[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Oggi in Senato presentazione della proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza



Comunicato stampa del 6 dicembre 2001

OGGI IN SENATO LA CONFERENZA STAMPA
DI PRESENTAZIONE DELLA PROPOSTA DI LEGGE
PER LA FORMAZIONE DELLE FORZE DELL'ORDINE ALLA NONVIOLENZA

Si svolge oggi, giovedi 6 dicembre, alle ore 12 presso la Sala Rossa del
Senato della Repubblica a Roma, la conferenza stampa promossa dal senatore
Occhetto di presentazione pubblica della proposta di legge recante "Norme di
principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento
delle forze di polizia" che ha come primo firmatario appunto il senatore
Achille Occhetto ed e' stata sottoscritta da vari parlamentari di diverse
forze politiche; e' la proposta di legge che prevede la formazione e
l'addestramento delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso dei
valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza.

Alla conferenza stampa prenderanno parte il senatore Occhetto ed altri
parlamentari che hanno espresso sostegno alla proposta, il responsabile del
"Centro di ricerca per la pace" di Viterbo promotore della proposta,
rappresentanti dei movimenti nonviolenti e dell'associazionismo democratico
delle forze dell'ordine, varie personalita' delle istituzioni, della
cultura, dell'impegno civile.

Per gli accrediti (necessari per la partecipazione alla conferenza stampa)
contattare l'ufficio stampa del senatore Occhetto: tel. 066706326, fax:
0667065088, e-mail: achille@achilleocchetto.it; o il dottor Luigi Daga
(consulente legislativo del senatore Occhetto), tel. 3386879158.

* * *

UNA RIFLESSIONE DEL RESPONSABILE DEL "CENTRO DI RICERCA PER LA PACE" DI
VITERBO PROMOTORE DELL'INIZIATIVA: "LA NONVIOLENZA E' UNA GRANDE RISORSA PER
LA DEMOCRAZIA, LA LEGALITA', I DIRITTI UMANI. ED OGGI PIU' CHE MAI VI E'
BISOGNO DELL'IMPEGNO DI TUTTI IN DIFESA ED A PROMOZIONE DELLA LEGALITA',
DELLA DEMOCRAZIA, DEI DIRITTI UMANI"

Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo (la struttura
pacifista nonviolenta che da oltre un anno ha promosso l'iniziativa), Peppe
Sini, commentando la presentazione della proposta di legge, ha sottolineato
che la nonviolenza e' una grande risorsa per la democrazia, la legalita', i
diritti umani; ed oggi piu' che mai vi e' bisogno dell'impegno di tutti in
difesa ed a promozione della legalita', della democrazia, dei diritti umani.

Sini ha inoltre evidenziato come la proposta di legge vuole mettere a
disposizione di tutto il personale delle forze dell'ordine i valori e gli
strumenti teorici e pratici della nonviolenza; proprio perche' le forze
dell'ordine svolgono uan funzione decisiva di difesa della sicurezza
pubblica, di tutela della legalita', di garanzia del rispetto dei diritti di
tutte le persone, cosi' come prevede l'ordinamento vigente, e' utile e
necessario che possano disporre di una formazione che permetta di avvalersi
delle grandi risorse della nonviolenza sul piano formativo, comunicativo,
relazionale ed operativo.

Il responsabile della struttura pacifista promotrice dell'iniziativa auspica
che alla proposta di legge si associno tutti i parlamentari di qualunque
schieramento politico che vogliano essere fedeli al dettato costituzionale,
ed impegnarsi per la legalita', la democrazia e la difesa e promozione della
sicurezza pubblica e dei diritti umani.

Peppe Sini segnala altresi' come gia' alcune istituzioni abbiano iniziato
con i propri corpi di polizia locale la sperimentazione della formazione
alla nonviolenza: ad esempio il Comune di Milano, che prevede la formazione
alla nonviolenza dei vigili urbani, con la supervisione della professoressa
Marianella Sclavi.

