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Re: Comunicato
Sono d'accordo sull'analisi fatta da te, voglio aggiungere che a Cagliari,
anche allora, "la spesa proletaria" fu letta dal proletariato politicizzato,
come mera appropriazione di beni (e non certo di prima necessitý) fu una
delle cause che contribuirono a far morire definitivamente la capacitý di
costruire una societý economicamente possibile a quella meramente
capitalistica,attualmente liberistica (che poi a me cinquantenne, mi
pare adesso non certo molto dissimili, mandavo lettere con richiesta
di assunzione e trovavo solo lavori molto precari e sottopagati , al
massimo in subappalto, certo di concorso in corcorso, sono poi
entrato nella sanitý pubblica (da tecnico) che ai compagni faceva un
po schifo, ma cosÏ andava e va il mondo, perÚ adesso almeno tentiamo
di realizzare , dei piccoli esempi di societý, solidale e non
ideologicamente contraria al lavoro e alla produzione legale e
controllata nel suo intero prcorso. A si biri in paris e in paxi
Giancarlo Nonis
caro giancarlo,
ti ringrazio per la tua risposta in lista. purtroppo certe situazioni
non si capiscono se non si toccano con mano. io sono precario della
scuola da 14 anni, e non posso neanche permettermi questo privilegio,
perché, essendo pure non vedente, non posso spostarmi agevolmente nei
comuni dell'hinterland, e devo rinunciare a delle supplenze annuali
che certamente mi avrebbero regalato molto più punteggio. ma al di là
della mia esperienza personale, la cosa gravissima, é che vedo
ovunque un generale lassismo, per non chiamarla indifferenza, o
addirittura intolleranza, verso quelle persone, spesso famiglie, in
condizioni economiche incredibili per un paese cosiddetto civile. ho
toccato veramente con mano la condizione di certi strati sociali, o
substrati, che vivono in situazioni tipo bangladesh, persone che ti
sorridono perché gli metti in mano una bottiglia di succo di frutta o
un ovetto kinder. e quando io assisto a scene del genere allora non
posso che giustificare l'azione dimostrativa dei disobbedienti. che
sarà dura nella sua realtà, perché in fondo non si ruba a chi lavora
come noi, ma é assurdo pensare che ci sia gente che non può comprare
un litro di latte per i bambini. a napoli ho avuto modo di conoscere
una persona poverissima, che un giorno, presa dalla disperazione, ha
bussato alle porte della chiesa. il parroco non sapeva cosa fare e le
ha detto di prendere un cestino, dove c'erano dei panini preparati
per essere portati alla stazione per i barboni. lei ha guardato quel
paniere e si é sentita talmente ricca che ha rinunciato a quel pasto,
per lei e per la famiglia, perché ha capito che c'erano persone messe
peggio di loro. ecco, questa é napoli. e te ne dirò anche un'altra.
nei pressi della casa dove ho alloggiato sostava un gruppo di
giovani, quasi tutti ventenni. ho saputo che rano ragazzi sbandati,
disoccupati, che non avevano altro che la strada per ritrovarsi. lo
ammetto, io sono stato il primo a essere prevenuto. almeno fino a
quando un mio amico ha avuto bisogno delle sigarette, e ne ha chiesta
una a questo gruppo. ebbene, questi ragazzi, poverissimi, gli hanno
dato un pacchetto di ms nuovo. nuovo! lui ha detto che ne voleva una
sola, ma loro hanno insistito, e glielo hanno regalato tutto, ancora
chiuso. ecco, questa é la povertà. mi sento privilegiato ad aver
incontrato queste persone. a si biri in paris!
--
p.