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Il silenzio umanitario (Il Manifesto parla anche del libro di PeaceLink)



ciao, vi segnalo questo articolo apparso sul manifesto di ieri (17/7),
nel quale si parla del libro di peacelink "cronache da sotto le
bombe"
ciao
francesco



Il silenzio "umanitario"
Dopo la guerra, la colpevole disattenzione dei media occidentali.
Un sentiero tra libri, diari, riviste e dossier per capire il "grande
vuoto" dei Balcani
TOMMASO DI FRANCESCO

La settimana che si è chiusa a Belgrado è stata di passione. Quel
che si consuma è una grande "disillusione jugoslava" sul rapporto
con l'Occidente reale, pesantemente intervenuto a decretare la
"sua" giustizia dopo avere rappresentato la "sua" guerra.
Testimonianza di questa passione profonda è stata l'intervista del
presidente della repubblica Voijslav Kostunica sull'ultimo numero di
Vreme, il settimanale più credibile dei Balcani. Sorprendente non è
il fatto che Kostunica esprima tutto il suo stupore e dolore per la
decisione di "vendere" Milosevic all'Aja invece che processarlo in
patria, ma la tenacia con la quale non smette di alzare la voce per
accusare i leader occidentali e denunciare l'illegittimità del
Tribunale presieduto da Carla Del Ponte. Cosa chiede e dice
chiaramente il presidente jugoslavo, la cui elezione ha permesso
l'uscita del paese dal limbo di Milosevic? E che ora invece appare
pericolosamente delegittimato e messo in un angolo - pur essendo
riuscito sabato a varare all'ultimo momento un nuovo governo
federale - dall'iniziativa spregiudicata e mercantile del premier serbo
Zoran Dijndijc che ha agito in sintonia con i leader occidentali
attivando lo scambio "dollari=consegna di Milosevic" e devastando
così le istituzioni e i poteri in una delle fasi più drammatiche della
storia serba e jugoslava?
Kostunica insiste a dire che è impossibile una giustizia -
internazionale e non solo - di parte e diseguale che chieda "solo ai
serbi di entrare in una fase di catarsi" e autocoscienza sul male
procurato con le guerre e i suoi criminali, senza che anche gli altri
protagonisti di quelle guerre, nei Balcani e in Occidente, che si
sono macchiati di eguali se non peggiori crimini, facciano
altrettanto. Peraltro il presidente jugoslavo preparava da tempo una
"Commissione per la verità" sui crimini nei Balcani, sul modello di
quella avviata da Mandela in Sudafrica, ora completamente in
frantumi. Kostunica alza la voce nell'intervista per gridare al
procuratore Carla Del Ponte la richiesta di "incriminare i leader
occidentali della Nato" per i 78 giorni di bombardamenti su Kosovo
e Serbia. E' credibile questo discorso che pochi vogliono ascoltare
o è di parte? Per le due principali Ong e organizzazioni internazioni
impegnate sui diritti umani, Human Right Watch e Amnesty
International, questa richiesta non solo è credibile ma è
sacrosanta, altrimenti ne deriverebbe una classifica di "buoni e
cattivi" ad uso dei vincitori di turno che poco ha a che vedere con la
giustizia internazionale - ha ribadito l'ex presidente di Amnesty
International (Italia), Domenico Scaglione. Quella giustizia
internazionale che tarda ad arrivare anche perché il cosiddetto
Tribunale internazionale resta un'opzione ideologica, visto che
l'unica vera potenza rimasta sulla faccia della terra, gli Stati uniti,
dicono no, malsopportando un tribunale, anche se dell'Onu, con
poteri d'intervento eguali contro tutti i crimini e tutti i paesi criminali.
L'analisi, l'inchiesta e le valutazioni di Amnesty International sui
delitti della guerra "umanitaria" della Nato, disponibili da molto
tempo in Internet, ora sono diventate un libro Danni collaterali o
omicidi illegali?, a cura di Amnesty International-Gruppo 170,
l'Aquila (103 pag., richiedere a: gr170@amnesty.it). E' un rapporto
davvero impressionante, che non lascia dubbi. E pone un
interrogativo. E' chiaro a tutti o no che, le stesse ragioni che
vogliono Milosevic agli arresti all'Aja, fanno sì che lo stesso
obiettivo possa essere giustamente perseguito nei confronti dei