* * *

MATERIALI UTILI

Vengono di seguito allegati i seguenti materiali utili per una piu' ampia e
precisa informazione:
I. Le numerose qualificate adesioni di parlamentari gia' pervenute
II. Il testo del disegno di legge di iniziativa dei senatori Occhetto ed
altri recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la
formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia"
III. Alcuni elementi di informazione essenziali per la contestualizzazione
IV. Per l'approfondimento

* * *

I. Le numerose qualificate adesioni di parlamentari gia' pervenute

La proposta di un atto legislativo per la formazione delle forze dell'ordine
alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza, formulata da
oltre un anno da parte del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, e
preparata e sostenuta da un intenso dibattito che ha coinvolto movimenti
nonviolenti, associazioni ed operatori delle forze dell'ordine, giuristi,
educatori, illustri personalita' delle istituzioni come della societa'
civile, ha gia' ottenuto un vasto consenso anche in sede parlamentare.

Tra i membri del Senato della Repubblica hanno gia' espresso attenzione e
sostegno: Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Boco,
Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato,
De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini,
Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella,
Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta,
Zancan.

Tra i membri della Camera dei Deputati hanno gia' espresso attenzione e
sostegno: Fulvia Bandoli, Franca Bimbi, Marida Bolognesi, Paolo Cento, Laura
Cima, Elettra Deiana, Titti De Simone, Alfiero Grandi, Franco Grillini,
Mimmo Luca', Marcella Lucidi, Giorgio Panattoni, Alfonso Pecoraro Scanio,
Roberta Pinotti, Giuliano Pisapia, Aldo Preda, Ermete Realacci, Carlo
Rognoni, Giovanni Russo Spena, Piero Ruzzante, Vincenzo Siniscalchi,
Francesco Tolotti, Tiziana Valpiana, Luciano Violante.

Tra i membri del Parlamento Europeo hanno gia' espresso attenzione e
sostegno: il vicepresidente del Parlamento Europeo Renzo Imbeni, ed i
parlamentari europei Giuseppe Di Lello, Claudio Fava, Luisa Morgantini,
Giovanni Pittella.

Alla presentazione al Senato fara' seguito dopo alcuni giorni la
presentazione anche alla Camera dei Deputati.

* * *

II. Il testo del disegno di legge di iniziativa dei senatori Occhetto ed
altri recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la
formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia"

Articolo 1 (Norme di principio)
1. L'istruzione, la formazione e l'aggiornamento professionale del personale
delle forze di polizia indicate all'articolo 16 della legge 1 aprile 1981,
n. 121 e successive modificazioni e integrazioni, sono svolte mediante
programmi ed attivita' didattiche coerentemente ispirati ai valori della
Costituzione della Repubblica con particolare riferimento agli articoli 2 e
27 e ai principi contenuti nella "Carta dei Diritti fondamentali"
dell'Unione Europea.

Articolo 2 (Direttive del Ministro dell'Interno)
1. Il Ministro dell'Interno, nelle sue attribuzioni di responsabile della
tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e di autorita' nazionale di
pubblica sicurezza,
- impartisce annualmente le direttive generali per l'attivita' d'istruzione,
formazione e aggiornamento svolte dal sistema degli Istituti e delle
Accademie delle forze di polizia introducendo le metodologie didattiche piu'
idonee ad elevare la conoscenza e l'uso dei valori, delle tecniche, delle
modalita' di servizio e delle strategie della nonviolenza;
- fissa gli obiettivi generali da raggiungere sia annualmente e sia
nell'intero ciclo d'istruzione;
- vigila sugli indirizzi didattici e verifica la qualita' degli interventi
formativi realizzati, relativamente alla promozione della coscienza civica e
al rigoroso apprendimento di una deontologia professionale che sia conforme
alle funzioni difensive e nonviolente delle forze dell'ordine;
- fissa la durata inderogabile dei corsi di istruzione per le varie
qualifiche del personale di nuova assunzione in servizio;
- si avvale della consulenza di docenti e ricercatori esperti in materia di
formazione alla nonviolenza e dei responsabili delle strutture formative e
addestrative attualmente operanti nelle forze dell'ordine sia per
l'approntamento della specifica normativa che per la qualificazione dei
docenti.

