuoi risparmi, non lo sai , finanzi la Pirelli, ti danno
due gomme di merda, esci e stermini la tua famiglia. E tu sei azionista di
chi ha sterminato la tua famiglia. La globalizzazione pericolosa è questa.
Che non sai più dove vanno i tuoi soldi. Se guadagni come azionista, perdi
come salariato. Se ti aumentano il salario, ti tolgono il dividendo da
un'altra parte".
A:Lei, a volte, critica le associaszioni ambientaleiste, Legambiente,
Greenpeace, Wwf...perchè?
G:"No no, aspetta. Io spesso crtitico Legambiente, mai Greenpeace.
Greenpeace è un movimento straordinario che non ha mai avuto
sponsorizzazioni o aziende alle spalle dalle quali trarre i propri
approviginamenti. E' stato un grande movimento fatto di gente
straordinaria. Legambiente si alimenta con sponsor, anche brutti. Goletta
verde era sponsorizzata da Ace, una ditta di candeggina. Andavi a cercare
cloro nei pesci e poi l'avevi come sponsor".
A:Ma non pensa che con tutti i limiti derivanti dalla sponsorizzazione
un'associazione così possa fare informazione e attività utili?
G:"Si. E sono convinto della buona fede della maggior parte. Però è
pericoloso, perchè quando fai informazione e sei sostenuto dalla Omnitel,
che tipo di informazione fai? L'Omnitel truffa normalmente mille miliardi
con le schede ricaricabili".
A:In che modo?
G:"Col "disallineamento". Mediamente sono diecimila ogni scheda da
centomila. Sul ricaricabile segna che la tua scheda è zero, mentre
effettivamente tu hai ancora diecimila. Con otto milioni di abbonati, sono
quasi mille miliardi all'anno. Ma ormai è così. Sono grandi associazioni a
delinquere di stampo telefonico. Che ormai oltre a rubarti i soldi ti
rubano il tempo. E' questo che mi dà fastidio. Per loro non ha valore. Tu
non ti metti a cercare una fattura, per diecimila lire.
Non sai dove rivolgerti. Sei impotente di fronte a questi apparati
vergognosi. Come sta facendo "La sette", con quei ragazzi pseudo simpatici,
che alletano i coetanei a chiamare con il 166. L'ha fatto anche la Rai, con
quell'attore. Con quel gioco pagavano 14.000 lire al minuto Si chiamava
Luca Barbaresci. Io ce l'ho con la Rai, non con l'attore.
Con la Rai che mette a disposizione un mezzo per truffare ragazzi
attraverso queste cose".
A:"E' contro la guerra, ma cosa propone?
G:"Non lo so. La mia coscenza mi dice di esser contro. Soprattutto in
Afghanistan. Ma essere contro non significa essere a favore del terrorismo.
E' questo che vogliono far credere i vari Feltri che manipolano
l'informazione".
A:E "Libero" che pubblica le foto dei parlamentari che hanno votato contro?
G:"E' esattamente la radio delle "Mille colline" degli Hutu e Tutsi.
Facevano così. Davano l'indirizzo dell'hutu che frequentava il tutsi. Il
giorno dopo era morto. Questi sono i veri nazisti. Fortunatamente sono
giornali che non legge nessuno. Quindi la loro volgarità finisce lì".
A:"Avvenimenti" esce di nuovo. Giornale libero, indipendente dai poteri
economici. Ma come facciamo senza pubblicità, se tutto il mondo
dell'informazione va avanti così?
G:"Io potrei guadagnarci dieci volte. Riesco a vivere bene. Non passo
attraverso il formaggio. Vado in un posto, metto su uno spettacolo, chiamo
la gente. Se viene mi porta i soldi, se non viene non guadagno. Dovete fare
così. Dovete fare un giornalismo che possa reggere con i lettori,
finanziato dai lettori. Per la gran parte.Quando prendete qualche sponsor
almeno sceglietelo con un filtro. Che sia nel'ottica della vostra
filosofia".
A:Che condizioni porrebbe per uno spettacolo alla Rai?
G:"Le condizioni che ho posto sono queste: "Datevi un codice di etica". Se
volete Grillo dovete fare un discorso agli italiani che vi hanno sempre
seguito. E dire: "Signori da oggi non facciamo pubblicità dei farmaci,
eliminiamo la pubblicità di alcool, di birra, di stronzate, di gomme che
tengono, di automobili che fanno trecento all'ora. Ci diamo un'etica. Con
questi punti. Intanto facciamo Grillo. Buonasera. Se ci credete, ci
seguite, se no andate di là". Questo sarebbe vincente".
A:Grillo, lei è pessimista da far paura. Mi dica una cosa dell'Italia che
le piace.
G:"Ma mi piacciono un sacco di cose. Mi piacciono gli italiani. Mi piace il
sardo, il calabrese, l'altoatesino. Mi piace questa varietà di menti, anche
questa -diciamo- goffaggine di idee, di espressione. Io mi sento
straordinariamente italiano. Poi, sai, ho una bandiera su casa mia. Dove in
mezzo c'è Ciro, la foto del mio ultimo figlio. Ecco la mia bandiera. Io non
ne vedo altre".