leader dell'Alleanza atlantica che quella guerra hanno voluto a tutti i
costi e guidata fin nei più sanguinari target? Puntuale il rapporto -
consigliamo di leggerlo come un giallo del quale putroppo, da
subito, s'intuisce chi è l'assassino, meglio gli assassini -
ricostruisce i 78 giorni di raid aerei obiettivo per ob
iettivo, effetto collaterale per effetto collaterale, quando sulle città
jugoslave piovevano tonnellate di bombe "intelligenti", gialle cluster
bomb, uranio impoverito. Erano omicidi illegali, dice il rapporto di
Amnesty per i quali ha chiesto, inascoltata, alla Del Ponte di
incriminare i tanti leader dei governi occidentali dell'Alleanza
atlantica. Ecco la giustizia diseguale, che proprio per questo non
esiste: è un'ideologica usurpazione politica fatta dai vincitori.
Per questo ora è meno incredibile di quel che sembri il fatto che in
15 procure italiane e altre 5 città ci siano le inchieste penali aperte
nei confronti dell'ex presidente del Consiglio Massimo D'Alema,
sulla base della denuncia di centinaia di cittadini e organizzazioni,
per strage, usurpazione di potere politico e per l'aperta
anticostituzionalità della partecipazione attiva dell'Italia ad una
guerra; denunce sulle quali la Cassazione ha fissato per il
prossimo 21 settembre un'udienza per decidere la processabilità
dopo che tutto era stato messo a tacere.
Difficile ormai che l'immaginario occidentale possa cancellare,
come vogliono fare all'Aja o i potenti della terra nei loro rituali
vertici, quei dannati 78 giorni di bombardamenti. Di sicuro non lo fa
nessuno a Belgrado e nemmeno nei Balcani. Anche la scrittrice e
drammaturga Biljana Srbljanovic, famosa in Italia per il suo "Diario"
sotto le bombe scritto per la Repubblica e della quale è uscito in
questi giorni da Ubulibri Trilogia di Belgrado e altri testi, ha
ricordato recentemente questo peso sulla coscienza e sulla
memoria proprio su il manifesto: "Oggi e ancora di più penso che i
bombardamenti sono stati un errore gravissimo, perché hanno
permesso a Milosevic di nascondere le cose orribili fatte dal suo
esercito in Kosovo. Non sappiamo ancora quanti morti ci sono
stati, ma siamo sicuri che tra loro ci sono 180 bambini innocenti e
basterebbe questo per condannarli". Kostunica ha denunciato che
le vittime sono state "più di 1.500 civili e tanti bambini". E sui
bombardamenti costruisce un originale diario di racconti sospesi
tra Roma e Belgrado, Tijana M. Djerkovic. Il cielo sopra Belgrado,
pubblicato da Edizioni Noubs, pp. 112, L. . 15.000,
(noubsitalia@usa.net), con una presentazione di Barbara Alberti e
un'introduzione di Erri De Luca che scrive tra l'altro ricordando alla
Djerkovic la sua impresa di poter raggiungere Belgrado
bombardata: "... Cara Tijana, per la durata di quella guerra mi sono
sentito in pace solo in quei giorni a Belgrado, senza il crampo della
vergogna. Solo lì potevo disertare dalla Nato e guardare il cielo in
faccia... Però sono stato sotto quel cielo a fianco dei vecchi che
nel parco di Kalemegdan giocavano a scacchi durante i
bombardamenti senza alzare gli occhi dalle mosse. Stavo di
sentinella, guardavo il cielo per loro. Cara Tijana, ho amato i vecchi
della tua città, più dei giovani e dei bambini. Stavano intenti e chini
sui loro pezzi come fossero calibri di artiglieria. Si tenevano tra le
gambe i cani irrigiditi dal terrore...". Già il terrore. Lo stesso che
attanaglia la Djerkovic, che da tempo vive in Italia ma ha ancora la
famiglia (il padre è il poeta serbo Momcilo Djerkovic) nella capitale
jugoslava, alle prese durante i raid non solo con le menzogne
televisive sulla "guerra umanitaria", ma con i luoghi comuni indotti
nella vita quotidiana degli italiani che scoprono di essere un paese
che bombarda un altro a più di 50 anni dalla fine della Seconda
guerra mondiale. "I primi giorni - scrive - appena leggevo sul
televideo che gli aerei si
erano alzati in volo da Aviano mi precipitavo al telefono, per
comunicarlo ai miei. Che questi miei avvertimenti tesi a dare loro
un vantaggio temporale su quei mostri che si avvicinavano per
ucciderli fossero inutili, lo sapevamo tutti e quattro, ma non