Articolo 3 (Relazione annuale sull'attivita' d'istruzione, formazione e
aggiornamento)
1. Il Ministro dell'Interno inoltra annualmente alle Camere, prima della
scadenza dei termini di presentazione della Legge Finanziaria e della Legge
di Bilancio, una particolareggiata relazione sull'attivita' svolta dal
sistema degli istituti d'istruzione delle forze di polizia, nella quale
siano esposti:
- gli obiettivi didattici formulati all'inizio dell'anno di gestione;
- gli indirizzi seguiti per il miglioramento continuo della preparazione
professionale, nei profili deontologico-valoriale, tecnico operativo e
gestionale;
- i modelli di valutazione adottati sia per la programmazione
scientifico-didattica e sia per la verifica dei risultati;
- i risultati raggiunti in termini di preparazione del personale delle forze
di polizia di ogni ordine e grado ed in termini di miglioramento qualitativo
delle metodologie e delle tecniche di insegnamento, ivi comprese metodologie
di servizio nonviolento;
- gli obiettivi didattici per l'anno successivo e i programmi di studio e di
ricerca previsti a supporto dell'attivita' degli istituti e del
miglioramento continuo della qualita' dei curricula formativi.
2. La relazione, trasmessa ai Presidenti della Camera e del Senato, e'
inoltrata al Comitato di cui al successivo articolo 4 della presente legge.

Articolo 4 (Comitato parlamentare per l'istruzione, la formazione e
l'aggiornamento professionale del personale delle forze di polizia)
1. Ai fini della promozione degli indirizzi formativi ispirati al
miglioramento continuo della qualita' delle forze di polizia, e' istituito
il Comitato parlamentare per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento
professionale del personale delle forze di polizia.
2. Il Comitato e' composto da cinque deputati e da cinque senatori, nominati
dai Presidenti della Camera e del Senato, sentiti i Presidenti dei Gruppi
Parlamentari.
3. Il Comitato
- elegge al suo interno il Presidente e resta in carica per tutta la
legislatura;
- svolge approfondimenti conoscitivi, mediante audizioni e sopralluoghi;
- discute e valuta la relazione annuale del Ministro dell'Interno, di cui
all'articolo 3 della presente legge;
- trasmette semestralmente una nota e annualmente una relazione su quanto
emerso dai relativi lavori alle Commissioni Affari Costituzionali della
Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.
4. Il Comitato, ogni qualvolta si renda opportuno acquisire elementi e
valutazioni, delibera di audire il Ministro dell'Interno, o il
Sottosegretario di Stato delegato, i responsabili delle forze di polizia e
chiunque altri ricopra un incarico istituzionale nel campo dell'istruzione
del personale delle forze di polizia.

Articolo 5 (Copertura finanziaria)
1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge valutati
complessivamente in ventimila milioni si provvede mediante l'utilizzo del
fondo di riserva per le spese impreviste per l'anno 2001.

Articolo 6 (Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

* * *

III. Alcuni elementi di informazione essenziali per la contestualizzazione

A. La nonviolenza nella legislazione e nella storia d'Italia
1. La nonviolenza nel corpus legislativo italiano
Nella legislazione italiana il termine, ed il concetto, di "nonviolenza" e'
entrato relativamente tardi: con la legge 8 luglio 1998, n. 230, che
all'art. 8, comma 2, lettera e) attribuisce all'Ufficio nazionale per il
servizio civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il compito
di "predisporre, d'intesa con il Dipartimento per il coordinamento della
protezione civile, forme di ricerca e di sperimentazione di difesa civile
non armata e nonviolenta".
In realta' gia' da molti anni erano stati effettualmente accolti termini ed
esperienze sovente fortemente connessi alla teoria e prassi della
nonviolenza, come ad esempio attesta la legislazione che dal 1972 con la
legge n. 772 riconosceva e recepiva l'obiezione di coscienza al servizio
militare e disponeva il servizio civile alternativo; inoltre gia' nel
dettato costituzionale, come hanno rilevato autorevoli commentatori, vi sono
le fondamenta di un orientamento tendenzialmente nonviolento e comunque una
legittimazione piena di tale prospettiva.
E del resto analogo orientamento e' possibile leggere in autorevoli
documenti internazionali: come la Carta delle Nazioni Unite, e la
Dichiarazione universale dei diritti umani.
2. La nonviolenza nella ricerca accademica e nelle agenzie formative
Nella ricerca accademica e nelle agenzie formative ormai da decenni la
nonviolenza e' un tema rilevante. E' cosi' a livello internazionale (a
partire dalle attivita' di peace research promosse dall'ONU), ed e' cosi'
anche in Italia, in cui lo studio della nonviolenza  e la formazione ai
valori, alle tecniche e alle strategie della nonviolenza costituiscono
esperienze consolidate sia in ambito accademico che in ambito piu'
generalmente istituzionale che nell'alveo delle esperienze
dell'associazionismo democratico, delle agenzie formative, delle variegate
formazioni in cui si articola la societa' civile e particolarmente l'impegno
sociale e civile.
3. La nonviolenza nella cultura e nella storia d'Italia
Del resto nella cultura e nella storia d'Italia la nonviolenza e' radicata
in esperienze e riflessioni che risalgono ad esempio fino alla proposta di
vita e di pensiero di Francesco d'Assisi.
E nel Novecento un illustre filosofo e pedagogista italiano, Aldo Capitini,
ha dato un contributo di riflessione e di proposta di enorme rilevanza a
livello internazionale; cosi' come Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto (che di
Gandhi fu direttamente discepolo); cosi' come Danilo Dolci: personalita'
italiane che a livello internazionale sono tra le figure piu' note e piu'
luminose della nonviolenza. Ad Aldo Capitini risale altresi' la coniazione
del termine stesso "nonviolenza".
Peraltro in Italia anche la figura di Gandhi fu conosciuta con relativa
tempestivita': anche grazie alla sua visita nel nostro paese nel 1931, ed
alla pubblicazione nello stesso anno dell'edizione italiana della sua
autobiografia con prefazione di Giovanni Gentile; ed alla nonviolenza si
ispirarono alcune delle figure piu' nobili e delle attivita' piu' profonde e
luminose dell'opposizione alla dittatura fascista.
4. Per una definizione critica e pluridimensionale della nonviolenza
4.1. Il termine "nonviolenza", distinto dalla locuzione "non violenza"
La parola "nonviolenza" e' stata coniata dal filosofo ed educatore italiano
Aldo Capitini (1899-1968) e traduce i due termini creati da Mohandas Gandhi
(1869-1948) per definire la sua proposta teorico-pratica: "ahimsa" e
"satyagraha".
La parola "nonviolenza" designa un concetto del tutto distinto dalla
semplice locuzione "non violenza" o "non-violenza"; la locuzione "non
violenza" infatti indica la mera astensione dalla violenza (ed in quanto
tale puo' comprendere anche la passivita', la fuga, la rassegnazione, la
vilta', l'indifferenza, la complicita', l'omissione di soccorso); il
concetto di "nonviolenza" afferma invece l'opposizione alla violenza come
impegno attivo e affermazione di responsabilita'.
Infatti i due termini usati da Gandhi, che il termine capitiniano di
"nonviolenza" unifica e traduce, hanno un campo semantico ampio ma molto
forte e ben caratterizzato: "ahimsa" significa "contrario della violenza",
"negazione assoluta della violenza", quindi "opposizione alla violenza fino
alla radice di essa"; "satyagraha" significa "adesione al vero, contatto con
il bene, forza della verita', vicinanza all'essere, coesione essenziale".
4.2. La nonviolenza non e' un'ideologia
La "nonviolenza" quindi e' un concetto che indica la scelta e l'mpegno di un
intervento attivo contro la violenza, la sopraffazione, l'ingiustizia (non
solo quella dispiegata e flagrante, ma anche quella cristallizzata e
camuffata, quella acuta e quella cronica, quella immediata e quella
strutturale).
La nonviolenza non e' un'ideologia ne' una fede: ci si puo' accostare alla
nonviolenza a partire da diverse ideologie e da diverse fedi religiose e
naturalmente mantenendo quei convincimenti. Ad esempio nel corso dello
scorso secolo vi sono stati uomini e donne che si sono accostati alla
nonviolenza aderendo a fedi diverse: induista, cristiana, buddhista,
islamica, ebraica, altre ancora, o anche non aderendo ad alcuna fede.
Ugualmente vi sono stati uomini e donne che si sono accostati alla
nonviolenza aderendo a ideologie diverse: liberali, socialiste (nelle varie
articolazioni di questo concetto teorico e movimento storico), patriottiche,
internazionaliste, democratiche in senso lato.
4.3. La nonviolenza e' una teoria-prassi sperimentale e aperta
La nonviolenza infatti e' una teoria-prassi, ovvero un insieme di
riflessioni ed esperienze, creativa, sperimentale, aperta. Non dogmatica,
non autoritaria, ma che invita alla responsabilita' personale nel riflettere
e nell'agire.
4.4. La nonviolenza e' un concetto pluridimensionale
Molti equivoci intorno alla nonviolenza nascono dal fatto che essa e' un
concetto a molte dimensioni, cosicche' talvolta chi si appropria di una sola
di queste dimensioni qualifica la sua collocazione e il suo agire come
"nonviolenti", in realta' commettendo un errore e una mistificazione,
poiche' si da' nonviolenza solo nella compresenza delle varie sue dimensioni
(ovviamente, e' comunque positivo che soggetti diversi conoscano e accolgano
anche soltanto alcuni aspetti della nonviolenza, ma questo non li autorizza
a dichiarare di praticare la nonviolenza).
Proviamo a indicare alcune delle dimensioni fondamentali della nonviolenza:
- la nonviolenza e' un insieme di ragionamenti e valori morali;
- la nonviolenza e' un insieme di tecniche comunicative, relazionali,
deliberative, organizzative e di azione;
- la nonviolenza e' un insieme di strategie di intervento sociale e di
gestione dei conflitti;
- la nonviolenza e' un progetto sociale di convivenza affermatrice della
dignita' di tutti gli esseri umani;
- la nonviolenza e' un insieme di analisi e proposte logiche, psicologiche,
sociologiche, economiche, politiche ed antropologiche.
Come si vede, lo studio della nonviolenza implica la coscienza della
pluridimensionalita' di essa, delle sue articolazioni, delle sue
implicazioni.
Ed anche del fatto che essa implica saldezza sui principi ed insieme un
atteggamento ricettivo, critico, sperimentale, aperto; che non ha soluzioni
preconfezionate ma richiede ogni volta nella situazione concreta un
riflettere e un agire contestuale, critico e creativo.