volevamo rinunciarvi. E mentre parlavo con loro ho sentito tante
volte la sirena ululare in lontananza. Ero al sicuro ma tremavo di
paura". Già, il terrore, perché "è l'immagine di mio padre curvo a
sostenere il peso del cielo sopra Belgrado, è questa immagine che
non vi potrò mai perdonare".
Lo stesso terrore "umanitario" che non dimenticano i curatori di
PeaceLink che hanno pubblicato un romanzo epistolare scritto a
tre mani, Cronaca da sotto le bombe, (ed. Multimage, pp. 217, L. .
18.000, multimage@arpnet.it), con le lettere e le e-mail che
venivano diffuse "pericolosamente" in Italia già durante la guerra (a
rischio di galera per "connivenza con il nemico") di tre intellettuali e
pacifisti jugoslavi, Djordje Vidanovic, Sasa Zograf (il famoso
fumettista) e Maja Zurovac, tutti oppositori di Milosevic. Un
epistolario che ha fra l'altro il merito di essere la più aggiornata
cronaca giornalistica di tutta la guerra e insieme quello di
comunicare in una voce corale. In un racconto unico quanto a
capacità evocativa dell'ansia, dell'urlo irracontabile delle sirene e
insieme della capacità d'intervento solidale di chi da qui, dalla
patria di Aviano, non si dava pervinto e testimoniava la sua
"vicinanza" con la parola via Internet, resa possibile solo perché
preesisteva una rete reale di persone organizzate per esser
solidali. "In collegamento con le città di Nis e Belgrado - scrive
nell'introduzione Alessandro Marescotti - i pacifisti potevano
comunicare con gli oppositori di Milosevic e da loro sapevano 'in
tempo reale' (dal vivo delle loro testimonianze) che venivano
lanciate bombe a grappolo sui civili. Via Internet si potevano
conoscere le distanze e apprendere che i quartieri residenziali
bombardati erano lontani chilometri (non metri) dalle caserme. La
Nato mentiva. Diceva di voler bombardare i militari e invece
terrorizzava i civili colpendo sempre più vicino le persone. la Nato
parlava di errori involontari di alcuni metri. Ma tramite PeaceLink
giungeva la voce libera di Djordje Vidanovic, oppositore di
Milosevic, testimone dei bombardamenti. Ma più la Nato diceva
bugie e - come il naso di Pinocchio - più si allungavano le
comunicazioni Internet di Djordje Vidanovic, nostro corrispondente
e vittima dall'inferno di Nis". Vidanovic in un suo messaggio del 28
maggio 1999 scrive: "... Ci hanno bombardato di nuovo e molto più
forte della notte scorsa. Sono arrivati a mezzanotte e mezza e
l'attacco è durato fino all'una. E' stato terribile. Per la prima volta ho
avuto davvero PAURA... quest'ultima settimana è trascorsa
all'insegna dell'orrore... ho pensato tra me e me che l'unico giorno
della mia vita in cui sono stato così male fu il pomeriggio in cui
morì mio padre. Perché sono così crudeli?... C'è una poesia di
Ginsberg dal titolo "Urlo". E' l'unico brano letterario che si appross
ima al trauma che stiamo vivendo..."
E pensare che la guerra "umanitaria" della Nato non ha portato che
guerra ("La guerra nutre la guerra", dice Livio). Non c'è pace nei
Balcani - la pulizia etnica e le stragi continuano ora nel Kosovo
senza indipendenza contro serbi e rom sotto l'occhio vigile
dell'Alleanza atlantica - ma solo un "Grande vuoto", dice il numero
di giugno di "LiMes", (pp. 318, L. . 20.000). Il numero della rivista di
geopolitica, diretta da Lucio Caracciolo, è infatti quasi monografico
sulla guerra che continua in Macedonia e le devastazioni che
aggiunge nell'area. La ferita resta aperta. Quasi a ricordare che il
nodo dell'insorgenza etnica, in questo caso albanese, preesisteva
all'avvento di Milosevic, e anche senza di lui continua tra le mani
dei governi occidentali, non solo non innocenti, ma complici della
distruzione della Jugoslavia.



francesco iannuzzelli   francesco@href.org
associazione peacelink - sez. disarmo
http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo
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Niente puo' mai andar bene se si pensa
a tutto quel che ci vuole perche' vada bene
(Daniel Pennac)

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