B. Formazione del personale delle forze dell'ordine e ordinamento giuridico
1. I percorsi formativi del personale delle forze dell'ordine
Attualmente le forze dell'ordine in Italia sono articolate in diversi corpi,
con statuti specifici ed organizzazioni interne peculiari. Tale situazione
si riflette anche sui percorsi formativi ed addestrativi.
2. La Costituzione come fondamento dell'ordinamento giuridico
Ma fondamento unitario di tutti i percorsi formativi e' e deve essere il
riferimento alla Costituzione della Repubblica Italiana su cui si incardina
tutto il sistema legislativo ed istituzionale italiano e si basa il nostro
ordinamento giuridico.
3. Ordine pubblico, legalita', democrazia
E quindi in uno stato di diritto, in un paese democratico come l'Italia, la
funzione dello Stato preposta all'ordine pubblico e' vincolata
all'affermazione della legalita', alla difesa della democrazia, alla
promozione della sicurezza, dell'incolumita' e dei diritti delle persone che
nel territorio italiano si trovino.
4. Pubblica sicurezza, diritti umani
Sempre piu' la riflessione giuridica contemporanea ha evidenziato il nesso
inscindibile tra sicurezza pubblica e diritti umani, diritti che sono propri
di ogni essere umano e che per essere inverati abbisognano di un impegno
positivo delle funzioni pubbliche.
5. Necessita' di una piu' adeguata formazione delle forze dell'ordine
Si evince pertanto la necessita' di una sempre piu' adeguata formazione del
personale delle forze dell'ordine ordinata all'espletamento piu' coerente ed
efficace dei compiti che inverino le finalita' dalla Costituzione enunciate
nell'ambito delle specifiche funzioni, modalita' ed aree di intervento. A
tal fine la formazione alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche
e delle strategie della nonviolenza si dimostra di estrema utilita'.

C. Esperienze di riferimento in Italia, in Europa e nel mondo
1. Esperienze di formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine gia'
svolte ed in corso in Italia
Anche in Italia da anni in vari luoghi e contesti si sperimentano gia'
percorsi formativi alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e
delle strategie dalla nonviolenza di personale preposto alla sicurezza
pubblica.
2. Riflessioni ed esperienze in altri paesi europei
In altri paesi europei la riflessione e le esperienze in tal senso sono
sovente assai rilevanti, come si evince dal dibattito in merito.
3. Esperienze internazionali di riferimento
Infine si consideri come a livello internazionale vi siano ormai molteplici
e qualificatissime esperienze storiche, di grande rilievo anche sul piano
giuridico, con particolar riferimento a situazioni di partenza decisamente
assai critiche.
Si pensi ad esempio al caso del Nicaragua in cui dopo la fine della
dittatura somozista si pose il problema di rieducare il personale dei corpi
speciali della dittatura (spesso bambini che erano stati ridotti a feroci
bruti); o al caso straordinario del Sud Africa, in cui la "Commissione
nazionale per la verita' e la riconciliazione", presieduta dal Premio Nobel
Desmond Tutu, ha indicato una via di grande interesse e profonda
originalita' per uscire da una situazione tremenda come quella ereditata dal
regime dell'apartheid.

D. Ambiti formativi in cui si fa gia' ampio uso dei valori e delle tecniche
della nonviolenza
Segnaliamo infine, come mera elencazione, alcuni ambiti in cui da molti anni
esiste ormai una lunga ed ampia tradizione di studi e di esperienze
formative e addestrative alla conoscenza e all'uso della nonviolenza.
Questa tradizione ha diverse esplicazioni: in sede di istituzioni
sovranazionali; in sede di istituzioni nazionali; in sede di istituzioni
locali; in sede universitaria; in sede scolastica; in sede di altre agenzie
formative; in sede di enti assistenziali, sociali, sanitari, di protezione
civile; in sede di enti di servizio civile; in sede di associazionismo
democratico; in sede di formazione ed aggiornamento nel management; in sede
di agenzie informative; in sede di intervento psicoterapeutico; in sede di
training sportivo; in sede di facilitazione in consessi deliberativi; in
sede di promozione e coordinamento di campagne sociali.
Gli esempi sono infiniti: si va dalla formazione ad altissima qualificazione
del personale specializzato in interventi di peace-keeping a livello
internazionale (in primo luogo dell'ONU); alle cattedre e ai dipartimenti
universitari di peace-research; fino alla formazione dei giovani in servizio
civile.
Analogamente esempi attuativi e fonti normative e regolamentari di
riferimento gia' esistono a tutti i livelli, sia in campo internazionale che
per quel che concerne specificamente l'Italia.
Esistono anche ricognizioni di istituti di ricerca specializzati in ambito
istituzionale e accademico; una pregevole raccolta di dati e' stata
recentemente pubblicata dal Movimento Internazionale della Riconciliazione
(MIR) di Padova, ed e' disponibile sulla rete telematica pacifista
Peacelink.

* * *

IV. Per l'approfondimento

Presso il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo possono essere
richiesti i dossier documentari recanti alcuni dei molti materiali di studio
e dibattito che hanno accompagnato l'elaborazione della proposta di legge.
La struttura pacifista viterbese documenta inoltre giorno per giorno
l'andamento dell'iniziativa e della riflessione ad essa collegata attraverso
la pubblicazione del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in
cammino" che puo' essere richiesto gratuitamente da tutti gli interessati
scrivendo all'indirizzo di posta elettronica: nbawac@tin.it e che puo'
essere altresi' letto nel sito del Movimento Nonviolento
(www.nonviolenti.org), e nel sito di Peacelink (www.peacelink.it e dalla
home page cliccando su "news" o su "peacelink news").
Contestualmente alla promozione della proposta di legge, il "Centro di
ricerca per la pace" di Viterbo ha promosso anche un appello a tutti gli
enti locali affinche' si esprimano a sostegno della proposta ed inizino al
piu' presto la sperimentazione della formazione alla nonviolenza dei corpi
di polizia locale (valorizzando ed estendendo le esperienze gia' in corso).

* * *

"Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel.0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Viterbo, 6 dicembre 2001